The following book was written about Kristina in Italian in 1656, by one Gualdo Priorato, Conte Galeazzo. An English translation was made in 1658. For this part I will only show the parts dealing with Kristina's childhood and coming of age.
Sources:
Historia della Sacra Real Maestà di Christina Alessandra Regina di Svetia, by Galeazzo Gualdo Priorato, 1656
https://it.wikisource.org/wiki/Historia_della_Sacra_Real_Maest%C3%A0_di_Christina_Alessandra_Regina_di_Svetia
The history of the sacred and Royal Majesty of Christina Alessandra Queen of Swedland, &c. English translation, 1658.
https://quod.lib.umich.edu/e/eebo/A85757.0001.001?view=toc
Passages (in the original Italian):
Non lasciò altre prole, che Christina unica sua figliuola, nata il di 16 Decembre del 1626. Principessa ripiena di talenti così rari, e di spirito così elevato, che non è da maravigliarsi, se ella, rappresentando in parte la viva imagine delle vertù del suo Gran Genitore, dia materia di credere, che Gustavo sia restato al Mondo nella spetie, se non vi si trova nell'individuo.
Hor come la buona educatione di quelli, che devono succedere ne' Regni, e ne Principati è il fondamento primario della felicità de Popoli, applicossi questa Prencipessa ad une diligente coltura dell'animo suo, dandosi all'esercito delle vertù, per poter poscia precorrere con gli anni il debito dell'età. Si è però osservato, che quasi da' primi momenti del suo vivere, & intendimento, cominciò ancor bambina a procaccia lume all'intelletto, imperio alla ragione, termini alla volontà, freno a gli affetti, regola alle attioni e gagliardezza al corpo.
Non era uscita per anche dalla infantia, che si trovò instrutta de primi erudimenti della lingua, e della cognitione delle lettere latine, & havendo già scoperto, quanto poteva promettersi ne' progressi de' studj, con la vivezza del suo spirito, e col singolarissimo suo giuditio, si pose a coltivar l'animo con più alte scienze, come quelle, che somministrano i veri lumi, per non errare nel peregrinaggio del Mondo, e nell'acquisto del Cielo.
Nella minorità di lei il governo del Regno restò appoggiato a cinque de più cospicui Ministri, & Officiali della Corona, che furono. Il Grand'Ammiraglio, ch'era un fratello bastardo del Re Gustavo suo Padre, il Gran Cancelliere Axellio, Oxestern, il Gran Presidente Gabriel Oxestern, il Gran Contestabile Giacomo della Garda, & il Gran Tesoriere ch'era un altro Gabriel Oxestern.
Ella in tanto all'altre sudette applicazioni, aggionse quella di ammaestrarsi nella cognitione di varie lingue, per poter rendersi tanto più habile, e disinvolta a' maneggi del Regno, e vi fece progressi rilevantissimi. E come i libri più degni sono consiglieri incorrotti, & Oracoli, che senza alcuna richiesta rispondon anche a i pensieri, così impiegando essa le hore migliori nel leggerli, procurò di apprendervi gl'insegnamenti del buon governo.
Avvanzandosi dunque questa Prencipessa con gli anni nelle virtù, e nelle scienze, misurava con la finezza del suo giuditio così bene l'habilità di ciascuno, ch'ancor fanciulla penetrò ne fini più reconditi de suoi principali Ministri, e se ne seppe valere, per tirar a sé la total diretione de gli affari della Corona; onde acquistando grandissima veneratione, si liberò dalla soggettione, in cui pretendevano alcuni di tenerla, e cominciando a governare, mostrò, che non haveva bisogno di appoggiar il peso de maneggi ad altri, che alla sua testa; quindi avenne, che nell'anno 17 della sua età cominciò ad assistere al consiglio di stato, e nel 18 uscita di minorità, prese il governo in quel giorno a punto, che la Corona di Svetia dichiarò la guerra al Re di Danimarca, non ostante, che fosse nel suo maggior ardore quella di Germania contro l’Imperatore, & i di lui collegati.
