Tuesday, January 2, 2024

Cardinal Decio Azzolino's letter to Cardinal Alderano Cybo, dated October 10/20 (New Style), 1676

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Gli ultimi due anni di Cristina di Svezia in Roma (1687-1689): Contributo alla storia del soggiorno di Cristina in Italia, part 4, article written by Dr. Guido Zaccagnini for Rivista abruzzese di scienze, lettere ed arti, year 14, fascicles 3 to 4, pages 358 to 360, March-April 1899
The letter:

E.mo e Rev.mo. D. Oss.mo,
Nel foglio accluso vedrà V. E. quanto ho ricavato essersi discorso circa le maniere di sovvenire la Regina quando la Santa Memoria di Clemente X determinò di farlo. Chi mi ha dato le notitie crede, che alcuni de' particolari contenutici non sian nuovi e che dicendosi, possa riconoscersi esser usciti da lui, onde prega del segreto. Io però stimo, che già V. E. ne abbia avviso per altra via.

Non parlo de' meriti della causa per non offender la somma pietà di N. Signore e di V. E. la quale può vedere che tutta Roma, anzi tutto il mondo Cattolico ammira e compatisce la strana ed estrema disgrazia della Regina, e rivolge ognuno gli occhi a S. B.e aspettando il rimedio dalla sua mano paterna. Tutti i Cardinali che sono stati a visitare Sua Maestà (cioè tutto il S. Collegio) le han domandato se il Papa l'havea sovvenuta e di quanto; e le han detto sicuramente che speri di essere soccorsa da S. Santità con ogni larghezza e tutto questo senza che S. Maestà ne parli ad alcuno havendo ella questa infelicità d'avvantaggio nel suo male di non poter parlarne ad alcuno. S. Maestà, come dissi a V. E. ha perduto tutto il suo, e non solo il presente, ma il passato ancora perchè anco certa portione de' suoi frutti, che il Re di Svetia prese, e doveva pagarla si dichiara hora che non può per l'angustie, in che si trova. Si che tutto è disperato. L'Hebreo d'Hamburgh avanza sopra 100mila scudi senza altro assegnamento che questo delle poche gioie, e de' mobili che S. Maestà tiene qui, che però non può disporne ad altro impegno tanto più essendovi somma notabile di debiti ancora in Roma. V. E. che ha tanto zelo, e tanta parte nella gloria di N. S.re saprà conoscere quello che conviene meglio di quel ch'io sappia scriverlo.

Con la pace, che pure una volta dovrà farsi, e forse presto, è impossibile che S Maestà non ricuperi tutto, o parte del perduto essendo troppo chiara la giustizia della sua causa; ma anche per procurar questo e tenervi qualche persona fuori, si richiede spesa.

Intanto io mi rallegro di poter dire a V. Em.za che per sovvenir la regina si pensò darle per una volta 15mila scudi per pagarne i debiti che S. Maestà ha in Roma e 2mila scudi il mese successivamente per aiuto a vivere, non havendo ancora in quel tempo S. Maestà perduto affatto tutto il suo, come poi è seguito. Si parlò di cavar questa somma mestrua dal denaro assegnato per le limosine pontificie stimando che nessun'altra povertà possa esservi mal più grande nè più meritoria di questa della Regina e per la causa e per la condizione della persona e per esser affatto incapace d'esser sovvenuta da altri, che dal Papa, dove gli altri poveri posson essere sovvenuti da tutti. Si motivò che quando non li volesse detrarre dalle limosine tutta la somma di 2mila scudi si sarebbe potuto applicargliene mille e quei 3mila che S. Santità contribuisce alla fabbrica del Palazzo, e delle limosine altrettali. Si discorse di riformar due galere per la qual via non havrebbe bisognato prender denaro nè dalle limosine, nè di altrove. Inoltre si considerò che il ritratto delle Matrimoniali, che da Papa Innocenzo X fu prima ordinato, si mettesse tutto nel Monte della Pietà, arriva un anno per l'altro a scudi 126mila annui li quali in buona parte non sono stati assegnati ad esito certo, e devono impiegarsi necessariamente in opere pie, e fra queste non poter esservene altra più propria che il sovvenir la Regina.

