Source:
Delle relazioni di Cristina di Svezia col principi Estensi, article written by Marquis Cesare Campori for Atti e memorie delle RR. deputazioni di storia Patria per le provincie dell'Emilia, volume 2, pages 227 to 230, 1877
The letter:
Sereniss.mo Duca. — Ho desiderato nel mio passaggio potermi vedere con V. A. ma per essersi ella discostata da Castel S. Gio. e portatasi ad assediare Alessandria, m'è convenuto pigliar l'altra strada a fine di non pregiudicare i miei disegni col farmi immaturamente conoscere diffidente degli Spagnuoli: quest'istesso riguardo m'ha ritenuta ancora in Piemonte d'inviar nuovo Gentilhuomo a V. A. a trattar di negozio, non potendo colorirne la spedizione col pretesto del complimento, giachè questo era già stato fatto dal Conte di Cacherano, che ottenne passaporto dal Conte di Fuensaldagna. Mi son ben consolata, che havendo in passando per gli Stati dell'A. V. tenuto proposito in ordine all'intrapresa di Napoli col S.r Card.le suo fratello possa verisimilmente l'Em.za sua haverle scritto la mia ferma applicazione in ciò, et il motivo principale, che da questa mi veniva di ritornarmene in Francia. Qui giunta mi è parso trattenermi in Lione et inviar avanti (come ho fatto) persona espressa a passare in mio nome gl'officii convenevoli col Rè Cristianissimo e col Sig.r Cardinal Mazzarino, et a concertare precisamente con questo l'essecutione dell'attacco. Tengo risposta di S. Em.za, che quanto all'armamento di mare tutto sarà pronto: ma che giudicandosi necessario ancora un corpo di gente, che in tempo proporzionato passi per terra, fà di mestieri trattarne con l'A. V. e regolarsi con gl'andamenti della Campagna. Io che già con mio gusto haveva antiveduta la ponderatione del Sig.r Card.le diedi ordine al mio Gentilhuomo di riferire a S. Em.za com'io mi ripromettevo dall'A. V. un concorde volere: così havendomi dato campo di credere le cortesi espressioni, ch'ella si compiacque fare in questo proposito al Marchese Monaldeschi in Parigi, e quelle poi, che in termini più precisi, rinovò col Marchese Santinelli allora che ritornando di Francia fù dall'A. V. accertato, che non solo sarebbe stata ad accompagnarmi nella marcia verso Regno con mille cinquecento cavalli, e mille fanti che per quest'effetto mi venivano promessi dal Sig.r Card.l Mazzarino, ma che desiderava l'ordine del Rè più amplo, per potermi favorire con numero molto maggiore. Non dubito punto adesso che siamo vicini al caso, di non ritrovare nell'A. V. i sentimenti medesimi, e perchè mi sono strettamente a cuore i suoi proprij particolari acquisti e vantaggi, fò riflessione a questi e giudico ch'ella debba tanto più concorrervi, quanto che strettissima relatione hanno insieme i disegni che s'intraprendono nello Stato di Milano, e nel Regno di Napoli; dove portandosi felicemente le nostre armi, ne viene in conseguenza, che pieghino ancore quelle, che ci si oppongono in Lombardia. Che questa felicità ci sia probabilmente promessa dalle congiunture presenti, è cosa per mio parere assai chiara. Si ritrovano i Principi tutti d'Italia, o per le spese delle peste o per altro impegno inhabili ad aiutar gli Spagnuoli, nè con forze aperte, nè con occulte assistenze di monete: onde non mai è per ritrovarsi una congiuntura si bella, et un più sicuro, e non contrastato passaggio. Aggiungo a tutto ciò, che si trova il Regno di Napoli afflitto dal contagio passato, mal contento della dominazione Spagnuola, disarmato, e talmente in sconcerto che non bastano tutti gli ordini dei Vice Rè a reprimere un Capo bandito, che scorre con quattrocento huomini nell'Abruzzo introducendo la militar disciplina ne' suoi seguaci, e facendo ad uso di guerra contribuire i luoghi per dove passa. Ma per venire su questa materia anco più alle strette, consideri l'A. V. che i mali humori che vi si covano, e le particolari intelligenze e trattati, che vi tengo, hanno saputo obbligarmi a volervi contribuire del mio proprio denaro, come ho scritto alla Corte, et a far dui viaggi di questa sorte, e quest'ultimo non senza grande apprensione rispetto al passaggio nel Milanese. Passo adesso a considerare lo stato dell'armi Francesi in Italia. Sento che sia disciolto l'assedio d'Alessandria costantemente difesa, e dal nostro canto con poca fanteria travagliata. Sento ancora però che ne sia succeduto il ritiro senza perdita, o disordine alcuno; sì che fatto conto del danno, che con tanta riputatione di V. A. riceverono li Spagnuoli, allora che tentarono di sforzare le linee; e fatto ancora scandaglio, che noi abondiamo di Cavalleria, si può concludere, che rimangono V. A. et il Sig. Principe di Contij tuttavia più forti di loro in campagna, ammetto dunque il campeggiamento felice: e tale con tutto l'animo gle lo desidero, ma come acquartierati poi nello Stato: a mira dunque di sgravar queste Province della Bressa, del Delfinato e Provenza, meglio è portar buona parte della Cavalleria medesima all'invasione d'un Regno aperto, e dove io posso assicurarmi di fermare il piede, massime col beneficio dell'armata maritima che al punto istesso mi provederà dell'infanteria e del Cannone. Non credo che mi si debba oppenere rispondendo che il Conte di Fuensaldagna possa seguitare alla coda, o vantaggiosamente combattere l'altra parte del nostro esercito, quando questo facesse fronte così diminuito, perchè io so bene, che gli Spagnuoli hanno poca Cavalleria, nè devono scostarsi dalle fortezze alle quali hanno tolta buona parte di guarnigione e restano ogni giorno più scemati degl'Alemanni, oltre che costando parte delle loro truppe de' medesimi paesani, questi più volontieri s'adoprano nel soccorso e difesa delle piazze, e dello Stato, che non s'adoprarebbero nel fargli seguitare chi camina per altra strada, o nel fargli investire in campagna aperta un essercito tutto feroce com'è il Francese, solito a desiderare il cimento della battaglia, perchè è anche solito a riportarne quelle vittorie, che troppo temute dalla parte contraria saranno sempre sfuggite.
