Sources:
Descrizione del primo viaggio fatto a Roma dalla regina di Svezia, Cristina Maria, convertita alla religione cattolica e delle accoglienze quivi avute sino alla sua partenza, pages 23 to 26, by Cardinal Sforza Pallavicino, published in 1838
Vita di Alessandro VII, volume 1, pages 352 to 354, by Cardinal Sforza Pallavicino, published in 1839
Above: Kristina.
The description:
... Stabilite le condizioni si venne al fatto; e il giorno diciasettesimo di giugno nell'anno 1654 uscita ella dalle sue stanze con abito, e con corteggio più che mai reale, come l'ultima funzione, che doveva far da reina, nel gran portico del regio palazzo d'Upsalia assisa in trono, e sotto un pomposo baldacchino, fe' leggere ad alta voce l'istrumento della sua donazione in favore di Carlo Gustavo quivi presente, cedendogli tutti i suoi regni; ed all'incontro in nome di lui fu letta una patente, in cui egli come nuovo re le obbligava tre isole, ed alcune entrate nella Pomerania, il cui annuo valore stimossi qual noi poco anzi accennammo, concorrendo a fermare il contratto per amendue le parti l'autorità degli stati. Indi Cristina sorta in piè andossi spogliando di tutte le insegne regie, consegnandole ad una ad una a varii ufficiali secondo il rito; ed in fine quasi correggendo la lentezza de' serventi attoniti e trepidi, che le stavano intorno, si scinse con allegra franchezza in un tratto la veste di porpora, e comparve in abito di privata donzella. Così diè fine a quel grand'atto, il quale però non fu il quinto di questo dramma maraviglioso; di poi simulando malattie feminili mostrò convenirle andare a' bagni di Spà ne' Paesi Bassi del re cattolico. Ma gli Svezzesi, a cui traspariva non so che di confuso arcano in queste azioni della reina, sotto specie di volerla accompagnar colà con l'armata, la rimovevano dal viaggio terrestre, ed allegando l'intrattabilità del mare, procrastinavano l'imbarcamento, finchè passare la stagione di prender quell'acque al suo fonte; ond'ella, che sotto varii colori avea già mandati in Fiandra suoi libri, e sue pitture, quasi per legare acconciamente gli uni, e far le cornici alle altre, accompagnandovi ancora quanto in ascoso potè di gioje e d'argenti, prese occulta fuga su velocissimi cavalli, troncatasi la chioma, e in arnese maschile con pochi fidati valletti, senza però dichiarar mutamento di religione, ma sol vaghezza di libertà, onde potesse elegger la stanza a suo talento. E dopo infiniti disagi, rischi, e stratagemmi si condusse ne' paesi del re cattolico. Posò dapprima in Anversa, e dimorovvi qualche mese, quando l'arciduca Leopoldo fratello di Cesare, e governatore di quelle provincie si trovava con alcuni principi, e col fiore della nobiltà all'assedio d'Arras, il quale di poi fu disciolto dall'esercito nemico francese, prima impresa del giovinetto re Luigi decimo quarto, che v'intervenne. Indi tornato l'arciduca in Brusselles, colà portossi ancora la reina incontrata, ed accolta con ogni maggior onoranza.
Giunse in quella città il giorno ventesimo quarto di decembre dell'anno mille e sei cento cinquanta quattro, e la stessa notte abiurò segretamente l'eresia nella cappella dell'arciduca alla presenza sua, e di pochissimi principali ministri, che ne furono testimonii, e specialmente del Pimentelli, che dopo la rinunzia della reina era ito in Ispagna, e indi per lei ritornato in Fiandra col titolo stesso d'ambasciatore, riconducendo seco il Guemes in abito d'ecclesiastico secolare per valersene come di segretario delle ambasciate. In mano di questo, ch'era l'unico sacerdote ivi consapevole dell'affare, si fece l'atto, e parimente da lui ricevette la reina i sagramenti sì dell'assoluzione, come dell'eucaristia, ritenendolo per ordinario suo confessore.
With modernised spelling:
... Stabilite le condizioni si venne al fatto; e il giorno diciasettesimo di giugno nell'anno 1654 uscita ella dalle sue stanze con abito, e con corteggio più che mai reale, come l'ultima funzione che doveva far da re[g]ina, nel gran portico del regio palazzo d'Upsalia assisa in trono e sotto un pomposo baldacchino, fe' leggere ad alta voce l'istrumento della sua donazione in favore di Carlo Gustavo quivi presente, cedendogli tutti i suoi regni; ed all'incontro in nome di lui fu letta una patente, in cui egli come nuovo re le obbligava tre isole, ed alcune entrate nella Pomerania, il cui annuo valore stimossi qual noi poco anzi accennammo, concorrendo a fermare il contratto per amendue le parti l'autorità degli stati.
