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Vita di Alessandro VII, volume 1, page 340, Svorza Pallavicino, published in 1839
The description:
Descriverò in breve uno de' più memorabili avvenimenti e de' più gloriosi per la nostra fede, che nelle istorie si legga: e se il proponimento dell'opera mi permettesse di raccontarlo con minutezza, apparrebbe tessuto di sì artificiosa orditura, o di sì strani accidenti, che alla curiosità riuscirebbe più dilettevole d'ogni ingegnoso romanzo.
Cristina unica progenie legittima del re Gustavo esterminio della Germania, e spavento del cristianesimo, rimase di cinque in sei anni, allora che il padre restò insieme vincitore ed ucciso nella battaglia di Lutzen seguita a 16 di Novembre l'anno 1632 contra l'esercito di Ferdinando secondo imperadore.
Non avea ella alcun diritto al retaggio della corona; imperocchè il bisavolo di lei Gustavo primo, in cui fondossi da principio la monarchia, là dove per l'addietro era stato un reggimento più di capo, che di signore, ed arbitrario all'elezione degli ordini, convenne con questi in una legge denominata unione, la quale chiamava allo scettro la sua discendenza maschile, negando in qualunque evento alle femmine ogni altra ragione, che d'una dote competente, e riserbando in difetto di mascolina progenie l'elezione del principe alla disposizione degli stati. Nondimeno l'affetto verso la memoria del secondo Gustavo, che con l'arti e della pace, e della guerra era stato sì benemerito della Svezia; la considerazion dei tumulti, onde in queste nuove elezioni talora in cambio di creare il re, si distrugge il regno; e la speranza di qualche grande, che le nozze di Cristina dovessero portar quietamente il dominio nella sua casa, operarono che gli ordini dessero a lei quella signoria, che l'era indebita secondo le leggi, ed ineserscitabile secondo gli anni, provvedendosi a questo col porre, finchè ella crescesse, il governo supremo in cura di cinque maggiori ufficiali. Ma ed all'uno ed all'altro difetto, che la escludevano dall'impero, fu derogato, come allora dell'affezione de' popoli, così poi dalle grazie della natura. Infin dalla puerizia si vide, ch'ella niente aveva di fanciullesco, fuorchè l'età; niente di donnesco, fuori che 'l sesso. Ingegno sublime e maturo, senno più che senile, disprezzo d'ogni culto, e d'ogni delizia, niun altro piacere di corpo, salvo il faticoso della caccia, nè di mente, salvo l'attuoso de' libri: altrettanto liberale del tempo allo studio, quanto avara al sonno, a cui non dava più che tre ore. Fece in pochi anni sì gran profitto, che arrivò ad intender bene undici lingue, tra le quali la latina, la greca, l'ebrea, l'arabica, e non meno a penetrare i sensi quantunque profondi de' più famosi scrittori, che in ciascuna di esse fiorivano. Onde apprese le scienze, così le profane di matematica e di filosofia, come le sacre in qualunque parte della teologia. Nè la speculazione la distogliea dalla pratica. Allo stesso tempo intervenendo assiduamente in senato per ammaestrarsi nell'arte della futura dominazione, vi stava sì attenta, e n'era così capace, che appena giunse all'età di pigliare il governo, ebbe l'intera perizia d'amministrarlo; sicchè tosto regnò con più assoluta autorità, e con maggior venerazione de' popoli, e de' senatori, che mai veruno degli antenati. Stabilì profittevoli confederazioni con grandissimi potentati, riportò insigni vittorie, costrinse l'Imperio ad una pace la più disavvantaggiosa e dimessa, che avesse fatta già da gran tempo. Le sue nozze erano ambite da primi re della terra: ma ella che aborriva infin la memoria d'esser donna, molto più abborì sempre di sottoporsi ad un uomo. Sortì un'animo osservantissimo dell'onesto: e fu intesa dire, che non avria mai operato ciò che scorgesse gravemente disconvenire alle regole della ragione, e che le cagionasse rossore. Perciò la