Non lascio ancor di pensare che se riflette l'A. V. alla futura Campagna sul Milanese, e desidera non rimaner per quel tempo priva delle truppe, che hora le chiedo, ciò può bene accordarsi; e se bene la marcia dal Regno allo Stato di Milano riuscirà un poco più lunga, che non riuscirebbe di qui, pur considerate le migliori condizioni del viaggio, giachè non si hanno a ripassar sempre i monti, et alcune altre circostanze, che vanno unite a questa riflessione, voglio credere persuasa l'A. V. ad approvare per miglior partito il primo, cavandosene per lei il gran vantaggio della diversità di tutti i soccorsi, che dal Regno si tramandano sul Milanese. Mi preme al maggior segno la prestezza della risposta; e per usar del mio canto ogni sollecitudine possibile spedisco in diligenza il Conte Lodovico Santinelli Capitano della mia guardia del Corpo, che partecipe del negotio discorrerà più distintamente in voce con V. A. i modi e il tempo di pratticar questo disegno, come ancora il passaggio della mia persona propria, et altre molte particolarità concernenti tutte alla buona condotta di quest'affare; che se camina a buon fine darà occasione all'A. V. di non pentirsi in havermi obligata, perchè gl'effetti mi dimostreranno strettissimamente congiunta nell'interesse della sua gloria e del suo utile, et ella medesima confessarà, che niuno m'avanzi in haver per lei una stima et una amicitia ben ferma e particolare, e resto
Di V.ra Alt.a
Aff.ma et Obb.ma
Christina Alessandra.
Lione 25 Agosto 1657.
Di V.ra Alt.a
Aff.ma et Obb.ma
Christina Alessandra.
Lione 25 Agosto 1657.
With modernised spelling:
Serenissimo duca,
Ho desiderato nel mio passaggio potermi vedere con Vostra Altezza, ma per essersi ella discostata da Castel San Giovanni e portatasi ad assediare Alessandria, m'è convenuto pigliar l'altra strada a fine di non pregiudicare i miei disegni col farmi immaturamente conoscere diffidente degli Spagnuoli. Quest'istesso riguardo m'ha ritenuta ancora in Piemonte d'inviar nuovo gentiluomo a Vostra Altezza a trattar di negozio, non potendo colorirne la spedizione col pretesto del complimento, giacché questo era già stato fatto dal conte di Cacherano, che ottenne passaporto dal conte di Fuensaldaña.
Ho desiderato nel mio passaggio potermi vedere con Vostra Altezza, ma per essersi ella discostata da Castel San Giovanni e portatasi ad assediare Alessandria, m'è convenuto pigliar l'altra strada a fine di non pregiudicare i miei disegni col farmi immaturamente conoscere diffidente degli Spagnuoli. Quest'istesso riguardo m'ha ritenuta ancora in Piemonte d'inviar nuovo gentiluomo a Vostra Altezza a trattar di negozio, non potendo colorirne la spedizione col pretesto del complimento, giacché questo era già stato fatto dal conte di Cacherano, che ottenne passaporto dal conte di Fuensaldaña.
Mi son ben consolata che, avendo in passando per gli stati dell'Altessa Vostra tenuto proposito in ordine all'intrapresa di Napoli col signor cardinale, suo fratello, possa verisimilmente l'Eminenza Sua averle scritto la mia ferma applicazione in ciò ed il motivo principale che da questa mi veniva di ritornarmene in Francia. Qui giunta mi è parso trattenermi in Lione et inviar avanti (come ho fatto) persona espressa a passare in mio nome gl'uffizi convenevoli col Re Cristianissimo e col signor cardinal Mazzarino, et a concertare precisamente con questo l'esecuzione dell'attacco. Tengo risposta di Sua Eminenza che quanto all'armamento di mare tutto sarà pronto, ma che, giudicandosi necessario ancora un corpo di gente, che in tempo proporzionato passi per terra, fa di mestieri trattarne con l'Altessa Vostra e regolarsi con gl'andamenti della campagna.