Indi Cristina sorta in piè andossi spogliando di tutte le insegne regie, consegnandole ad una ad una a vari uffiziali secondo il rito; ed in fine quasi correggendo la lentezza de' serventi attoniti e trepidi, che le stavano intorno, si scinse con allegra franchezza in un tratto la veste di porpora, e comparve in abito di privata donzella.
Così diè fine a quel grand'atto, il quale però non fu il quinto di questo dramma maraviglioso; di poi, simulando malattie feminili, mostrò convenirle andare a' bagni di Spa ne' Paesi Bassi del re cattolico. Ma gli Svezzesi, a cui traspariva non so che di confuso arcano in queste azioni della re[g]ina, sotto specie di volerla accompagnar colà con l'armata, la rimovevano dal viaggio terrestre, ed allegando l'intrattabilità del mare, procrastinavano l'imbarcamento, finché passare la stagione di prender quell'acque al suo fonte; ond'ella, che sotto vari colori avea già mandati in Fiandra suoi libri, e sue pitture, quasi per legare acconciamente gli uni, e far le cornici alle altre, accompagnandovi ancora quanto in ascoso poté di gioie e d'argenti, prese occulta fuga su velocissimi cavalli, troncatasi la chioma, e in arnese maschile con pochi fidati valletti, senza però dichiarar mutamento di religione, ma sol vaghezza di libertà, onde potesse elegger la stanza a suo talento.
E dopo infiniti disagi, rischi, e stratagemmi si condusse ne' paesi del re cattolico. Posò dapprima in Anversa, e dimorovvi qualche mese, quando l'arciduca Leopoldo fratello di Cesare, e governatore di quelle provincie si trovava con alcuni principi, e col fiore della nobiltà all'assedio d'Arras, il quale di poi fu disciolto dall'esercito nemico francese, prima impresa del giovinetto re Luigi decimo quarto, che v'intervenne. Indi tornato l'arciduca in Brusselle, colà portossi ancora la re[g]ina incontrata, ed accolta con ogni maggior onoranza.
Giunse in quella città il giorno ventesimo quarto di dicembre dell'anno mille e sei cento cinquanta quattro, e la stessa notte abiurò segretamente l'eresia nella cappella dell'arciduca alla presenza sua, e di pochissimi principali ministri, che ne furono testimoni, e specialmente del Pimentelli, che dopo la rinunzia della re[g]ina era ito in Ispagna, e indi per lei ritornato in Fiandra col titolo stesso d'ambasciatore, riconducendo seco il Güemes in abito d'ecclesiastico secolare per valersene come di segretario delle ambasciate. In mano di questo, ch'era l'unico sacerdote ivi consapevole dell'affare, si fece l'atto, e parimente da lui ricevette la re[g]ina i sagramenti sì dell'assoluzione, come dell'eucaristia, ritenendolo per ordinario suo confessore.
French translation (my own):
... Une fois les conditions établies, l'affaire s'est produite; et le dix-septième jour de juin de l'année 1654, elle quitta ses appartements dans un habit et avec une suite plus royale que jamais, comme dernière fonction qu'elle devait remplir en tant que reine, dans le grand portique du palais royal d'Upsal, assise sur le trône et sous un baldaquin pompeux, elle fit lire à haute voix l'instrument de sa donation en faveur de Charles Gustave, qui y était présent, lui cédant tous ses royaumes; et d'autre part, on lisait un brevet en son nom, dans lequel il, en tant que nouveau roi, obligeait à ses trois îles, et quelques-unes entraient en Poméranie, dont il estimait la valeur annuelle comme nous l'avons mentionné plus haut, contribuant ainsi à mettre fin au contrat pour les deux parties ont l'autorité des états.
Alors Christine se leva, se spoliant tous les insignes royaux, les remettant un à un aux différents officiants selon le rite; et enfin, corrigeant presque la lenteur des serviteurs étonnés et tremblants qui l'entouraient, elle, avec une franchise allègre, ôta brusquement son vêtiment pourpre et parut dans l'habit d'une demoiselle privée.
