Sunday, February 28, 2021

Kristina's letter to Carlo Carafa della Spina, the Apostolic Nuncio of Vienna, dated July 20/30 (New Style), 1661

Source:

Mémoires concernant Christine, reine de Suède, volume 3, pages 239 and 241, compiled and edited by Johan Arckenholtz, 1759


Bibliothèque interuniversitaire (Montpellier); Manuscrits de la reine Christine; Lettere a diversi; Lettere a diversi particolari; Christine de Suède au nonce du pape à Vienne, Hambourg, 30 juillet 1661


The 800th post on this blog!

The letter (Arckenholtz mistakenly gave the date as October 4, 1661):

A Monsig. Nunzio di Vienna, a di 4. Oct. 1661.
d'Hamburgo.
Monsig:re. Nella risposta ricevuta da V. S. intorno al negozio commesso da me Confidentemente alla sua prudenza, trovai tali speranze di riportarne in breve buon esito, ch'io non senza grand' impazienza sono stata attendendo di posta in posta il frutto dell' opera sua; ma non vedendolo per anche comparire, sono entrata in dubbio di qualche impedimento; onde havendo io fatta ogni più esatta riflessione per ritrovarlo affine di rimuoverlo colli mezzi più opportuni, non hò saputo scorger che possa attraversarsi intoppo alcuno di rilievo; se pure non fosse che qualcheduno di quei Ministri, che devono concorrere con il loro voto alla mia richiesta, dubitasse, che mentre in essa mi si compiacesse, fosse poi per seguirne che il Rè di Danemarca, & il Senato d'Hamburgo facesse una simil instanza per haver ne' Paesi hereditarij di S. M. C. l'istessa libertà per gl' Heretici; Ma quando vi fosse quest' ombra, V. S. può toglierla con rimostrare, che il Rè di Danemarca è talmente inclinato a stabilirsi nella sua Monarchia, che conoscendo egli di non poter ciò meglio conseguire che col permetter nel suo Regno la libertà della Religione, altro non brama che un, efficace pretesto, dal quale venga in un certo modo forzato a metter in atto questa sua volontà; Onde s'inferisce, che resterebbe anzi obligato a S. M. C. degl' uffizij, che passa seco per tal effetto come conformi, e proficui al suo desiderio d'assodarsi bene nel Dominio assoluto; Il che si come si è potuto penetrare per via di Relazioni vere, e sincere, cosi V. S. può rappresentar questa ragione con ogni sicurrezza. Quanto a questa Città cessa il sospetto che habbiamo per le sudette pretenzione, poiche non sono persone d'haver l'hardire nè anche di fare una tal dimanda all' Imperatore, non che di pigliarsi a petto l'Impresa, e quest' istessa ragione vale pure per la Danemarca, non essendo i Danesi gente da far a S. M. C. simili richieste.

Della Suezia non possono in alcun modo haversi tali dubbij, perche non intendendosi di far in quel Regno veruna instanza in favor dalla nostra Religione, non vien a darsegli alcun motivo, nè ragione di pretender poi a prò della loro Religione ne' Paesi hereditarij dell' Imperatore; E quando bene volessero ad ogni modo muoverne qualche instanza, può subito rigettarsi non solo con la ragione sudetta, che non si richiede alcuna cosa nel loro Regno, ma anco in virtù del trattato di Munster, per il quale l'Imperatore hà aquistato questo stabilimento nelli Paesi hereditarij; si che come V. S. vede può quest' ostacolo, quando vi sia, rimuoversi per ogni verso, & io confido, che bisognando s'adopererà ella in ciò con ogni applicazione. E se per avventura V. S. scorgesse, che mi s'invidiasse da qualche d'uno la gloria di questo pensiero, e però mi si ritardassero le assistenze domandate, pregola di rimostrare, che come io ricerco l'efficacia degl' ufficij dell' Imperatore in quest' Impressa, cosi non vien a rimaner alcuna ragione d'attribuir all' opera mia il buon successo, che ne seguisse; Ma ne se dovrà la gloria a S. M. C. mentre si spera, che colla sua autorevole interposizione, sia per far quel colpo ch'io non posso sperar della mia debolezza, & a me non resta di far altra parte in questo negozio, che di semplice instromento; Onde può facilmente vedersi, ch'io non sono per haver motivo d'ambire una tal gloria, come in effetto non l'ambisco, bastandomi di cooperare a quella di Dio, e della santa Fede. In tal proposito parmi accertato di metter in considerazione a V. S. che sarà bene d'intendersela parimente col P. Muller Confessore di S. M. perche ancor egli promuova per quanto può dal canto suo, insinuandogli, che se havrà lui pure parte in opera cosi pia, la Compagnia ne acquisterà merito colla sede Apostolica, e che io a suo tempo non lascierò di farne le attestazioni convenienti.

In questo punto hò pensato, che se l'Imperatore non inclinasse all' ufficio richiesto col Rè di Danemarca, potria nondimeno in altra maniera contribuir l'autorità sua al bon successo del negozio, con fare che il Baron de Goes, suo Ambassadore in Danemarca, il quale è zelantissimo per la nostra Religione, e dell' opera di cui mi servirei volontieri ad ogni cenno dell' Imperatore in questo trattato, facesse intender sotto mano al Conte di Ranzau, primo Ministro del Regno di Danemarca, assai ben affetto alla libertà della Religione Cattolica, che se spuntasse il libero essercizio di essa, l'Imperatore lo faria Principe dell' Imperio; Poiche essendo questa una persona hoggi molto potente in quel Regno, & ambizioso di simili titoli, spererei che per questo verso ancora si facesse buon colpo; V. S. però potrà insinuar parimente questo ripiego a S. M. C. cercando di disporla, all'uno, ed all' altro se sia possibile, o almeno ad uno delli due, che è quanto m'occorre, significarle in questo particolare, e pregandola d'haverne a cuore l'espedizione in forma efficace, o d'informarmi almeno delle cagioni, che la ritardano. Finisco con bramarle ogni felicità.

With modernised spelling (with date typo corrected):

A Monsignor nunzio di Vienna, a di 30 juillet 1661, d'Amburgo.
Monsignore,
Nella risposta ricevuta da Vostra Serenità intorno al negozio commesso da me confidentemente alla sua prudenza, trovai tali speranze di riportarne in breve buon esito ch'io non senza grand'impazienza sono stata attendendo di posta in posta il frutto dell'opera sua. Ma, non vedendolo per anche comparire, sono entrata in dubbio di qualche impedimento, onde, avendo io fatta ogni più esatta riflessione per ritrovarlo affine di rimuoverlo colli mezzi più opportuni, non ho saputo scorger che possa attraversarsi intoppo alcuno di rilievo. Se pure non fosse che qualcheduno di quei ministri che devono concorrere con il loro voto alla mia richiesta, dubitasse che mentre in essa mi si compiacesse, fosse poi per seguirne che il re di Danimarca ed il Senato d'Amburgo facesse una simil instanza per aver ne' paesi ereditari di Sua Maestà Cesarea l'istessa libertà per gli eretici.

Ma, quando vi fosse quest'ombra, Vostra Sentità può toglierla con rimostrare che il re di Danimarca è talmente inclinato a stabilirsi nella sua monarchia, che, conoscendo egli di non poter ciò meglio conseguire che col permetter nel suo regno la libertà della religione, altro non brama che un efficace pretesto, dal quale venga in un certo modo forzato a metter in atto questa sua volontà, onde s'inferisce che resterebbe anzi obbligato a Sua Maestà Cesarea degl'uffizi che passa seco per tal effetto come conformi e proficui al suo desiderio d'assodarsi bene nel dominio assoluto. Il che si come si è potuto penetrare per via di relazioni vere e sincere così Vostra Serenità può rappresentar questa ragione con ogni sicurezza.

Quanto a questa città, cessa il sospetto che abbiamo per le sudette pretenzione, poiché non sono persone d'aver l'ardire nè anche di fare una tal dimanda all'imperatore, non che di pigliarsi a petto l'impresa; e quest'istessa ragione vale pure per la Danimarca, non essendo i Danesi gente da far a Sua Maestà Cesarea simili richieste.

Della Svezia, non possono in alcun modo aversi tali dubbi, perché, non intendendosi di far in quel regno veruna instanza in favor dalla nostra religione, non vien a darsegli alcun motivo nè ragione di pretender poi a pro della loro religione ne' paesi ereditari dell'imperatore. E, quando bene volessero ad ogni modo muoverne qualche instanza, può subito rigettarsi non solo con la ragione sudetta che non si richiede alcuna cosa nel loro regno, ma anco in virtù del trattato di Münster, per il quale l'imperatore ha acquistato questo stabilimento nelli paesi ereditari.