Io, che già con mio gusto aveva antiveduta la ponderazione del signor cardinale diedi ordine al mio gentiluomo di riferire a Sua Eminenza com'io mi ripromettevo dall'Altessa Vostra un concorde volere, così avendomi dato campo di credere le cortesi espressioni ch'ella si compiacque fare in questo proposito al marchese Monaldeschi in Parigi, e quelle poi, che in termini più precisi, rinovò col marchese Santinelli allora che ritornando di Francia fu dall'Altessa Vostra accertato, che non solo sarebbe stata ad accompagnarmi nella marcia verso regno con mille cinquecento cavalli e mille fanti che per quest'effetto mi venivano promessi dal signor cardinal Mazzarino, ma che desiderava l'ordine del re più amplo, per potermi favorire con numero molto maggiore.
Non dubito punto adesso che siamo vicini al caso, di non ritrovare nell'Altessa Vostra i sentimenti medesimi, e perché mi sono strettamente a cuore i suoi propri particolari acquisti e vantaggi, fo riflessione a questi e giudico ch'ella debba tanto più concorrervi, quanto che strettissima relazione hanno insieme i disegni che s'intraprendono nello Stato di Milano e nel regno di Napoli; dove, portandosi felicemente le nostre armi, ne viene in conseguenza che pieghino ancore quelle, che ci si oppongono in Lombardia, che questa felicità ci sia probabilmente promessa dalle congiunture presenti, è cosa per mio parere assai chiara. Si ritrovano i principi tutti d'Italia, o per le spese delle peste o per altro impegno inabili ad aiutar gli Spagnuoli, nè con forze aperte, nè con occulte assistenze di monete, onde non mai è per ritrovarsi una congiuntura si bella ed un più sicuro, e non contrastato passaggio.
Aggiungo a tutto ciò che si trova il regno di Napoli afflitto dal contagio passato, mal contento della dominazione Spagnuola, disarmato, e talmente in sconcerto che non bastano tutti gli ordini dei viceré a reprimere un capo bandito, che scorre con quattrocento uomini nell'Abruzzo, introducendo la militar disciplina ne' suoi seguaci e facendo ad uso di guerra contribuire i luoghi per dove passa. Ma per venire su questa materia anco più alle strette, consideri l'Altessa Vostra che i mali umori che vi si covano, e le particolari intelligenze e trattati che vi tengo, hanno saputo obbligarmi a volervi contribuire del mio proprio denaro, come ho scritto alla Corte ed a far dui viaggi di questa sorte, e quest'ultimo non senza grande apprensione rispetto al passaggio nel Milanese. Passo adesso a considerare lo stato dell'armi francesi in Italia.
Sento che sia disciolto l'assedio d'Alessandria costantemente difesa, e dal nostro canto con poca fanteria travagliata. Sento ancora però che ne sia succeduto il ritiro senza perdita, o disordine alcuno; sì che fatto conto del danno, che con tanta riputazione di Vostra Altezza riceverono li Spagnuoli, allora che tentarono di sforzare le linee; e fatto ancora scandaglio che noi abbondiamo di cavalleria, si può concludere che rimangono Vostra Altezza et il signor principe di Conti tuttavia più forti di loro in campagna, ammetto dunque il campeggiamento felice, e tale con tutto l'animo gle lo desidero, ma come acquartierati poi nello Stato.
A mira dunque di sgravar queste province della Bressa, del Delfinato e Provenza, meglio è portar buona parte della cavalleria medesima all'invasione d'un regno aperto, e dove io posso assicurarmi di fermare il piede, massime col beneficio dell'armata maritima che al punto istesso mi provederà dell'infanteria e del cannone. Non credo che mi si debba oppenere rispondendo che il conte di Fuensaldaña possa seguitare alla coda, o vantaggiosamente combattere l'altra parte del nostro esercito, quando questo facesse fronte così diminuito, perchè io so bene, che gli Spagnuoli hanno poca cavalleria, nè devono scostarsi dalle fortezze alle quali hanno tolta buona parte di guarnigione e restano ogni giorno più scemati degl'Alemanni, oltre che costando parte delle loro truppe de' medesimi paesani, questi più volontieri s'adoprano nel soccorso e difesa delle piazze, e dello Stato, che non s'adoprarebbero nel fargli seguitare chi camina per altra strada, o nel fargli investire in campagna aperta un essercito tutto feroce com'è il francese, solito a desiderare il cimento della battaglia, perché è anche solito a riportarne quelle vittorie che troppo temute dalla parte contraria saranno sempre sfuggite.