Elle mit ainsi fin à ce grand acte, qui n'était cependant pas le cinquième de ce merveilleux drame; puis, en simulant des maladies féminines, elle montra qu'il convenait pour elle d'aller aux bains de Spa aux Pays-Bas du roi catholique. Mais les Suédois, qui percevaient quelque secret mystérieux dans les actions de la reine, sous prétexte de vouloir l'y accompagner avec l'armée, la retirèrent du voyage par terre et, alléguant la difficulté de la mer, ajournèrent l'embarquement jusqu'au passer de la saison de prélèvement de cette eau à sa source; sur quoi elle, qui sous diverses couleurs avait déjà envoyé ses livres et ses tableaux en Flandre, comme pour bien relier les uns et fabriquer les cadres des autres, les accompagnant aussi de bijoux cachés et d'argent autant qu'elle le pouvait, prit une secrète fuite sur des chevaux très véloces, après avoir coupé ses cheveux et en tenue masculine avec quelques valets de confiance, sans toutefois déclarer un changement de religion, mais seulement un désir de liberté, pour qu'elle puisse choisir la chambre à sa guise.
Et, après des épreuves, des risques et des stratagèmes infinis, elle se rendit sur les terres du roi catholique. Elle s'établit d'abord à Anvers et y resta quelques mois, lorsque l'archiduc Léopold, frère de César et gouverneur de ces provinces, se trouvait avec quelques princes et avec la fleur de la noblesse au siège d'Arras, qui fut plus tard dissoute par l'armée ennemie française, premier exploit du jeune roi Louis XIV, qui intervint. Puis l'archiduc revint à Bruxelles, où il emmena de nouveau la reine, qu'il avait rencontrée et accueillie avec le plus grand honneur.
Elle arriva dans cette ville le 24 décembre 1654 et, la même nuit, elle abjura secrètement l'hérésie dans la chapelle de l'archiduc, en présence de lui-même et de quelques ministres principaux, témoins, et surtout du Pimentel, qui, après la renonciation de la reine, était parti en Espagne et était ensuite revenu pour elle en Flandre avec le titre même d'ambassadeur, ramenant avec lui Güemes en habit d'ecclésiastique laïc pour l'utiliser comme secrétaire des ambassades. C'est entre les mains de celui-ci, qui était le seul prêtre au courant de l'affaire, que l'acte fut accompli et que la reine reçut aussi de lui les sacrements de l'absolution et de l'eucharistie, le considérant comme son confesseur ordinaire.
Swedish translation (my own):
... När förutsättningarna väl hade fastställts inträffade saken; och den sjuttonde juni, år 1654, lämnade hon sina rum i klänning och med ett följe mer kungligt än någonsin, som den sista funktion hon hade att fullgöra som drottning, i den stora portiken i det kungliga slottet i Uppsala, sittande på tronen och under en pompös baldakin, lät hon läsa upp instrumentet för hans donation till förmån för Karl Gustav, som var närvarande där, överlämnande åt honom alla hennes rike; och å andra sidan lästes ett patent i hans namn, i vilket han som ny konung förpliktade hennes tre öar, och några inträdde i Pommern, vars årliga värde han uppskattade som vi tidigare nämnt, hjälpte till att stoppa kontraktet för båda parter Ständernas myndighet.
Då reste sig Kristina, klädde av sig alla de kungliga insignierna, överlämnade dem en efter en till olika ämbetsmän enligt riten; och slutligen, när hon nästan korrigerade långsamheten hos de förvånade och darrande tjänarna som fanns omkring henne, tog hon plötsligt av sig sin purpurfärgade dräkt med glad uppriktighet och dök upp i en privat jungfrus klänning.
Därmed satte hon stopp för den stora akten, som dock inte var den femte i detta förunderliga drama; sedan, genom att simulera kvinnliga sjukdomar, visade hon att det var lämpligt för henne att gå till den katolske konungens bad i Spa i Nederländerna. Men svenskarna, som uppfattade någon mystisk hemlighet i dessa drottningens handlingar, under sken av att vilja följa med henne dit med armén, avlägsnade henne från färden över land och, med påstående om havets svårhanterlighet, uppsköt ombordtagningen tills förbigången av säsongen då vattnet togs från dess källa; varpå hon, som under olika färger redan hade skickat sina böcker och sina målningar till Flandern, som för att ordentligt binda ihop dem och göra ramarna åt de andra, även åtfölja dem i dolda juveler och silver så mycket hon kunde, tog en hemlig flykt på mycket snabba hästar, efter att ha klippt håret och i manlig klädsel med några betrodda betjänter, dock utan att förklara religionsbyte, utan endast en önskan om frihet, så att hon kunde välja rummet som hon ville.
