Monday, July 25, 2022

Kristina's letter to Marquis Orazio Bourbon del Monte, dated September 14/24 (New Style), 1672

Sources:

Bibliothèque interuniversitaire (Montpellier); Manuscrits de la reine Christine; Negoziati della regina per salire al trono di Polonia; Lettere e instruzzioni per el marchese del Monte; Lettres au marquis del Monte; Christine de Suède au marquis del Monte, Rome, 24 septembre 1672 (digitisation pages 118v-119r to 121v-122r)


Bibliothèque interuniversitaire (Montpellier); Manuscrits de la reine Christine; Negoziati della regina per salire al trono di Polonia; Lettere e instruzzioni per el marchese del Monte; Lettres au marquis del Monte; Christine de Suède au marquis del Monte, Rome, 24 septembre 1672 (reproduction de la lettre antérieure) (digitisation pages 122v-123r to 124v-125r)


Christine (1626-1689 ; reine de Suède), Manuscrits de la reine Christine: Negoziati della regina per salire al trono di Polonia, : , 1601-1700.

The Foli@ online digital heritage library is here:


Copyright SCDI-UPV - Collections Université de Montpellier (shelfmark H 258).

Mémoires concernant Christine, reine de Suède, volume 3, page 432, compiled and edited by Johan Arckenholtz, 1759





The letter (this transcript added after receiving permission and guidance on March 19, 2024 from Elizabeth Denton, the Head of the Collection of Patrimonial Documents):

March[es]e del Monte: Hò riceuute due V[ost]re Lett[er]e in data de 17. del pass[at]o dalle quali hò inteso primieram[en]te il v[ost]ro felice arrivo à cot[est]a Corte con quel godimento, che potete credere

Jntorno all'affare di Bauiera mi rimetto al sig[nor] Card[ina]l: il quale ui scriverà diffusam[ent]e sopra le materia con informarui di quel più che occorre: Jo però ui dico che la mia pretent[io]ne sopra Baueria non solo procede del trattato della Pace di Munster, mà è anco fondata sopra alcuni residui, che li Lett[er]e era obligato à pagare in uirtù di quello, et altre pretentione, e farò costare che non sono stati pagati, del resto hauete risposto bene ma se haueste letto le uostre instruzione con applicat[io]ne haureste potuto risponder ande meglio.

Circa il u[ost]ro carattere stò aspettando con impatienza di sentire che risolutione si sarà presa, auuertite però di far sempre conoscere la differenza, che è trà uoi, e Rossembac in tutto, e tenete sempre le carte più alte, che più basse trattandoui del pari con qualisiuoglia a loro Ministro forastiere, che non sia Amb[asciator]e effettiuo, e trattato da tale dal Rè medesimo, e sappiate che la qualità ch'io diedi à Rossembac fù per suggestione fatta di Suezia: Mà concludo che purche si facciano si fatti miei non há da importare con qual titolo. Del resto io so beniss[im]o che la Natione Suedese non s'accorda con l'Jtaliana, gode p[er]ò di non essermi ingannata in credere che uoi foste p[er] esser singolarm[ent]e accetto in cot[est]a Corte.

Hò sentita ancor io con dispiacere l'assenza del Conte Tott perche sò che la sua presenza haueria potuto contribui molto al buon esito de miei interesti

Per conto di Steenbock sono nuoue uecchie, bisogna per sapere se Bielke continua ad esser fauorito, ò chi altro lo fin

Hò poi ueduto che il Gou[erna]re G[eneral]e ui dissuade la propositione de cambio, ond'io approuo che p[er] adesso si segua il suo consiglio che io me ne inuogli più quanto meno lui se ne cura, doue però in ogni caso auuertire di lasciarmi in libertà d'accettare ò nò, questo cambio p[er] considerat[io]ne del dubbio che si hà di Bre[ma] p[er] le guerre che si temono, come in accennate

Sopra il tutto io approuo il consiglio che ui hà dato Kurque di star fermo sopra gl'accordati nel Recesso, ne io domando più ne per nissun conto bisogna rimuouersi da quello et à questo pareré lo riconosco p[er] buono, e fedel Amico; e seru[ito]re mio.

Circa la propositione della Vendita Vniuersale di tutte li miei beni al Rè douete auuertire ch'io non ne uoglio meno di due millioni di moneta Romana e dopo che siano pagati di più tutti li miei debiti, li quali deuono computarsi in tutto, e p[er] tutto ducento mila scudi Romane et auuertite bene ch'io pretendo di non cedere vn palmo di terra se prima non sono pagati li miei debiti e se non hò realmente nelle mani la somma di due millioni di moneta Rom[an]a e che anche sia inuestita in Roma fate però conoscere ch'io propongo questo negozio più p[er] seruizio del Rè, che p[er] il mio, se lo uogliono far, bene, altramente non m'importa più che tanto sapendo benissimo che la Suezia non è in stato di sborsar una tal somma state p[er]ò ben oculato che dopo hauer proposto q[uesto] negozio non vi si facci sopra qualche trappola.

Per conto dell'affitto di Norcopino credo che il Gou[erna]re Gene[ra]l[e] non uuole a[r]gumentarlo à proportione dell'accrescim[ento] delle Gabelle e che più tosto offerisce di renunziarlo; sopra di che ui dico ch'io non uoglio disgustar il Gou[erna]re Gen[eral]e perche non mi torna à conto; onde fategli conoscere che io mi trouo cosi ben sodisfatta di lui che uoglio preferire le sue sodisfazioni et auantaggi alli miei proprij interéssi p[er] dargli tanto magg[iore] animo di seguitar à seruirmi bene, e che però mi contento che continui cosi nell'Affitto, se poi passato il tempo del contratto non uorrà continuare, all'hora si procurerà di stabilirlo in altri che lui med[esim]e stimerà capaci; mà intanto desidero che lui lo tenga per gl'anni che deue tenerlo, et occorrendo pregate lo ancora a farlo.

Che la uostra missione sia stata fuor di tempo, e che douesse aspettarsi che il Re hauesse preso il possesso del Gouerno, in questo dice il uero il Gou[erna]re Gen[eral]e ed io lo conosco, mà al fatto non u'è rimedio; spero nondimeno che si potrà operar qualche cosa di buono riflettendo anche alla fortuna, et al ualor uostro.