Si che come Vostra Serenità vede può quest'ostacolo, quando vi sia, rimuoversi per ogni verso, ed io confido che bisognando s'adopererà ella in ciò con ogni applicazione. E, se per avventura Vostra Serenità scorgesse che mi s'invidiasse da qualche d'uno la gloria di questo pensiero, e però mi si ritardassero le assistenze domandate, pregola di rimostrare che come io ricerco l'efficacia degl'uffizi dell'imperatore in quest'impressa, così non vien a rimaner alcuna ragione d'attribuir all'opera mia il buon successo che ne seguisse. Ma ne se dovrà la gloria a Sua Maestà Cesarea mentre si spera, che colla sua autorevole interposizione, sia per far quel colpo ch'io non posso sperar della mia debolezza, ed a me non resta di far altra parte in questo negozio che di semplice instrumento, onde può facilmente vedersi ch'io non sono per aver motivo d'ambire una tal gloria, come in effetto non l'ambisco, bastandomi di cooperare a quella di Dio e della santa fede.

In tal proposito parmi accertato di metter in considerazione a Vostra Serenità che sarà bene d'intendersela parimente col padre Müller, confessore di Sua Maestà, perché ancor egli promuova per quanto può dal canto suo, insinuandogli che se avrà lui pure parte in opera così pia, la compagnia ne acquisterà merito colla Sede Apostolica, e che io a suo tempo non lascierò di farne le attestazioni convenienti.

In questo punto, ho pensato che se l'imperatore non inclinasse all'uffizio richiesto col re di Danimarca, potria nondimeno in altra maniera contribuir l'autorità sua al bon successo del negozio, con fare che il baron de Goes, suo ambassadore in Danimarca, il quale è zelantissimo per la nostra religione e dell'opera di cui mi servirei volontieri ad ogni cenno dell'imperatore in questo trattato, facesse intender sotto mano al conte di Rantzau, primo ministro del regno di Danimarca, assai ben affetto alla libertà della religione cattolica, che se spuntasse il libero esercizio di essa. L'imperatore lo faria principe dell'Imperio, poiché, essendo questa una persona oggi molto potente in quel regno, ed ambizioso di simili titoli, spererei che per questo verso ancora si facesse buon colpo.

Vostra Serenità però potrà insinuar parimente questo ripiego a Sua Maestà Cesarea, cercando di disporla all'uno ed all'altro se sia possibile, o almeno ad uno delli due, che è quanto m'occorre significarle in questo particolare; e, pregandola d'averne a cuore l'espedizione in forma efficace o d'informarmi almeno delle cagioni che la ritardano, finisco con bramarle ogni felicità.

French translation (by Arckenholtz):

... Que si on doute, que quand même on l'agréeroit, il pouroit en résulter, que le Roi de Dannemarc fit les mêmes instances auprès de l'Empereur pour qu'on accordât aux Hérétiques une pareille liberté de conscience dans ses Païs héréditaires; je répons à cela, que le Roi de Dannemarc s'intéresse tant pour l'affermissement de sa Monarchie, que sentant de n'y pouvoir mieux parvenir, qu'en permettant dans son Royaume la liberté de Religion, il ne demande pas mieux qu'un bon prétexte, qui l'obligeroit en quelque façon à mettre en exécution sa volonté: d'où il suit, qu'il aura même des obligations à S. M. I. des offices qui s'accordent si bien à son desir pour s'affermir dans son pouvoir arbitraire. Quant à cette Ville, (Hambourg) elle ne portera pas ses prétentions si haut, ni elle n'aura la hardiesse de faire cette demande à l'Empereur; & pour ce qui est de la Suède, tout doute cesse à cet égard, parce qu'on n'entend pas faire dans ce Royaume aucune instance en faveur de notre Religion, par conséquent il n'auroit aucun motif de s'intéresser non plus pour leur Religion dans les Païs héréditaires de l'Empereur. Et quand même ils voudroient faire quelque instance à cet égard, non seulement on pourroit la leur refuser par la raison sus-dite, qu'on ne leur demande rien dans ce Royaume, mais aussi par le Traité de Munster, en vertu duquel l'Empereur a acquis ce droit pour ses Païs héréditaires. D'où vous voyez, que cet obstacle, si c'en étoit un, peut se lever entiérement, & je me flatte que vous y donnerez toute votre application.

Mais si par hazard vous remarquiez que quelqu'un m'enviât la gloire de cette idée, & que pour cela on trainât les secours que je leur demande, je vous prie, Monsieur, de remontrer que comme je recherche l'efficace des offices de l'Empereur dans cette entreprise, il n'en restera aucune raison d'attribuer à mes coópérations le bon succès qui s'en suivra. La gloire en reviendra à S. M. I. puisque par l'interposition de son autorité, on espére que ce coup se fera, lequel je ne puis attendre de ma foiblesse; & il ne me restera de cette négociation que la qualité de simple instrument: d'où il est facile de voir, que je n'ai aucun motif à ambitionner une telle gloire, comme en effet je ne l'ambitionne pas non plus. Il me suffit que je coópére à celle de Dieu & du Saint Siége.

A ce propos je vous donne à considérer, Monsieur, s'il ne sera pas nécessaire de s'entendre bien avec le P. Muller Confesseur de l'Empereur, afin qu'il y travaille aussi de son côté, en lui insinuant, que comme il aura part dans une œuvre si pieuse, la Compagnie s'en fera un mérite auprès du Siége Apostolique, & que je ne manquerai pas en son tems d'en rendre un témoignage convenable.

En cas même que l'Empereur n'inclinât pas à accorder l'office requis pour le Roi de Dannemarc, il pourroit contribuer d'une autre maniére au bon succès de cette Négociation, en permettant que le Baron de Goës, son Ambassadeur en Dannemarc, fort zélé pour notre Religion, & dont je me servirois volontiers dans ce Traité, fasse entendre sous main au Comte de Ranzau, Premier Ministre de ce Royaume, lequel est assez porté au libre exercice de la Religion Catholique, que l'Empereur le feroit Prince de l'Empire, s'il en facilitoit le succès: Car comme ce Ministre est à présent fort puissant en cette Cour, & ambitionne de pareils tîtres, j'espére que par-là on feroit aussi un bon coup. Il vous plaîra de vous servir aussi de ce motif pour disposer l'Empereur à y entrer de maniére ou d'autre, ce dont j'attendrai votre information ultérieure.

Full French translation (my own):

A Monseigneur le nonce de Vienne, le 30 juillet 1661, à Hambourg.
Monseigneur,
Dans la réponse que j'ai reçue de Votre Sérénité à l'égard de l'affaire que j'avais entreprise avec confiance en sa prudence, j'ai trouvé de tels espoirs d'aboutir en peu de temps à une issue heureuse, que je n'ai pas été sans une grande impatience d'attendre de poste en poste le  fruit de son travail. Mais, ne le voyant même pas apparaître, j'ai commencé à douter qu'il y eût quelque obstacle, de sorte que, ayant fait toutes les réflexions les plus exactes pour le trouver afin de l'enlever par les moyens les plus appropriés, je n'ai pu voir qu'aucun obstacle n'existait un obstacle majeur qui pourrait surgir. Même si certains des ministres qui doivent apporter leur vote à ma demande doutaient que, même si j'en étais satisfait, il s'ensuivrait alors que le roi du Danemark et le Sénat de Hambourg feraient une demande similaire pour avoir dans les terres héréditaires de Sa Majesté Impériale la même liberté pour les hérétiques.

Mais, si cette ombre existe, Votre Sérénité peut l'écarter en démontrant que le roi du Danemark est si enclin à s'implanter dans sa monarchie que, sachant qu'il ne peut y parvenir mieux qu'en permettant la liberté de religion dans son royaume, il ne désire que  un prétexte efficace, par lequel il est d'une certaine manière contraint de mettre en œuvre cette volonté, d'où l'on déduit qu'il resterait effectivement obligé envers Sa Majesté Impériale pour les charges qu'il passe avec lui à cet effet comme étant conformes  et profitable avec son désir de bien s'établir dans une domination absolue, que, comme il a été possible de pénétrer à travers des relations vraies et sincères, ainsi Votre Sérénité peut représenter cette raison en toute sécurité.

Quant à cette ville, le soupçon que nous avons sur les revendications mentionnées ci-dessus cesse, car ce ne sont pas des gens qui ont même le courage de faire une telle demande à l'empereur, encore moins de prendre l'entreprise de front; et cette même raison s'applique également au Danemark, les Danois n'étant pas gens à faire de semblables demandes à Sa Majesté Impériale.

En ce qui concerne la Suède, il ne peut en aucun cas y avoir de tels doutes, car, n'ayant pas l'intention de faire une quelconque demande en faveur de notre religion dans ce royaume, il n'y a aucun motif ni aucune raison pour qu'ils réclament ensuite en faveur de leur religion dans les terres héréditaires de l'empereur. Et s'ils souhaitent en tout cas formuler une demande, celle-ci peut être immédiatement rejetée, non seulement pour ladite raison, selon laquelle rien n'est requis dans leur royaume, mais aussi en vertu du traité de Münster, par lequel l'empereur a acheté cet établissement en ses terres héréditaires.