Och efter oändliga svårigheter, risker och lister tog hon sig själv till den katolske konungens land. Hon bosatte sig först i Antwerpen och stannade där i några månader, när ärkehertigen Leopold, kejsarens bror och guvernör i dessa provinser, var med några furstar och med adelns blomma vid belägringen av Arras, som senare upplöstes av den franska fiendearmén, den unge konung Ludvig XIV:s första bedrift, som ingrep. Sedan återvände ärkehertigen till Bryssel, där han åter tog drottningen, som han hade träffat och välkomnat med all ära.
Hon anlände till den staden den tjugofjärde december 1654, och samma natt avböjde hon i hemlighet kätteriet i ärkehertigens kapell i närvaro av honom själv och av ett mycket fåtal förnämsta ministrar, som var vittnen, och särskilt av Pimentel, som efter drottningens försakelse hade rest till Spanien och sedan återvänt för henne till Flandern med själva titeln ambassadör, och förde med sig Güemes tillbaka i en världslig kyrklig dräkt för att använda honom som sekreterare för ambassaderna. I händerna på denne, som var den ende prästen där med kännedom om affären, verkställdes dådet, och likaledes av honom mottog drottningen både absolutionens och nattvardens sakrament, och betraktade honom som sin vanlige biktfader.
English translation (my own):
... Once the conditions had been established, the matter occurred; and on the seventeenth day of June, in the year 1654, she left her rooms in a dress and with a retinue more royal than ever, as the last function she had to perform as Queen, in the great portico of the royal palace of Uppsala, seated on the throne and under a pompous baldaquin, she had the instrument of his donation read aloud in favour of Karl Gustav, who was present there, ceding to him all her kingdoms; and on the other hand a patent was read in his name, in which he as the new king obligated to her three islands, and some entered into Pomerania, the annual value of which he estimated as we mentioned earlier, helping to stop the contract for both parties the authority of the states.
Then Kristina got up, stripping off all the royal insignia, handing them over one by one to various officials according to the rite; and finally, almost correcting the slowness of the astonished and trembling servants who were around her, she, with cheerful frankness, suddenly took off her purple robe and appeared in the dress of a private maiden.
Thus she put an end to that great act, which, however, was not the fifth of this marvelous drama; then, by simulating female illnesses, she showed that it was appropriate for her to go to the baths of Spa in the Netherlands of the Catholic King. But the Swedes, who perceived some mysterious secret in these actions of the Queen, under the guise of wanting to accompany her there with the army, removed her from the journey overland and, alleging the intractability of the sea, postponed the embarkation until the passing of the season of taking that water from its source; whereupon she, who under various colours had already sent her books and her paintings to Flanders, as if to properly bind the ones and make the frames for the others, also accompanying them in hidden jewels and silver as much as she could, took a secret flight on very fast horses, having cut off her hair, and in masculine dress with a few trusted valets, without, however, declaring a change of religion, but only a desire for freedom, so that she could choose the room as she pleased.
And, after infinite hardships, risks, and stratagems, she took herself to the lands of the Catholic King. She first settled in Antwerp and remained there for a few months, when the Archduke Leopold, the brother of the Caesar, and governor of those provinces, was with some princes and with the flower of the nobility at the siege of Arras, which was later dissolved by the French enemy army, the first exploit of the young King Louis XIV, who intervened. Then the Archduke returned to Brussels, where he took the Queen once again, whom he had met and welcomed with every most great honour.
She arrived in that city on the twenty-fourth of December of the 1654, and on the same night she secretly abjured the heresy in the Archduke's chapel in the presence of himself and of a very few principal ministers, who were witnesses, and especially of Pimentel, who, after the Queen's renunciation, had gone to Spain and then returned for her to Flanders with the very title of ambassador, bringing Güemes back with him in the garb of a secular ecclesiastic to use him as secretary of the embassies. In the hands of this, who was the only priest there aware of the affair, the deed was carried out, and likewise from him the Queen received the sacraments of both absolution and the Eucharist, considering him as her ordinary confessor.
Notes: Kristina's abdication took place on June 6/16, not June 7/17.
svezzesi = svedesi.
Archduke Leopold = Leopold Wilhelm of Austria. Kristina's private conversion ceremony took place in his chapel at the Palace of Coudenberg in Brussels (then part of the Spanish Netherlands).
The Caesar = the Holy Roman Emperor (who at this point was Ferdinand III).
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