Sopra il tutto state ben attento che non si riceuino nuoui pregiuditij inuigilando che non si faccia Segnare dal Rè qualche risolutione dannosa alli miei interessi, il che importa assai perche se non potete migliorarli almeno bisogna guardar di non riceuer altri nuoui pregiuditij. Del resto sono ancor io di senso che nel domandare, e nel proporre bisogni usar créanza, e modestia; Mà non tanta che non si domandi la giustizia, mentre io non pretendo altro che il mio, et hauendolo io hò fatto grazie, e giustizia à tutti, mi è douere che si renda anco à me quello che mi si deue; onde bisogna mostrar che io considero sempre più la commodità e li interesse del Regno, che il mio proprio, e che non desidero altro se non che siano riconosciute, et approuate le mie ragioni, che poi in alcune cose si potrà hauer patiénza sino à migliori tempi; mà intanto bisogna far il possibile per metter auanti tutti li punti dell'Jnstruzioné, e portarli à buon fine confidando io nella destrezza u[ost]ra che saprete far quello che sùl luogo giudicherete esser di mio magg[iore] seruizio.

All'espressioni fatteui dal Gou[erna]re Gen[eral]e del buon affetto della Regina Madre uerso di me io non dubito che haurete saputo rispondere come conveniva, e quanto al mandarle qualche regalo di quanti, e di odori di Roma uoi sapete bene che io l'hauréi fatto se non hauessi temuto che si fosse detto che si fossero mandati per auuelenar come costi si parla; Mà à dirvela io hò poca uoglia di Regalare, perché uedo d'hauer fatte molte di queste cascate senza frutto, e mi pare bassezza il farlo più, oltre che se si regala vno bisogna regalar tutti, ed io non posso resistere à tanto, e poi ad ogni modo non si guadagna la pérsona che si regala, e se offendono tutti quelli che non si regalano. Jo sò che conosceréte frà poco tempo che li miei Caualli sono stati gettati nel pozzo, così si farebbe di tutto il resto; à questo però non faccio riflessione perche hò questo di metterla ragione dal canto mio: mà mi pare bassezza ed indignità il regalar gente che mi strapazzano, et ingiuriano solo perche mi deuono quanto sono, é quanto possono essere.

Del resto fate bene à non crédere alle buone parole et alle belle promesse, perche sete in vn Paese, dové se ne spacciano assai, e dove poche uolte l'effetto corrisponde

Per ultimo ui raccomando sopra ogn'altra cosa di premere che Mumma, e Boman paghino quanto prima ciò che deuono, viuendo inquieta sin tanto che non Sento aggiustate queste due partite tanto considerabili.

Si farà il possibile di mandarui qùi annessa la scritt[ur]a fatta [...] sopra l'interesse di Bauiera mà quando l'angustia del tempo non lo p[er] mettesse non ui mancherà certo col fut[ur]e ordinarie. e Dio vi prosperi. Di Roma li 24 Sett[embr]e 1672
La Regina
/ M Santinj

With modernised spelling:

Marchese del Monte,
Ho ricevute due vostre lettere in data de 17 del passato dalle quali ho inteso primieramente il vostro felice arrivo a codesta Corte, con quel godimento che potete credere.

Intorno all'affare di Baviera mi rimetto al signor cardinal, il quale vi scriverà diffusamente sopra le materia con informarvi di quel più che occorre. Io però vi dico che la mia pretensione sopra Baveria non solo procede del trattato della Pace di Münster, ma è anco fondata sopra alcuni residui che li lettere era obbligato a pagare in virtù di quello ed altre pretensione, e farò costare che non sono stati pagati. Del resto, avete risposto bene, ma se aveste letto le vostre istruzione con applicazione avreste potuto risponder ande meglio.

Circa il vostro carattere, sto aspettando con impazienza di sentire che risoluzione si sarà presa; avvertite però di far sempre conoscere la differenza che è tra voi, e Rosenbach in tutto, e tenete sempre le carte più alte, che più basse trattandovi del pari con qualisivoglia a loro ministro forestiere che non sia ambasciatore effettivo e trattato da tale dal re medesimo, e sappiate che la qualità ch'io diedi a Rosenbach fu per suggestione fatta di Svezia. Ma concludo che purché si facciano si fatti miei non ha da importare con qual titolo. Del resto, io so benissimo che la nazione svedese non s'accorda con l'italiana, gode però di non essermi ingannata in credere che voi foste per esser singolarmente accetto in codesta Corte.

Ho sentita ancor io con dispiacere l'assenza del conte Tott, perché so che la sua presenza avria potuto contribui molto al buon esito de miei interesti.

Per conto di Stenbock, sono nuove vecchie. Bisogna per sapere se Bielke continua ad esser favorito, ò chi altro lo fin.

Ho poi veduto che il governare generale vi dissuade la proposizione de cambio, ond'io approvo che per adesso si segua il suo consiglio che io me ne invogli più quanto meno lui se ne cura, dove però in ogni caso avvertire di lasciarmi in libertà d'accettare ò no, questo cambio per considerazione del dubbio che si ha di Brema per le guerre che si temono, come in accennate.

Sopra il tutto, io approvo il consiglio che vi ha dato Kurck di star fermo sopra gl'accordati nel recesso, ne io domando più ne per nissun conto bisogna rimuoversi da quello ed a questo parere lo riconosco per buono e fedel amico e servitore mio.

Circa la proposizione della vendita universale di tutte li miei beni al re, dovete avvertire ch'io non ne voglio meno di due millioni di moneta romana, e dopo che siano pagati di più tutti li miei debiti, li quali devono computarsi in tutto e per tutto ducento mila scudi romane; ed avvertite bene ch'io pretendo di non cedere un palmo di terra se prima non sono pagati li miei debiti e se non ho realmente nelle mani la somma di due millioni di moneta romana e che, anche sia investita in Roma, fate però conoscere ch'io propongo questo negozio più per servigio del re che per il mio.

Se lo vogliono far bene, altramente non m'importa più che tanto, sapendo benissimo che la Svezia non è in stato di sborsar una tal somma state; però ben oculato che dopo aver proposto questo negozio, non vi si facci sopra qualche trappola.

Per conto dell'affitto di [Norrköping], credo che il governare generale non vuole a[r]gumentarlo a proporzione dell'accrescimento delle gabelle e che più tosto offerisce di renunziarlo; sopra di che vi dico ch'io non voglio disgustar il governare generale, perché non mi torna à conto, onde fategli conoscere che io mi trovo così ben soddisfatta di lui che voglio preferire le sue soddisfazioni ed avantaggi alli miei propri interessi per dargli tanto maggiore animo di seguitar a servirmi bene, e che però mi contento che continui cosi nell'affitto, se poi passato il tempo del contratto non vorrà continuare all'ora si procurerà di stabilirlo in altri che lui medesime stimerà capaci. Ma intanto desidero che lui lo tenga per gl'anni che deve tenerlo, ed occorrendo pregate lo ancora a farlo.