Ainsi, comme le voit Votre Sérénité, cet obstacle, lorsqu'il existe, peut être levé de toutes les manières, et j'espère que, si nécessaire, elle mettra tout en œuvre pour y parvenir. Et, si par hasard Votre Sérénité s'apercevait que quelqu'un m'envie la gloire de cette pensée, et que par conséquent le secours qui me est demandé se retarde, je la prie de faire remarquer qu'en recherchant l'efficacité des offices de l'empereur dans cette impression, ainsi il n'y a plus aucune raison d'attribuer à mon travail le bon succès qui en résulte. Mais la gloire ne reviendra pas à Sa Majesté Impériale alors qu'on espère que, grâce à son intervention autoritaire, elle pourra faire ce coup d'État que je ne peux espérer en raison de ma faiblesse, et il ne me reste plus qu'à prendre une autre part dans cette affaire qu'un simple instrument, par lequel on voit bien que je n'ai aucune raison d'aspirer à une telle gloire, puisqu'en fait je n'y aspire pas, tant que je me contente de coopérer avec celle de Dieu et du  sainte foi.

A cet égard, je suis sûre de prendre en considération Votre Sérénité qu'il serait bon de parvenir à un accord à parts égales avec le Père Müller, confesseur de Sa Majesté, afin qu'il puisse également promouvoir autant qu'il peut de sa part, en insinuant à lui que s'il participe lui aussi à une œuvre aussi pieuse, la société acquerra des mérites auprès du Siège Apostolique, et que je ne manquerai pas de faire les attestations appropriées en temps voulu.

A ce stade, je pensais que si l'empereur n'était pas enclin à la charge demandée auprès du roi du Danemark, il pouvait néanmoins apporter son autorité d'une autre manière au succès de la transaction, en faisant en sorte que le baron de Goes, son ambassadeur en Danemark, qui est très zélé pour notre religion et pour l'œuvre duquel j'utiliserais volontiers tout signe de l'empereur dans ce traité, qu'il soit entendu sous la main du comte de Rantzau, premier ministre du royaume de Danemark, qui est très attaché à la liberté de religion catholique, que si le libre exercice de celle-ci émergeait. L'empereur le fera prince de l'Empire, car, comme il est aujourd'hui un personnage très puissant dans ce royaume et ambitieux de titres similaires, j'espère qu'il fera encore bonne impression à cet égard.

Votre Sérénité, en attendant, saura également insinuer cette alternative à Sa Majesté Impériale, en essayant de la disposer aux deux si cela est possible, ou du moins à l'un des deux, c'est ce que j'ai besoin de vous dire dans ce particulier; et, la priant de s'occuper efficacement de son expédition ou du moins de m'informer des raisons qui la retardent, je termine en lui souhaitant tout le bonheur.

Swedish translation (my own):

Till monsignor nuntien av Wien, le 30 juli 1661, från Hamburg.
Monsignor,
I det svar som jag har fått från Ers Durchlauchtighet angående den affär som jag genomförde med förtroende för Er försiktighet, har jag funnit sådana förhoppningar om att åstadkomma ett framgångsrikt resultat på kort tid att jag inte har varit utan stor otålighet i väntan från post till post för frukten av hans arbete. Men när jag inte ens har sett det dyka upp, har jag börjat tvivla på att det fanns något hinder, så att jag, efter att ha gjort alla exakta reflektioner för att finna den för att ta bort den med lämpligaste medel, har jag inte kunnat se att någon  stora hinder kan uppstå. Även om det inte vore så att några av de ministrar som måste bidra med sin röst till min begäran tvivlade på att medan jag var nöjd med den, skulle det då följa att konungen av Danmark och Rådet i Hamburg skulle göra en liknande begäran att ha i Hans Kejserliga Majestäts arvländer samma frihet för kättare.

Men om denna skugga skulle finnas, kan Ers Durchlauchtighet ta bort den genom att visa att konungen av Danmark är så benägen att etablera sig i sin monarki att han, i vetskap om att han inte kan uppnå detta bättre än genom att tillåta religionsfrihet i sitt rike, bara önskar  en effektiv förevändning, varigenom han på ett visst sätt tvingas omsätta sin vilja i verkligheten, varav man drar slutsatsen att han verkligen skulle förbli skyldig till Hans Kejserliga Majestät för de tjänster han överlämnar med honom för detta ändamål såsom varande i överensstämmelse och lönsam med sin önskan att etablera sig väl i absolut herravälde, som, eftersom det har varit möjligt att tränga in genom sanna och uppriktiga relationer, så kan Ers Durchlauchtighet representera detta skäl med all säkerhet.

Beträffande denna stad upphör den misstanke vi har för de förutnämnda anspråken, eftersom de inte är människor som har modet att ens göra en sådan begäran till kejsaren, än mindre att ta åtagandet på huvudet; och samma skäl gäller även för Danmark, ty danskarna inte är människor för att göra liknande förfrågningar till Hans Kejserliga Majestät.

Om Sverige kan det på intet sätt råda sådana tvivel, eftersom de, i syfte att inte göra någon begäran till förmån för vår religion i det riket, det inte finns något motiv eller skäl för dem att sedan hävda till förmån för sin religion i kejsarens arvländer. Och skulle de i vilket fall som helst vilja framställa någon begäran, kan den omedelbart avvisas, inte bara med det förutnämnda skälet att ingenting krävs i deras rike, utan också i kraft av Münsterfördraget, genom vilket kejsaren köpte denna anläggning i hans arvsländer.

Så, som Ers Durchlauchtighetsser, kan detta hinder, när det finns, avlägsnas på alla sätt, och jag litar på att Ni om nödvändigt kommer att göra allt för att göra det. Och om ert lugn kanske skulle inse att någon avundas mig denna tankes ära och att därför den hjälp som begärts av mig försenas, ber jag Er att påpeka att när jag söker effektiviteten av kejsarens tjänster i detta intryck, så det finns ingen anledning kvar att tillskriva mitt arbete den goda framgång som följer. Men äran kommer inte att tillkomma Hans Kejserliga Majestät medan man hoppas att han, med sin auktoritativa inblandning, kommer att kunna göra den kupp som jag inte kan hoppas på på grund av min svaghet, och det återstår för mig att inte göra någon annan del i denna affär än ett enkelt instrument, varigenom det lätt kan ses, att jag inte har någon anledning att sträva efter en sådan härlighet, ty jag faktiskt inte eftersträvar den, så länge jag är nöjd med att samarbeta med Guds och den helig tron.

I detta avseende känner jag mig säker på att ta Ers Durchlauchtighet i beaktande att det skulle vara en god idé att nå en överenskommelse lika med fader Müller, Hans Majestäts biktfader, så att han också kan främja så mycket han kan från sin sida, insinuerar att honom, om han också har del i ett sådant fromt arbete, kommer sällskapet att förvärva förtjänster hos Apostoliska Stolen, och att jag inte kommer att underlåta att avlägga lämpliga intygelser i rättan tid.

Vid denna tidpunkt trodde jag att om kejsaren inte var benägen till den tjänst som efterfrågades hos konungen av Danmark, kunde han ändå bidra med sin auktoritet på ett annat sätt till transaktionens framgång, genom att se till att baronen de Goes, hans ambassadör i Danmark, som är mycket nitiskt för vår religion och för vars arbete jag med glädje skulle använda varje tecken från kejsaren i detta fördrag, låt det förstås under hand av greven av Rantzau, Danmarks rikes premiärminister, som är mycket förtjust i den katolska religionens frihet, än om den fria utövandet av den uppstått. Kejsaren kommer att göra honom till prins av Imperiet, för, eftersom han är en mycket mäktig person i det riket idag och ambitiös med liknande titlar, hoppas jag att han fortfarande kommer att göra ett gott intryck i detta avseende.

Ers Durchlauchtighet kommer emellertid också att kunna insinuera detta alternativ till Hans Kejserliga Majestät, och försöka förfoga över det till båda om det är möjligt, eller åtminstone till en av de två, vilket är vad jag behöver berätta för dig i denna partikuljar; och bedjande Er att ta hand om Er expedition på ett effektivt sätt eller åtminstone informera mig om orsakerna som försenar den, slutar jag med att önska Er all lycka.

English translation (my own):

To Monsignor the nuncio of Vienna, October 4, 1661, from Hamburg.
Monsignor,
In the response I have received from Your Serenity regarding the affair undertaken by me with confidence in your prudence, I have found such hopes of bringing about a successful outcome in a short time that I have not been without great impatience awaiting from post to post the fruit of his work. But, not seeing it even appear, I have begun to doubt that there was some impediment, so that, having made every most exact reflection to find it in order to remove it with the most appropriate means, I have been unable to see that any major obstacle could arise. Even if it were not that some of those ministers who must contribute their vote to my request doubted that while I was satisfied with it, it would then follow that the King of Denmark and the Senate of Hamburg would make a similar request to have in the hereditary lands of His Imperial Majesty the same freedom for heretics.