divina luce, che non lascia mai d'entrare ove o la pertinacia, o 'l vizio non le chiuda il passo, cominciò a spuntar nell'intelletto della reina. Innanzi di pervenire al ritrovamento del vero die' principio dal più agevole, cioè dal conoscimento del falso. Scorse la vanità della setta luterana, che quivi si professava, non autorevole per antichità, non confermata da miracoli, non insegnata o seguita da uomini santi, non conforme al lume della natura, non concorde a se stessa, varia, instabile, finta a capriccio. Pertanto si pose ad investigare con operosa diligenza i fondamenti delle altre sette così di cristiani, come d'infedeli; ed in tutte rinvenne difetti eguali o maggiori, eccetto nella cattolica. Verso la quale, ancorchè le tenere orecchie di Cristina fossero imbevute d'inimicissimi concetti dalle satire de' suoi predicanti, nondimeno credendo ella più all'esperienza propria, che alle relazioni d'uomini passionati, s'era ita purgando da quella prelibata opinione, mentre erale occorso di trattare con molti seguaci di questa fede andati colà o per affari pubblici, o per vaghezza privata: ed avea trovato in loro tutt'altro, che quella malvagità, onde da' ministri eretici vengono calunniati. E così passando ella con puro animo ad esaminarla, avevala conosciuta antica, stabile, uniforme, autenticata da cultori dottissimi, feconda di santissimi allievi, e benchè superiore, in nulla però repugnante al lume della natura. Quindi raccolse, che se alcuna fosse verace, questa era dessa. Ma leggendo in Cicerone sopra la natura degli dei, come non potea già sospicarsi più d'una religione esser vera, ma bensì non avervene alcuna vera; anche intorno a quest'ultimo punto spese lungo studio e lunga meditazione. E fu tentata di star in forse ora sopra la differenza delle opere libere, buone, o ree, se non in quanto alcune non profittevoli, ed altre dannose al mondo, come appunto le naturali; ora sopra la provvidenza divina rispetto al curare, o no, le umane operazioni morali: ora sopra la volontà divina, la quale richiegga, o non richiegga un determinato culto, ed una determinata fede. Non rimase autor celebre, che di ciò avesse trattato, il qual da lei non fosse veduto; non litterato di nome in queste dottrine per le provincie settentrionali, con cui non procacciasse di ragionare. E talora fu prona a credere, che bastasse l'osservar nell'esterno la religione del suo paese, e nel rimanente operare secondo gl'insegnamenti della natura. Ma infine le parve, che Iddio, cioè l'ottimo, sarebbe peggiore d'ogni tiranno, se tormentasse tutto il genere umano con rimorsi fieri, ma falsi della coscienza; e se avendo egli innestata alle sue creature universal persuasione, che a lui sieno in grado i lor sacrificj, che ascolti, ed esaudisca i lor voti, gli avesse tutti in non cale: e non meno, se dando egli a tutte le nazioni un sollecito zelo di sostener la vera religione siccome santa, e di perseguitar la falsa come empia, tutte fossero vere, o piuttosto vane ad un modo. Oltre a ciò, insegnando la Chiesa cattolica, ch'ella sola è grata al cielo, e che l'altre sette gli sono in odio, e veggendosi in lei sì numerose testimonianze di verità con operazioni ammirande, e possibili solo a Dio; se questa sua dottrina fosse menzogna, ne seguirebbe, discorreva Cristina, che Dio avesse interposta la sua omnipotenza a testimoniar la menzogna. Questi, ed altri argomenti convincevano il suo intelletto. ...
French translation (my own; it's not the best):
Je décrirai brièvement l'un des événements les plus mémorables et les plus glorieux pour notre foi, que l'on puisse lire dans les histoires: et si le but de l'ouvrage me permettait de le raconter dans les moindres détails, il semblerait qu'il s'agisse d'un tissu de tissage si artificiel, ou de si étranges accidents, que la curiosité serait plus délectable que n'importe quel romance ingénieux.