Si concluse però esser tanto necessario et indispensabile il provedere S. Maestà del suo conveniente mantenimento, che bisognava prima farlo, e poi discorrer del come e che però si poteva ancora dar ordine al Monte della Pietà di dar credito a S. Maestà di mano in mano di scudi 2mila il mese per esserne rimborsato da S. Maestà et andarlo poi rimborsando commodamente con quel de' suddetti mesi, o con altro che più paresse opportuno provento, che anco qualche parte del ritratto de' vacabili fusse meglio impiegata in quest'uso di tanta pietà che ne' donativi soliti a praticarsi. Oltre che il Monte di Pietà contro il suo istituito si trova haver 700mila scudi in capitale, e 28mila di entrata degli acconti fatti sopra l'usure, li quali tutti credono che devano impiegarsi in usi pil nè possa lasciarsi di farlo senza peccato onde tanto maggior campo vi era di obbligarlo a questo pio sovvenimento potendo sperare un rimborso.

Tutto questo poteva farsi quando non vi era alcuno de' risparmi che la Santità di N. Signore fa al presente, li quali danno anche luogo a molto più di questo avanzandosi non solo i 3mila della fabbrica ogni mese, ma ancora tanto di provisione e franchigie, e ritratto di vacabili, et altro che la somma virtù di S. B.e risparmia a beneficio della Santa Sede. Havendo io parlato col Card. Castaldo e con altri informati dello Stato della Camera ho sentito che non solo non sussiste la mancanza di scudi 173mila; ma vi è sopravanzo d'entrata, e può farsi molto, e con facilità per accrescerlo.

Supplico l'E. V. a farmi haver quanto prima qualche certa, e precisa risposta perchè in tante estremità ogni sospensione è di sommo pregiudizio et a V. E. bacio humilmente le mani.
Di casa, 20 ottobre 1676.
D. V. E.
Humil.mo Rev.mo Oss.mo
CARD. AZZOLINO

With modernised spelling:

Eminentissimo e Reverendissimo Don Osservatissimo,
Nel foglio accluso vedrà Vostra Eminenza quanto ho ricavato essersi discorso circa le maniere di sovvenire la regina quando la Santa Memoria di Clemente X determinò di farlo. Chi mi ha dato le notizie crede, che alcuni de' particolari contenutici non sian nuovi e che dicendosi, possa riconoscersi esser usciti da lui, onde prega del segreto. Io però stimo, che già Vostra Eminenza ne abbia avviso per altra via.

Non parlo de' meriti della causa per non offender la somma pietà di Nostro Signore e di Vostra Eminenza, la quale può vedere che tutta Roma, anzi tutto il mondo cattolico ammira e compatisce la strana ed estrema disgrazia della regina, e rivolge ognuno gli occhi a Sua Beatitudine aspettando il rimedio dalla sua mano paterna. Tutti i cardinali che sono stati a visitare Sua Maestà (cioè tutto il Santo Collegio) le han domandato se il papa l'avea sovvenuta e di quanto; e le han detto sicuramente che speri di essere soccorsa da Sua Santità con ogni larghezza e tutto questo senza che Sua Maestà ne parli ad alcuno, avendo ella questa infelicità d'avvantaggio nel suo male di non poter parlarne ad alcuno.

Sua Maestà, come dissi a Vostra Eminenza ha perduto tutto il suo, e non solo il presente, ma il passato ancora perché anco certa portione de' suoi frutti, che il re di Svezia prese, e doveva pagarla si dichiara ora che non può per l'angustie, in che si trova. Sicché tutto è disperato. L'ebreo d'Hamburg avanza sopra 100 mila scudi senza altro assegnamento che questo delle poche gioie, e de' mobili che Sua Maestà tiene qui, che però non può disporne ad altro impegno tanto più essendovi somma notabile di debiti ancora in Roma. Vostra Eminenza che ha tanto zelo, e tanta parte nella gloria di Nostro Signore saprà conoscere quello che conviene meglio di quel ch'io sappia scriverlo.