But, should this shadow exist, Your Serenity can remove it by demonstrating that the King of Denmark is so inclined to establish himself in his monarchy that, knowing that he cannot achieve this better than by allowing freedom of religion in his kingdom, he only desires an effective pretext, by which he is in a certain way forced to put this his will into action, from which it is inferred that he would indeed remain obliged to His Imperial Majesty for the offices he passes with him for this purpose as being in conformity and profitable with his desire to establish himself well in absolute dominion, which, as it has been possible to penetrate through true and sincere relations, so Your Serenity can represent this reason with all surety.

As for this city, the suspicion we have for the aforementioned claims ceases, as they are not people who have the courage to even make such a request to the Emperor, let alone to take the undertaking head on; and this same reason also applies to Denmark, the Danes not being people to make similar requests to His Imperial Majesty.

Of Sweden, there can in no way be such doubts, because, not intending to make any request in favour of our religion in that kingdom, there is no motive or reason for them to then claim in favour of their religion in the Emperor's hereditary lands. And, should they wish to make any request in any case, it can immediately be rejected not only with the aforementioned reason that nothing is required in their kingdom, but also by virtue of the Treaty of Münster, by which the Emperor purchased this establishment in his hereditary lands.

So, as Your Serenity sees, this obstacle, when it exists, can be removed in every way, and I trust that, if necessary, you will make every effort to do so. And, if peradventure Your Serenity should perceive that someone envies me the glory of this thought, and that therefore the assistance requested of me is delayed, I beg you to point out that as I seek the effectiveness of the Emperor's offices in this impression, so there is no reason left to attribute to my work the good success that follows. But the glory will not be due to His Imperial Majesty while it is hoped that, with his authoritative interposition, he will be able to make that coup which I cannot hope for due to my weakness, and it remains for me to make no other part in this affair than a simple instrument, whereby it can easily be seen that I have no reason to aspire to such glory, as in fact I do not aspire to it, as long as I am satisfied with cooperating with that of God and of the holy faith.

In this regard, I feel certain to put Your Serenity into consideration that it would be a good idea to reach an agreement equally with Father Müller, His Majesty's confessor, so that he may also promote as much as he can on his part, insinuating to him that if he too has a part in such a pious work, the company will acquire merit with the Apostolic See, and that I will not fail to make the appropriate attestations in due time.

At this point, I thought that if the Emperor was not inclined to the office requested with the King of Denmark, he could nevertheless contribute his authority in another way to the success of the transaction, by ensuring that the Baron de Goes, his ambassador in Denmark, who is very zealous for our religion and for whose work I would gladly make use of any sign from the Emperor in this treaty, let it be understood under the hand of the Count of Rantzau, the prime minister of the Kingdom of Denmark, who is very fond of the freedom of Catholic religion, than if the free exercise of it emerged. The Emperor will make him prince of the Empire, for, as he is a very powerful person in that kingdom today and ambitious of similar titles, I would hope that he will still make a good impression in this respect.

Your Serenity, in the meantime, will also be able to insinuate this alternative to His Imperial Majesty, trying to dispose it to both if it is possible, or at least to one of the two, which is what I need to tell you in this particular; and, begging you to take care of your expedition in an effective way or to at least inform me of the reasons that are delaying it, I end by wishing you every happiness.


Above: Kristina.


Above: Carlo Carafa della Spina, the Apostolic Nuncio of Vienna.

Kristina's letter to Karl Gustav, dated November 1637

Source:

Livrustkammaren on Facebook

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The letter (partial transcript; more is written on the back):

Hochgeborner fürst
hertzlieber Vetter

Weil ich vernommen habe das E. L. mitt guter gesunthei seint zú rück gekommē dero wegen will ich - ich nicht ver wůnderen das E. L. nicht mir gescriben haben, doch vèr ēine ich wol aús E. L. Sweste Svester briefelein das E. L. mēi screiben entfangen haben, doch doch auf dies-mal seine E. L. wol ent schülliget weil E. L. one zwifel müte gewesen.

A monsieur
mon Coussin
monsieur le
Duc Carler
Gusta. pa.
Du Reines


Above: Kristina.


Above: Karl Gustav.

Kristina's letter to Marie Louise Gonzaga, Queen consort of Poland, dated September 24/October 4 (New Style), 1661

Source:

Mémoires concernant Christine, reine de Suède, volume 3, page 237, compiled and edited by Johan Arckenholtz, 1759


Bibliothèque interuniversitaire (Montpellier); Manuscrits de la reine Christine; Lettere a diversi; Lettere a diversi particolari; Christine de Suède à la reine de Pologne, Hambourg, 4 octobre 1661


The letter:

Madame ma Sœur, je me remets à ce que Monsieur le Nonce dira à V. M. de ma part, craignant de l'importuner, ou de l'ennuyer par de longs raisonnemens. J'espére que V. M. ne me refusera pas l'assistance que je vous demande auprès des Rois de Pologne & de Dannemarc, puisqu'il ne s'agit que de vous faire partager avec les plus grands Princes la gloire de travailler au service de Dieu & de son Eglise. Pour moi j'ai de la joie de pouvoir en cette occasion renouveller à V. M. les protestations d'une éternelle amitié, dont les nœuds sont étreints par la force de la nature, & par le devoir d'un sang qui est trop bon pour se démentir en aucune occasion. Je vous prie d'être persuadée de la tendresse qu'il m'inspirera toute ma vie pour V. M. & de ne pas douter des protestations que Monsieur le Nonce vous en fera de ma part, lorsqu'il vous assurera de la passion avec laquelle je suis,
Madame ma Sœur,
Votre très-affectionnée Sœur,
C. A.

English translation (my own):

Madame my Sister,
I go back to what the Nuncio will say to Your Majesty on my behalf, fearing to bother him or annoy him with long arguments. I hope that Your Majesty will not refuse me the assistance that I ask you from the Kings of Poland and Denmark, since it is only a question of making you share with the greatest princes the glory of working in the service of God and His Church. For me, I have the joy to be able on this occasion to renew to Your Majesty the protests of an eternal friendship, the ties of which are embraced by the force of nature, and by the duty of a blood which is too good for contradict themselves on no occasion. I beg you to be persuaded of the tenderness he will inspire me all my life for Your Majesty, and not to doubt the protests that the Nuncio will make to you on my part, when he assures you of the passion with which I am,
Madame my Sister,
Your most affectionate sister,
K. A.


Above: Kristina.


Above: Marie Louise Gonzaga.

Note: In accordance with the nobility's ideals in the early modern era, kings, queens and other monarchs considered themselves siblings.

Kristina's letter to King Jan II Kazimierz of Poland, dated October 4, 1661

Source:

Mémoires concernant Christine, reine de Suède, volume 3, page 237, compiled and edited by Johan Arckenholtz, 1759


Bibliothèque interuniversitaire (Montpellier); Manuscrits de la reine Christine; Lettere a diversi; Lettere a diversi particolari; Christine de Suède au roi de Pologne, Hambourg, 4 octobre 1661


The letter:

Monsieur mon Frére, j'ai prié Monsieur le Nonce de solliciter auprès de V. M. de ma part une affaire à laquelle je crois la trouver favorable, puisqu'il s'agit de la gloire & du service de Dieu & de son Eglise. Je m'estime heureuse d'avoir trouvé une occasion si glorieuse pour rappeller dans votre souvenir l'amitié que je vous ai constamment conservée en tout tems, & en tous lieux, telle que le devoir du sang l'exige de moi.

Je vous prie d'ajouter foi aux vérités que Monsieur le Nonce dira à V. M. sur mes sentimens, & d'être persuadé que si vous me favorisez en cette occasion, V. M. ajoutera à mes sentimens une plus forte obligation que ne l'est celle du sang, qui m'attache au desir de vous honorer, & de vous servir toute ma vie. Je suis
Monsieur mon Frére,
Votre très-affectionnée Sœur,
C. A.

English translation (my own):

Sir my Brother,
I have begged the Nuncio to solicit from Your Majesty on my behalf a matter which I believe to find favourable, since it is a question of the glory and the service of God and of His Church. I consider myself happy to have found such a glorious occasion to recall in your memory the friendship which I have constantly preserved to you at all times, and in all places, such as the duty of blood demands of me.

I beg you to have faith in the truths that the Nuncio will tell Your Majesty about my feelings, and to be convinced that if you favour me on this occasion, Your Majesty will add to my feelings a stronger obligation than that of blood, which binds me to the desire to honour you, and to serve you all my life. I am,
Sir my Brother,
Your most affectionate sister,
K. A.


Above: Kristina.


Above: King Jan II Kazimierz of Poland.

Note: In accordance with the nobility's ideals in the early modern era, kings, queens and other monarchs considered themselves siblings.

