Sources:
Descrizione del primo viaggio fatto a Roma dalla regina di Svezia, Cristina Maria, convertita alla religione cattolica e delle accoglienze quivi avute sino alla sua partenza, pages 27 to 32, by Cardinal Sforza Pallavicino, published in 1838
Vita di Alessandro VII, volume 1, pages 354 to 356, by Cardinal Sforza Pallavicino, published in 1839
Above: Kristina.
The description:
Dopo l'abiurazione usava d'assister la reina occultamente alla messa del Guemes, e di prender per sua mano il Corpo del Signore, ma in palese celava con ogni studio d'esser cattolica; solo avea cura di soddisfare al debito della coscienza col non professarsi eretica in verun atto. Quindi fu, che di lei corresse dubbia e sinistra la fama, quasi in verità non tenesse veruna religione; e di luterana, ch'era dianzi creduta, si fosse scoperta per atea; veggendosi ch'ella non osservava l'antica setta, e non ne abbracciava altra nuova. Il qual concetto riceveva fomento da una certa sua libertà d'operare e di parlare non già empia, nè disonesta, ma niente religiosa o guardinga, usata quivi da lei per arte d'asconder la sua vera credenza, e per natura sì dello spirito maschile intollerante de' contegni donneschi, sì della condizione reale avvezza ad esser legge a se stessa, e a non apprenderla dagl'inferiori. Il che tutto si ascrivea dalla moltitudine a mancamento, non a celamento di pietà, mentre non vedeasi qual rispetto l'avesse potuta ritenere dal dichiarare d'esser cattolica, quando già era in paese cattolico, se non il non essere veramente cattolica. Ma è temerario il giudizio umano mentre condanna un fatto, perchè non inscorgendone esso l'onesta cagione, arguisce per certo che non vi sia: avvenga che innummerabili sono i casi, ne' quali se un uomo potesse manifestare tutto il suo stato, e per qual ragione da lui si opera ciò, che soggiace al biasimo universale, gli si cambierebbe con altrui maraviglia il vituperio in commendazione. E quì è fondata la giustissima legge della natura, che a niun tribunale sia lecito il sentenziare contro il reo non udito. Era intenta la reina a far sì ch'ella non dovesse riuscir gravosa a veruno intorno al suo onorevol mantenimento, e perciò trattava di comporsi col re di Svezia in qualche gran somma di pecunia da pagarsele tutta insieme, assolvendolo con ciò per sempre dell'annua pensione de' dugento mila scudi; e divisava di metter poi quel danaro a frutto o in Roma, o in altro sicuro luogo. A quest'effetto ricopriva la sua vera religione, il cui palesamento arebbe impedito il disegno: e di tuttociò fece ella consapevole il re di Spagna.
Appena era pervenuta in Fiandra, che udì la disperata salute, e successivamente la morte del pontefice Innocenzo; il che la pose in grave pensiero, come sollecita del successore, dagli affetti e da' sensi del quale vedeva che dipenderebbe la sua futura tranquillità, e consolazione, atteso il fermo proponimento, benchè taciuto agli spagnuoli, di collocare la stanza in Roma. Indi risaputa sul fin d'aprile la creazione del nuovo papa Alessandro settimo già noto a lei per unico direttore di questa pratica, e per uomo d'incomparabil zelo e benignità, maravigliosamente allegrossi, parendole che in quella inaspettata elezione Iddio, fra gli altri rispetti, avesse ancora voluto rimunerar lei del gran sacrificio offertogli per abbracciar la sua fede. E più non tardò a pregar il re d'Ispagna, che partecipasse al pontefice tutto l'affare, com'erano tra lor convenuti. E quando s'avvisò che fosse trascorso tempo bastante al re per l'esecuzione, volle anch'essa scrivere una sua lettera quantunque breve, e per maniera di cenno al papa, la quale quasi insieme con quella del re gli capitasse, ed inviolla al Malines, che la rendette il primo giorno di luglio: ma come le operazioni di Spagna sempre son lente, assai tardò a sopravvenir l'altra del re Filippo. Il papa non rispose dirittamente alla reina sì perchè la sua lettera parlava corto, e non chiaro appieno, sì perchè non avendo ella infin allora riconosciuta esteriormente per madre la Chiesa, non poteva egli riconoscerla autenticamente per figliuola della Chiesa; ma diede al general della compagnia uno scritto di propria mano da mandarsi alla reina, ove mostrata una paterna allegrezza della sua conversione, dichiarava di voler, che innanzi a toccar lo stato ecclesiastico ne facesse atto solenne, perchè se le potessero usare le dovute accoglienze, intorno alle quali diceva che si fidasse pure di papa Alessandro, da cui sarebbe trattata, come a gran reina si conveniva.