Con la pace, che pure una volta dovrà farsi, e forse presto, è impossibile che Sua Maestà non ricuperi tutto, o parte del perduto essendo troppo chiara la giustizia della sua causa; ma anche per procurar questo e tenervi qualche persona fuori, si richiede spesa.

Intanto io mi rallegro di poter dire a Vostra Eminenza che per sovvenir la regina si pensò darle per una volta 15 mila scudi per pagarne i debiti che Sua Maestà ha in Roma e 2 mila scudi il mese successivamente per aiuto a vivere, non avendo ancora in quel tempo Sua Maestà perduto affatto tutto il suo, come poi è seguito. Si parlò di cavar questa somma mestrua dal denaro assegnato per le limosine pontificie stimando che nessun'altra povertà possa esservi mal più grande nè più meritoria di questa della regina e per la causa e per la condizione della persona e per esser affatto incapace d'esser sovvenuta da altri, che dal papa, dove gli altri poveri posson essere sovvenuti da tutti. Si motivò che quando non li volesse detrarre dalle limosine tutta la somma di 2 mila scudi si sarebbe potuto applicargliene mille e quei 3 mila che Sua Santità contribuisce alla fabbrica del palazzo e delle limosine altrettali. Si discorse di riformar due galere per la qual via non avrebbe bisognato prender denaro nè dalle limosine, nè di altrove.

Inoltre si considerò che il ritratto delle matrimoniali che da papa Innocenzo X fu prima ordinato, si mettesse tutto nel Monte della Pietà, arriva un anno per l'altro a scudi 126 mila annui li quali in buona parte non sono stati assegnati ad esito certo, e devono impiegarsi necessariamente in opere pie, e fra queste non poter esservene altra più propria che il sovvenir la regina.

Si concluse però esser tanto necessario ed indispensabile il provedere Sua Maestà del suo conveniente mantenimento, che bisognava prima farlo, e poi discorrer del come e che però si poteva ancora dar ordine al Monte della Pietà di dar credito a Sua Maestà di mano in mano di scudi 2 mila il mese per esserne rimborsato da Sua Maestà ed andarlo poi rimborsando commodamente con quel de' suddetti mesi, o con altro che più paresse opportuno provento, che anco qualche parte del ritratto de' vacabili fusse meglio impiegata in quest'uso di tanta pietà che ne' donativi soliti a praticarsi. Oltre che il Monte di Pietà contro il suo istituito si trova aver 700 mila scudi in capitale, e 28 mila di entrata degli acconti fatti sopra l'usure, li quali tutti credono che devano impiegarsi in usi PIL nè possa lasciarsi di farlo senza peccato onde tanto maggior campo vi era di obbligarlo a questo pio sovvenimento potendo sperare un rimborso.

Tutto questo poteva farsi quando non vi era alcuno de' risparmi che la Santità di Nostro Signore fa al presente, li quali danno anche luogo a molto più di questo avanzandosi non solo i 3 mila della fabbrica ogni mese, ma ancora tanto di provisione e franchigie, e ritratto di vacabili, et altro che la somma virtù di Sua Beatitudine risparmia a beneficio della Santa Sede. Avendo io parlato col cardinale Castaldo e con altri informati dello stato della Camera ho sentito che non solo non sussiste la mancanza di scudi 173 mila; ma vi è sopravanzo d'entrata, e può farsi molto, e con facilità per accrescerlo.

Supplico l'Eminenza Vostra a farmi aver quanto prima qualche certa, e precisa risposta perché in tante estremità ogni sospensione è di sommo pregiudizio ed a Vostra Eminenza bacio umilmente le mani.
Di casa, 20 ottobre 1676.
Di Vostra Eminenza
umilissimo, riverentissimo osservantissimo
Cardinale Azzolino.

French translation (my own):

Éminentissime et Révérendissime Seigneur Très Observant,
Dans la feuille ci-jointe, Votre Éminence verra ce que j'ai retenu de la discussion sur les moyens d'assister la reine lorsque la Sainte Mémoire de Clément X l'a décidé. Celui qui m'a donné l'information croit que certains des détails qui y sont contenus ne sont pas nouveaux et qu'en le disant, on peut reconnaître qu'ils proviennent de lui, c'est pourquoi il demande le secret. Cependant, j'estime que Votre Éminence en a déjà été informée d'une autre manière.