Tuesday, February 9, 2021

Kristina's letter to King Louis XIV of France, dated October 1, 1661

Source:

Mémoires concernant Christine, reine de Suède, volume 3, page 235, compiled and edited by Johan Arckenholtz, 1759


Bibliothèque interuniversitaire (Montpellier); Manuscrits de la reine Christine; Lettere a diversi; Lettere a diversi particolari; Christine de Suède au roi de France, Hambourg, 1 octobre 1661


The letter (translated from Italian to French by Arckenholtz):

Monsieur mon Frére, s'il s'agissoit d'un moindre intérêt que de celui de la gloire de Dieu & du service de son Eglise, je me contenterois de remercier V. M. de la bonté que vous avez eu de me favoriser de vos Lettres, que je vous avois demandées pour le Roi de Dannemarc & pour cette Ville. Mais puisqu'il s'agit d'une affaire si importante, je m'assure que V. M. recevra agréablement, non seulement mes remerciemens que le Comte Gualdo a ordre de lui rendre de ma part, mais aussi que vous souffrirez qu'il vous suggére ce que je juge nécessaire pour obtenir à V. M. la gloire d'établir la liberté de l'exercice de notre sainte Religion en ces quartiers. V. M. se sert envers moi de termes si obligeans, qu'elle me remercie de ce que j'ai voulu partager avec elle cette gloire; mais vous me permettrez de vous dire, que c'est à vous-même que sera toute la gloire, & tout le mérite du succès, puisqu'il est certain que je n'aurois que la part que V. M. me donne en permettant que vos Lettres passent par mes mains, & que j'ajoute mon intercession à votre autorité, pour obtenir un dessein si glorieux. L'affaire dont il s'agit est pleine de difficultés & d'obstacles, & je connois ma foiblesse; c'est pourquoi j'ai recours encore une fois à l'assistance & à l'autorité de V. M. & me promets un heureux succès, pourvu que vous ayez la bonté de l'employer fortement & sérieusement. Avec un si puissant appui, je ne trouverai rien d'impossible; & puisque je suis persuadée que vos Lettres produiront l'effet que je desire, & que c'est tout ce que le Comte Gualdo a ordre de vous demander de ma part, j'espére que V. M. ne me le refusera pas, & qu'elle choisira les termes les plus expressifs & efficaces pour faire connoître qu'elle demande pour moi. Si V. M. a la bonté d'écouter ce que le Comte Gualdo lui dira de plus de ma part, je ne doute pas qu'elle ne consente à la faveur que je lui demande, & qui sera pour moi la plus grande dont je pourrai vous être redevable. Je m'assure que V. M. a trop d'amour pour la gloire, & trop d'amitié pour moi, pour me refuser votre assistance en cette occasion; & puisque vous agissez par vos propres sentimens, il est impossible que vous puissiez vous refuser à la gloire; elle est le plus digne objet de la passion de ceux qui naissent comme nous, & votre belle & miraculeuse naissance vous engage préférablement à tous d'employer votre puissance, & les grands talens que Dieu vous a donnés pour la gloire de son Service, & pour le bien de son Eglise, dont les Rois vos Ancêtres se sont rendus les appuis. Pour moi, je m'intéresse avec joie à la gloire que vous allez acquérir, & je prévois avec satisfaction que vous vous y prendrez d'une façon qui égalera la vôtre à celles des siécles passés les plus fameux, & que V. M. se va rendre l'ornement & la félicité du nôtre. Je vous demande la continuation de l'honneur de votre amitié & de votre souvenir, & vous proteste que je serai toute ma vie
Monsieur mon Frére
Votre bonne Sœur, & très-affectionnée Amie
C. A.

English translation (my own):

Sir my Brother,
If it was a question of a lesser interest than that of the glory of God and the service of his Church, I would content myself with thanking Your Majesty for the kindness which you have had in favouring me with your letters, which I had requested to you for the King of Denmark and for this city. But since this is such an important matter, I make sure that Your Majesty will pleasantly receive not only my thanks which Count Gualdo has ordered to return to him from me, but also that you will suffer that he will suggest what I deem necessary: to obtain for Your Majesty the glory of establishing the freedom of the exercise of our holy religion in these quarters. Your Majesty uses such obliging terms towards me that you thank me for having wanted to share this glory with you; but you will allow me to tell you that it is to you that will be all the glory, and all the merit of success, since it is certain that I would only have the part that Your Majesty gives me by allowing that your letters pass through my hands, and that I add my intercession to your authority to obtain such a glorious design. The affair in question is full of difficulties and obstacles, and I know my weakness; that is why I have once again recourse to the assistance and authority of Your Majesty and promise me happy success, provided you have the kindness to employ it strongly and seriously. With such powerful support, I will find nothing impossible; and since I am convinced that your letters will produce the effect I desire, and that is all that Count Gualdo has orders to ask of you from me, I hope that Your Majesty will not refuse me, and that you will choose the most expressive and effective terms to make known that you ask for me. If Your Majesty has the kindness to listen to what Count Gualdo will tell you more from me, I have no doubt that you will consent to the favour that I ask of you, and which will be for me the greatest of which I can be indebted to you. I ensure that Your Majesty has too much love for glory, and too much friendship for me to deny me your assistance on this occasion, and since you are acting out of your own feelings, it is impossible that you can deny yourself glory; it is the most worthy object of the passion of those who are born like us, and your beautiful and miraculous birth commits you preferably to all of you to use your power, and the great talents which God has given you for the glory of His service and for the good of His Church, of which the Kings your ancestors gave themselves the support. As for me, I take a joyful interest in the glory you are about to acquire, and I anticipate with satisfaction that you will do it in a way which will equal yours to those of the most famous past centuries, and that Your Majesty will make the ornament and felicity ours. I ask you the continuation of the honour of your friendship and your remembrance, and I protest to you that I will be all my life,
Sir my Brother,
Your good sister and most affectionate friend
K. A.


Above: Kristina.


Above: King Louis XIV of France.

Note: In accordance with the nobility's ideals in the early modern era, kings, queens and other monarchs considered themselves siblings.

Kristina's letter to Count Galleazzo Gualdo Priorato, dated October 8, 1661

Source:

Mémoires concernant Christine, reine de Suède, volume 3, page 234, compiled and edited by Johan Arckenholtz, 1759


The letter:

Ne manquez pourtant pas de la presser, comme de vous-même, pour savoir quelle en sera la conclusion. Vous insisterez de-même à la Cour où vous êtes, pour avoir des Lettres dans la forme que je les souhaite, tant pour le Roi de Dannemarc, que pour cette Ville-ci.

Tâchez d'en parler au Roi-même, qui ayant des inclinations & des idées glorieuses, & personnellement beaucoup d'affection pour moi, je m'assure qu'il me favorisera de toute son ame, & qu'il lui sera agréable, que comme je me suis portée à cette entreprise par moi-même, de même il voudra volontiers que j'y réussisse moyenant son entremise & son autorité.

Vous avez bien fait d'avoir tenu jusqu'ici cette affaire secrette au Chevalier Terlon. Je m'assure pourtant, que comme je lui ai remarqué beaucoup de zéle pour notre Religion, je crois qu'il embrassera avec ferveur cette Négociation, en cas qu'il y fût employé pour la Cour de Dannemarc, & y étant je le conduirois bien à mes intentions. &c.

English translation (my own):

However, do not fail to press it, as yourself, to know what will be the conclusion. You will also insist at the Court where you are, to have letters in the form I wish them, both for the King of Denmark and for this city.

Try to speak of it to the King himself, who, having glorious inclinations and ideas, and personally much affection for me, I ensure that he will favour me with all his soul, and that it will be agreeable to him that, as I have undertaken this enterprise on my own, he will gladly wish me to succeed by means of his intervention and his authority.

You have done well to keep this matter a secret to the Chevalier de Terlon so far. I ensure, however, that as I have noticed in him great zeal for our religion, I believe that he will embrace this negotiation with fervour, in case he is employed there for the Court of Denmark, and being there I will lead him well to my intentions. Etc.


Above: Kristina.


Above: Count Galleazzo Gualdo Priorato.

Kristina's letter to Count Galleazzo Gualdo Priorato, dated July 20/30 (New Style), 1661

Source:

Mémoires concernant Christine, reine de Suède, volume 3, page 233, compiled and edited by Johan Arckenholtz, 1759


Bibliothèque interuniversitaire (Montpellier); Manuscrits de la reine Christine; Lettere a diversi; Lettere a diversi particolari; Christine de Suède au comte Gualdo, Hambourg, 30 juillet 1661


The letter (Arckenholtz mistakenly recorded the date as July 3):

Conte Gualdo, Volendo io prima di partirmi da questi Paesi far ogni sforzo per veder, se sia possibile di spuntar l'introduzione della libertà Cattolica in questa Città, ed in Danemarca; hò risoluto di farne l'instanza; ma prima hò stimato bene d'esser provista di lettere dell' Imperatore, del Rè di Spagna, e di S. M. Christianissima, per accompagnarla più sicuramente colli loro ufficij. Per haverle dunque dalli primi due, si è scritto hoggi alli Nunzij che risiedono in quelle corti, acciò le procurino, e per ottenerle costi da S. M. ne dò l'incumbenza a voi medemo. Dovrete per tanto pregar S. M. che si voglia degnar di mandarmi due lettere, una diretta à questa Citta, e l'altra al Rè di Danemarca, nelle quali desidero, che mostri spicciatamente e con efficaccia che gli sarà accettissimo; che la mia instanza della libertà Cattolica habbia effetto, e che per il contrario riceverà molto disgusto, se non mi sarà in essa compiacciuto, e voi non lasciate di far conoscer alla M. S. che la maggior parte di quelli che hanno a goder di questo benefizio sono francesi, e che se gl' ufficij saranno efficaci, incontreranno la disposizione che si desidera. E con tutto che per haverle da Spagna si sia scritta a quel Nunzio, ad ogni modo non sarà se non bene che ne parliate costi, ancora col Conte di Fuensaldagna, acciò lui anche cooperi che quelle del suo Rè vengano concepite con vivi sentimenti; Onde si è pensato d'inviarvi qui aggiunto il piego per il Nunzio medesimo acciò di costi gliela mandiate sicuramente col mezzo dell' istesso Conte. Vi raccomando per fine che il tutto passi con segretezza, perche senza questa può andar ogni cosa per terra, è nuocersi anco alli miei interessi; cosi astenetevi parimente dal publicare che si cherchino le altre lettere di Spagna, e dell' Imperatore per questo fine, e Dio vi guardi.