All'entrar poi di settembre fu presentata al pontefice dall'ambasciator di Spagna la lettera del re cattolico segnata sotto il dì secondo d'agosto. Era ella di quasi due pagine, tutta di carattere regio, e vi si esprimeva, che lo stesso presentatore nulla saprebbe del contenuto. Significavasi in breve tutto il fatto della reina, nominandolo eroico; e 'l volere della medesima, ch'egli ne desse al pontefice la novella; onde e per la confidenza d'un tanto arcano, e per l'elezione di se in padrino di sì nobil rigenerazione, il re professavasi a lei sommamente obbligato. Appresso esponevasi il rispetto dell'indugio nella reina a pubblicarsi cattolica; e finalmente l'allegrezza del re in veder cominciarsi con auspicii di tanta gloria il ben avventuroso pontificato d'Alessandro.
With modernised spelling:
Dopo l'abiurazione usava d'assister la re[g]ina occultamente alla messa del Güemes e di prender per sua mano il Corpo del Signore, ma in palese celava con ogni studio d'esser cattolica; solo avea cura di soddisfare al debito della coscienza col non professarsi eretica in verun atto. Quindi fu, che di lei corresse dubbia e sinistra la fama, quasi in verità non tenesse veruna religione; e di luterana, ch'era dianzi creduta, si fosse scoperta per atea, veggendosi ch'ella non osservava l'antica setta, e non ne abbracciava altra nuova. Il qual concetto riceveva fomento da una certa sua libertà d'operare e di parlare non già empia, nè disonesta, ma niente religiosa o guardinga, usata quivi da lei per arte d'asconder la sua vera credenza, e per natura sì dello spirito maschile intollerante de' contegni donneschi, sì della condizione reale avvezza ad esser legge a se stessa, e a non apprenderla dagl'inferiori. Il che tutto si ascrivea dalla moltitudine a mancamento, non a celamento di pietà, mentre non vedeasi qual rispetto l'avesse potuta ritenere dal dichiarare d'esser cattolica, quando già era in paese cattolico, se non il non essere veramente cattolica.
Ma è temerario il giudizio umano mentre condanna un fatto, perché non inscorgendone esso l'onesta cagione, arguisce per certo che non vi sia; avvenga che innummerabili sono i casi, ne' quali se un uomo potesse manifestare tutto il suo stato, e per qual ragione da lui si opera ciò, che soggiace al biasimo universale, gli si cambierebbe con altrui maraviglia il vituperio in commendazione.
E qui è fondata la giustissima legge della natura, che a niun tribunale sia lecito il sentenziare contro il reo non udito. Era intenta la re[g]ina a far sì ch'ella non dovesse riuscir gravosa a veruno intorno al suo onorevol mantenimento, e perciò trattava di comporsi col re di Svezia in qualche gran somma di pecunia da pagarsele tutta insieme, assolvendolo con ciò per sempre dell'annua pensione de' dugento mila scudi; e divisava di metter poi quel danaro a frutto o in Roma, o in altro sicuro luogo. A quest'effetto ricopriva la sua vera religione, il cui palesamento arebbe impedito il disegno; e di tuttociò fece ella consapevole il re di Spagna.