Non lascio ancor di pensare che se riflette l'Altessa Vostra alla futura campagna sul milanese, e desidera non rimaner per quel tempo priva delle truppe che ora le chiedo, ciò può bene accordarsi; e se bene la marcia dal regno allo Stato di Milano riuscirà un poco più lunga, che non riuscirebbe di qui, pur considerate le migliori condizioni del viaggio, giachè non si hanno a ripassar sempre i monti ed alcune altre circostanze che vanno unite a questa riflessione, voglio credere persuasa l'Altessa Vostra ad approvare per miglior partito il primo, cavandosene per lei il gran vantaggio della diversità di tutti i soccorsi, che dal regno si tramandano sul milanese.
Mi preme al maggior segno la prestezza della risposta, e per usar del mio canto ogni sollecitudine possibile spedisco in diligenza il conte Ludovico Santinelli, capitano della mia guardia del corpo, che partecipe del negozio discorrerà più distintamente in voce con Vostra Altezza i modi e il tempo di praticar questo disegno, come ancora il passaggio della mia persona propria ed altre molte particolarità concernenti tutte alla buona condotta di quest'affare; che se camina a buon fine darà occasione all'Altessa Vostra di non pentirsi in avermi obbligata, perché gl'effetti mi dimostreranno strettissimamente congiunta nell'interesse della sua gloria e del suo utile, ed ella medesima confessarà che niuno m'avanzi in aver per lei una stima ed una amicizia ben ferma e particolare, e resto
di Vostra Altezza
affettuosissima ed obbligatissima
Cristina Alessandra.
Lione, 25 agosto 1657.
French translation (my own):
Sérénissime duc,
En chemin, je voulais pouvoir rencontrer Votre Altesse, mais comme vous avez quitté château Saint-Jean et êtes allé assiéger Alexandrie, il m'a été commode de prendre l'autre route pour ne pas compromettre mes projets en me faisant appeler immaturement méfiant envers les Espagnols. Cette même considération m'a aussi dissuadé dans le Piémont d'envoyer un nouveau gentilhomme à Votre Altesse pour discuter de la question, ne pouvant colorer l'expédition du prétexte du compliment, puisque cela avait déjà été fait par le comte de Cacherano, qui a obtenu un passeport du comte de Fuensaldaña.
En chemin, je voulais pouvoir rencontrer Votre Altesse, mais comme vous avez quitté château Saint-Jean et êtes allé assiéger Alexandrie, il m'a été commode de prendre l'autre route pour ne pas compromettre mes projets en me faisant appeler immaturement méfiant envers les Espagnols. Cette même considération m'a aussi dissuadé dans le Piémont d'envoyer un nouveau gentilhomme à Votre Altesse pour discuter de la question, ne pouvant colorer l'expédition du prétexte du compliment, puisque cela avait déjà été fait par le comte de Cacherano, qui a obtenu un passeport du comte de Fuensaldaña.
Je suis bien consolée d'avoir parcouru les états de Votre Altesse, d'avoir fait des projets concernant l'entreprise de Naples avec Monseigneur le cardinal, votre frère. Votre Éminence vous a peut-être écrit mon ferme engagement en ce sens et la raison principale qui m'a conduit à revenir en France. Arrivée ici, il m'a semblé que je resterais à Lyon et enverrais (comme je l'ai fait) une personne expresse pour accomplir les devoirs formels en mon nom auprès du Roi Très Chrétien et de Monseigneur le cardinal Mazarin, et pour concerter précisément avec lui l'exécution de l'attaque. J'ai une réponse de Son Eminence que, en ce qui concerne l'armement de mer, tout sera prêt, mais que, comme on estime encore nécessaire d'avoir un corps de personnes qui passera à terre en temps voulu, il est nécessaire d'en discuter avec Votre Altesse et de régler le déroulement de la campagne.
Moi qui, à mon goût, avais déjà prévu la considération de Monseigneur le cardinal, j'ai donné ordre à mon gentilhomme de rapporter à Son Éminence comment je m'étais promise un vœu unanime de Votre Altesse, m'ayant ainsi donné l'occasion de croire aux expressions courtoises qui plaisaient vous d'en faire part au marquis Monaldeschi à Paris, puis, en termes plus précis, il le renouvela avec le marquis Santinelli lorsque, à son retour de France, Votre Altesse s'assura que non seulement elle m'accompagnerait dans le voyage, marche vers le royaume avec mille cinq cents chevaux et mille fantassins qui m'étaient promis à cet effet par Monseigneur le cardinal Mazarin, mais qui désirait que l'ordre du roi soit plus grand, afin de pouvoir me favoriser d'un nombre beaucoup plus grand.