Christine, la seule progéniture légitime du roi Gustave, extermination de l'Allemagne et l'épouvante du christianisme, resta cinq en six ans, quand son père fut ensemble victorieux et tué dans la bataille de Lützen suivie le 16 novembre de l'année 1632 contre l'armée de l'empereur Ferdinand II.
Elle n'avait aucun droit à l'héritage de la couronne; parce que son arrière-grand-père Gustave le premier, en qui il fonda la monarchie dès le début, là où auparavant il y avait eu un régiment plus chef que seigneur, et arbitraire dans l'élection des ordres, s'accorda avec ceux-ci dans une loi appelée Union, qui appela sa progéniture mâle au sceptre, refusant aux femelles toute autre raison qu'une dot compétente en tout cas, et réservant l'élection du prince à la disposition des états en défaut de progéniture masculine. Néanmoins, l'affection pour la mémoire du second Gustave, qui avec les arts, la paix et la guerre avait si bien mérité de la Suède; la considération des tumultes, qui dans ces nouvelles élections parfois en échange de la création du roi, le royaume est détruit; et l'espérance de quelque grand, que le mariage de Christine apporterait tranquillement la domination à sa maison, a fait que les ordres lui donneraient cette seigneurie, qui lui était redevable selon les lois, et impraticable selon les années, prévoyant cela avec placer, jusqu'à ce qu'elle grandisse, le gouvernement suprême aux soins de cinq officiers majeurs.
Mais et à l'un et à l'autre défaut, qui l'excluaient de l'empire, il fut dérogé, comme alors à l'affection des peuples, donc plus tard par les grâces de la nature. Infiniment dès son enfance on a vu qu'elle n'avait d'enfantin que l'âge, rien de féminin sauf le sexe. Ingéniosité sublime et mûre, plus que sagesse sénile, mépris de tout culte, et de toutes délices, pas d'autre plaisir de corps, que la fatigue de la chasse, ni d'esprit, sauf avide de livres: aussi libéral du temps à l'étude, car elle répugnait au sommeil, auquel elle ne donna pas plus de trois heures. En quelques années, il en fit un si grand profit, qu'il en vint à bien comprendre onze langues, parmi lesquelles le latin, le grec, l'hébreu, l'arabe, et non moins à pénétrer les sens, si profonds soient-ils, des écrivains les plus célèbres, qu'en chacun d'eux a prospéré. C'est pourquoi il apprit les sciences, ainsi que les sciences profanes des mathématiques et de la philosophie, ainsi que les sciences sacrées dans n'importe quelle partie de la théologie. La spéculation ne l'a pas non plus détournée de la pratique.
En même temps, intervenant assidûment au Sénat pour s'initier à l'art de la domination future, elle y était si attentive, et en était si capable, que dès qu'elle fut à l'âge de s'emparer du gouvernement, elle avait toute la compétence pour l'administrer; de sorte qu'elle régna bientôt avec une autorité plus absolue, et avec une plus grande vénération des peuples et des sénateurs, que jamais aucun des ancêtres. Elle établit des confédérations fructueuses avec de très grands potentats, rapporta des victoires notables, força l'Empire à une paix des plus désavantageuses et des plus modestes, qu'elle avait déjà faite depuis longtemps. Son mariage étaient convoitées par les premiers rois de la terre: mais elle, qui abhorrait infiniment le souvenir d'être une femme, se maltraitait toujours beaucoup plus pour se soumettre à un homme. Elle avait une âme très attentive de l'honnête: et elle était destinée à dire qu'elle n'avait jamais opérée ce qu'elle voyait en désaccord grave avec les règles de la raison, et que cela la faisait rougir.