Che la vostra missione sia stata fuor di tempo, e che dovesse aspettarsi che il re avesse preso il possesso del governo, in questo dice il vero, il governare generale ed io lo conosco, ma al fatto non v'è rimedio; spero nondimeno che si potrà operar qualche cosa di buono riflettendo anche alla fortuna et ad valor vostro.

Sopra il tutto, state ben attento che non si ricevino nuovi pregiudizi, invigilando che non si faccia segnare dal re qualche risoluzione dannosa alli miei interessi, il che importa assai perché se non potete migliorarli almeno bisogna guardar di non ricever altri nuovi pregiudizi. Del resto, sono ancor io di senso che nel domandare e nel proporre bisogni usar creanza e modestia; ma non tanta che non si domandi la giustizia, mentre io non pretendo altro che il mio ed avendolo io ho fatto grazie e giustizia a tutti, mi è dovere che si renda anco a me quello che mi si deve.

Onde bisogna mostrar che io considero sempre più la commodità e li interesse del regno che il mio proprio, e che non desidero altro se non che siano riconosciute ed approvate le mie ragioni, che poi in alcune cose si potrà aver pazienza sino a migliori tempi; ma intanto bisogna far il possibile per metter avanti tutti li punti dell'istruzione e portarli a buon fine, confidando io nella destrezza vostra che saprete far quello che sul luogo giudicherete esser di mio maggiore servigio.

All'espressioni fattevi dal governare generale del buon affetto della regina-madre verso di me, io non dubito che avrete saputo rispondere come conveniva, e quanto al mandarle qualche regalo di quanti e di odori di Roma, voi sapete bene che io l'avrei fatto se non avessi temuto che si fosse detto che si fossero mandati per avvelenar come costi si parla; ma a dirvela io ho poca voglia di regalare, perché vedo d'aver fatte molte di queste cascate senza frutto e mi pare bassezza il farlo più. Oltre che, se si regala uno, bisogna regalar tutti, ed io non posso resistere a tanto; e poi ad ogni modo non si guadagna la persona che si regala e se offendono tutti quelli che non si regalano.

Io so che conoscerete fra poco tempo che li miei cavalli sono stati gettati nel pozzo, così si farebbe di tutto il resto; a questo però non faccio riflessione, perché ho questo di metterla ragione dal canto mio, ma mi pare bassezza ed indignità il regalar gente che mi strapazzano ed ingiuriano solo perché mi devono quanto sono e quanto possono essere.

Del resto, fate bene a non credere alle buone parole ed alle belle promesse, perché sete in un paese dove se ne spacciano assai e dove poche volte l'effetto corrisponde.

Per ultimo vi raccomando sopra ogn'altra cosa di premere che Momma e Baumann paghino quanto prima ciò che devono, vivendo inquieta sin tanto che non sento aggiustate queste due partite tanto considerabili.

Si farà il possibile di mandarvi qui annessa la scrittura fatta sopra l'interesse di Baviera, ma quando l'angustia del tempo non lo per mettesse, non vi mancherà certo col future ordinarie; e Dio vi prosperi. Di Roma, li 24 settembre 1672.
La Regina.
M. Santini.

French translation (by Arckenholtz):

... Je vous dirai pourtant, que mes prétentions sur la Baviére ne tirent pas seulement leur origine du Traité de Paix de Munster, mais qu'elles sont encore fondées sur quelque restant que l'Electeur étoit obligé de payer en vertu de cette prétention, & d'autres; & je constaterai qu'elles n'ont jamais été payées. Au-reste vous avez bien répondu, mais si vous aviez lu vos Instructions attentivement, vous auriez pu répondre encore mieux.

Au sujet de votre Caractére, je m'impatiente d'apprendre la résolution qu'on prendra là-dessus. Prenez pourtant garde de faire toujours connoître la grande différence qu'il y a entre vous & Rosembach, & prenez-le plutôt sur un ton trop haut que trop bas, en vous faisant traiter de pair avec tout autre Ministre Etranger, qui n'est pas Ambassadeur effectif, & qui n'est pas traité comme tel par le Roi-même; & sachez que la qualité que je donnai à Rosembach, me fut suggérée par la Suède. Mais je conclus, qu'en faisant mes affaires, il n'importe sous quel titre elles se fassent. Je sais au-reste que la Nation Suédoise ne s'accorde pas avec l'Italienne. Cependant je me réjouis de ne m'être pas trompée dans mon idée, que vous seriez singuliérement agréable en cette Cour-là.

Il me déplaît de-même, que le Comte Tott soit absent, parce que je sais que sa présence auroit pu contribuer beaucoup à la bonne réussite de mes intérêts.

Pour ce que vous me dites de Stenbock, ce sont de vieilles nouvelles. Il faut pourtant savoir si Bielcke continue d'être en faveur, ou quel autre que ce soit.

J'ai vu que le Gouverneur-Général vous dissuade de faire la proposition de l'échange, sur quoi j'approuve que pour le présent vous suiviez son avis, quoique je ne m'en empresse pas plus que lui. Vous devez pourtant en tout cas faire entendre qu'on me laisse la liberté d'accepter, ou non, cet échange, en vertu du doute qu'on a de Bréme, à cause de la guerre qu'on craint, comme vous me le marquez.

J'approuve sur-tout le conseil que Kurck vous a donné de rester ferme sur les Accordats du Recès. Je ne demande que cela, & il ne faut s'en dédire en aucune maniére. A cet égard je reconnois qu'il est un bon & fidéle Ami & Serviteur.

Quant à la proposition d'une vente générale de tous mes Biens, vous devez avertir que je n'en veux pas, à moins de deux millions d'argent de Rome, & qu'on paye toutes mes dettes, qui en tout feront deux cens mille Scudi Romani. Vous devez aussi observer que je ne prétends pas céder un pouce de terre avant que mes dettes soient payées, & que je n'aye réellement entre les mains la somme de deux millions argent de Rome, assignée sur Rome même. Faites pourtant comprendre, que je propose ce négoce plus pour le service du Roi que pour le mien. S'ils veulent y toper, à la bonne heure, sinon il ne m'importe en rien, sachant fort bien que la Suède n'est pas en état de débourser une telle somme. Ayez néanmoins les yeux bien ouverts, afin qu'après avoir proposé ce négoce, on ne vous fasse pas quelque chicane.....

