Sources:
Descrizione del primo viaggio fatto a Roma dalla regina di Svezia, Cristina Maria, convertita alla religione cattolica e delle accoglienze quivi avute sino alla sua partenza, pages 41 to 42, by Cardinal Sforza Pallavicino, published in 1838
Vita di Alessandro VII, volume 1, pages 361 to 362, by Cardinal Sforza Pallavicino, published in 1839
Christina, Queen of Sweden: The Restless Life of a European Eccentric, by Veronica Buckley, 2004
Mémoires concernant Christine, volume 1, page 491, Johan Arckenholtz, 1751
Historia della Sacra Real Maestà di Cristina Alessandra Regina di Svetia, page 192, by Count Galeazzo Galdo Priorato, 1656
Riksarkivet, page 37 in K 92; Handlingar rörande drottningens levnadsförhållanden, besök i Sverige osv; Drottning Kristina d. y. (Christina Alexandra); Svenska drottningars arkivaliesamlingar i riksarkivet; Kungliga arkiv
The history of the sacred and Royal Majesty of Christina Alessandra Queen of Swedland, &c., book 5, translated by John Burbury, 1658
SANTISSIMO PADRE
Essendo io finalmente arrivata a quel tanto da me desiderato segno di vedermi ricevuta nel grembo della nostra santa madre chiesa cattolica romana, non ho voluto mancare di darne parte a Vostra Santità ringraziandola umilmente dell'onore, che mi ha fatto de' suoi benignissimi comandamenti, i quali sono osservati da me col rispetto dovuto alla Santità Vostra. Ho manifestato al mondo per obbedire a Vostra Santità aver lasciato con somma allegrezza quel regno, dove il riverirla è posto fra i peccati irremissibili, ed ho messo da parte ogni rispetto umano per far conoscere, ch'io stimo as sai più la gloria d'obbedire a Vostra Santità, che quella del più degno trono. Suppli co Vostra Santità di ricevermi così spoglia ta come sono d'ogni grandezza con quella sua paterna ed usata benignità, che s'è degnato di mostrarmi sinora. Io qui non ho altro da sacrificare ai santi piedi di Vostra Santità, che la mia persona. Insieme col sangue, e con la vita l'offerisco tutta a Vostra Santità. ... Nel quale mi sia permesso d'inchinarmi ai santissimi piedi di Vostra Santità, li quali umilmente le bacio, pregandola di participarmi la sua santa, e paterna benedizione. D'Inspruck li cinque di novembre 1655.
Di V. Santità Obbedientissima figlia
Cristina.
English translation (from Veronica Buckley; save the first line preceding the letter and omitting a part):
Most Holy Father,
Finally, I have arrived where I have so long desired to be, folded in the bosom of our holy mother, the Roman Catholic Church, and I humbly beg you to honor me with your benevolent commands. I have shown the world that, in order to obey Your Holiness, I have been ready to relinquish my throne, placed as it was in the midst of irremissible sin. It is a greater glory to obey Your Holiness than to rule from the highest throne. ... I who have nothing else to offer than my own self, and my blood, and my life, I offer it all to Your Holiness, asking only to kiss your most holy feet.
Your most obedient daughter,
CHRISTINA
The letter in full:
Beatissimo Padre.
Essendo io finalmente arriuata al tanto da me desiderato segno di vedermi riceuuta nel grembo della nostra Santa Madre Chiesa Cattolica Romana, non hò voluto mancare di darne parte a Vostra Santità, ringraziandola vmilmente dell'honore, che mi hà fatto de' suoi benignissimi commandamenti, li quali sono osseruati da me col rispetto douuto alla Santità Vostra.