C'est pourquoi la lumière divine, qui ne laisse jamais entrer là où ni la ténacité ni le vice ne lui ferment son chemin, commença à apparaître dans l'intellect de la Reine. D'abord d'arriver à la découverte du vrai principe à partir du plus facile, c'est-à-dire de la connaissance du faux. Il vit la vanité de la secte luthérienne, qui y professait, non autorisée par l'antiquité, non confirmée par des miracles, non enseignée ni suivie par des saints hommes, non conforme à la lumière de la nature, non en accord avec elle-même, variée, instable, fait semblant de caprice. C'est pourquoi il se mit à enquêter avec une diligence diligente sur les fondements des autres sectes à la fois des chrétiens et des infidèles; et dans tous il a trouvé des défauts égaux ou plus grands, excepté dans le catholique. Vers quoi, bien que les tendres oreilles de Christine fussent imprégnées des conceptions les plus hostiles des satires de ses prédicateurs, croyant néanmoins plus à sa propre expérience qu'aux relations d'hommes passionnés, elle s'était purgée de cette opinion délicieuse, alors qu'il avait fallu s'occuper de beaucoup d'adeptes de cette foi qui y étaient allés soit pour des affaires publiques, soit pour des imprécisions privées: et il avait trouvé en eux autre chose que cette méchanceté, d'où ils sont calomniés par les ministres hérétiques.
Et la passant ainsi avec une âme pure à l'examiner, elle l'avait connue ancienne, stable, uniforme, authentifiée par des très doctes savants, fertile d'élèves très saints, et quoique supérieure, ne répugne nullement à la lumière de la nature. Puis il comprit que si certains étaient vrais, c'était vrai. Mais en lisant dans Cicéron sur la nature des dieux, comment il ne pouvait déjà soupçonner davantage une religion d'être vraie, mais plutôt de n'en avoir aucune vraie; il passa aussi une longue étude et une longue méditation sur ce dernier point. Et elle était tentée de douter maintenant de la différence des œuvres gratuites, bonnes ou coupables, sinon pour autant que certaines étaient inutiles, et d'autres nuisibles au monde, tout comme les naturelles; tantôt sur la Providence divine quant à la prise en charge ou non des opérations morales humaines; tantôt sur la volonté divine, qui exige ou n'exige pas un culte déterminé et une foi déterminée. Ce n'était pas un auteur célèbre qui avait traité de cela, ce qui n'était pas vu par elle; pas instruit de nom dans ces doctrines pour les provinces du nord, avec lesquelles il n'a pas essayé de raisonner. Et parfois elle était encline à croire qu'il suffisait d'observer la religion de son pays de l'extérieur, et dans le reste d'opérer selon les enseignements de la nature.
Mais enfin il lui sembla que Dieu, c'est-à-dire l'optime, serait pire que n'importe quel tyran, s'il tourmentait le genre humain tout entier avec de fiers mais faux remords de conscience; et s'il avait inséré sur ses créatures la persuasion universelle que leurs sacrifices sont capables de lui, qu'il écoute et exauce leurs vœux, il n'a rien eu de tout; et pas moins, s'il a donné à toutes les nations un zèle soucieux pour la vraie religion comme sainte, et de persécuter le faux comme impie, tout étant vrai, ou plutôt vain en un sens. En outre, enseignant à l'Église catholique qu'elle seule est reconnaissante au ciel, et que les sept autres sont dans la haine, et voyant en elle tant de témoignages de vérité avec des opérations admirables, et possibles à Dieu seul; si sa doctrine était un faux mensonge, il s'ensuivrait, affirmait Christine, que Dieu avait interposé sa toute-puissance pour témoigner du mensonge. Ces arguments et d'autres convainquirent son intellect. ...
Swedish translation (my own):
Jag kommer kortfattat att beskriva en av de mest minnesvärda och ärorika händelserna för vår tro, som kan läsas i berättelserna: och om syftet med boken tillät mig att berätta det i detalj, verkar det som om det är en sådan konstgjord vävning, eller av sådana synnerliga olyckor, att nyfikenhet skulle vara mer ljuvlig än någon romans.
Kristina, kung Gustavs enda legitima barn, Tysklands utrotning och kristendomens förfäran, var fem eller sex år när hennes far både segrade och dödades i slaget vid Lützen den 16 november 1632 mot armén av kejsaren Ferdinand II.