Je ne veux pas que le Gouverneur-Général soit choqué d'aucune façon. Il m'importe que je sois bien avec lui. Vous lui ferez donc entendre, que je suis si satisfaite de lui, que je préférerai ses avantages aux miens propres, pour l'encourager à continuer à me bien servir.

Pour ce qu'il a dit que votre envoi s'est fait à contre-tems & qu'on auroit dû attendre jusqu'à ce que le Roi eût pris possession du Gouvernement, il a raison en cela, & je le reconnois; mais ce qui est fait, ne peut plus se changer. J'espére pourtant qu'on effectuera quelque chose de bon, comptant aussi sur votre bonheur & votre savoir-faire.

Sur-tout soyez attentif que l'on ne me cause pas de nouveaux préjudices, & que le Roi ne signe quelque résolution desavantageuse à mes intérêts. Cela m'importe beaucoup; car si vous ne pouvez pas rendre les choses meilleures, il faut au-moins empêcher qu'on ne me fasse de nouveaux torts.

Au-reste je suis d'avis qu'en sollicitant & proposant quelque chose, il faut user de politesse & de modestie, mais pas jusqu'à mendier ce qui est juste. Je ne prétends que ce qui m'est dû; & comme j'ai fait grace & justice à tous, il est juste aussi qu'on me rende ce qui m'appartient. C'est pourquoi il faut faire connoître que je considére toujours plus l'avantage & l'intérêt du Royaume que le mien propre, & que je ne desire autre chose, sinon qu'on reconnoisse & approuve mes raisons. Dans de certaines choses il faut avoir patience jusqu'à une meilleure conjoncture. En attendant il faut faire tout son possible pour mettre en avant tous les articles de l'Instruction & les poursuivre; je me repose sur votre déxtérité à faire ce que vous jugerez être de mon plus grand avantage, étant sur le lieu.

Je ne doute pas que vous n'ayez répondu convenablement à ce que le Gouverneur-Général vous a dit de l'affection de la Reine-mére envers moi. Quant aux gants & aux odeurs de Rome que je devois lui envoyer de présent, vous savez que je l'aurois fait, si je n'eusse craint qu'on diroit que cela n'avoit été fait que pour l'empoisonner, comme on y parle. Mais à vous dire le vrai, j'ai peu envie de régaler, parce que je m'apperçois d'avoir fait nombre de ces galanteries inutilement, & il me semble que cela a un air de bassesse; outre que si l'on en régale une personne, il faut les régaler toutes, & je ne puis suffire à tout. Après tout on ne gagne pas toujours celle qu'on régale; & tous ceux qu'on ne régale pas, se trouvent offensés. Vous connoîtrez avant qu'il soit peu, que mes chevaux pour le Roi seront jettés dans le puits, & il en sera de-même de tout le reste. Cependant je ne sais pas réflexion à cela, car je veux avoir raison de mon côté. Mais il me semble que c'est une bassesse & une indignité de régaler les gens qui me maltraittent & m'injurient, uniquement parce qu'ils me sont obligés de ce qu'ils sont & de ce qu'ils pourroient être.

Au reste vous ferez bien de ne vous pas fier à de bonnes paroles ni à de belles promesses; car vous êtes dans un Païs où l'on s'en dispense facilement, & où l'effét répond rarement aux promesses. Sur-tout poussez l'affaire de la prétention sur la Baviére. Le titre en est d'autant plus juste & bien fondé, qu'elle est relative aux avantages que le Duc de Baviére a obtenu par cette Paix, entre autres le huitiéme Electorat; & s'il ne s'acquite pas du payement, il est déchu de ce qu'il a obtenu, l'Empereur, les Couronnes, & tous les Etats de l'Empire s'étant obligés à ce que les stipulations dans l'Instrument de la Paix fussent observées & remplies, comme l'expriment les Articles VII. VIII. & IX.

La Reine-Mére sait même certainement que l'Electeur de Baviére a déjà fait lever cette somme sur ses Sujets, sans en avoir encore rien payé à la Suède. Mais pour cette circonstance, il faut que le Marquis ne la touche que délicatement; & s'il peut éviter d'en parler avant que le Roi soit déclaré majeur, il n'en sera que mieux. Le principal est donc d'avoir là-dessus une Lettre du Roi écrite dans la forme ordinaire & en termes généraux, sans entrer en d'autres particularités. Elle fera elle-même le reste.....

French translation of the original (my own):

Marquis del Monte,
J'ai reçu de vous deux lettres, datées du 17 du passé, par lesquelles j'ai appris pour la première fois votre heureuse arrivée dans cette Cour, avec quelle joie vous pouvez croire.

En ce qui concerne la Bavière, je m'en rapporte à Monseigneur le cardinal, qui vous écrira en détail à ce sujet pour vous informer de ce qui est nécessaire. Cependant, je vous dis que ma prétention sur la Bavière ne procède pas seulement du traité de la Paix de Münster, mais repose aussi sur quelques reliquats que les lettres étaient obligées de payer en vertu de cette réclamation et d'autres, et je soulignerai qu'ils n'ont pas été payés. Au reste, vous avez bien répondu, mais si vous aviez lu attentivement vos instructions vous auriez pu mieux répondre.

Quant à votre caractère, j'attends avec impatience de savoir quelle résolution sera prise; cependant, veillez à toujours faire connaître la différence entre vous et Rosenbach en tout, et à toujours garder les cartes plus hautes qu'inférieures, en traitant de manière égale avec tout ministre étranger qui n'est pas un véritable ambassadeur et traité comme tel par le roi lui-même, et sachez que la qualité que j'ai donnée à Rosenbach était due à une suggestion faite par la Suède. Mais j'en conclus que tant que mes affaires sont réglées, peu importe sous quel titre. D'ailleurs, je sais bien que la nation suédoise n'est pas d'accord avec la nation italienne, mais je suis heureuse de ne pas m'être trompée en croyant que vous deviez être singulièrement accepté dans cette Cour.

J'ai aussi ressenti avec déplaisir l'absence du comte Tott, car je sais que sa présence aurait pu grandement contribuer au succès de mes intérêts.

Quant à Stenbock, c'est une vieille nouvelle. On doit savoir si Bielke continue d'être favorisé, ou qui d'autre.

J'ai alors vu que le gouvernement général vous dissuade de la proposition d'un changement, aussi j'approuve que pour l'instant on suive son conseil selon lequel plus cela m'intéresse, moins il s'en soucie, où pourtant, de toute façon il faudrait me conseiller de me laisser la liberté d'accepter ou non ce changement en raison du doute que l'on a sur Brême en raison des guerres que l'on craint, comme mentionné.