Hò manifestato al mondo, che per obedire a Vostra Santità hò lasciato con somma allegrezza quel Regno doue il riuerirla è posto frà i peccati irremissibili, & hò messo da parte ogni rispetto humano, per far conoscere, ch' io stimo assai più la gloria d'obedire a Vostra Santità che quella del più degno trono. Supplico Vostra Santità di riceuermi cosi spogliata, come sono, d'ogni grandezza con la paterna, & vsata benignità, che s'è degnata di mostrarmi sin hora. Io qui non hò altro da sacrificare a i Santi piedi di Vostra Santità, che la mia persona insieme col sangue, e con la vita, l'offerisco tutta à Vostra Santità con quella cieca obedienza, che s'è douuta, supplicandola a voler disporre di me conforme giudicherà più conuenirsi al publico bene della nostra Santa Chiesa, alla quale, & alla Santità Vostra come à suo vnico, e vero capo hò dedicato tutto questo che mi resta di vita con ardentissimo desiderio d'impiegarla, e spenderla tutta alla maggior gloria di Dio. Da questo auguro a Vostra Santità quei lunghi, e felicissimi anni, che sono tanto necessarij al bene, e riposo commune della Christianità; pregando Nostro Signore di conseruare nella Santità Vostra que gran doni, che le hà dati, e di far me così fortunata, ch'io possa arriuare al desiderato giorno, nel quale mi sia permesso d'inchinarmi a i santissimi piedi di Vostra Santità, li quali humilmente le bacio pregandola di parteciparmi la sua santa, e paterna benedittione &c. Inspruch li 5. Nouembre 1655.
Di Vostra Santità
Obedientissima figlia
Christina.
With modernised spelling:
Beatissimo Padre,
Essendo io finalmente arrivata al tanto da me desiderato segno di vedermi ricevuta nel grembo della Nostra Santa Madre, Chiesa cattolica romana, non ho voluto mancare di darne parte a Vostra Santità, ringraziandola umilmente dell'onore che mi ha fatto de' suoi benignissimi commandamenti, li quali sono osservati da me col rispetto dovuto alla Santità Vostra.
Ho manifestato al mondo che, per ubbidire a Vostra Santità, ho lasciato con somma allegrezza quel regno dove il riverirla è posto fra i peccati irremissibili, ed ho messo da parte ogni rispetto umano per far conoscere ch'io stimo assai più la gloria d'ubbidire a Vostra Santità che quella del più degno trono. Supplico Vostra Santità di ricevermi così spogliata, come sono, d'ogni grandezza con la paterna ed usata benignità che s'è degnata di mostrarmi sin ora. Io, qui non ho altro da sacrificare ai santi piedi di Vostra Santità che la mia persona insieme col sangue e con la vita, l'offerisco tutta a Vostra Santità con quella cieca ubbidienza che s'è dovuta, supplicandola a voler disporre di me conforme giudicherà più convenirsi al pubblico bene della Nostra Santa Chiesa, alla quale ed alla Santità Vostra, come a suo unico e vero capo, ho dedicato tutto questo che mi resta di vita con ardentissimo desiderio d'impiegarla e spenderla tutta alla maggior gloria di Dio. Da questo auguro a Vostra Santità quei lunghi e felicissimi anni che sono tanto necessari al bene e riposo commune della cristianità, pregando Nostro Signore di conservare nella Santità Vostra que gran doni che le ha dati, e di far me così fortunata ch'io possa arrivare al desiderato giorno, nel quale mi sia permesso d'inchinarmi ai santissimi piedi di Vostra Santità, li quali umilmente le bacio; pregandola di parteciparmi la sua santa e paterna benedizione, ecc. Innsbruck, li 5 novembre 1655.
Di Vostra Santità
ubbidientissima figlia
Cristina.
A copy of the letter from the Swedish National Archives:
Beatissimo Padre.
Essendo io finalmente al tanto da me desiderato segno di vedermi riceuuta nel grembo della nostra Santa Madre chiesa Cattolica Romana, non hò voluto mancare di darne parte a Vostra Santità, ringratiandola vmilmente dell'honore, che mi hà fatto de' suoi benignissimi commandamentj li quali sono osservati da me col rispetto douuto alla Santità Vostra. Hò manifestato al mondo, che per obedire a Vostra Santità, hò lasciato con somma allegrezza quel Regno dove il riverirla è posto frà i peccati irremissibilj & hò messo da parte ogni rispetto humano, per far conoscere ch'io stimo assaj più la gloria d'obedire a Vostra Santità che quella del più degno trono. Supplico Vostra Santità dj ricevermi cosj spogliata, come sono, d'ogni grandezza con la paterna, & vsata benignità, che s'è degnata di mostrarmi sin hora. Jo qui non hò altro da sacrificare a i Santi piedj di Vostra Santità, che la mia persona insieme col sangue, & con la vita, l'offerisco tutta a Vostra Santità, con quella cieca obedienza, che s'è douuta, supplicandola a voler disporre di me conforme giudicherà più convenirsi al publico bene della nostra Santa Chiesa, alla quale, & alla Santità vostra come a suo vnico, & vero capo hò dedicato tutto che mi resta di vita con ardentissimo desiderio d'impiegarla, e spenderla tutta alla maggior gloria di Dio. Da questo auguro a Vostra Santità quei lunghi, e felicissimi annj che sono tanto necessarij al bene & riposo commune della Christianità; pregando Nostro Signore di conservare nella Santità Vostra quei gran doni, che le hà dati, e di far me così fortunata, ch'io possa arrivare al disiderato giorno, nel quale mi sia permesso d'inchinarmi a i santissimi piedj di Vostra Santità, li quali humilmente le bacio pregandola di parteciparmi la sua santa, & paterna benedittione &c. Inspruck li 5. Novembre 1655.