Maintenant que nous sommes près de l'affaire, je ne doute pas que je ne retrouverai pas les mêmes sentiments chez Votre Altesse, et parce que je suis très préoccupée de ses acquisitions et de ses avantages particuliers, j'y réfléchis et je juge qu'elle doit contribuer pour eux d'autant plus que les projets entrepris dans l'État de Milan et dans le Royaume de Naples ont une relation très étroite; où, portant joyeusement nos armes, la conséquence est que ceux qui s'opposent à nous en Lombardie sont également vaincus, et que ce bonheur nous est probablement promis par les circonstances présentes, c'est, à mon avis, une chose très claire. Tous les princes d'Italie se trouvent, soit à cause des coûts de la peste, soit à cause d'autres engagements, incapables d'aider les Espagnols, soit avec des forces ouvertes, soit avec une aide cachée en pièces de monnaie, il n'est donc jamais possible de trouver une si belle situation et un passage plus sûr et incontesté.
J'ajoute à tout cela que le royaume de Naples est affligé de la contagion passée, mécontent de la domination espagnole, désarmé et si déconcerté que tous les ordres des vice-rois ne suffisent pas à réprimer un chef de bandit qui afflue avec quatre cents hommes dans Abruzzes, introduisant la discipline militaire parmi ses partisans et faisant en sorte que les lieux qu'il traverse contribuent à l'usage de la guerre. Mais pour y aller de plus près, considérez, Votre Altesse, que les mauvaises humeurs qui s'y couvent, et les intelligences et traités particuliers que j'y détiens, ont pu m'obliger à vouloir l'apporter mon propre argent, comme je l'ai écrit à la cour et de faire deux voyages de ce genre, et ce dernier non sans une grande appréhension quant au passage vers la région milanaise. Passons maintenant à l’état des armes françaises en Italie.
Je sens que le siège d'Alexandrie, constamment défendu et de notre côté avec une infanterie peu troublée, a été levé. Cependant, j'ai toujours l'impression que le retrait s'est produit sans aucune perte ni désordre; de sorte qu'après avoir pris en compte les dégâts que les Espagnols ont reçus avec une si grande réputation pour Votre Altesse, lorsqu'ils ont tenté de forcer les lignes; et ayant examiné aussi le fait que nous abondons en cavalerie, on peut conclure que Votre Altesse et Monsieur le prince de Conti sont encore plus forts qu'eux dans la campagne, j'admets donc l'heureux campement, et je le souhaite de toutes mon âme, mais comme alors logés dans l'État.
Donc, dans le but de soulager ces provinces de Bressa, du Dauphiné et de Provence, il vaut mieux amener une bonne partie de la même cavalerie à l'invasion d'un royaume ouvert, et où je peux assurer que je peux arrêter mon pied, notamment avec au profit de l'armée maritime qui en même temps me fournira de l'infanterie et du canon. Je ne crois pas qu'il faille répondre en répondant que le comte de Fuensaldaña peut suivre en queue, ou combattre avantageusement l'autre partie de notre armée, lorsqu'elle se trouve face à un front si diminué, car je sais bien que les Espagnols ont peu de cavalerie, ils ne devraient pas non plus s'éloigner des forteresses dont ils ont enlevé une bonne partie de la garnison et restent chaque jour plus affaiblis que les Allemands, en plus de coûter une partie de leurs troupes aux mêmes paysans, ceux-ci se consacrent plus volontiers au sauvetage et défense des places, et de l'État, qui ne prendrait pas la peine de lui faire suivre quelqu'un qui voyage sur une autre route, ou de lui faire attaquer en rase campagne une armée très féroce comme le Français, qui a l'habitude du désire l'épreuve du combat, car il est aussi habitué à remporter ces victoires qui sont trop redoutées de l'autre côté et qui seront toujours esquivées.
Je ne laisse toujours pas penser que si Votre Altesse réfléchit à la future campagne sur les Milanais, et ne veut pas être privée pour ce temps des troupes que je lui demande maintenant, cela pourra bien être convenu; et bien que la marche du royaume à l'État de Milan soit un peu plus longue qu'elle ne le serait d'ici, même en considérant les meilleures conditions du voyage, puisqu'il n'est pas toujours nécessaire de passer par les montagnes et quelques autres circonstances qui doivent nécessairement s'ajouter à cette réflexion, je veux croire que Votre Altesse est persuadée d'approuver la première comme la meilleure option, obtenant pour elle le grand avantage de la diversité de toute l'assistance qui se transmet du royaume aux Milanais.
Je suis très soucieuse de la rapidité de la réponse, et pour user de mon côté avec toute la prudence possible, j'envoie une diligence du comte Louis Santinelli, capitaine de ma garde du corps, qui, prenant part à la transaction, discutera plus distinctement à voix haute avec Votre Altesse les manières et le temps de mettre ce dessein à exécution, ainsi que le passage de ma propre personne et bien d'autres détails tous relatifs à la bonne conduite de cette affaire; ce qui, en cas de succès, donnera à Votre Altesse l'occasion de ne pas se repentir de m'avoir obligé, car les effets me montreront très étroitement lié à l'intérêt de sa gloire et de son profit, et elle avouera elle-même que personne n'avancera en ayant pour elle une estime et une amitié bien fermes et particulières, et je reste
de Votre Altesse
la très affectionnée et très obligée
Christine Alexandra.