Je ne parle pas du mérite de la cause pour ne pas offenser la piété suprême de Notre Seigneur et de Votre Eminence, qui voient que Rome tout entière, voire le monde catholique tout entier, admire et plaint l'étrange et extrême malheur de la reine et tourne les regards vers Sa Béatitude, en attendant le remède de sa main paternelle. Tous les cardinaux qui devaient rendre visite à Sa Majesté (c'est-à-dire tout son Sacré Collège) lui demandèrent si le pape l'avait soutenue et dans quelle mesure; et ils vous ont certainement dit que vous espériez être aidé par Sa Sainteté en toute générosité et tout cela sans que Sa Majesté ne parle de vous à personne, comme vous avez ce malheur d'avantage dans votre maladie de ne pouvoir en parler à personne.

Sa Majesté, comme je l'ai dit à Votre Éminence, a perdu tous les siens, et non seulement le présent, mais aussi le passé, à cause aussi d'une certaine partie de ses fruits, que le roi de Suède a pris et a dû payer. On déclare désormais qu'elle ne le peut pas, en raison de l'angoisse dans laquelle elle se trouve. Tout est donc désespéré. L'hébreu de Hambourg avance de 100 mille écus sans autre cession que celle des quelques joyaux et meubles que Sa Majesté garde ici, mais il ne peut l'utiliser pour aucun autre engagement, d'autant plus qu'il y a encore une somme notable de dettes à Rome. Votre Éminence, qui a tant de zèle et tant de part à la gloire de Notre Seigneur, saura ce qui convient mieux que moi ne sais l'écrire.

Avec la paix, qui devra être faite une fois, et peut-être bientôt, il est impossible que Sa Majesté ne récupère pas tout ou partie de ce qui a été perdu, la justice de sa cause étant trop évidente; mais même assurer cela et exclure certaines personnes nécessite des dépenses.

Cependant, je suis heureux de pouvoir dire à Votre Eminence que, pour aider la reine, on a pensé à lui fournir une fois 15 mille écus pour payer les dettes de Sa Majesté à Rome et 2 mille écus successivement un  mois après pour l'aider à vivre, Sa Majesté n'ayant pas encore perdu tous les siens, comme cela suivit ensuite. On parlait de déduire cette somme mensuelle de l'argent affecté à l'aumône pontificale, estimant qu'aucune autre pauvreté ne pouvait être plus grande ni plus méritoire que celle de la reine, tant pour la cause que pour la condition de sa personne et pour qu'elle soit complètement  incapable d'être aidé par quelqu'un d'autre que par le pape, alors que les autres pauvres peuvent être aidés par tout le monde. On a estimé que si l'on ne voulait pas déduire la totalité de la somme de 2 mille écus de l'aumône, on pourrait lui en appliquer mille et les 3 mille que Sa Sainteté contribue à la construction du palais et la même aumône. On parlait de réformer deux prisons, dans lesquelles il ne serait pas nécessaire de puiser de l'argent ni dans l'aumône ni ailleurs.

En outre, on considérait que le portrait des mariés, ordonné pour la première fois par le pape Innocent X, devait être entièrement déposé dans le Monte della Pietà, année après année il arrive à 126 mille écus par an, dont une bonne partie  n'ont pas été assignés à un certain résultat, et doivent nécessairement s'engager dans des œuvres pieuses, et parmi celles-ci, il ne peut y avoir rien de plus approprié que d'aider la reine.

Cependant, il a été conclu qu'il était si nécessaire et indispensable d'assurer à Sa Majesté un entretien approprié qu'il fallait d'abord le faire, puis discuter de la manière de le faire, et donc le Mont de Piété pouvait toujours recevoir l'ordre de  donner du crédit à Sa Majesté de main en main. 2 mille écus par mois à rembourser par Sa Majesté et ensuite à le rembourser commodément avec celui desdits mois, ou avec un autre revenu qui semblait plus approprié, de sorte que même une partie du portrait des vacables était mieux utilisée à cet usage que tant de piété que dans les dons habituels à pratiquer. En plus du fait que le Mont de Piété, contre sa création, dispose de 700 mille écus de capital et de 28 mille de revenus provenant des avances faites sur usure, qui, selon tous, doivent être utilisés pour le projet intérieur brut et on ne peut lui permettre de le faire sans péché, d'autant plus qu'il y avait de plus grandes possibilités de l'obliger à faire cette pieuse aide s'il pouvait espérer un remboursement.