Intorno al piego del Nunzio di Spagna m'occorre soggiungervi, che non dovrete mandarglielo sin tanto che non havrete ricevute di Spagna risposte al Conte di Fuensaldagna, ciò che porta il medemo piego, conforme vi hò ordinato di sopra, e non altramente.

With modernised spelling:

Conte Gualdo,
Volendo io prima di partirmi da questi paesi far ogni sforzo per veder, se sia possibile, di spuntar l'introduzione della libertà cattolica in questa città ed in Danimarca, ho risoluto di farne l'instanza; ma prima ho stimato bene d'esser provista di lettere dell'imperatore, del re di Spagna, e di Sua Maestà Cristianissima, per accompagnarla più sicuramente colli loro uffizi. Per averle dunque dalli primi due, si è scritto oggi alli nunzi che risiedono in quelle Corti, acciò le procurino, e per ottenerle costi da Sua Maestà ne do l'incumbenza a voi medemo.

Dovrete per tanto pregar Sua Maestà che si voglia degnar di mandarmi due lettere, una diretta à questa città, e l'altra al re di Danimarca, nelle quali desidero che mostri spicciatamente e con efficaccia che gli sarà accettissimo; che la mia instanza della libertà cattolica abbia effetto e che per il contrario riceverà molto disgusto, se non mi sarà in essa compiacciuto, e voi non lasciate di far conoscer alla Maestà Sua che la maggior parte di quelli che hanno a goder di questo benefizio sono francesi, e che se gl'uffizi saranno efficaci, incontreranno la disposizione che si desidera.

E con tutto che per averle da Spagna si sia scritta a quel nunzio ad ogni modo non sarà se non bene che ne parliate costi, ancora col conte di Fuensaldaña, acciò lui anche cooperi che quelle del suo re vengano concepite con vivi sentimenti, onde si è pensato d'inviarvi qui aggiunto il piego per il nunzio medesimo acciò di costi gliela mandiate sicuramente col mezzo dell'istesso conte. Vi raccomando per fine che il tutto passi con segretezza, perche senza questa può andar ogni cosa per terra, è nuocersi anco alli miei interessi; cosi astenetevi parimente dal publicare che si cherchino le altre lettere di Spagna, e dell'imperatore per questo fine, e Dio vi guardi.

Intorno al piego del nunzio di Spagna m'occorre soggiungervi che non dovrete mandarglielo sin tanto che non avrete ricevute di Spagna risposte al conte di Fuensaldaña, ciò che porta il medemo piego, conforme vi ho ordinato di sopra, e non altramente.

French translation (my own):

Comte Gualdo,
Voulant, avant de quitter ces pays, faire tous mes efforts pour voir, s'il est possible, de réussir l'introduction de la liberté catholique dans cette ville et au Danemark, j'ai résolu d'en faire la demande; mais j'ai cru utile d'abord d'être muni de lettres de l'empereur, du roi d'Espagne et de Sa Majesté très chrétienne, pour vous accompagner plus sûrement dans leurs devoirs. C'est pourquoi, pour les obtenir des deux premiers, il a été écrit aujourd'hui aux nonces qui résident dans ces Cours, afin qu'ils puissent se les procurer, et, pour les obtenir aux frais de Sa Majesté, je vous en confie la tâche vous-même.

Vous devrez donc demander à Sa Majesté de daigner m'envoyer deux lettres, l'une adressée à cette ville, et l'autre au roi de Danemark, dans lesquelles je désire qu'elle démontre rapidement et efficacement qu'il lui sera très acceptable que ma demande de liberté catholique aura effet et qu'au contraire elle recevra beaucoup de dégoût si je n'en suis pas satisfait, et vous ne manquez pas de faire savoir à Sa Majesté que la majorité de ceux qui doivent jouir de ce bénéfice sont des Français, et que si les offices sont efficaces, ils répondront à la disposition souhaitée.

Et bien qu'une lettre ait été écrite à ce nonce pour les obtenir d'Espagne, en aucun cas il ne vaudra pas mieux que vous en parliez, également avec le comte Fuensaldaña, pour qu'il coopère aussi à ce que celles de son roi soient conçues avec vives sentiments, c'est pourquoi on pense vous envoyer le colis ci-joint pour le même nonce afin qu'à tout prix vous puissiez le lui envoyer en toute sécurité par le même compte.  En fin de compte, je recommande que tout se fasse dans le secret, car sans cela tout pourrait s'effondrer et mes intérêts seraient aussi lésés; abstenez-vous donc aussi de publier que les autres lettres de l'Espagne et de l'empereur soient recherchées à cet effet, et que Dieu vous garde.

Concernant le message du nonce espagnol, je dois ajouter que vous ne devez pas le lui envoyer avant d'avoir reçu des réponses d'Espagne au comte Fuensaldaña, qui portent le même message, comme je vous l'ai ordonné ci-dessus, et pas autrement.

Swedish translation (my own):

Greve Gualdo,
Jag vill, innan jag lämnar detta land, göra allt för att se om det är möjligt att lyckas med införandet av katolsk frihet i denna stad och i Danmark, har jag beslutat att göra begäran; men först tänkte jag att det var bäst att förses med brev från kejsaren, konungen av Spanien och Hans Allrakristligaste Majestät, för att säkrare följa Er med deras plikter. Därför, för att få dem från de två första, skrevs det idag till nuntierna som vistas i dessa hov, så att de kan skaffa dem, och för att få dem på bekostnad av Hans Majestät ger jag Er själv uppgiften.

Ni måste därför be Hans Majestät att värdes sända mig två brev, det ena riktat till denna stad, och det andra till konungen av Danmark, i vilka jag önskar att han snabbt och verkningsfullt visar att det kommer att vara honom högst acceptabelt, att min begäran om katolsk frihet kommer att ha effekt och att den tvärtom kommer att få mycket avsky om jag inte är nöjd med den, och Ni underlåter inte att låta Hans Majestät veta att majoriteten av dem som har att åtnjuta denna förmån är fransmän, och att om tjänsterna är effektiva kommer de att uppfylla den disposition som önskas.

Och fastän ett brev har skrivits till den nuntien för att få dem från Spanien, så blir det i alla fall inte bättre för Er att tala om dem, även med greve Fuensaldaña, så att han också samarbetar för att de av hans konung blir avlade med livliga känslor, så att det är tänkt att skicka Er det här bifogade paketet för samme nuntien så att Ni till varje pris kan skicka det till honom säkert genom samma räkning. I slutändan rekommenderar jag att allt görs med sekretess, för utan detta skulle allt kunna gå sönder och mina intressen också skadas; så avstå ock från att offentliggöra att Spaniens och kejsarens andra brev skall granskas för detta ändamål, och Gud bevare Er.

Angående budskapet från den spanske nuntien, måste jag tillägga att Ni inte får skicka det till honom förrän Ni har fått svar från Spanien till greve Fuensaldaña, som bär samma budskap, som jag har beordrat Er ovan, och inte annars.

English translation (my own):

Count Gualdo,
Wanting, before leaving this land, to make every effort to see if it is possible to succeed in the introduction of Catholic freedom in this city and in Denmark, I have decided to make the request; but first I thought it best to be provided with letters from the Emperor, the King of Spain, and His Most Christian Majesty, to accompany you more safely with their duties. Therefore, to obtain them from the first two, it was written today to the nuncios who reside in those courts, so that they can procure them, and, to obtain them at the cost of His Majesty I give the task to you yourself.

You will therefore have to ask His Majesty to deign to send me two letters, one addressed to this city, and the other to the King of Denmark, in which I wish him to show quickly and effectively that it will be most acceptable to him that my request for Catholic freedom will have effect and that on the contrary it will receive much disgust if I am not satisfied with it, and you do not fail to let His Majesty know that the majority of those who have to enjoy this benefit are French, and that if the offices are effective, they will meet the disposition that is desired.