Lyon, le 25 août 1657.
de Votre Altesse
la très affectionnée et très obligée
Christine Alexandra.
Lyon, le 25 août 1657.
Swedish translation (my own):
Durchlauchtigaste hertig,
På min väg ville jag gärna kunna träffa Ers Höghet, men när Ni lämnade Castel San Giovanni och belägrade Alessandria, var det bekvämt för mig att ta den andra vägen för att inte äventyra mina planer genom att göra mig omoget känd som misstänksam mot spanjorerna. Samma övervägande avskräckte mig också i Piemonte från att skicka en ny herre till Ers höghet för att diskutera saken, utan att kunna färga expeditionen med komplimangens förevändning, eftersom detta redan hade gjorts av greven av Cacherano, som fick en passeport från greven av Fuensaldaña.
På min väg ville jag gärna kunna träffa Ers Höghet, men när Ni lämnade Castel San Giovanni och belägrade Alessandria, var det bekvämt för mig att ta den andra vägen för att inte äventyra mina planer genom att göra mig omoget känd som misstänksam mot spanjorerna. Samma övervägande avskräckte mig också i Piemonte från att skicka en ny herre till Ers höghet för att diskutera saken, utan att kunna färga expeditionen med komplimangens förevändning, eftersom detta redan hade gjorts av greven av Cacherano, som fick en passeport från greven av Fuensaldaña.
Jag är väl tröstad över att jag, efter att ha passerat genom Ers Höghets stater, har gjort planer angående Neapels åtagande med monsignor kardinalen, Er bror. Ers Eminens kan förmodligen ha skrivit till Er mitt fasta engagemang i detta och huvudorsaken till att detta ledde till att jag återvände till Frankrike. Efter att ha kommit hit har det förefallit mig som om jag skulle stanna i Lyon och skicka iväg (som jag har gjort) en uttrycklig person för att utföra de formella uppgifterna i mitt namn med den allrakristligaste konungen och med monsignor kardinal Mazarin, och för att konsertera precis med honom utförandet av attacken. Jag har ett svar från Hans Eminens att, vad beväpning av havet beträffar, kommer allt att vara klart, men att, eftersom det fortfarande anses nödvändigt att ha en grupp människor som kommer att passera på land i sinom tid, är det nödvändigt att diskutera det med Ers Höghet och reglera kampanjens framsteg.
Jag, som enligt min smak redan hade förutsett övervägandet av monsignor kardinalen, gav min herre order att rapportera till Hans Eminens hur jag lovade mig själv en enhällig önskan från Ers Höghet, och sålunda ha givit mig möjlighet att tro på de artiga uttryck som behagade Er att göra detta syfte till markisen Monaldeschi i Paris, och sedan, mer exakt, förnyade han det med markisen Santinelli när det vid återkomsten från Frankrike konstaterades av Ers Höghet att Ni inte bara skulle följa med mig på marschen mot konungariket med tusen femhundra hästar och tusen fotfolk som lovades mig för detta ändamål av monsignor kardinal Mazarin, utan som önskade att konungens order skulle vara större, för att kunna gynna mig med mycket större antal.
Nu när vi är nära fallet tvivlar jag inte på att jag inte kommer att finna samma känslor hos Ers Höghet, och eftersom jag är nära bekymrad över era egna särskilda förvärv och fördelar, reflekterar jag över dessa och jag bedömer att Ni bör bidra till dem desto mer som de projekt som genomförs i delstaten Milano och i konungariket Neapel har ett mycket nära samband där, lyckligt bärande våra vapen, konsekvensen är att de som motsätter oss i Lombardiet också besegras, och att denna lycka förmodligen lovas oss av de nuvarande omständigheterna är enligt min mening en mycket klar sak. Alla Italiens furstar finner sig själva, antingen på grund av kostnaderna för pesten eller på grund av andra åtaganden, oförmögna att hjälpa spanjorerna, vare sig med öppna krafter eller med dold hjälp av mynt, så det är aldrig möjligt att finna en så vacker situation och en säkrare, obestridd passage.
Jag tillägger till allt detta att konungariket Neapel är drabbat av den förflutna smittan, missnöjd med spansk dominans, obeväpnad och så förvirrad att alla vicekonungarnas order inte räcker för att förtrycka en banditledare som flyter med fyrahundra man in i Abruzzo, inför militär disciplin i sina anhängare och gör att platserna han passerar bidrar till användningen av krig. Men för att komma till denna fråga ännu närmare, betänk, Ers Höghet, att de dåliga humöret som kokar där, och de särskilda intelligenser och fördrag som jag har där, har kunnat tvinga mig att vilja bidra med mina egna pengar till Er, som jag skrev till hovet och att göra två resor av detta slag, och den senare inte utan stor oro angående passagen till Milanos området. Jag går nu vidare till att överväga tillståndet för franska vapen i Italien.