Surtout, j'approuve le conseil que Kurck vous a donné de rester ferme sur ceux convenus pendant les vacances, je n'en demande pas plus et il ne faut pour aucune raison s'en éloigner, et pour cet avis je le reconnais comme un bon et fidèle ami et mon serviteur.

Concernant la proposition de vente universelle de tous mes biens au Roi, vous devez noter que je ne veux pas moins de deux millions en pièces romaines, et après cela toutes mes dettes seront payées, qui doivent être calculées en totalité pour les deux cent mille écus romains; et veillez à ce que je n'aie pas l'intention de céder un pouce de terre si mes dettes ne sont pas d'abord payées et si je n'ai pas effectivement entre les mains la somme de deux millions de pièces romaines et que, même si elle est placée à Rome, sachez en attendant que je propose cette affaire plus pour le service du roi que pour le mien.

S'ils veulent bien le faire, sinon cela ne m'importe pas beaucoup, sachant très bien que la Suède n'est pas en mesure de débourser une telle somme par an; mais prenez garde qu'après avoir proposé cette affaire, vous ne fassiez aucun piège à ce sujet.

Pour le loyer de Norrköping, je crois que le gouvernement général ne veut pas l'augmenter proportionnellement à l'augmentation des impôts et propose plutôt d'y renoncer; je vous dis surtout que je ne veux pas dégoûter le gouvernement général parce que ce n'est pas à mon avantage, alors faites-lui savoir que je suis si satisfaite de lui que je veux préférer ses satisfactions et ses avantages à mes propres intérêts en  afin de lui donner bien plus. J'ai l'intention de continuer à bien me servir, et donc je suis heureuse qu'il continue ainsi dans le loyer, si alors une fois le temps du contrat passé il ne veut pas continuer, il essaiera maintenant de l'établir avec d'autres  qu'il estime lui-même capable. Mais en attendant, je veux qu'il le garde pendant les années où il doit le garder, et si nécessaire, demandez-lui à nouveau de le faire.

Que votre mission était hors du temps, et que vous auriez dû vous attendre à ce que le roi prenne possession du gouvernement, en cela le gouvernement général dit vrai et je le sais, mais il n'y a pas de remède à ce fait; j'espère néanmoins que quelque chose de bien pourra être fait en réfléchissant aussi sur votre fortune et votre valeur.

Surtout, faites très attention à ne pas recevoir de nouveaux préjugés, en vous assurant que le Roi ne marque aucune résolution préjudiciable à mes intérêts, ce qui est très important car si vous ne pouvez pas les améliorer, au moins vous devez faire attention à ne pas recevoir d'autres nouveaux  les préjugés. De plus, j'ai encore le sens de faire preuve de prudence et de modestie dans mes demandes et propositions de besoins; mais pas au point que la justice ne soit pas demandée, alors que je ne demande rien d'autre que la mienne; et, l'ayant donné, j'ai rendu grâce et justice à tous, il est de mon devoir que ce qui m'est dû me soit aussi rendu.

Il faut donc montrer que je considère toujours la convenance et les intérêts du royaume plus que les miens, et que je ne désire rien d'autre que pour mes raisons d'être reconnu et approuvé, afin que dans certaines choses nous puissions alors avoir de la patience jusqu'à des temps meilleurs; mais en attendant il faut faire tout son possible pour mettre en avant tous les points de l'instruction et les mener à bon terme, confiant en votre dextérité que vous saurez faire ce que vous jugerez sur place me rendre le plus grand service.

Quant aux expressions que vous a faites le gouverneur-général de la bonne affection de la reine-mère à mon égard, je ne doute pas que vous aurez su répondre comme il convenait, et quant à lui envoyer quelque présent des sommes et des odeurs de Rome, vous savez bien que je l'aurais fait si je n'avais pas craint qu'on dise qu'ils avaient été envoyés au poison comme on dit; mais, pour vous le dire, j'ai peu envie de vous en livrer, parce que je vois que j'ai fait beaucoup de ces cascades infructueuses, et il me semble bassesse de le faire encore. En plus, si on en donne un, il faut les donner tous, et je ne peux pas tellement résister; et puis de toute façon, celui qui se trahit n'est pas gagné et s'il offense tous ceux qui ne se trahissent pas.

Je sais que vous saurez bientôt que mes chevaux ont été jetés dans le puits, tout le reste aussi; cependant, je n'y réfléchis pas, car j'ai ceci pour rectifier les choses pour ma part, mais cela me semble bassesse et indignité de trahir les gens qui m'intimident et m'insultent simplement parce qu'ils me doivent ce qu'ils sont et comme tout ce qu'ils peuvent être.

D'ailleurs, vous avez raison de ne pas croire aux bonnes paroles et aux belles promesses, car vous êtes dans un pays où elles se transmettent beaucoup et où l’effet est rarement au rendez-vous.

Enfin, je vous recommande avant tout d'insister pour que Momma et Baumann payent ce qu'ils doivent le plus rapidement possible, vivant inquiète jusqu'à ce que j'apprenne la résolution de ces deux problèmes très considérables.

On fera de son mieux pour vous envoyer ici ci-joint l'écrit fait sur l'intérêt de la Bavière, mais si les contraintes de temps ne le permettent pas, vous n'en manquerez certainement pas aux futurs ordinaires; et Dieu vous prospère. De Rome, le 24 septembre 1672.
La Reine.
M. Santini.

Swedish translation (my own):

... Jag berättar för Er emellertid att mina anspråk på Bayern inte bara härrör från fredsfördraget i Münster, utan att de också är baserade på en viss återstod som Kurfursten var skyldig att betala på grund av detta krav, och av andra; och jag kommer att upptäcka att de aldrig har fått betalt. Ni svarade bra, men hade Ni läst Era instruktioner noga, så hade Ni kunnat svara ännu bättre.

När det gäller Er karaktär är jag otålig på att få veta vilken resolution som kommer att tas om detta. Var dock försiktig med att alltid göra känd den stora skillnaden mellan Er och Rosenbach, och ta den hellre för högt än för lågt, genom att göra Er själv behandlad på samma sätt som vilken annan utrikesminister som helst som inte är en effektiv ambassadör, och som är inte behandlas som sådan av Konungen själv; och vet att den egenskap som jag gav Rosenbach, föreslagits mig av Sverige. Men jag drar slutsatsen att när jag gör mitt företag spelar det ingen roll under vilken titel de görs. Jag vet dessutom att den svenska nationen inte håller med den italienska. Men jag gläds åt att jag inte hade fel i min uppfattning att Ni skulle vara synnerligen angenäm i det hovet.

