Monday, January 13, 2025

Guglielmo Bilancioni on Kristina's virilism, part 5

Sources:

Una viragine regina: il virilismo di Cristina di Svezia, article written by Guglielmo Bilancioni for Rassegni di studi sessuali e di eugenica: anno IV, pages 324 to 327, published by Aldo Mieli, 1924


Aldo Mieli at WikiPink - L'Enciclopedia LGBT+ italiana


Rassegni di studi sessuali at WikiPink - L'Enciclopedia LGBT+ italiana


The article:

Il papa non poteva più sopportare una tal convertita. Essa una sera di luglio lasciò Roma, diretta in Francia, con il pretesto del timore della peste; andò a Civitavecchia a cavallo, accompagnata da vari cardinali: aveva indosso un giustacuore, una gola di trina, una sottana di colore bigio, solo a metà gamba, una sciarpa a traverso la vita.

L'8 settembre 1656 entrò a Parigi, ove si fece subito notare per le sue bizzarrie. M.lle de Montpensier restò sbalordita dal suo contegno alla Commedia:

«Là elle me surprit; pour les endroits qui lui plaisoient, elle juroit Dieu, se couchoit dans sa chaise, jettoit ses jambes d'un coté [sic] et d'autre, et faisoit des postures peu décentes».

La duchessa d'Orleans la dice
«une dame galante, bien que fort contrefaite. La grande Mademoiselle m'a raconté qu'étant fort blanche, elle se couchoit toute nue sur un lit de velours noir pour se présenter ainsi à ses amants. Elle étoit très vindicative, débauchée au plus haut point, et parloit de choses dont parlent seulement les plus grands débauchès [sic]».

Tornò a Roma; ne riparti, vi ritornò ancora; sebbene desse un giudizio poco lusinghiero della vita che vi si conduceva — almeno per quello che la regina sperimentava:

«Ici à Rome, il n'y a que des statues, des obélisques et des palais, mais point d'hommes. On ne voit que des malotrus, des scélérats, des bouffons, des fous, des impertinents, des fripos, des mendiants, et de vauriens; il faut bien que l'Eglise soit dirigée par Dieu lui même, car j'ai connu quatre papes dont pas un n'avait le sens commun».

Nell'ultimo viaggio, dopo essere stata in patria, incontrò Gian Francesco Borri — detto Burro — alchimista e astrologo, che viveva allora ad Amburgo e fini prigione a Castel Sant'Angelo. Cristina fu attratta dalla misteriosa ciurmeria e vi profuse migliaia di scudi: si mise a cercare la pietra filosofale, prima con il Borri, poi con un tal Bandiera, bolognese, sul quale, nei momenti di dispetto, sfogava sonoramente a schiaffi la sua ira.

Ho potuto ritrovare due oroscopi inediti, di cui uno riguarda la regina e l'altro il suo gentiluomo marchese Orazio Bourbon del Monte.

Questa sua attività nel campo spagirico la portò ad avere contatto con il marchese Massimiliano Palombara, conservatore di Roma dal 1651 al 1677, famoso alchimista, studioso dell'arte di fare l'oro e della cui villa all'Esquilino rimane la porta magica.

Ormai era circondata da tipi comici ed equivoci. Dopo un feroce conflitto tra francesi e corsi, mandò ambasciatore in Francia il conte Alibert, impresario sempre in angustie, fondatore del teatro Tordinona. Più tardi riannodava le relazioni con la duchessa di Savoia in grazia del musico Giuseppe Bianchi, protetto dalla regina. Lungo sarebbe l'elenco delle birbe che trovarono presso di lei asilo e protezione: donde una sequela di incidenti diplomatici e di grane con la corte pontificia, nelle quali diatribe dominava sempre il carattere bizzarro a autoritario della donna.

Giulia, l'indovina, la vigilia di Natale del 1688 disse che la regina sarebbe morta l'anno seguente. I cortigiani mostrarono d'indignarsi della profezia; ma Cristina mormorò malinconicamente di crederlo e dispose per il suo sepolcro.