Jag känner att belägringen av Alessandria, ständigt försvarad och på vår sida med lite oroligt infanteri, har hävts. Jag känner dock fortfarande att tillbakadragandet har skett utan någon förlust eller störning; så att efter att ha tagit hänsyn till den skada som spanjorerna fick med ett så stort rykte för Ers Höghet, när de försökte tvinga fram linjerna; och efter att äfven undersökt det faktum, att vi överflöd av rytteri, kan man sluta sig till, att Ers Höghet och monsignor prinsen di Conti ännu äro starkare än dem på landsbygden, jag erkänner därför det lyckliga lägret, och jag önskar det av hela min själ, men som då hade sitt inkvartering i staten.
Därför, i syfte att avlasta dessa provinser Bressa, Dauphiné och Provence, är det bättre att ta med en stor del av samma kavalleri till invasionen av ett öppet konungarike, och där jag kan se till att jag kan stoppa min fot, särskilt med förmån för sjöarmén som han samtidigt skall förse mig med infanteri och kanon. Jag tror inte att det bör bemötas genom att svara att greven Fuensaldaña kan följa efter i svansen, eller med fördel bekämpa den andra delen av vår armé, när den står inför en så förminskad front, eftersom jag vet väl att spanjorerna har litet kavalleri, inte heller bör de flytta bort från de fästningar, från vilka de tagit bort en stor del av garnisonen och förbli varje dag mer försvagade än tyskarna, samt kosta en del av sina trupper från samma bönder, dessa ägna sig mer villigt åt räddningen och försvaret av torgen och av staten, som inte skulle göra sig besväret att få honom att följa någon, som färdas på en annan väg, eller att få honom att angripa på den öppna landsbygden en mycket våldsam armé som fransmannen, som är van att önska stridens prov, ty han också är van vid att vinna de segrar som är alltför fruktade på andra sidan att de alltid kommer att undvikas.
Jag lämnar fortfarande inte att tänka på att om Ers Höghet reflekterar över det framtida fälttåget på milaneserna och inte önskar att för den tiden berövas de trupper som jag nu ber Er om, så kan man väl komma överens om detta; och även om marschen från konungariket till Staten Milano kommer att bli något längre än den skulle bli härifrån, även med tanke på resans bättre förhållanden, eftersom man inte alltid behöver passera över bergen och några andra omständigheter som måste läggas till denna reflektion vill jag tro att Ers Höghet är övertygad om att godkänna det första som det bästa alternativet, och erhåller åt er den stora fördelen av mångfalden av all hjälp som överlämnas från konungariket till milaneserna.
Jag är mest bekymrad över svarens snabbhet, och för att använda min sida med all möjlig försiktighet, skickar jag in en flit greve Ludovico Santinelli, kapten på mitt livgarde, som, när han deltar i transaktionen, kommer att diskutera mer tydligt i rösten med Ers Höghet sätten och tiden för att omsätta denna dessäng i praktiken, såväl som min egen persons genomgång och många andra uppgifter som alla har att göra med det goda uppförandet av denna affär; vilket, om det lyckas, kommer att ge Ers Höghet möjlighet att inte ångra sig från att ha tvingat mig, eftersom effekterna kommer att visa mig vara mycket nära förenad i Er äras och Er vinsts intresse, och Ni själv kommer att bekänna att ingen kommer att gå framåt i att jag har för Er en väl fast och speciell aktning och vänskap, och jag förblir
Ers Höghets
tillgivnaste och mest förpliktade
Kristina Alexandra.
Lyon, den 25 augusti 1657.
Ers Höghets
tillgivnaste och mest förpliktade
Kristina Alexandra.
Lyon, den 25 augusti 1657.
English translation (my own):
Most Serene Duke,
On my way I wanted to be able to meet with Your Highness, but as you left Castel San Giovanni and went to besiege Alessandria, it was convenient for me to take the other route in order not to jeopardise my plans by making myself immaturely known as suspicious of the Spaniards. This same consideration also deterred me in Piedmont from sending a new gentleman to Your Highness to discuss the matter, not being able to colour the expedition with the pretext of the compliment, since this had already been done by the Count of Cacherano, who obtained a passport from the Count of Fuensaldaña.
On my way I wanted to be able to meet with Your Highness, but as you left Castel San Giovanni and went to besiege Alessandria, it was convenient for me to take the other route in order not to jeopardise my plans by making myself immaturely known as suspicious of the Spaniards. This same consideration also deterred me in Piedmont from sending a new gentleman to Your Highness to discuss the matter, not being able to colour the expedition with the pretext of the compliment, since this had already been done by the Count of Cacherano, who obtained a passport from the Count of Fuensaldaña.
I am well consoled that, having passed through Your Highness's states, I have made plans regarding the undertaking of Naples with Monsignor the Cardinal, your brother. Your Eminence may probably have written to you my firm commitment in this and the main reason that this led me to return to France. Having arrived here, it has seemed to me that I would stay in Lyons and send ahead (as I have done) an express person to carry out the formal duties in my name with the Most Christian King and with Monsignor the Cardinal Mazarin, and to concert precisely with him the execution of the attack. I have a reply from His Eminence that, as far as armament of the sea is concerned, everything will be ready, but that, as it is still deemed necessary to have a body of people who will pass on land in due time, it is necessary to discuss it with Your Highness and regulate the progress of the campaign.