Jag beklagar också att greve Tott är frånvarande, eftersom jag vet att hans närvaro kunde ha bidragit mycket till att mina intressen skulle lyckas.

För det Ni berättar om Stenbock, det är gamla nyheter. Det återstår dock att se om Bielke fortsätter att vara för, eller vem som helst.

Jag har sett att Generalguvernören avråder Er från att göra förslaget till utbytet, varpå jag godkänner att Ni för närvarande följer hans råd, ehuru jag inte är mer ivrig att göra det än han. Ni måste dock i alla fall göra det förståeligt att jag står fritt att acceptera detta utbyte eller inte, i kraft av det tvivel som man har om Bremen, på grund av det krig som man fruktar, som Ni markerar.

Framför allt godkänner jag det råd som Kurck gav Er att stå fast vid överenskommelserna i rasten. Jag ber bara att Ni inte får förneka honom på något sätt. I detta avseende inser jag att han är en god och trogen vän och tjänare.

Angående förslaget till allmän försäljning av all min egendom, så måste Ni varna mig att jag inte vill ha det, om inte två miljoner silver från Rom, och att alla mina skulder betalas, vilket i allt kommer att göra två hundra tusen scudi romani. Du måste också observera att jag inte låtsas avstå en tum jord innan mina skulder är betalda, och att jag verkligen har i mina händer summan av två miljoner romerskt silver, anvisat till Rom självt. Gör dock klart, att jag föreslår denna handel mera för Konungens tjänst än för min egen. Om de vill slå till, god tid, annars spelar det ingen roll för mig, väl medveten om att Sverige inte är i stånd att betala en sådan summa. Håll ändå ögonen vidöppna, så att Ni inte kommer att bli utskälld efter att ha erbjudit denna handel.

Jag vill inte att Generalguvernören ska bli chockad på något sätt. Det är viktigt för mig att jag mår bra med honom. Ni kommer därför att få honom att förstå att jag är så nöjd med honom att jag kommer att föredra hans fördelar framför mina egna, för att uppmuntra honom att fortsätta att tjäna mig väl.

Vad han sade om att Ert utskick skedde vid fel tidpunkt och att vi borde ha väntat tills Konungen hade tagit regeringen i besittning, så har han rätt i det, och jag känner igen honom; men det som görs kan inte längre ändras. Men jag hoppas att vi kommer att göra något bra, även att räkna med Er lycka och Er savoir-faire.

Se framför allt till att inga nya fördomar orsakas mig och att Konungen inte undertecknar någon resolution som är till skada för mina intressen. Det betyder mycket för mig, för om Ni inte kan göra saker bättre, måste Ni åtminstone förhindra att ytterligare fel görs mot mig.

Dessutom är jag av den uppfattningen att man när man begär och föreslår något måste använda artighet och blygsamhet, men inte gå så långt som att tigga om det som är rätt. Jag hävdar bara det som tillkommer mig; och eftersom jag har gett alla nåd och rättvisa, så är det också bara att de återställer till mig det som tillhör mig. Det är därför som det måste göras känt att jag alltid anser rikets fördel och intresse mer än mitt eget, och att jag inte önskar något annat, förutom att mina skäl erkänns och godkänns. I vissa saker är det nödvändigt att ha tålamod tills en bättre konjunktur. Under tiden måste alla ansträngningar göras för att ta fram alla artiklar i instruktionen och fullfölja dem; jag litar på Er skicklighet för att göra vad Ni anser vara till min största fördel, varande på plats.

Jag tvivlar inte på att Ni reagerade på rätt sätt på vad Generalguvernören sade till Er om Änkedrottningens tillgivenhet för mig. Vad beträffar handskarna och Roms dofter som jag skulle skicka henne i present, så vet Ni att jag skulle ha gjort det om jag inte hade fruktat att det skulle sägas att det bara hade gjorts för att förgifta henne, som en säger där. Men för att säga Er sanningen, jag har liten lust att regalera henne, eftersom jag inser att jag har gjort ett antal av dessa galanterier i onödan, och det förefaller mig som om detta har en känsla av elakhet; förutom det, om man regalerar en person med det, så måste man regalera dem alla, och jag kan ju väl inte räcka till allt. När allt kommer omkring, vinner man inte alltid den man regalerar; och alla de som inte är regalerade är förolämpade. Ni kommer snart att veta att mina hästar för Konungen kommer att kastas i brunnen, och så kommer alla de andra att göra. Men jag vet inte hur jag skall reflektera över detta, eftersom jag vill vara på min sida. Men det förefaller mig som om det är en elakhet och en indignitet att regalera människor som misshandlar mig och förolämpar mig, bara för att de är skyldiga mig för vad de är och vad de skulle kunna vara.

Dessutom gör Ni klokt i att inte förlita Er på goda ord eller fina löften; ty Ni befinner Eder i ett land där det är lätt att undvara, och där effekten sällan motsvarar löftena. Särskilt pressa skadeverksamheten på Bayern. Titeln är så mycket mer rättvis och välgrundad, som den hänför sig till de fördelar, som Hertigen av Bayern erhöll genom denna fred, bland andra åttonde Kurfursten; och om han inte fullgör betalningen, är han förverkad på vad han har erhållit, Kejsaren, Kronorna och alla Rikets Ständer har förbundit sig att stadgarna i fredsinstrumentet iakttogs och uppfylldes, som uttryckt i artiklarna 7, 8 och 9.

Änkedrottningen vet säkert att Kurfursten av Bayern redan har tagit ut denna summa på sina undersåtar, utan att ännu ha betalat något till Sverige. Men för denna omständighet måste markisen bara röra den försiktigt; och om han kan undvika att tala om det innan Konungen förklaras myndig, kommer han att bli desto bättre för det. Huvudsaken är därför att få ett brev från Konungen skrivet i vanlig form och i allmänna ordalag, utan att gå in på andra detaljer. Det kommer att göra resten själv.

English translation (my own):

... I will tell you, however, that my claims on Bavaria do not only derive their origin from the peace treaty of Münster, but that they are also based on some remainder which the Elector was obliged to pay by virtue of this claim, and of others; and I will find that they have never been paid. You answered well, but if you had read your instructions carefully, you could have answered even better.