Si serviva sempre di persone intendenti, e capaci, e se tal uno s’arrogava più auttorità, che non gli conveniva, trovava modo di moderare le di lui animosità. Essa sola amministrava tutti gli affari publici, e li terminava con molta facilità, e sodisfattione. Voleva, che gli Ambasciatori, e Ministri de’ Prencipi con lei sola trattassero, e dava loro le audienze, senza che vi Historia della Sacra Real Maestà di Christina Alessandra Regina di Svetia intervenissero i Secretarij di stato, né alcun altro de’ suoi Consiglieri. Rispondeva ella stessa alle propositioni, che gli venivan fatte tanto da suoi sudditi, quanto da’ Prencipi forastieri.
Questa Regina, ancor giovinetta, seppe in un medesimo tempo farsi amare, e temere da suoi, e da stranieri. Ella scandagliando perfettamente il genio, & i pensieri di tutti, gli soggettò così bene al freno dell’obedienza, e del rispetto, che vidde i suoi più formidabili Capitani, benché avezzi in testa de gli eserciti a spaventar il Mondo, nel cospetto della Maestà Sua, conservar sempre una riverenza vestita di timoroso ossequio.
All’incontro con la nobiltà dell’animo versava verso di loro con moto continuo officij ripieni di tanta amorevolezza, e benignità, ch’animando gli affetti, accresceva sempre verso di sé medesima più profittevoli il rispetto, e la obedienza, vero sostegno del Principato.
Vedeva ogni scrittura, che gli era presentata, e velocemente, e con chiarezza di voce la recitava in ciascuna di quelle lingue, ch’occorreva. Usava di scriver di proprio pugno gli ordini importanti, & era altre tanto scarsa, e guardinga nel conferire i secreti dell’animo suo, quanto curiosa, e scaltra nel penetrar ne gli arcani de gli altrui cuori.
Affettionava universalmente tutte le nationi, e la virtù sola era l’unico oggetto de’ suoi affetti. Cercava con la severità di far emendar i tristi, con le gratie, e con premij di migliorare i buoni; onde non è da stupirsi, se nella Reggia di lei si sian veduti fiorire più che in alcun’altra Corte del Mondo la bontà, la honorevolezza, e le conditioni più rare, che si convengono a gli huomini illustri.
Non trovasi alcun Prencipe, che più di lei habbia favorito i soggetti virtuosi. Il sollievo maggiore dell’animo grande di Sua Maestà era il discorrere con huomini saputi. Procurò d’haver appresso di sé i più eruditi ingegni d’ogni natione, i quali tratteneva con rilevanti premij.
Manteneva le Dame nella sua Corte per decoro, e per servirsene ne’ proprij bisogni, e trattenimenti, gli quali però non la distraevano un momento da’ suoi virtuosi studj, & esercitij.
Non stimò mai né il rigore delle staggioni, né il calor del Sole, né il freddo delle nevi, non venti, non piogge, non tempeste, né altre ingiurie de tempi, o accidenti per rendersi flessibile a’ riguardi dovuti alla sua Regia conditione. Credeva le azzioni grandi non caminar bene con le delitie, e l’anima non haver maggior impedimento all’acquisto delle virtù, ch’il proprio corpo allevato, e nodrito in quelle; il travaglio, l’esercitio, la sobrietà, e la vigilanza haveva per parti dell’animo suo forte, e vigoroso.
Le imprese gloriose, ch’hanno secondata la felicità delle armi invitte di Sua Maestà, già sono eterne nelle Historie. Doppo otto mesi di acerba guerra, e di gloriosi successi alle sue armi, fece pace col Re di Danimarca, riportandone molto profitto, e riputazione. Doppo questa stabilì quella di Germania non senza gran vantaggi della Svetia, & all’hora a punto, che la stimò conveniente a quei fini, a’ quali tendeva con l’animo suo.