La notte del 13 febbraio 1689 Cristina, già attaccata da una eresipela, fu colta da fiero malore e si credette perduta. Rinvenne discretamente per tre giorni, dopo i quali domandò il viatico. Ma riprese ancora; mercanti, artisti e virtuosi si compiacevano della sua guarigione perchè la regina, con il benificare le scienze e le lettere, si era fatta perdonare molti errori. D'Alibert fece cantare un Te Deum, la musa del Filicaia sciolse un inno gioioso:

«Scampò Cristina, e tornò bello il mondo.»

Verso la metà d'aprile ebbe una terribile ricaduta, peggiorata per la collera presa sentendo che un tal Vannini, prelato, aveva cercato di violentare in palazzo una cantante del suo seguito. Ella lo voleva morto; ma un bravo lo fece fuggire procurando alla signora un nuovo accesso di furore. Peggiorata subito, alle ore 6 del 19 moriva.

Fu sepolta in San Pietro con solenni funerali, a cui prese parte Innocenzo XI. Una cronaca sincrona dice che «mercoledì mattina fu sparato il di Lei cadavere; e si è trovato esser morta di una risipola di petto, con tutte l'interiore abbruciate, ed un poco di sangue coagulato accanto il cuore».

«Io la vidi sotterrare» (dice Pietro Rossini) «col manto reale, e la corona d'oro, e con gran quantità di medaglie d'oro, d'argento e di bronzo. Il suo corpo sta rinchiuso in tre casse; la prima è di cipresso, l'altra di piombo, e la terza di legno ordinario».

Alla Pallade del Nord fu eretto un mausoleo degno — al dire del Provenzali — se non del suo ingegno, del suo grado. Nel bassorilievo dell'urna, scolpito dal francese Giovanni Teudon [sic], è riprodotta l'abiura del luteranismo nella cattedrale d'Innsbruck.


Chi legge con il necessario corredo scientifico la vita di Cristina di Svezia, trova che essa rappresenta una specie di storia clinica evidentissima di un quadro nosologico ben definito. Non si può parlare, con desolante superficialità, come hanno fatto sin qui gli autori, di stranezze e di perversioni. Ecco, ad esempio, la definizione del temperamento ipersurrenalico quale concepisce il Pende: «Abito apoplettico, con ipersviluppo ed ipertrofia muscolare, forza muscolare notevole, pressione arteriosa superiore alla media, cuore tendente all'ipertrofia sinistra, arterie periferiche ipertoniche, ipertricosi. Grande energia morale ed intellettuale. Euforia. Nella donna adiposità generale, con irsutismo o ricchezza di peli del tipo masculino e precocità di sviluppo sessuale con tendenza alla dissociazione dei caratteri sessuali».

Ebbene, in questa breve sintesi trovate tutte le caratteristiche della vita di Cristina.
GUGLIELMO BILANCIONI.
Roma, Università, ottobre 1924.

English translation (my own):

The Pope could no longer bear such a convert. One evening in July she left Rome, bound for France, under the pretext of fear of the plague; she went to Civitavecchia on horseback, accompanied by several cardinals. She was wearing a justaucorps, a lace collar, a grey skirt, only halfway down her leg, a scarf across her waist.

On September 8, 1656, she entered Paris, where she immediately attracted attention for her eccentricities. Mademoiselle de Montpensier was amazed by her behaviour at the comedy:

"There she surprised me; for the places that pleased her, she swore to God, lay down in her chair, tossed her legs from side to side, and made postures that were not very decent."

The Duchess of Orléans says she was "a gallant lady, though very deformed. La grande Mademoiselle told me that, being very white, she lay down completely naked on a bed of black velvet to present herself thus to her lovers. She was very vindictive, debauched to the highest degree, and spoke of things of which only the greatest débauchés speak".

She returned to Rome; she left again, she returned again; although she gave an unflattering opinion of the life that was led there — at least from what the Queen experienced:

"Here in Rome, there are only statues, obelisks and palazzi, but no men. One sees only boors, scoundrels, buffoons, madmen, impertinent people, rogues, beggars and scoundrels. The Church must be directed by God Himself, for I have known four popes, not one of whom had any common sense."

On her last journey, after being in her fatherland, she met Gian Francesco Borri — known as Burro — an alchemist and astrologer who was then living in Hamburg and ended up imprisoned in Castel Sant'Angelo. Kristina was attracted by the mysterious scam and spent thousands of scudi on it. She began to search for the philosopher's stone, first with Borri, then with a certain Bandiera, from Bologna, on whom, in moments of spite, she vented her rage by slapping him.