And although a letter has been written to that nuncio to get them from Spain, in any case it will not be better for you to talk about them, also with Count Fuensaldaña, so that he also cooperates that those of his king are conceived with lively feelings, so that it is thought to send you the package enclosed here for the same nuncio so that at all costs you can send it to him safely through the same count. In the end, I recommend that everything be done with secrecy, because without this everything could fall apart and my interests would also be harmed; so also refrain from publishing that the other letters of Spain and of the Emperor be searched for this purpose, and may God guard you.

Regarding the message of the Spanish nuncio, I need to add that you must not send it to him until you have received replies from Spain to Count Fuensaldaña, which carries the same message, as I have ordered you above, and not otherwise.


Above: Kristina.


Above: Count Galleazzo Gualdo Priorato.

Kristina's letter to King Philip IV of Spain, dated July 20/30 (New Style), 1661

Sources:

Mémoires concernant Christine, reine de Suède, volume 3, page 232, compiled and edited by Johan Arckenholtz, 1759


Bibliothèque interuniversitaire (Montpellier); Manuscrits de la reine Christine; Lettere a diversi; Lettere a diversi particolari; 178: Christine de Suède au roi d'Espagne, Hambourg, 30 juillet 1661 (digitisation page 181v-182r)


Christine (1626-1689 ; reine de Suède), Manuscrits de la reine Christine: Lettere a diversi, : , 1601-1700.

The Foli@ online digital heritage library is here:


Copyright SCDI-UPV - Collections Université de Montpellier (shelfmark H 258).


The letter:

Al Rè di Spag[n]a.
a di 30 lug[lio] 1661
Ser[enissi]mo Rè, Jl Zelo di V. M. verso la n[ost]ra Relig[io]ne Catt[oli]ca è così Sing[ola]re che m'assicura Sarà p[er] incontrar volont[ie]ri l'occ[asio]ne che le Sarà data da Mons[igno]r Nuntio di fauorir alla med[esim]a, à cui riportandomi nell'espress[io]ne de miei Sentim[en]ti mi restringo ad assicurar la M. V. ch'io me le professerò Singolarm[en]te tenuta Se Si compiacerà d'accudir à quello di che in mio nome Sarà pregata dall'istesso Mons[igno]r Nuntio, ed intanto Mi confermo.
D. V. M.

With modernised spelling:

Al re di Spagna.
A dì 30 luglio 1661.
Serenissimo Re,
Il zelo di Vostra Maestà verso la nostra religione cattolica è così singolare che m'assicura sarà per incontrar volontieri l'occasione che le sarà data da Monsignor nunzio di favorir alla medesima, a cui, riportandomi nell'espressione de' miei sentimenti, mi restringo ad assicurar la Maestà Vostra ch'io me le professerò singolarmente tenuta se si compiacerà d'accudir a quello di che in mio nome sarà pregata dall'istesso Monsignor nunzio; ed intanto mi confermo
di Vostra Maestà...

Arckenholtz's transcript of the letter (he mistakenly gave the date as July 3):

Sereniss:o Rè. Il Zelo di V. M. verso la nostra Religione Cattolica è cosi singolare, che m'assicura, sarà per incontrar volontieri l'occasione che le sarà data da Monsig:r Nunzio di favorir alla medesima, a cui riportandomi nell' espressione de' miei sentimenti, mi restringo ad assicurar la M. V. ch'io me le professerò singolarmente tenuta, se si compiacerà d'accudir a quello di che, in mio nome, sarà pregata dall' istesso Monsig:r. Nunzio ed intanto mi confermo. D. V. M.

With modernised spelling:

Serenissimo Re,
Il zelo di Vostra Maestà verso la nostra religione cattolica è così singolare che m'assicura sarà per incontrar volontieri l'occasione che le sarà data da Monsignor nunzio di favorir alla medesima, a cui riportandomi nell'espressione de' miei sentimenti, mi restringo ad assicurar la Maestà Vostra ch'io me le professerò singolarmente tenuta, se si compiacerà d'accudir a quello di che, in mio nome, sarà pregata dall'istesso Monsignor nunzio ed intanto mi confermo
di Vostra Maestà.

French translation (my own):

Sérénissime Roi,
Le zèle de Votre Majesté envers notre religion catholique est si singulier qu'elle m'assure qu'elle saisira avec plaisir l'occasion qui lui sera donnée par Monseigneur le nonce de la favoriser, à laquelle, me référant dans l'expression de mes sentiments, je me restreins d'assurer Votre Majesté que je ferai profession d'être singulièrement tenue par elle, si elle veut bien s'occuper de ce qui, en mon nom, sera demandé par Monseigneur le nonce lui-même, et cependant je me confirme
de Votre Majesté.

Swedish translation (my own):

Durchlauchtigaste Konung,
Ers Majestäts nit för vår katolska religion är så enastående att Ni försäkrar mig att Ni gärna kommer att möta den möjlighet som kommer att ges Er av monsignor nuntien att gynna den, till vilken jag, med hänvisning till mig själv i uttrycket av mina känslor, begränsar mig för att försäkra Ers Majestät att jag kommer att bekänna mig som ensam hållen av Er, om Ni gärna tar hand om det som i mitt namn kommer att begäras av monsignor nuntien själv, och emellertid bekräftar jag mig som
Ers Majestäts.

English translation (my own):

Most Serene King,
Your Majesty's zeal towards our Catholic religion is so singular that you assure me that you will gladly meet the opportunity that will be given to you by Monsignor the nuncio to favour it, to which, referring myself in the expression of my feelings, I restrict myself to assure Your Majesty that I will profess to be singularly held by you, if you will be pleased to take care of what, in my name, will be requested by Monsignor the nuncio himself, and in the meantime I confirm myself
Your Majesty's.

French translation of the original (my own):

Au Roi d'Espagne.
Le 30 juillet 1661.
Sérénissime Roi,
Le zèle de Votre Majesté pour notre religion catholique est si singulier que je m'assure qu'elle rencontrera volontiers l'occasion que Monseigneur le nonce lui donnera de favoriser celle-ci, à quoi, rapportant l'expression de mes sentiments, je me restreins à assurer Votre Majesté que je me déclarerai singulièrement tenue à elle si elle veut bien s'occuper de ce qui sera demandé en mon nom à ce même Monseigneur le nonce; et en attendant je me confirme
de Votre Majesté...

Spanish translation of the original (my own):

Al Rey de España.
A 30 de julio de 1661.
Serenísimo Rey,
Es tan singular el celo de Vuestra Majestad hacia nuestra religión católica, que me aseguro que encontrará voluntariamente la ocasión que Monseñor el nuncio le dé para favorecerla, a lo cual, respondiendo a la expresión de mis sentimientos, me restrinjo a asegurar a Vuestra Majestad que me profesaré singularmente tenida a Vuestra Majestad si se dignare atender a lo que al mismo Monseñor nuncio se le solicitare en mi nombre; y mientras tanto me confirmo
de Vuestra Majestad...

Swedish translation of the original (my own):

Till konungen av Spanien.
Den 30 juli 1661.
Durchlauchtigste Konung,
Ers Majestäts iver för vår katolska religion är så enastående att jag försäkrar mig själv att Ni med glädje kommer att möta det tillfälle som monsignor nuntien kommer att ge Er att gynna densamma, till vilken jag, rapporterande till uttrycket för mina känslor, begränsar mig till att försäkra Ers Majestät att jag kommer att bekänna mig särdeles förbunden till Er, om Ni behagar att sköta det för vad samme monsignor nuntien kommer att tillfrågas i mitt namn; och emellertid bekräftar jag mig som
Ers Majestäts...

English translation of the original (my own):

To the King of Spain.
July 30, 1661.
Most Serene King,
Your Majesty's zeal toward our Catholic religion is so singular that I assure myself that you will gladly meet the opportunity that Monsignor the nuncio will give you to favour the same, to which, reporting to the expression of my sentiments, I restrict myself to assuring Your Majesty that I will profess myself singularly bound to you if you will be pleased to attend to that for which the same Monsignor nuncio will be asked in my name; and in the meantime I confirm myself as
Your Majesty's...


Above: Kristina.


Above: King Philip IV of Spain.