Di Vostra Santità
Obedientissima figlia
Christina.
With modernised spelling:
Beatissimo Padre,
Essendo io finalmente al tanto da me desiderato segno di vedermi ricevuta nel grembo della Nostra Santa Madre Chiesa cattolica romana, non ho voluto mancare di darne parte a Vostra Santità, ringraziandola umilmente dell'onore che mi ha fatto de' suoi benignissimi commandamenti, li quali sono osservati da me col rispetto dovuto alla Santità Vostra.
Ho manifestato al mondo che, per ubbidire a Vostra Santità, ho lasciato con somma allegrezza quel regno dove il riverirla è posto fra i peccati irremissibili, ed ho messo da parte ogni rispetto umano per far conoscere ch'io stimo assai più la gloria d'ubbidire a Vostra Santità che quella del più degno trono. Supplico Vostra Santità di ricevermi così spogliata, come sono, d'ogni grandezza con la paterna ed usata benignità che s'è degnata di mostrarmi sin ora. Io, qui non ho altro da sacrificare ai santi piedi di Vostra Santità che la mia persona insieme col sangue e con la vita, l'offerisco tutta a Vostra Santità, con quella cieca ubbidienza che s'è dovuta, supplicandola a voler disporre di me conforme giudicherà più convenirsi al pubblico bene della Nostra Santa Chiesa, alla quale ed alla Santità Vostra, come a suo unico e vero capo, ho dedicato tutto che mi resta di vita con ardentissimo desiderio d'impiegarla e spenderla tutta alla maggior gloria di Dio. Da questo auguro a Vostra Santità quei lunghi e felicissimi anni che sono tanto necessari al bene e riposo commune della cristianità, pregando Nostro Signore di conservare nella Santità Vostra quei gran doni che le ha dati, e di far me così fortunata ch'io possa arrivare al desiderato giorno, nel quale mi sia permesso d'inchinarmi ai santissimi piedi di Vostra Santità, li quali umilmente le bacio, pregandola di parteciparmi la sua santa e paterna benedizione, ecc. Innsbruck, li 5 novembre 1655.
Di Vostra Santità
ubbidientissima figlia
Cristina.
Cardinal Pallavicino's full transcript of the letter:
SANTISSIMO PADRE
Essendo io finalmente arrivata a quel tanto da me desiderato segno di vedermi ricevuta nel grembo della nostra santa madre chiesa cattolica romana, non ho voluto mancare di darne parte a Vostra Santità ringraziandola umilmente dell'onore, che mi ha fatto de' suoi benignissimi comandamenti, i quali sono osservati da me col rispetto dovuto alla Santità Vostra. Ho manifestato al mondo per obbedire a Vostra Santità aver lasciato con somma allegrezza quel regno, dove il riverirla è posto fra i peccati irremissibili, ed ho messo da parte ogni rispetto umano per far conoscere, ch'io stimo assai più la gloria d'obbedire a Vostra Santità, che quella del più degno trono. Supplico Vostra Santità di ricevermi così spogliata come sono d'ogni grandezza con quella sua paterna ed usata benignità, che si è degnato di mostrarmi sinora. Io qui non ho altro da sacrificare ai santi piedi di Vostra Santità, che la mia persona. Insieme col sangue, e con la vita l'offerisco tutta a Vostra Santità con quella cieca obbedienza che gli è dovuta, supplicandola a voler disporre di me conferme giudicherà più convenirsi al pubblico bene della nostra santa chiesa: alla quale, ed alla Santità Vostra come a suo unico e vero capo ha dedicato tutto quello, che mi resta di vita, con ardentissimo desiderio d'impiegarla e spenderla tutta alla maggior gloria di Dio; dal quale auguro a Vostra Santità quei lunghi e felicissimi anni, che sono tanto necessarii al bene, ed al riposo comune della cristianità. Pregando Nostro Signore di conservare nella Santità Vostra quei gran doni, che le ha dati, e di far me così fortunata, ch'io possa arrivare a quel desiderato giorno, nel quale mi sia permesso d'inchinarmi ai santissimi piedi di Vostra Santità, li quali umilmente le bacio, pregandola di participarmi la sua santa, e paterna benedizione. D'Inspruck li cinque di novembre 1655.