As for your character, I am impatient to learn the resolution that will be taken on this. Take care, however, to always make known the great difference between you and Rosenbach, and take it rather too loudly than too softly, by making yourself treated on a par with any other foreign minister who is not not an effective ambassador, and who is not treated as such by the King himself; and know that the quality which I gave to Rosenbach, was suggested to me by Sweden. But I conclude that in doing my business, it matters not under what title they are done. I know, moreover, that the Swedish nation does not agree with the Italian one. However, I rejoice that I was not mistaken in my idea that you would be singularly agreeable in that court.

I am also sorry that Count Tott is absent, because I know that his presence could have contributed a great deal to the good success of my interests.

For what you tell me about Stenbock, that is old news. It remains to be seen, however, whether Bielke continues to be in favour, or whoever else.

I have seen that the Governor General dissuades you from making the proposal for the exchange, whereupon I approve that for the present you follow his advice, although I am no more eager to do so than he. However, you must in any case make it understood that I am left free to accept this exchange or not, by virtue of the doubt that one has of Bremen, because of the war that one fears, as you mark.

Above all, I approve of the advice that Kurck gave you to remain firm on the agreements of the recess. I only ask that you must not deny him in any way. In this respect I recognise that he is a good and faithful friend and servant.

As for the proposal for a general sale of all my property, you must warn me that I do not want it, unless two million of silver from Rome, and that all my debts be paid, which in all will make two one hundred thousand scudi romani. You must also observe that I do not pretend to cede an inch of land before my debts are paid, and that I really have in my hands the sum of two millions of Roman silver, assigned to Rome itself. Make it clear, however, that I propose this trade more for the King's service than for my own. If they want to hit it, good time, otherwise it does not matter to me, knowing very well that Sweden is not in a condition to pay such a sum. Nevertheless, keep your eyes wide open, so that after having offered this trade, you will not be scolded.

I do not want the Governor General to be shocked in any way. It matters to me that I am well with him. You will therefore make him understand that I am so satisfied with him that I will prefer his advantages to my own, to encourage him to continue to serve me well.

As for what he said that your despatch was made at the wrong time and that we should have waited until the King had taken possession of the government, he is right in that, and I recognise him; but what is done can no longer be changed. However, I hope that we will do something good, also counting on your happiness and your savoir-faire.

Above all, take care that no new prejudice is caused to me, and that the King does not sign any resolution detrimental to my interests. It means a lot to me, for if you cannot make things better, you must at least prevent further wrongs from being done to me.

Besides, I am of the opinion that in soliciting and proposing something, one must use politeness and modesty, but not go so far as to beg for what is right. I claim only what is due to me; and as I have granted pardon and justice to all, it is also just that they restore to me what belongs to me. This is why it must be made known that I always consider the advantage and the interest of the kingdom more than my own, and that I desire nothing else, except that my reasons be recognised and approved. In certain things it is necessary to have patience until a better conjuncture. In the meantime, every effort must be made to bring forward all the articles of the instruction and pursue them; I rely on your dexterity to do what you deem to be to my greatest advantage, being on the spot.

I have no doubt that you responded appropriately to what the Governor General told you of the Queen Mother's affection for me. As for the gloves and the odours of Rome which I was to send her as a present, you know that I would have done so if I had not feared that it would be said that it had been done only to poison her, as one says there. But to tell you the truth, I have little desire to regale her, because I realise that I have done a number of these gallantries unnecessarily, and it seems to me that this has an air of baseness; besides that, if one regale one person with it, then one must regale them all, and I cannot be enough for everything. After all, one doesn't always win the one one regales; and all those who are not regaled are offended. You will know before long that my horses for the King will be thrown into the well, and so will all the rest. But I do not know how to reflect on this, as I want to be right on my side. But it seems to me that it is a baseness and an indignity to regale people who mistreat me and insult me, only because they are obliged to me for what they are and what they could be.

Besides, you will do well not to rely on good words or fine promises; for you are in a country where it is easily dispensed with, and where the effect rarely corresponds to the promises. Especially push the claim business on Bavaria. The title is all the more just and well founded, as it relates to the advantages which the Duke of Bavaria obtained by this peace, among others the eighth Electorate; and if he does not fulfill the payment, he is forfeited of what he has obtained, the Emperor, the Crowns, and all the Estates of the Empire having bound themselves that the stipulations in the instrument of peace were observed and fulfilled, as expressed in articles 7, 8 and 9.

The Queen Mother certainly knows that the Elector of Bavaria has already levied this sum on his subjects, without having yet paid anything to Sweden. But for this circumstance, the Marquis must only touch it delicately; and if he can avoid talking about it before the King is declared of age, he will be all the better for it. The main thing, therefore, is to have a letter from the King written in the ordinary form and in general terms, without going into other particulars. It will do the rest itself.

Swedish translation of the original (my own):

Markisen del Monte,
Jag har erhållit två brev från Er, daterade den 17 i förra månaden, av vilka jag först har fått veta om Er lyckliga ankomst till detta hov, med vilken njutning Ni kan tro.

Angående frågan om Bayern hänvisar jag till monsignor kardinalen, som kommer att skriva till Er i detalj om saken för att informera Er om vad som är nödvändigt. Emellertid säger jag Er att min anspråk på Bayern inte bara utgår från fördraget om freden i Münster, utan också bygger på några rester som breven var skyldiga att betala på grund av detta och andra krav, och jag kommer att peka på att de inte har fått betalt. I övrigt har Ni svarat bra, men hade Ni läst Era instruktioner noga, så hade Ni kunnat svara bättre.

När det gäller Er karaktär, väntar jag otåligt på att höra vilken lösning som nås; emellertid, var noga med att alltid göra kännedom om skillnaden mellan Er och Rosenbach i allt, och alltid hålla korten högre än lägre, och hantera alla deras utrikesminister som inte är en verklig ambassadör och behandlas som sådan av kungen själv, och vet att den kvalitet jag gav Rosenbach var av ett förslag från Sverige. Men jag drar slutsatsen att så länge mina ärenden är klara spelar det ingen roll under vilken titel. Dessutom vet jag mycket väl att den svenska nationen inte håller med den italienska, men jag är glad över att inte ha lurat mig själv till att tro att Ni skulle bli enskilt accepterad i detta hov.

Jag har också med missnöje känt greve Totts frånvaro, eftersom jag vet att hans närvaro i hög grad kunde ha bidragit till att mina intressen lyckades.

När det gäller Stenbock är det gamla nyheter. Man måste veta om Bielke fortsätter att gynnas, eller vem mer.