Ha resa illustre, e famosa la Città di Stocholm, per la norma delle sue direttioni, e per la felice ricordanza del suo governo. Certo è, che non pensava mai ad altro, che all’arricchire il suo Regno di buone arti, e di opulenze.
Il di lei trono era il teatro della gloria, e della Giustitia; non viddesi già mai Principessa d’animo sì franco, e di cuore tanto intrepido, pensava però in tanto alla sua gran ritirata verso il Cielo, perché non voleva pentirsi d’esser stata al Mondo. Come i di lei virtuosi, e valorosi talenti affascinavano i cuori d’ogn’uno, che trattava seco, così la fama loro, trapassando ben presto alle nationi più remote, produsse in un subito i soliti effetti della curiosità, chiamando dall’Italia, e dalla Francia molti de più curiosi, & intendenti ad ammirarla. Non si può esprimere a bastanza la humanità, e gentilezza, con la quale accoglieva ogn’uno, e quale particolarmente la di lei liberalità nel riconoscere, nell’accarezzare, e nel premiare i Virtuosi.
Non si trovò Prencipe d’Europa, che sorpreso dalle celebri prerogative di questa mostruosa Virtù, non procurasse ossequiarla, e riverirla, o di presenza, o almeno col mezo de suoi rappresentanti.
The same passages from the English translation:
He [Gustavus Adolphus] left no other Progeny than Christina his only Daughter, born on the 16. of December, in the year 1626, a Princesse of so noble endowments, and so elevated a spirit, that 'tis not any wonder, if she representing in part, the living image of her great Fathers vertues, give cause to believe; Gustavus yet remaines to the world in his specie, although not in his individuo.
Now as their good education, who are to have succession in Kingdoms, and principalities, is the chiefest foundation of the peoples felicity, this Princesse us'd a diligent manuring of her mind, bequeathing her self to the exercises of vertue, to be afterwards able, to outstrip with her years. the duty of age. 'Twas therefore observ'd, that from the first moments, as it were, of her life, and understanding, she began, though a child, to procure the enlightning of her intellect, a command ore her reason, limits to her will, a curb to her affections, a rule to her actions, and strength to her body.
Above: Kristina at age six.
She was not seven years old, when instructed in the elements of the Latin tongue, and letters, and having now discover'd, what promise she could make to her self, in the Progresses of her studies, by the quicknesse of her spirit, and most singular judgement, she fell to the cultivating her mind, with the most sublime sciences, as those, which administer the true lights, not to erre in the Pilgrimage of the world, and the gaining of Heaven.
In her minority, five Ministers and Officers of the Crown, which were the most conspicuous, had the government of the Kingdom, to wit, the great Admirall, bastar'd Brother co Gustavus her Father, the great Chancellour Axellius Oxestern, the great President Gabriel Oxestern, the great Constable James of the Garde, and the great Treasurer, another Gabriel Oxestern.
In the mean time, to her other applications aforesaid, she added the instructing of her self, in the knowledge of different tongues, to make her self the fitter, and more capable, for the management of the Kingdom, in which she made most eminent Progresses. And as the best books are incorrupt Counsellours, and Oracles, which, without the least request, even answer to our thoughts, so she in reading there, employing her best hours, endeavour'd to learn there, the way to govern well.
Above: Kristina, late 1630s.
Above: Kristina at age eleven.
Above: Kristina at age twelve or sixteen.
Above: Kristina at about the same age/s.
Above: Kristina as a young teenager.
Above: Kristina as a teenager.
This Princesse advancing with her years, in Vertues and Sciences, measur'd every ones ability so well, with the subtlety of her judgement, that though a girle, she penetrated the hidden designes of her principall Ministers, of whom she made use, to draw to her self, the totall direction of the affairs of the Kingdom, so as she gain'd great veneration, free'd her self from the subjection, in which some pretended to hold her, and beginning to rule, shew'd she had not any need, to lay the Kingdoms weight on any others head, than her own, insomuch that she began, when seventeen years old, to assist at the Council of the State, and in the eighteenth year, being out of her minority, took upon her the Government, on the very same day, the War against Denmark, was hy the Crown of Swedland declar'd, notwithstanding that against the Emperour, together with his confederates, was most vigorously prosecuted.