Tout cela aurait pu être fait alors qu'il n'y avait aucune des économies que Sa Sainteté Notre Seigneur réalise actuellement, et qui donnent aussi lieu à bien plus que cela, non seulement les 3 mille de tissus avancés chaque mois, mais aussi une  beaucoup d'allocations et de franchises, et une description des choses vacantes, et plus que ce que la vertu suprême de Sa Béatitude épargne au profit du Saint-Siège. Après avoir parlé avec le cardinal Castaldo et avec d'autres personnes informées de l'état de la Chambre, j'ai appris que non seulement il n'existe pas de manque de 173 mille écus; mais il existe un excédent de revenu, et beaucoup peut être fait, et facilement, pour l'augmenter.

Je prie Votre Eminence de me donner le plus tôt possible une réponse certaine et précise, car dans bien des cas toute suspension est d'un grand préjudice; et je baise humblement les mains de Votre Éminence.
De chez moi, le 20 octobre 1676.
De Votre Éminence
le très humble, très révérent et très observant
Cardinal Azzolino.

Swedish translation (my own):

Eminentaste, Vördigaste och Mest Observante Herre,
I det bifogade bladet kommer Ers Eminens att se vad jag har samlat på mig från diskussionen angående sätten att hjälpa drottningen när det Heliga Minnet av Clement X bestämde sig för att göra det. Den som har givit mig informationen tror att vissa av detaljerna som finns däri inte är nya och att man genom att säga det kan erkänna att de kom från honom, därför ber han om sekretess. Jag uppskattar dock att Ers Eminens redan har fått besked om detta på annat sätt.

Jag talar inte om sakens förtjänster för att inte förolämpa Vår Herres och Ers Eminens högsta fromhet, som kan se att hela Rom, ja hela den katolska världen, beundrar och tycker synd om den märkliga och extrema olyckan som drottningen och vänder allas ögon till Hans Helighet, i väntan på botemedlet från hans faderliga hand. Alla kardinaler som skulle besöka Hennes Majestät (det vill säga hela hennes Heliga Kollegium) frågade henne om påven hade stöttat henne och hur mycket; och de berättade visst för Er, att Ni hoppas att bli hjälpt av Hans Helighet med all generositet och allt detta utan att Hennes Majestät talar om Er till någon, ty Ni har denna olycka till fördel i Er sjukdom att inte kunna tala om det med någon.

Hennes Majestät, som jag har sagt till Ers Eminens, har förlorat allt sitt, och inte bara det nuvarande, utan också det förflutna eftersom också en viss del av hennes frukter, som Sveriges konung tog, och fick betala. Det förklaras nu att hon inte kan, på grund av den ångest hon befinner sig i. Allt är därför desperat. Hebréen i Hamburg avancerar på 100 tusen scudi utan något annat uppdrag än detta av de få juveler och möbler som Hennes Majestät förvarar här, men han kan inte använda dem för något annat åtagande, särskilt som det fortfarande finns en anmärkningsvärd summa av skulder i Rom. Ers Eminens, som har så mycket iver och så stor del i Vår Herres härlighet, kommer att kunna veta vad som är rätt bättre än jag vet hur jag skall skriva det.

Med fred, som måste slutas en gång, och kanske snart, är det omöjligt att Hennes Majestät inte återvinner allt eller en del av det som har gått förlorat, eftersom rättvisan i hennes sak är alltför tydlig; men även att tillhandahålla detta och hålla vissa människor utanför det kräver kostnader.