Di V. Santità obbedientissima figlia
Cristina.
With modernised spelling:
Santissimo Padre,
Essendo io finalmente arrivata a quel tanto da me desiderato segno di vedermi ricevuta nel grembo della Nostra Santa Madre Chiesa cattolica romana, non ho voluto mancare di darne parte a Vostra Santità ringraziandola umilmente dell'onore che mi ha fatto de' suoi benignissimi comandamenti, i quali sono osservati da me col rispetto dovuto alla Santità Vostra. Ho manifestato al mondo per ubbedire a Vostra Santità aver lasciato con somma allegrezza quel regno, dove il riverirla è posto fra i peccati irremissibili, ed ho messo da parte ogni rispetto umano per far conoscere, ch'io stimo assai più la gloria d'ubbedire a Vostra Santità, che quella del più degno trono. Supplico Vostra Santità di ricevermi così spogliata come sono d'ogni grandezza con quella sua paterna ed usata benignità, che si è degnato di mostrarmi sinora. Io qui non ho altro da sacrificare ai santi piedi di Vostra Santità, che la mia persona. Insieme col sangue, e con la vita l'offerisco tutta a Vostra Santità con quella cieca ubbedienza che gli è dovuta, supplicandola a voler disporre di me conferme giudicherà più convenirsi al pubblico bene della Nostra Santa Chiesa, alla quale ed alla Santità Vostra come a suo unico e vero capo ha dedicato tutto quello, che mi resta di vita, con ardentissimo desiderio d'impiegarla e spenderla tutta alla maggior gloria di Dio; dal quale auguro a Vostra Santità quei lunghi e felicissimi anni, che sono tanto necessari al bene, ed al riposo comune della cristianità. Pregando Nostro Signore di conservare nella Santità Vostra quei gran doni che le ha dati, e di far me così fortunata ch'io possa arrivare a quel desiderato giorno, nel quale mi sia permesso d'inchinarmi ai santissimi piedi di Vostra Santità, li quali umilmente le bacio, pregandola di participarmi la sua santa e paterna benedizione. D'Innsbruck, li cinque di novembre 1655.
Di Vostra Santità
ubbedientissima figlia
Cristina.
Arckenholtz's transcript of the letter (he corrected Kristina's grammar and spelling):
Beatissimo Padre.
Essendo jo finalmente arrivata al tanto dà me desiderato segno di vedermi riceuuta nel grembo della nostra Santa Madre la Chiesa Catholica Romana, non hò voluto mancare di darne parte à Vostra Santità, ringraziandola umilmente dell'honore, che mi hà fatto de' suoi benignissimi commandamenti, li quali sono osseruati da me col rispetto douuto alla Santità vostra.