I have been able to find two unpublished horoscopes, one of which concerns the Queen and the other her gentleman, Marquis Orazio Bourbon del Monte.

This her activity in the spagyric field brought her into contact with the Marquis Massimiliano Palombara, curator of Rome from 1651 to 1677, a famous alchemist, scholar of the art of making gold and of whose villa on the Esquiline the Porta Magica remains.

Giulia, the fortune teller, said on Christmas Eve 1688 that the Queen would die the following year. The courtiers seemed indignant at the prophecy, but Kristina murmured melancholically that she believed it and arranged for her burial.

By now she was surrounded by comical and dubious types. After a fierce conflict between the French and the Corsicans, she sent Count d'Alibert, an entrepreneur who was always in trouble and the founder of the Tor di Nona theater, as ambassador to France. Later she rekindled relations with the Duchess of Savoy thanks to the musician Giuseppe Bianchi, protected by the Queen. The list of scoundrels who found asylum and protection with her would be long: hence a series of diplomatic incidents and troubles with the papal court, in which disputes the bizarre and authoritarian character of the woman always dominated.

On the night of February 13, 1689, Kristina, already suffering from erysipelas, was struck by a severe illness and believed herself lost. She recovered reasonably well for three days, after which she asked for the viaticum. But she recovered again; merchants, artists and virtuosi were pleased with her recovery, because the Queen, by promoting science and literature, had had herself pardoned for many errors. D'Alibert had a Te Deum sung, and the muse of Filicaia sang a joyful hymn:

«Kristina escaped, and the world became beautiful again.»

Towards the middle of April, she had a terrible relapse, made worse by the anger she had felt upon hearing that a certain Vannini, a prelate, had tried to violate a singer of her entourage in the palazzo. She wanted him dead; but a bravo let him escape, causing the lady to have a new fit of fury. She immediately worsened, and at 6 o'clock on the 19th, she died.

She was buried in St. Peter's with a solemn funeral, in which Innocent XI took part. A contemporary chronicle says that "on Wednesday morning her body was cut open; and she was found to have died of erysipelas in the chest, with all her insides burned, and a little coagulated blood near her heart".

"I saw her buried" (says Pietro Rossini) "with the royal mantle, and the golden crown, and with a great quantity of gold, silver and bronze medals. Her body is enclosed in three coffins; the first is of cypress, the other of lead, and the third of ordinary wood".

A mausoleum worthy — according to Provenzali — if not of her genius, of her rank, was erected to the Pallas of the North. The bas-relief on the urn, sculpted by the Frenchman Jean Théodon, reproduces her abjuration of Lutheranism in the Cathedral at Innsbruck.


Whoever reads the life of Kristina of Sweden with the necessary scientific background finds that it represents a sort of very clear clinical history of a well-defined nosological picture. One cannot speak, with desolating superficiality, as the authors have done up to now, of oddities and perversions. Here, for example, is the definition of the hyperadrenal temperament as conceived by Pende:

"Apoplectic habit, with muscular hyperdevelopment and hypertrophy, notable muscular strength, arterial pressure above average, heart tending to left hypertrophy, hypertonic peripheral arteries, hypertrichosis. Great moral and intellectual energy. Euphoria. In women, general adiposity, with hirsutism or abundance of hair of the masculine type and precocious sexual development, with a tendency to dissociation of sexual characteristics."

Well, in this brief summary you will find all the characteristics of Kristina's life.
GUGLIELMO BILANCIONI.
Rome, University, October 1924.


Above: Kristina.

Note: The addition of the study of the evil "science" of eugenics to the title of this magazine is suggested to be a result of the gradual and direct interference with it of the newly-arisen fascism in Italy at the time. From 1924 to 1926 "Rassegni di studi sessuali" (founded in 1921) actually gave many forward-thinking and modern contributions to the topic of homosexuality, but the aforementioned interference froze its founder Aldo Mieli's attempts to use the scientific method to address the topic of sexuality. From 1924 the magazine's contributions on homosexuality began to decrease and disappeared completely by 1928, the same year that Mieli, who was Jewish and himself gay, quit the magazine, left Italy and headed to France for his own safety.

No comments:

Post a Comment