Above: Kristina, year 1649.
She alwaies made use of knowing and able persons, and when any one assum'd to himself, more authority, than was fitting; she found out a way to moderate his animosity. She alone did administer all the publique affairs, and determin'd them with much ease, and satisfaction: She alone would treat with Ambassadours, and the Ministers of Princes, giving audience without the Secretaries of State, or any of her Councellours, she her self giving answer, to the propositions made her, as well by her subjects, as forraign Princes.
This Queen, though young, knew at the same time, how to make her self feared, and belov'd, by her people, and strangers. She secretly sounding the genius, and thoughts of every one, so us'd them to the bridle of obedience, and respect, that she saw her most formidable Commanders, though accustom'd at the head of their Armies, to make the world affraid, to conserve still in her presence, a reverence accompany'd with a fearfull obsequiouness.
On the other side, with the nobleness of her mind, she still so oblig'd them, with offices of such love and affability, that she animating their affections, encreas'd still towards her self their respect and obedience, the true props of a Kingdom.
She beheld every writing presented her, and quickly, and with a clear voice, recited it in it's language, and with her own hand wrote usually the Orders of importance, being as shy and heedy, in imparting the secrets of her mind, as curious and cunning in penetrating those of others.
She generally affected all Nations, vertue alone being only the object of her love. She sought to mend the bad with severity, and make the good better with favours and rewards; so as 'tis no wonder, that honour, and the rarest conditions that sute with worthy men, were seen to flourish more in her Palace, than in any other Court.
No Prince ever favour'd more lovers of vertue, than this Queen; her Majesty taking very great delight, to discourse with knowing Persons, and endeavouring to have near her, the learnedst of each Nation, whom she highly rewarded.
She had her maids of honour in the Court for decorum, and her own entertainment; but they never withdrew her from her studies, and exercises of vertue.
No extreamity of weather, nor heat of the Sun, nor Snow, Wind, Tempests, and Rains, nor any other injuries of the season, or accidents, could induce her to that care of her self, which was due to her royal condition. She supposed great actions walk'd not well with delights, and the Soul had no greater impediment, in the gaining of vertues, than the body bred up and foster'd in them, labour, exercise, sobriety, and vigilance, she counting as parts, of her strong and vigorous mind.
Above: Kristina, year 1649 or 1650.
The glorious enterprizes, which seconded the felicity of her Majesties invincible arms, are already eternall in Histories. After eight months cruell War, and the famous success of her arms; she concluded a peace with his Majestie of Denmark, to her great gain, and honour, and afterwards establisht that of Germany, not without great advantages to Swedland, and then too; when she thought it convenient for the ends, which she aim'd at in her mind.
She hath made renoun'd and famous, the City of Stockholm, with the rule of her directions, and the happy remembrance of her government; she having nothing more in her thoughts, than the causing her Kingdom to abound with arts, and wealth.
Her Throne was the Theater of Glory, and Justice; no Princess being ever beheld of so free a mind, and a courage so undaunted. But she thought in the mean time, of her great retreat towards Heaven, that she might not repent, she had been in the World. As her great and noble parts did charm the hearts of all, that treated with her, to the fame of them flying with speed, to the most remote Nations; produc'd soon the usuall effects of curiosity, calling many of the curious, and most knowing, out of Italy and France, to admire her. 'Tis impossible to express the Civility, and Courtesie, with which she received every one, and particularly, her great liberality, in gratifying, caressing, and rewarding the vertuous.
All the Princes in Europe amaz'd at her famous prerogatives, either in their own Persons, or else by their Agents, endeavour'd to reverence, and serve her.
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