Hò manifestato al mondo, che per obedire a Vostra Santità hò lasciato con somma allegrezza quel Regno doue il riuerirla è posto frà i peccati irremissibili, & hò messo da parte ogni rispetto humano, per far conoscere, ch' io stimo assài più la gloria d'obedire a Vostra Santità, che quella del più degno trono. Supplico Vostra Santità di riceuermi cosi spogliata, come sono, d'ogni grandezza con la paterna & usata benignità, che s'è degnata di mostrarmi sin hora. Jo che non hò altro da sacrificare à i santi piedi di Vostra Santità, che la mia persona insieme col sangue, e con la vita, l'offerisco tutta à Vostra Santità con quella cieca ubedienza, che s'è douuta, supplicandola a voler disporre di me conforme giudicherà più convenirsi al publico bene della nostra santa Chiesa, alla quale, & alla Santità Vostra, come à suo unico, e vero capo, hò dedicato tutto questo che mi resta di vita con ardentissimo desiderio d'impiegarla e spenderla tutta alla maggior gloria di Dio. Da questo auguro a Vostra Santità quei lunghi, e felicissimi anni, che sono tanto necessarii al bene, e riposo commune della Christianità, pregando Nostro Signore di conservare nella Santità Vostrà que gran' doni, che le hà dati, e di far me cosi fortunata, ch' io possa arrivare al desiderato giorno, nel quale mi sia permesso d'inchinar mi a i Santissimi piedi di Vostrà Santità, li quali humilmente le bacio, pregandola di participar mi la sua santa, e paterna benedittione &c. Inspruch li 5. Nov. 1655.
di Vostra Santità
Obedientissima Figlia
CHRISTINA
French translation (by Arckenholtz):
Très-Saint Père.
Etant enfin arrivée au but que j'ai tant desiré, de me voir reçuë au sein de Notre sainte Mère, l'Eglise Catholique-Romaine, je n'ai pas voulu manquer d'en faire part à Votre Sainteté, en la remerciant très-humblement de m'avoir honnorée de ses favorables commandemens, que j'ai observés avec tout le respect dû à Votre Sainteté.
J'ai fait voir à tout le monde, que pour obéir à V. S. j'avois abandonné avec la plus grande joïe ce Roïaume, où la vénération pour V. S. est comptée parmi les péchés irrémissibles, & j'ai mis à part tout respect humain, pour faire connoitre, que je préfère de beaucoup la gloire d'obéir à V. S. à celle du plus beau Trône. Je supplie V. S. de me recevoir, dépouillée, comme je suis de toute grandeur, avec la même affection paternelle, qu'elle a daigné me montrer jusqu'ici. N'aïant rien de plus à sacrifier aux saints piés de V. S que ma personne avec mon sang & ma vie, je la lui offre toute entière, avec cette aveugle obéissance qui lui est dûë, & je la supplie en même tems de vouloir disposer de moi, comme elle jugera le plus convenable au bien public de notre sainte Eglise, à laquelle, aussi bien qu'à V. S., comme à son unique & véritable Chèf, j'ai dévoué tout ce qui me reste de vie, desirant ardemment, qu'il soit tout emploïé & voué à la plus grande gloire de Dieu.
Au reste je souhaite à V. S. une longue suite d'années & les plus heureuses, qui sont si nécessaires au bien & au repos commun de la Chrêtienneté, priant Notre Seigneur, de conserver en la personne de V. S. ces grands talens qu'il lui a donnés, & que je puisse être si heureuse, que d'atteindre au jour après lequel je soupire, où il me sera permis de me mettre aux très-saints piés de V. S., lesquels je baise humblement, La suppliant de m'accorder sa sainte & paternelle bénédiction, &c. Inspruck le 5. Nov. 1655.
de Votre Sainteté
La plus obéissante Fille
CHRISTINE.
Swedish translation (my own):
Högtvälsignade Fader,
Efter att äntligen ha kommit till det mål som jag har längtat så mycket efter att få se mig själv emottagen i vår Heliga Moders, den romersk-katolska Kyrkans, bröst, ville jag inte låta bli att dela det med Ers Helighet genom att ödmjukt tacka Er för att Ni hedrat mig med Era gynnsamma bud, som jag har iakttagit med all respekt för Ers Helighet.
Jag har visat hela världen att för att lyda Ers Helighet hade jag med största glädje övergivit detta rike, där vördnad för Ers Helighet räknas till de oåterkalleliga synderna, och jag avsatte all mänsklig respekt för att göra det känt att jag mycket föredrar härligheten att lyda Ers Helighet framför den vackraste tronen. Jag ber Ers Helighet att ta emot mig berövad, som jag är, av all storhet, med samma faderliga tillgivenhet som Ni har hittills anfört att visa mig. Jag har inget mer att offra vid Ers Helighets heliga fötter än min person med mitt blod och mitt liv, jag erbjuder Er den helt och hållet med denna blinda lydnad som tillkommer Er, och jag ber Er samtidigt att vilja förfoga över mig så att Ni kommer att anse det som är mest lämpligt för allmänheten i vår Heliga Kyrka, till vilken jag, liksom till Ers Helighet, till dess unike och sanne chef, har ägnat allt som återstår av mitt liv, ivrigt önskat att det skall vara helt anställd och tillägnad Guds större ära.