Emellertid är jag glad att kunna berätta för Ers Eminens att man, för att hjälpa drottningen, har tänkt att förse henne en gång med 15 tusen scudi för att betala de skulder som Hennes Majestät har i Rom och 2 tusen scudi successivt en månad efteråt för att hjälpa henne att leva, Hennes Majestät hade ännu inte under den tiden förlorat alla sina, som sedan följde. Det talades om att avdraga denna månadssumma från de pengar som anvisats för de påvliga allmosorna, med tanke på att ingen annan fattigdom kunde vara större eller mera förtjänstfull än drottningens, både för hennes persons sak och tillstånd och för att hon var helt oförmögen att bli hjälpt av någon annan än av påven, medan de andra fattiga kan få hjälp av alla. Man resonerade att om man inte ville dra av hela summan av 2 tusen scudi från allmosan, så kunde man applicera tusen på henne och de 3 tusen som Hans Helighet bidrar med till bygget av palatset och samma allmosor. Det talades om att reformera två fängelser, i vilka man inte skulle behöva ta pengar vare sig från allmosor eller någon annanstans.

Vidare ansågs det att porträttet av äktenskapliga äktapar, som först beställdes av påven Innocentius X, måste läggas in i Monte della Pietà, ett år efter nästa kommer det upp till 126 tusen scudi per år, varav en stor del  inte blivit anvisade med visst resultat och måste med nödvändighet ägna sig åt fromma gärningar, och bland dessa kan det inte finnas något lämpligare än att hjälpa drottningen.

Man drog dock slutsatsen att det var så nödvändigt och oumbärligt att förse Hennes Majestät med hennes lämpliga underhåll att det var nödvändigt att göra det först, och sedan diskutera hur det skulle göras, och därför kunde Monte della Pietà fortfarande ges en order att ge kredit åt Hennes Majestät från hand till hand. 2 tusen scudi i månaden att ersättas av Hennes Majestät och sedan ersättas det lämpligen med det av de förutnämnda månaderna, eller med en annan som verkade lämpligare inkomst, så att även någon del av porträttet av lediga utrymmen användes bättre vid denna användning än så mycket fromhet än i de vanliga gåvorna som skall utövas. Förutom det faktum att Monte di Pietà, mot dess inrättande, befinns ha 700 tusen scudi i kapital och 28 tusen i inkomster från de förskott som gjorts på ocker, som alla anser måste användas för bruttonationalprojektet och kan inte tillåtas göra det utan synd, ju större utrymme det fanns att tvinga den att göra denna fromma hjälp, om den kunde hoppas på återbetalning.

Allt detta kunde ha gjorts när det inte fanns några av de besparingar som Hans Helighet, Vår Herre, gör för närvarande, som också ger upphov till mycket mer än detta, inte bara de 3 tusen av tyget som förskotteras varje månad, utan också en  massor av traktamenten och självrisker, och en beskrivning av lediga saker, och mer än vad den högsta dygden av Hans Helighet skonar till förmån för den Heliga Stolen. Efter att ha talat med kardinal Castaldo och med andra informerade om tillståndet i kammaren, hörde jag att det inte bara saknas 173 tusen scudi; men det finns ett inkomstöverskott, och mycket kan göras, och enkelt, för att öka det.

Jag ber Ers Eminens att ge mig något säkert och exakt svar så snart som möjligt, ty i många fall är varje avstängning av stor fördom; och jag kysser ödmjukt Ers Eminens' händer.
Från mitt hus, den 20 oktober 1676.
Ers Eminens'
ödmjukaste, mest vördande och mest observante
Kardinal Azzolino.

English translation (my own):

Most Eminent, Most Reverend and Most Observant Lord,
In the enclosed sheet, Your Eminence will see what I have gathered from the discussion regarding the ways of assisting the Queen when the Holy Memory of Clement X determined to do so. Whoever has given me the information believes that some of the details contained therein are not new and that by saying it, it can be recognised that they came from him, therefore he begs for secrecy. However, I estimate that Your Eminence has already received notice of this in another way.