Kristina's letter to Carlo Carafa della Spina, the Apostolic Nuncio of Vienna, for Pope Alexander VII, dated July 3, 1661

Source:

Mémoires concernant Christine, reine de Suède, volume 3, page 231, compiled and edited by Johan Arckenholtz, 1759


The letter:

Al Nunzio di Vienna, 3 Lug:o. 1661.
Monsig:e. Poiche richiedono li miei affari ch'io mi trattenga per qualche tempo in questi parti, vorrei sodisfar a me stessa con impiegarmi anche in benefizio della nostra Ortodossa Religione, mentre hò potuto scorgere, che non sarebbero per riuscir affatto vani i tentativi, che si facessero per introdurne il libero essercizio tanto in questa Città, quanto in Danemarca; Ma perche l'Impresa per se stessa è grande, vorrei prima d'intraprenderla esser provista dell' assistenza, e favore di S:a M:a C:rea per facilitar maggiormente gl animi a condescender all' instanza: Essendo però questo pensiero di cosa tanto pia, e degna d'esser ardentemente promossa anche da V. S. piglio seco la confidenza di pregarla, come faccio con ogni strettezza, di procurarmi da S. M:ta C. due lettere, una diretta à questa Città, e l'altrà al Rè di Danemarca, nelle quali mostri efficacemente, che compiascendosi al mio desiderio in questo particolare, si farà cosa cosi grata à S. M:ta che havrà disgusto non ordinario di sentir che segua il contrario. M'assicuro che V. S. havrà in ciò premura eguale non meno al zelo, che deve haver per la nostra Religione, che alla vivezza con che io ne la prego, e che troverà S. M. disposta a favorirmi in questa occorrenza, onde attenderò quanto prima le lettere. Resta che V. S. sappia, ch'io non vorrei chi si trattasse questo negozio se non con somma segrettezza, ed in modo che non ne arrivasse a Roma alcuna notizia, prima che si fosse tirato a felice fine, non convenendo di publicarne i trattati si per l'incertezza di riportarna buon esito, come per il pregiudizio che potria derivarne al medemo ed alli miei interessi particolari. Sia però sicura, che se piacerà a Dio di render fruttuosa questa mia applicazione, io ne darò opportunamente l'avviso à V. S. acciò ella prima d'ogn' altro possa poi trasmetterlo ove le parerà, e quando non sia possibile d'ottener l'intento, mi sarà ella almeno testimonio, ch'io non havrò mancato di far le mie parti per conseguirlo. Annessa riceverà V. S. la lettera di S. M. e raccomandandole di nuovo il tutto con ogni caldezza, le bramo prosperità e salute.

English translation (my own):

To the Nuncio of Vienna, July 3, 1661.
Monsignor. Since my affairs require me to keep me for some time in these parts, I would like to satisfy myself by employing myself also in the benefit of our orthodox religion, while I could have perceived that attempts would not be in vain to introduce its free exercise both in this city and in Denmark. But since the enterprise itself is great, I would like before undertaking it to be provided with the assistance and favor of His Imperial Majesty in order to make it easier for the spirits to condescend to the request. However, since this thought is so pious, and worthy of being ardently promoted by Your Holiness, I take the confidence to ask you, as I do with every strictness, to obtain two letters from His Imperial Majesty, one addressed to this city, and the other to there; the other to the King of Denmark, in whom you show effectively, that by pleasing my desire in this particular, something so grateful to His Majesty will be done that he will have no ordinary disgust at hearing that the opposite follows. I assure you that Your Holiness will have equal concern in this no less than the zeal you must have for our religion, than the vivacity with which I beg you, and that you will find His Majesty willing to help me in this occasion, so that I will wait to receive the letters as soon as possible. It remains that Your Holiness knows that I would not want whoever treated this negotiation except with the utmost secrecy, and so that no news of it would arrive in Rome, before it was drawn to a happy ending, not agreeing to publish the treatises for uncertainty of having a good result, as well as for the prejudice that could derive from the same of mine and my particular interests. Be sure, however, that if it pleases God to make this application of mine fruitful, I will appropriately give notice to Your Holiness so that first of all you can then transmit it wherever you will, and when it is not possible to obtain the intent, you will at least be a witness to me, that I will not have failed to do my part to achieve it. Your Holiness will receive enclosed the letter from His Majesty, and, recommending everything again with all warmth, I desire your prosperity and health.


Above: Kristina.


Above: Carlo Carafa della Spina, Apostolic Nuncio of Vienna.


Above: Pope Alexander VII.

Kristina's letter to the Holy Roman Emperor Leopold I, dated July 20/30 (New Style), 1661

Sources:

Mémoires concernant Christine, reine de Suède, volume 3, page 231, compiled and edited by Johan Arckenholtz, 1759


Bibliothèque interuniversitaire (Montpellier); Manuscrits de la reine Christine; Lettere a diversi; Lettere a diversi particolari; 176: Christine de Suède à l'empereur, Hambourg, 30 juillet 1661 (digitisation page 180v-181r)


Christine (1626-1689 ; reine de Suède), Manuscrits de la reine Christine: Lettere a diversi, 1601-1700.

The Foli@ online digital heritage library is here:


Copyright SCDI-UPV - Collections Université de Montpellier (shelfmark H 258).


The letter:

All'Jmperatore
d'Hamburgo
30 lug[lio] 1661.
Rappresenterà Mons[igno]r Nuntio à V. M. C. l'occorrenza ch'io hò di pregarla de Suoi fauori, quali se si degnerà d'accordarmi, Sì come iò confido; mi reputerò così obligata alla M. V. che non haurà ella chi desideri più di me le occ[asio]ni di Seruirla p[er] farle apparir in esse non meno la mia gratitudine che la Stima, ch'io fò d'essere.
D. V. M. C.

With modernised spelling:

All'imperatore.
D'Amburgo, 30 luglio 1661.
Rappresenterà monsignor nunzio a Vostra Maestà Cesarea l'occorrenza ch'io ho di pregarla de suoi favori, quali se si degnerà d'accordarmi siccome io confido; mi reputerò così obbligata alla Maestà Vostra che non avrà ella chi desideri più di me le occasioni di servirla per farle apparir in esse non meno la mia gratitudine che la stima ch'io fo d'essere
di Vostra Maestà Cesarea...

Arckenholtz's transcript of the letter:

Rappresenterà Monsig:r. Nunzio a V. M. C. l'occorrenza ch'io hò di pregarla de suoi favori, quali se si degnerà d'accordarmi, si come io confido, mi riputerò cosi obligata alla M. V. che non havrà ella che desideri più di me le occasioni di Servirla per farle apparir in esse non meno la mia gratitudine che la Stima, ch' io fà d'essere. D. V. M. C.

With modernised spelling:

Rappresenterà Monsignor nunzio a Vostra Maestà Cesarea l'occorrenza ch'io ho di pregarla de suoi favori, quali se si degnerà d'accordarmi, siccome io confido, mi riputerò cosi obbligata alla Maestà Vostra che non avrà ella che desideri più di me le occasioni di servirla per farle apparir in esse non meno la mia gratitudine che la stima ch'io fa d'essere
Di Vostra Maestà Cesarea.

French translation (my own):

Monseigneur le nonce représentera à Votre Majesté Impériale l'occurrence que j'ai à lui demander ses faveurs, et si elle daigne me les accorder, comme je l'espère, je me considérerai si obligé envers Votre Majesté qu'elle ne l'aura pas les occasions qu'elle désire plus que moi de la servir, d'y faire apparaître ma gratitude non moins que l'estime que je fais d'être
De Votre Majesté Impériale.

Swedish translation (my own):

Monsignor nuntien kommer att föreställa Ers Kejserliga Majestät den händelse att jag måste be Er om Era tjänster, som, om Ni värdes bevilja mig dem, som jag litar på, jag kommer att anse mig vara så skyldig till Ers Majestät att Ni inte kommer att ha de tillfällen Ni önskar mer än mig för att tjäna Er, för att få min tacksamhet att synas i dem inte mindre än den aktning jag gör för att vara
Ers Kejserliga Majestäts.

English translation (my own):

Monsignor the nuncio will represent to Your Imperial Majesty the occurrence that I have to ask you for your favours, which, if you will deign to grant them to me, as I trust, I will consider myself so obliged to Your Majesty that you will not have the occasions you desire more than me to serve you, to make my gratitude appear in them no less than the esteem I make of being
Your Imperial Majesty's.

French translation of the original (my own):

A l'empereur.
De Hambourg, le 30 juillet 1661.
Monseigneur le nonce représentera à Votre Majesté Impériale l'occasion que j'ai de lui demander ses faveurs, qu'elle daignera m'accorder comme je l'espère; je me rendrai si obligé à Votre Majesté, qu'il n'y aura personne qui désire plus que moi avoir des occasions de la servir, pour y faire paraître non moins ma reconnaissance que l'estime que j'ai d'être
de Votre Majesté Impériale...

Swedish translation of the original (my own):

Till kejsaren.
Från Hamburg, den 30 juli 1661.
Monsignor nuntien kommer att representera för Ers Kejserliga Majestät den händelse jag har för att be Er om Era tjänster, som Ni kommer att förtjäna att ge mig som jag litar på; jag kommer att anse mig vara så skyldig till Ers Majestät att det inte kommer att finnas någon som önskar mer än jag att få tillfällen att tjäna Er, att framträda i dem inte mindre min tacksamhet än den aktning jag har för att vara
Ers Kejserliga Majestäts...

English translation of the original (my own):

To the Emperor.
From Hamburg, July 30, 1661.
Monsignor the Nuncio will represent to Your Imperial Majesty the occurrence I have to ask you for your favours, which you will deign to grant me as I trust; I will repute myself so obliged to Your Majesty that there will be no one who desires more than I to have the occasions to serve you, to make appear in them no less my gratitude than the esteem I have for being
Your Imperial Majesty's...


Above: Kristina.


Above: Holy Roman Emperor Leopold I.