Hon hade ingen rätt till kronans arv; eftersom hennes farfarsfar Gustav I, som hade grundat monarkin från början, där det tidigare hade funnits en härskare som var mer lik en hövding än en herre, och godtycklig i valet av order, kom överens med sina män i en lag kallad Arvföreningen, som kallade hans manliga efterkommande till spiran, vägrade de kvinnliga något annat än ett behörigt livgeding i alla fall och förbehöll valet av en furste utan manlig avkomma till Ständernas förfogande. Ändå tillgiven till minnet av Gustav II, med vilken konsten, freden och kriget varit så välförtjänt från Sverige, hänsynen till de tumulter som ibland vid dessa nyval skulle förstöra riket i utbyte mot kungens skapelse, och några stora mäns förhoppning att Kristinas äktenskap tyst skulle bringa herravälde över hennes hus, föranledde order att ge henne denna auktoritet, som enligt lagarna tillkom henne, och eftersom det var omöjligt i enlighet med hennes år tills hon växte upp, sattes den högsta regeringen i vård av fem stora officerare.
Men det ena och det andra felet, som uteslöt henne från riket, det var fråntagits, på den tiden från folkens tillgivenhet och senare av naturens nåder. Oändligt från barndomen såg man att hon bara var ett barn i åldern, det fanns inget kvinnligt i henne förutom hennes kön. Hon hade ett sublimt och moget ingenium och en gammal människas visdom. Hon hade förakt för all dyrkan och alla nöjen och tillät sig ingen annan kroppslig njutning än tröttheten i jakten eller sinnet, utom hennes kärlek till böcker. Hon var även då och då liberal i sina studier, ty hon var motvillig att sova, till vilket hon inte gav mer än tre timmar. På några år tjänade hon så mycket på det att hon kom att förstå elva språk väl, bland dem latin, grekiska, hebreiska, arabiska och inte mindre, att genomtränga sinnena, hur djupa de än var, hos de mest kända författare som har haft framgång i var och en av dem. Det är därför hon lärde sig vetenskaperna, de sekulära vetenskaperna matematik och filosofi samt de heliga vetenskaperna i vilken del av teologin som helst. Spekulationerna har inte heller avledt henne från praktiken.
Samtidigt som hon flitigt ingrep i Rådet för att initiera sig själv i konsten att framtida dominans, var hon så uppmärksam på det och var så kapabel till det att så snart hon var gammal nog att ta över regeringen hade hon all kompetens att administrera den, så att hon snart regerade med mera absolut auktoritet och med större vördnad för folket och rådsmännen, än någon av hennes förfäder någonsin gjort. Hon upprättade fruktbara konfederationer med mycket stora potentater, förde tillbaka anmärkningsvärda segrar, tvingade Imperiet till en högst ofördelaktig och mest blygsam fred, som hon redan arbetat på länge. Hennes äktenskap önskades av de främsta kungarna på jorden, men hon, som oändligt avskydde minnet av att vara kvinna, skulle alltid misshandla sig själv mycket mer än att underkasta sig en man. Hon hade en själ som var mycket uppmärksam på ärlighet, och hon var ämnad att säga att hon aldrig hade gjort något som hon ansåg vara i allvarlig oenighet med förnuftets regler och att det fick henne att rodna.
Det är därför det gudomliga ljuset, som aldrig låter någon komma in där antingen envishet eller last blockerar dess väg, började dyka upp i Drottningens sinne. Först kommer man fram till upptäckten av den sanna principen utgående från det enklaste, det vill säga från kunskapen om det falska. Hon såg fåfänga hos den lutherska sekten, som bekände sig obehörig av antiken, var obekräftad av mirakel, inte undervisad eller följd av heliga män, inte var i överensstämmelse med naturens ljus, inte i överensstämmelse med sig själv, varierad, instabil och verkade att vara nyckfull. Det är därför hon satte sig för att med stor flit undersöka grunderna för andra sekter av både kristna och otrogna; och i dem alla fann hon lika eller större fel, utom i den katolska sekten. Mot vilken, fastän Kristinas ömma öron var genomsyrade av de mest fientliga föreställningar om hennes predikanters satirer, likväl mera tro på sin egen erfarenhet än på passionerade mäns förhållanden, hon hade rensat sig från denna ljuvliga åsikt, då att det hade varit nödvändigt att ta hand om många anhängare av denna tro som hade gått dit antingen för offentliga angelägenheter eller för privata oklarheter: och hon hade funnit i dem något annat än denna ondska som de förtalas av kätterska ministrar.