Appena era pervenuta in Fiandra, che udì la disperata salute, e successivamente la morte del pontefice Innocenzo; il che la pose in grave pensiero, come sollecita del successore, dagli affetti e da' sensi del quale vedeva che dipenderebbe la sua futura tranquillità, e consolazione, atteso il fermo proponimento, benché taciuto agli Spagnuoli, di collocare la stanza in Roma. Indi risaputa sul fin d'aprile la creazione del nuovo papa Alessandro settimo già noto a lei per unico direttore di questa pratica, e per uomo d'incomparabil zelo e benignità, maravigliosamente allegrossi, parendole che in quella inaspettata elezione Iddio, fra gli altri rispetti, avesse ancora voluto rimunerar lei del gran sacrificio offertogli per abbracciar la sua fede. E più non tardò a pregar il re d'Ispagna, che partecipasse al pontefice tutto l'affare, com'erano tra lor convenuti.
E quando s'avvisò che fosse trascorso tempo bastante al re per l'esecuzione, volle anch'essa scrivere una sua lettera quantunque breve, e per maniera di cenno al papa, la quale quasi insieme con quella del re gli capitasse, ed inviolla al Malines, che la rendette il primo giorno di luglio; ma come le operazioni di Spagna sempre son lente, assai tardò a sopravvenir l'altra del re Filippo.
Il papa non rispose dirittamente alla re[g]ina si perché la sua lettera parlava corto, e non chiaro appieno, si perché non avendo ella infin allora riconosciuta esteriormente per madre la Chiesa, non poteva egli riconoscerla autenticamente per figliuola della Chiesa; ma diede al general della compagnia uno scritto di propria mano da mandarsi alla re[g]ina, ove mostrata una paterna allegrezza della sua conversione, dichiarava di voler, che innanzi a toccar lo Stato Ecclesiastico ne facesse atto solenne, perché se le potessero usare le dovute accoglienze, intorno alle quali diceva che si fidasse pure di papa Alessandro, da cui sarebbe trattata, come a gran re[g]ina si conveniva.
All'entrar poi di settembre fu presentata al pontefice dall'ambasciator di Spagna la lettera del re cattolico segnata sotto il dì secondo d'agosto. Era ella di quasi due pagine, tutta di carattere regio, e vi si esprimeva, che lo stesso presentatore nulla saprebbe del contenuto. Significavasi in breve tutto il fatto della re[g]ina, nominandolo eroico, e 'l volere della medesima, ch'egli ne desse al pontefice la novella, onde e per la confidenza d'un tanto arcano, e per l'elezione di se in padrino di sì nobil rigenerazione, il re professavasi a lei sommamente obbligato. Appresso esponevasi il rispetto dell'indugio nella re[g]ina a pubblicarsi cattolica; e finalmente l'allegrezza del re in veder cominciarsi con auspici di tanta gloria il ben avventuroso pontificato d'Alessandro.
French translation (my own):
Après son abjuration, la reine avait l'habitude d'assister secrètement à la messe de Güemes et de lui prendre le Corps du Seigneur des mains, mais elle cachait ouvertement et avec tous ses efforts qu'elle était catholique; elle seule avait soin de satisfaire la dette de la conscience en ne se déclarant hérétique en aucun acte. C'est ainsi que sa réputation devint douteuse et sinistre, presque comme si en vérité elle n'avait pas de religion et qu'elle, qu'on croyait auparavant luthérienne, s'était révélée athée, voyant qu'elle n'observait pas l'ancienne secte, et elle n'en a embrassé aucune nouvelle. Lequel concept était fomenté par sa certaine liberté d'agir et de parler, qui n'était ni impie ni malhonnête mais en aucun cas religieuse ou réservée, utilisée ici par elle comme un art de cacher sa véritable croyance, et par nature de l'esprit masculin intolérant au comportement féminin, et de la condition royale habituée à être une loi en soi et à ne pas l'apprendre des inférieurs.
Mais le jugement humain est téméraire lorsqu'il condamne un fait, car, ne voyant pas la cause honnête, il en déduit avec certitude qu’il n’existe pas. Il arrive qu'il y ait d'innombrables cas où, si un homme pouvait révéler tout son état, et pour quelle raison il le fait, qui est sujet au blâme universel, l'étonnement des autres changerait la vitupération en commendation.