För övrigt önskar jag Ers Helighet en lång följd av de lyckligaste åren, som är så nödvändiga för den goda och vanliga ron av kristendomen, och ber vår Herre att bevara i Ers Helighets person dessa stora talanger som han gav Er, och må jag vara så glad över att nå den dag som jag längtar efter, då jag kommer att få ställa mig vid Ers Helighets heligaste fötter, som jag ödmjukt kysser, och jag ber Er att ge mig Er heliga och faderliga välsignelse, osv.
Innsbruck, den 5 november 1655.
Ers Helighets
lydigaste dotter
Kristina.
English translation (by Burbury):
Most Blessed Father,
Being arrived in the end, to what I desired so much, my reception into the lap of our holy mother, the Roman Catholique Church, I would not be wanting to impart it to your Holiness, humbly thanking you for the honour I receiv'd of your loving Commands, which are observ'd by me, with all due respect to your Holiness, I have manifested to the world, that to obey your Holiness, I have left with great gladness that Kingdome, where to honour you, is held an irremissible sin, and have laid by all humane respect, to make it appear, I value more the glory of obeying your Holiness, than that of the most deserving throne. I beseech your Holiness to receive me thus devested as I am of all greatness, with the fatherly and accustomed Kindness, you have hitherto been pleased to shew me. I have here nothing else, to sacrifice to the holy feet of your Holiness, but my selfe, together with my blood, and my life, which I offer to your Holiness with that blind obedience, that is due, beseeching you to be pleased to dispose so of me, as you shall judge best for the Publique good of our holy Church, to which and to your Holiness, as the onely and true head of the same, I have dedicated the remainder of my life, with a most ardent desire to imploy, and spend it wholy to Gods greater glory. To this end I wish your Holiness many fortunate yeares, which are so necessary for the good, and Common repose of Christianity, beseeching our Lord to conserve in your Holiness, the great gifts he hath given you, and to make me so happy, I may see the long'd for day, in which I may fall at the holy feet of your Holiness, which I humbly doe Kiss, entreating you to impart unto me your holy, and paternall benediction &c.
Your Holynesses most
obedient Daughter,
CHRISTINA.
Inspruch the 5. of
November, 1655.
English translation (my own):
Most Blessed Father,
Having finally arrived at the goal that I have so longed for, of seeing myself received into the bosom of our Holy Mother the Roman Catholic Church, I did not want to fail to share it with Your Holiness by very humbly thanking you for having honoured me with your favourable commandments, which I have observed with all due respect to Your Holiness.
I have showed all the world that, in order to obey Your Holiness, I had abandoned with the greatest joy this kingdom, where reverence for Your Holiness is counted among the irremediable sins, and I set aside all human respect to make it known that I much prefer the glory of obeying Your Holiness to that of the most beautiful throne. I beg Your Holiness to receive me stripped, as I am, of all greatness, with the same paternal affection that you have deigned to show me until now. Having nothing more to sacrifice at the holy feet of Your Holiness than my person with my blood and my life, I offer it to you entirely, with this blind obedience which is due to you, and I beg you at the same time to wish to dispose of me as you will deem the most suitable for the public good of our Holy Church, to which, as well as to Your Holiness, as to its unique and true chief, I have devoted all that remains of my life, ardently desiring that it be wholly employed and dedicated to the greater glory of God.
For the rest, I wish Your Holiness a long succession of the happiest years, which are so necessary for the good and the common rest of Christianity, praying Our Lord to preserve in the person of Your Holiness these great talents which He gave you, and may I be so happy to reach the day for which I long, when I will be permitted to place myself at Your Holiness's most holy feet, which I humbly kiss, begging you to grant me your holy and paternal blessing, etc. Innsbruck, November 5, 1655.
Your Holiness's
most obedient daughter
Kristina.
Above: Kristina.
Above: The Pope receiving Kristina at the Vatican.
Above: The Pope and Kristina feasting together.
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