Och lämnande det sålunda med en ren själ för att undersöka det, hon hade känt det som uråldrigt, stabilt, enhetligt, bestyrkt av mycket lärda forskare, fruktbart av mycket heliga elever, och även om det var överlägset, på inget sätt stött bort i naturens ljus. Sedan insåg hon att om några var sanna så var det sant. Men när hon läste i Cicero om gudarnas natur, hur hon inte redan kunde misstänka att mer en religion var sann, utan snarare för att inte ha någon sann, tillbringade hon också ett långt studium och en lång meditation på denna sista punkt. Och hon frestades att nu tvivla på skillnaden mellan fria verk, goda eller skyldiga, om inte i den mån som några var oanvändbara, och andra skadliga för världen, precis som de naturliga; ibland på gudomlig försyn om att ta ansvar eller inte för mänskliga moraliska operationer; ibland på den gudomliga viljan, som kräver eller inte kräver en bestämd dyrkan och en bestämd tro. Det var inte en berömd författare som hade sysslat med detta, som inte sågs av henne; ej instruerad vid namn i dessa doktriner för de nordliga provinserna, med vilka han inte försökte resonera. Och ibland var hon benägen att tro att det räckte att iaktta hennes lands religion utifrån, och i övrigt verka enligt naturens lära.
Men till sist tycktes det henne att Gud, det vill säga den Allsmäktige, skulle vara värre än någon tyrann om han plågade hela mänskligheten med stolt men falsk samvets ånger; och om han hade lagt på sina varelser den universella övertygelsen att deras uppoffringar är kapabla till honom, att han hör och ger deras önskningar, så hade han ingenting av allt; och inte mindre, om han gav alla folk ett ängsligt nit för den sanna religionen som helig, och att förfölja de falska som ogudaktiga, varvid alla var sanna, eller snarare fåfängliga i en mening. Vidare lära att den katolska kyrkan ensam är välkommen i himlen och att de andra sju inte är hatade, och ser i den så många vittnesbörd om sanning med beundransvärda operationer och möjliga för Gud ensam; om hans lära vore en falsk lögn, skulle det följa, hävdade Kristina, att Gud hade inskjutit sin allmakt för att vittna om lögnen. Dessa och andra argument övertygade hennes ingenium. ...
English translation (my own):
I will briefly describe one of the most memorable and glorious events for our faith, which can be read in the stories: and if the purpose of the book allowed me to relate it in great detail, it would seem that it is such an artificial weaving, or of such strange accidents, that curiosity would be more delectable than any ingenious romance.
Kristina, the only legitimate child of King Gustav, the extermination of Germany and the terror of Christianity, was five or six years old when her father was both victorious and killed in the battle of Lützen on November 16 of the year 1632 against the army of Emperor Ferdinand II.
She had no right to the inheritance of the crown; because her great-grandfather Gustav I, who had founded the monarchy from the start, where previously there had been a ruler who was more like a chief than a lord, and arbitrary in the election of orders, came to an agreement with his men in a law called the Union, which called his male offspring to the scepter, refusing the females anything other than a competent dowry in any case, and reserving the election of a prince without male offspring to the disposal of the Estates. Nevertheless, the affection for the memory of Gustav II, with whom the arts, peace and war had been so well deserved from Sweden, the consideration of the tumults that sometimes in these new elections would destroy the kingdom in exchange for the creation of the king, and the hope of some great men that Kristina's marriage would quietly bring domination to her house, caused orders to give her this authority, which was due to her according to the laws, and since it was impracticable in accordance with her years until she grew up, the supreme government was put in the care of five major officers.