Et ici est fondée la loi la plus juste de la nature, selon laquelle aucun tribunal n'est autorisé à prononcer une sentence contre un criminel inconnu. La reine avait l'intention de s'assurer qu'elle ne serait une charge pour personne en ce qui concerne son entretien honorable, et c'est pourquoi elle essayait de s'entendre avec le roi de Suède sur une grosse somme d'argent à payer en totalité, l'exonérant ainsi pour toujours de la pension annuelle de deux cent mille écus; et elle prévoyait ensuite de faire bon usage de cet argent soit à Rome, soit dans un autre endroit sûr. Sa véritable religion couvrait cet effet, dont la révélation aurait contrecarré son dessein; et elle fit connaître tout cela au roi d'Espagne.
A peine arrivée en Flandre, elle apprit la santé désespérée, puis successivement la mort du pape Innocent, ce qui la plongea dans de graves inquiétudes, sollicitées par son successeur, dont elle voyait dans les affections et les sens que dépendrait sa tranquillité future, et consolation, compte tenu de la ferme résolution, bien que gardée silencieuse envers les Espagnols, de coimplanter la salle à Rome. Puis, fin avril, elle apprit la création du nouveau pape Alexandre VII, qu'elle connaissait déjà comme l'unique directeur de ce cabinet, et comme un homme d'un zèle et d'une bienveillance incomparables, merveilleusement allègre, comme il semblait elle que dans cette élection inattendue, Dieu, entre autres égards, avait encore voulu la récompenser pour le grand sacrifice qui lui avait été offert pour embrasser sa foi. Et elle ne tarda pas à prier le roi d'Espagne de partager toute l'affaire avec le pape, comme ils en étaient convenus.
Et lorsqu'elle réalisa que suffisamment de temps s'était écoulé pour que le roi procède à l'exécution, elle voulut aussi écrire sa propre lettre, quoique brève, et comme signe au pape, qui arriverait presque avec celle du roi, et l'envoya à Malines, qui le livra le premier jour de juillet; mais comme les opérations espagnoles sont toujours lentes, l'autre du roi Philippe mit longtemps à arriver.
Le pape ne pas répondit directement à la reine, à la fois parce que sa lettre était courte et pas tout à fait claire, et parce que, n'ayant pas jusqu'alors reconnu extérieurement l'Église comme sa mère, il ne pouvait pas authentiquement la reconnaître comme la fille de l'Église; mais il remit au général de la compagnie un écrit de sa main à envoyer à la reine, où, montrant une joie paternelle de sa conversion, il déclara son désir qu'avant de toucher à l'État ecclésiastique, il en fasse un acte solennel, afin qu'elle puisse recevoir l'accueil nécessaire, autour duquel elle dit qu'elle faisait également confiance au pape Alexandre, par qui elle serait traitée comme il convient à une grande reine.
Au début du mois de septembre, la lettre du roi catholique, marquée le deuxième jour du mois d'août, fut présentée au pontife par l'ambassadeur d'Espagne. Il faisait près de deux pages, entièrement de caractère royal, et s'exprimait de telle manière que le présentateur lui-même n'en savait rien du contenu. Tout l'acte de la reine fut brièvement expliqué, le nommant héroïque, et son désir qu'il en donne la nouvelle au pontife, par quoi, à la fois pour la confiance d'un tel secret et pour l'élection de lui-même comme parrain d'une si noble régénération, le roi se déclara extrêmement obligé envers elle. Ensuite, le respect de la reine pour le retard pris à devenir catholique fut expliqué; et enfin la joie du roi de voir commencer sous de si glorieux auspices l'aventureux pontificat d'Alexandre.
Swedish translation (my own):
Efter hennes avsvärjelse brukade drottningen i hemlighet delta i mässan med Güemes och ta Herrens lekamen ur hans hand, men hon dolde öppet med alla ansträngningar att hon var katolik; hon ensam passade på att tillfredsställa samvetsskulden genom att inte bekänna sig som kättare i någon handling. Så det var så att hennes rykte blev tvivelaktigt och olycksbådande, nästan som om hon i sanning inte hade någon religion och hon, som tidigare troddes vara en lutheran, hade visat sig vara ateist, eftersom hon inte iakttog den antika sekten, och hon omfamnade inte någon ny. Vilket koncept fick upphov till sin bestämda frihet i att agera och tala som varken var ogudaktig eller oärlig men inte på något sätt religiös eller bevakad, använd här av henne som en konst att dölja sin sanna övertygelse och av naturen hos den manliga ande som inte tolererar kvinnligt beteende, och av den kungliga konditionen som är vant att vara en lag för sig själv och inte lära sig den av underlägsna. Allt detta tillskrevs av mängden till bristen på fromhet, inte till ett döljande av den, medan det inte är klart vilken respekt hon kunde ha fått av att förklara att hon var katolik när hon redan var i ett annat katolskt land än att inte vara riktig katolik.