I do not speak of the merits of the cause so as not to offend the supreme piety of Our Lord and of Your Eminence, who can see that all of Rome, indeed the entire Catholic world, admires and pities the strange and extreme misfortune of the Queen and turns everyone's eyes to His Beatitude, awaiting the remedy from his paternal hand. All the cardinals who were to visit Her Majesty (that is, her entire Sacred College) asked her if the Pope had supported her and how much; and they certainly told you that you hope to be helped by His Holiness with all generosity and all this without Her Majesty speaking about you to anyone, as you have this unhappiness of advantage in your illness of not being able to speak about it to anyone.

Her Majesty, as I have said to Your Eminence, has lost all his, and not only the present, but also the past because also a certain portion of her fruits, which the King of Sweden took, and had to pay. It is now declared that she cannot, due to the anguish in which she finds herself. Everything is therefore desperate. The Hebrew of Hamburg advances on 100 thousand scudi without any other assignment than this of the few jewels and furniture that Her Majesty keeps here, but he cannot use it for any other commitment, especially as there is a notable sum of debts still in Rome. Your Eminence, who has so much zeal and so much share in the glory of Our Lord, will be able to know what is proper better than I know how to write it.

With peace, which will have to be made once, and perhaps soon, it is impossible that Her Majesty does not recover all or part of what has been lost, the justice of her cause being too clear; but even to provide this and keep some people out of it requires expense.

In the meantime, I am happy to be able to tell Your Eminence that, to help the Queen, it has been thought to provide her one time with 15 thousand scudi to pay the debts that Her Majesty has in Rome and 2 thousand scudi successively a month thereafter to help her live, Her Majesty not yet having in that time lost all of hers, as then followed. There was talk of deducting this monthly sum from the money assigned for the pontifical alms, considering that no other poverty could be greater or more meritorious than this of the Queen, both for the cause and for the condition of her person and for her being completely incapable of being helped by anyone other than by the Pope, whereas the other poor can be helped by everyone. It was reasoned that if one did not want to deduct the entire sum of 2 thousand scudi from the alms, one could apply a thousand to her and the 3 thousand that His Holiness contributes to the construction of the palazzo and the same alms. There was talk of reforming two prisons, in which it would not be necessary to take money either from alms or elsewhere.

Furthermore, it was considered that the portrait of the matrimonials, which was first ordered by Pope Innocent X, must be all put into the Monte della Pietà, one year after the next it arrives at 126 thousand scudi per year, a good part of which have not been assigned with a certain outcome, and must necessarily engage in pious works, and among these there cannot be anything more appropriate than helping the Queen.

However, it was concluded that it was so necessary and indispensable to provide Her Majesty with her suitable maintenance that it was necessary to do it first, and then discuss how to do it, and therefore the Monte della Pietà could still be given an order to give credit to Her Majesty from hand to hand. 2 thousand scudi a month to be reimbursed by Her Majesty and then reimbursed it conveniently with that of the aforementioned months, or with another that seemed more appropriate income, so that even some part of the portrait of the vacables was better used in this use than so much piety than in the usual gifts to be practised. In addition to the fact that the Monte di Pietà, against its establishment, is found to have 700 thousand scudi in capital, and 28 thousand in income from the advances made on usury, which everyone believes must be used for purposes of the gross domestic project and cannot be allowed to do so without sin the greater scope there was to oblige it to make this pious aid if it could hope for reimbursement.

All this could have been done when there were none of the savings that His Holiness, Our Lord, makes at present, which also give rise to much more than this, not only the 3 thousand of the fabric being advanced every month, but also a lot of allowances and deductibles, and a description of vacant things, and more than what the supreme virtue of His Beatitude spares for the benefit of the Holy See. Having spoken with Cardinal Castaldo and with others informed about the state of the Chamber, I heard that not only does there not exist a lack of 173 thousand scudi; but there is an income surplus, and much can be done, and easily, to increase it.

I beg Your Eminence to give me some certain and precise answer as soon as possible, because in many cases any suspension is of great prejudice; and I humbly kiss Your Eminence's hands.
From my house, October 20, 1676.
Your Eminence's
most humble, most reverent and most observant
Cardinal Azzolino.


Above: Kristina.


Above: Pope Innocent XI.


Above: Cardinal Decio Azzolino.


Above: Cardinal Alderano Cybo.

Note: The Hebrew of Hamburg = Manuel Texeira.

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