I, who to my taste had already foreseen the consideration of Monsignor the Cardinal, gave orders to my gentleman to report to His Eminence how I promised myself a unanimous wish from Your Highness, thus having given me the opportunity to believe the courteous expressions that pleased you to make this purpose to the Marquis Monaldeschi in Paris, and then, in more precise terms, he renewed it with the Marquis Santinelli when, upon returning from France, it was ascertained by Your Highness that not only would you be accompanying me on the march towards the kingdom with a thousand five hundred horses and a thousand infantry which were promised to me for this purpose by Monsignor the Cardinal Mazarin, but who desired the King's order to be larger, in order to be able to favour me with much greater numbers.
Now that we are close to the case, I do not doubt that I will not find the same sentiments in Your Highness, and because I am closely concerned with your own particular acquisitions and advantages, I reflect on these and I judge that you should contribute to them all the more, as the projects undertaken in the State of Milan and in the Kingdom of Naples have a very close relationship; where, happily carrying our arms, the consequence is that those who oppose us in Lombardy are also defeated, and that this happiness is probably promised to us by the present circumstances is, in my opinion, a very clear thing. All the princes of Italy find themselves, either due to the costs of the plague or due to other commitments, unable to help the Spaniards, either with open forces or with hidden assistance of coins, so it is never possible to find such a beautiful situation and a more safe, uncontested passage.
I add to all this that the Kingdom of Naples is afflicted by the past contagion, discontent with Spanish domination, unarmed, and so disconcerted that all the orders of the viceroys are not enough to repress a bandit leader who is flowing with four hundred men into Abruzzo, introducing military discipline into his followers and making the places he passes through contribute to the use of war. But to come to this matter even more closely, consider, Your Highness, that the bad humours that are brewing there, and the particular intelligences and treaties that I hold there, have been able to force me to want to contribute my own money to you, as I wrote to the court and to make two journeys of this kind, and the latter not without great apprehension regarding the passage to the Milanese area. I now move on to consider the state of French arms in Italy.
I feel that the siege of Alessandria, constantly defended, and on our side with little troubled infantry, has been lifted. However, I still feel that the withdrawal has occurred without any loss or disorder; so that having taken into account the damage that the Spaniards received with such great reputation for Your Highness, when they attempted to force the lines; and having also examined the fact that we abound in cavalry, it can be concluded that Your Highness and Monsignor the Prince di Conti are still stronger than them in the countryside, I therefore admit the happy encampment, and I wish it so with all my soul, but as then headquartered in the State.
Therefore, with the aim of relieving these provinces of Bressa, Dauphiné and Provence, it is better to bring a good part of the same cavalry to the invasion of an open kingdom, and where I can ensure that I can stop my foot, especially with the benefit of the maritime army which at the same time he will provide me with infantry and cannon. I do not think it should be countered by replying that the Count of Fuensaldaña can follow in the tail, or advantageously fight the other part of our army, when it faces such a diminished front, because I know well that the Spaniards have little cavalry, nor should they move away from the fortresses from which they have taken away a good part of the garrison and remain every day more weakened than the Germans, as well as costing part of their troops from the same peasants, these more willingly dedicate themselves to the rescue and defense of the squares, and of the State, who would not take the trouble to make him follow someone who travels on another road, or to make him attack in the open countryside a very ferocious army like the Frenchman, who is accustomed to desire the test of battle, because he is also accustomed to winning those victories which are too feared on the other side they will always be dodged.
I still do not leave to think that if Your Highness reflects on the future campaign on the Milanese and does not wish to be deprived for that time of the troops that I am now asking of you, this can well be agreed upon; and although the march from the kingdom to the State of Milan will be a little longer than it would be from here, even considering the better conditions of the journey, since one does not always have to pass over the mountains and some other circumstances which must be added to this reflection, I want to believe that Your Highness is persuaded to approve the first as the best option, obtaining for you the great advantage of the diversity of all the assistance that is handed down from the kingdom to the Milanese.
I am most concerned about the promptness of the response, and to use my side with all possible care, I send in a diligence Count Ludovico Santinelli, captain of my bodyguard, who, taking part in the transaction, will discuss more distinctly in voice with Your Highness the ways and the time to put this design into practice, as well as the passage of my own person and many other particulars all relating to the good conduct of this affair; which, if successful, will give Your Highness the opportunity not to repent of having obliged me, because the effects will show me to be very closely linked in the interest of your glory and your profit, and you yourself will confess that no one will advance in my having for you a well firm and particular esteem and friendship, and I remain
Your Highness's
most affectionate and most obliged
Kristina Alexandra.
Lyons, August 25, 1657.
Your Highness's
most affectionate and most obliged
Kristina Alexandra.
Lyons, August 25, 1657.
Above: Kristina.
Above: Francesco I d'Este, Duke of Modena.
No comments:
Post a Comment