Men mänskligt omdöme är hårt när det fördömer ett faktum, för att inte se den ärliga orsaken drar den slutsatsen med säkerhet att den inte existerar. Det händer att det finns otaliga fall där, om en man kunde avslöja hela sitt tillstånd, och av vilken anledning han gör det, vilket är föremål för universell skuld, andras förvåning skulle förändra hånelsen till beröm.
Och här grundas den mest rättvisa naturens lag, att ingen domstol får döma den ohörda brottslingen. Drottningen hade för avsikt att se till att hon inte skulle vara betungande för någon med avseende på hennes hedervärda underhåll, och därför försökte hon göra upp med Sveriges konung i någon stor summa pengar som skulle betalas tillsammans, och därigenom befria honom för alltid från den årliga pensionen på tvåhundratusen riksdaler; och hon planerade att sedan använda de pengarna till god användning antingen i Rom eller på en annan säker plats. Hennes sanna religion täckte denna effekt, vars avslöjande skulle ha omintetgjort hennes dessäng; och hon gjorde konungen av Spanien medveten om allt detta.
Inte förr hade hon nått Flandern förrän hon hörde talas om påven Innocentius' desperata hälsa, och därefter hans död, som försatte henne i allvarlig oro, som begärts av hans efterträdare, på vars känslor och sinnen hon såg att hennes framtida lugn skulle bero, och tröst, med tanke på det bestämda beslutet, även om det hölls tyst för spanjorerna, att finna rummet i Rom. Sedan, i slutet av april, fick hon veta om skapandet av den nye påven Alexander den sjunde, redan känd för henne som den enda ledaren för denna praxis, och som en man av ojämförlig iver och godhet, underbart gladlynt, som det tycktes henne att Gud i det oväntade valet, bland annat, ännu hade velat återgälda henne för det stora offer som offrades honom för att omfamna hans tro. Och hon dröjde inte med att be Spaniens konung att dela hela affären med påven, som de hade kommit överens om.
Och när hon insåg att det hade gått tillräckligt med tid för konungen att genomföra avrättningen, ville hon också skriva ett eget brev, om än kortfattat, och som ett tecken till påven, som nästan skulle anlända tillsammans med konungens brev, och skickade den till Malines, som levererade den den första dagen i juli; men eftersom spanska operationer alltid är långsamma, tog den andra av konung Filip lång tid att komma fram.
Påven svarade inte direkt till drottningen, både för att hennes brev var kort och inte helt klart, och för att han, efter att ha inte erkänt Kyrkan utåt som sin moder, inte på ett autentiskt sätt kunde erkänna henne som Kyrkans dotter; men han gav kompaniets general en skrift i sin egen hand som skulle sändas till drottningen, där han, visande faderlig glädje över hennes omvändelse, förklarade sin önskan att han, innan han berörde den Kyrkliga Staten, skulle göra en högtidlig handling därav, så att hon kunde erhålla det nödiga välkomnandet, kring hvilket hon sade att hon även litade på påven Alexander, av vilken hon skulle behandlas som det anstod en stor drottning.
I början av september överlämnades brevet från den katolske konungen markerat under den andra dagen i augusti för påven av den spanske ambassadören. Det var nästan två sidor lång, helt och hållet av kunglig karaktär, och det uttryckte sig på ett sådant sätt att presentatoren själv inte skulle veta något om innehållet. Drottningens hela gärning förklarades kortfattat och kallades heroisk, och hennes önskan att han skulle ge nyheten om den till påven, varvid både för förtroendet för en sådan hemlighet och för valet av sig själv till gudfader för en så ädel förnyelse, konungen bekände sig vara högst skyldig mot henne. Därefter förklarades drottningens respekt för förseningen med att bli katolik; och slutligen konungens glädje över att se Alexanders äventyrliga pontifikat börja med sådana härliga auspicier.