But the one and the other fault, which excluded her from the empire, it was derogated, at that time from the affection of the peoples, and later by the graces of nature. Infinitely from her childhood one saw that she was only a child in age, there was nothing feminine in her except her sex. She had a sublime and mature intellect and the wisdom of an old person. She had contempt for all worship and all delights and allowed herself no other bodily pleasure than the fatigue of the hunt or of the mind, except her love of books. She was also liberal from time to time in her studies, for she was averse to sleep, to which she did not give more than three hours. In a few years, she profited so much from it that she came to understand eleven languages well, among them Latin, Greek, Hebrew, Arabic, and no less, to penetrate the senses, however deep they were, of the most famous writers that have prospered in each of them. This is why she learned the sciences, the secular sciences of mathematics and philosophy as well as the sacred sciences in any part of theology. Speculation has not diverted her from practice either.
At the same time, intervening assiduously in the Senate to initiate herself into the art of future domination, she was so attentive to it and was so capable of it that as soon as she was old enough to seize the government, she had all the competence to administer it, so that she soon reigned with more absolute authority, and with greater veneration of peoples and senators, than any of her ancestors ever did. She established fruitful confederations with very great potentates, brought back notable victories, forced the Empire to a most disadvantageous and most modest peace, which she had already been working on for a long time. Her marriage was coveted by the foremost kings on Earth, but she, who infinitely abhorred the memory of being a woman, would always mistreated herself much more than submit to a man. She had a soul that was very attentive to honesty, and she was destined to say that she had never did anything that she considered to be in serious disagreement with the rules of reason, and that it made her blush.
This is why the divine light, which never lets anyone enter where either tenacity or vice blocks its way, began to appear in the mind of the Queen. First arriving at the discovery of the true principle starting from the easiest, that is to say from the knowledge of the false. She saw the vanity of the Lutheran sect, which professed unauthorised by antiquity, was unconfirmed by miracles, not taught or followed by holy men, was not in conformity with the light of nature, not in accord with itself, varied, unstable, and seemed to be capricious. This is why she set out to investigate, with great diligence, the foundations of other sects of both Christians and infidels; and in all of them she found equal or greater faults, except in the Catholic sect. Toward which, although Kristina's tender ears were permeated with the most hostile conceptions of the satires of her preachers, nevertheless believing more in her own experience than in the relations of passionate men, she had purged herself of this delicious opinion, then that it had been necessary to take care of many followers of this faith who had gone there either for public affairs or for private imprecision: and she had found in them something other than this wickedness of which they are calumniated by heretical ministers.
And passing it thus with a pure soul to examine it, she had known it as ancient, stable, uniform, authenticated by very learned scholars, fertile of very holy pupils, and although superior, in no way repelled in the light of nature. Then she realised that if some were true, it was true. But upon reading in Cicero on the nature of the gods, how she could not already suspect more a religion to be true, but rather of not having any true one, she also spent a long study and a long meditation on this last point. And she was tempted to doubt now the difference between free works, good or guilty, if not insofar as some were useless, and others harmful to the world, just like the natural ones; sometimes on divine Providence as to the assumption of responsibility or not of human moral operations; sometimes on the divine will, which requires or does not require a determined worship and a determined faith. It was not a famous author who had dealt with this, which was not seen by her; not instructed by name in these doctrines for the northern provinces, with which he did not try to reason. And sometimes she was inclined to believe that it was enough to observe the religion of her country from the outside, and otherwise to operate according to the teachings of nature.
But in the end it seemed to her that God, that is to say, the Almighty, would be worse than any tyrant if He tormented the whole human race with proud but false remorse of conscience; and if He had placed on His creatures the universal persuasion that their sacrifices are capable of Him, that He hears and grants their wishes, He had nothing of everything; and no less, if He gave to all nations an anxious zeal for the true religion as holy, and to persecute the false as ungodly, all being true, or rather vain in a sense. Further, teaching that the Catholic Church alone is welcome in Heaven, and that the other seven are not hated, and seeing in it so many testimonies of truth with admirable operations, and possible to God alone; if His doctrine were a false lie, it would follow, Kristina asserted, that God had interposed His omnipotence to bear witness to the lie. These and other arguments convinced her intellect. ...
Above: Kristina.
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