English translation (my own):
After her abjuration, the Queen used to secretly attend Mass by Güemes and to take the Body of the Lord from his hand, but she openly concealed with every effort that she was Catholic; she alone took care to satisfy the debt of conscience by not professing herself a heretic in any act. So it was that her reputation became dubious and sinister, almost as if in truth she had no religion and she, who had previously been believed to be a Lutheran, had revealed herself to be an atheist, seeing that she did not observe the ancient sect, and she did not embrace any new one. Which concept received foment from her certain freedom of acting and speaking that was neither impious nor dishonest but in no way religious or guarded, used here by her as an art of hiding her true belief, and by nature of the masculine spirit intolerant of feminine behaviour, and of the royal condition accustomed to being a law unto itself, and not learning it from inferiors. All of which was ascribed by the multitude to a lack of piety, not to a concealment of it, while it is not clear what respect she could have gained from declaring that she was Catholic when she was already in a Catholic country other than not being truly Catholic.
But human judgment is temerarious when it condemns a fact, because not seeing the honest cause, it infers for certain that it does not exist. It happens that there are innumerable cases in which, if a man could reveal his entire state, and for what reason he does, which is subject to universal blame, the astonishment of others would change the vituperation into commendation.
And here is founded the most just law of nature, that no tribunal is permitted to pass sentence against the unheard criminal. The Queen was intent on ensuring that she should not be burdensome to anyone with regard to her honourable maintenance, and therefore she was trying to settle with the King of Sweden in some large sum of money to be paid all together, thereby absolving him forever of the annual pension of two hundred thousand scudi; and she planned to then put that money to good use either in Rome or in another safe place. Her true religion covered this effect, the disclosure of which would have thwarted her design; and she made the King of Spain aware of all this.
No sooner had she reached Flanders than she heard of the desperate health, and successively the death, of Pope Innocent, which placed her in grave worry, as solicited by his successor, on whose affections and senses she saw that her future tranquility would depend, and consolation, given the firm resolution, although kept silent to the Spaniards, to collocate the room in Rome. Then, at the end of April, she learned of the creation of the new Pope Alexander the Seventh, already known to her as the sole director of this practice, and as a man of incomparable zeal and benignity, marvelously cheerful, as it seemed to her that in that unexpected election God, among other respects, had still wanted to repay her for the great sacrifice offered to Him to embrace His faith. And she did not delay in begging the King of Spain to share the entire affair with the Pope, as they had agreed.
And when she realised that enough time had passed for the King to carry out the execution, she also wanted to write a letter of her own, albeit brief, and as a sign to the Pope, which would almost arrive together with that of the King, and sent it to Malines, who delivered it on the first day of July; but as Spanish operations are always slow, the other of King Philip took a long time to arrive.
The Pope did not respond directly to the Queen, both because her letter was short and not fully clear, and because, having until then not externally recognised the Church as her mother, he could not authentically recognise her as the daughter of the Church; but he gave the General of the Company a writing in his own hand to be sent to the Queen, where, showing paternal joy at her conversion, he declared his desire that, before touching the Ecclesiastical State, he would make a solemn act of it, so that she could receive the necessary welcome, around which she said that she also trusted Pope Alexander, by whom she would be treated as befitted a great queen.
At the beginning of September, the letter from the Catholic King marked under the second day of August was presented to the Pontiff by the Spanish ambassador. It was almost two pages long, entirely of a royal character, and it expressed itself in such a way that the presenter himself would know nothing of the content. The Queen's whole deed was briefly explained, calling it heroic, and her desire for him to give the news of it to the Pontiff, whereby both for the confidence of such a secret, and for the election of himself as godfather of so noble a regeneration, the King professed himself supremely obliged to her. Next, the Queen's respect for the delay in becoming Catholic was explained; and finally the King's joy in seeing Alexander's adventurous pontificate begin with such glorious auspices.
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