Jag har då sett att den allmänna regeringen avråder Er från ändringsförslaget, så jag godkänner att man tills vidare följer hans råd att ju mer jag är intresserad av det, desto mindre bryr han sig om det, där dock i alla fall jag bör rådas att lämna mig friheten att acceptera denna förändring eller inte på grund av det tvivel som man har om Bremen på grund av de krig som fruktas, som nämnts.

Framförallt godkänner jag det råd som Kurck har gett Er att hålla fast vid de överenskomna i rasten, jag ber inte om mer och inte heller bör man av någon anledning ta bort sig från det, och för denna åsikt erkänner jag honom som en god och trogne vän och min tjänare.

Beträffande förslaget om allmän försäljning av alla mina tillgångar till kungen, måste Ni notera att jag vill ha inte mindre än två miljoner i romerska mynt, och efter det är alla mina skulder betalda, som måste beräknas fullt ut alla tvåhundratusen romerska scudi; och var snäll och se till att jag inte har för avsikt att avstå en tum mark om mina skulder inte betalas först och om jag inte faktiskt har summan av två miljoner romerska mynt i mina händer och att även om det är investerat i Rom, låt emellertid vara känt att jag föreslår denna angelägenhet mera för konungens tjänst än för min egen.

Om de vill göra det bra, annars bryr jag mig inte så mycket, väl medveten om att Sverige inte är i stånd att betala ut en sådan summa per år; men var försiktig så att Ni inte gör några fällor om det efter att ha föreslagit denna affär.

När det gäller Norrköpings räntan, tror jag att det allmänna inte vill höja den i proportion till skattehöjningen och snarare erbjuder sig att avsäga sig den; framför allt säger jag Er att jag inte vill avsky den allmänna regeringen eftersom det inte är till min fördel, så låt honom veta att jag är så nöjd med honom att jag vill föredra hans tillfredsställelse och fördelar framför mina egna intressen för att ge honom mycket större. Jag tänker fortsätta tjäna mig själv väl och därför är jag glad att han fortsätter på detta sätt i räntan, om han sedan när kontraktstiden passerat inte vill fortsätta så skall han nu försöka etablera det med andra som han själv anser vara kapabel. Men emellertid vill jag att han skall behålla den under de år han måste behålla den, och om det behövs, be honom igen att göra det.

Att Ert uppdrag var för sent, och att Ni borde ha förväntat Er att kungen skulle ha tagit regeringen i besittning, i detta talar generalguvernemanget sanning och jag vet det, men det finns ingen bot för det faktum; jag hoppas ändå att något gott kan göras genom att också reflektera över Er lycka och tapperhet.

Framför allt, var mycket försiktig så att Ni inte får nya fördomar, se till att kungen inte markerar någon resolution som är skadlig för mina intressen, vilket är mycket viktigt för om Ni inte kan förbättra dem måste Ni åtminstone vara försiktig så att Ni inte får andra nya fördomar. Dessutom har jag fortfarande förståndet att använda försiktighet och blygsamhet när jag frågar och föreslår behov; men inte så mycket att rättvisa inte begärs, medan jag inte kräver annat än mitt; och efter att ha gett det har jag givit alla tack och rättvisa, det är min plikt att det som tillkommer mig också skall ges till mig.

Det måste därför visas, att jag alltid anser rikets bekvämlighet och intressen mer än mina egna, och att jag inte önskar annat än att av mina skäl bli erkänd och godkänd, för att vi i vissa saker då skall kunna ha tålamod till bättre tider; men emellertid måste man göra allt som är möjligt för att lägga fram alla punkter i undervisningen och få dem till ett bra slut, och lita på Er skicklighet att Ni kommer att kunna göra vad Ni på plats bedömer vara till största tjänst för mig.

När det gäller de uttryck som generalguvernören gjorde till Er av drottningmoderns goda tillgivenhet mot mig, så tvivlar jag inte på att Ni kommer att ha kunnat svara på lämpligt sätt, och att skicka henne en gåva av Roms summor och dofter, det vet Ni väl att jag skulle ha gjort om jag inte hade fruktat att det sades att de hade skickats till förgiftning som man säger; men för att säga Er, har jag liten lust att ge bort, för jag ser att jag har gjort många av dessa fruktlösa kaskader, och det förefaller mig fult att göra det längre. Förutom det, om man ger bort en, måste man ge bort alla, och jag kan inte motstå så mycket; och då är den som ger sig i alla fall inte förtjänt och om de kränker alla som inte ger bort.

Jag vet att Ni snart får veta att mina hästar kastades i brunnen, så skulle allt annat också; dock reflekterar jag inte över detta, för jag har det här för att rätta till det för min del, men det verkar elakhet och ovärdighet för mig att ge bort människor som mobbar och förolämpar mig bara för att de är skyldiga mig vad de är och hur  mycket de kan vara.

Dessutom har Ni rätt i att inte tro på goda ord och vackra löften, eftersom Ni befinner Er i ett land där de skickas runt mycket och där effekten sällan överensstämmer.

Slutligen rekommenderar jag att Ni framför allt trycker på för att Momma och Baumann skall betala vad de är skyldiga så snart som möjligt, levande inkviet tills jag hör dessa två mycket betydande frågor lösta.

Man kommer att göra sitt bästa för att skicka Er här bifogade skriften som gjorts om Bayerns intresse, men om tidsbrist inte tillåter det, kommer Ni säkerligen inte att sakna det med framtida ordinarie; och Gud välsigne Er. Från Rom, den 24 september 1672.
Drottningen.
M. Santini.

English translation of the original (my own):

Marquis del Monte,
I have received two letters from you, dated the 17th of last month, from which I have first learned of your happy arrival at this court, with what enjoyment you can believe.

Regarding the matter of Bavaria, I refer to Monsignor the Cardinal, who will write to you in detail on the matter to inform you of what is necessary. In the meantime, I tell you that my pretension over Bavaria not only proceeds from the treaty of the Peace of Münster, but is also based on some residuals which the letters were obliged to pay by virtue of that and other claims, and I will point out that they have not been paid. For the rest, you have answered well, but if you had read your instructions carefully you could have answered better.

As to your character, I am impatiently waiting to hear what resolution is reached; in the meantime, be careful to always make known the difference between you and Rosenbach in everything, and always hold the cards higher than lower, dealing equally with any foreign minister of theirs who is not an actual ambassador and treated as such by the King himself, and know that the quality I gave to Rosenbach was by a suggestion made by Sweden. But I conclude that as long as my affairs are done, it does not matter under what title. Moreover, I know very well that the Swedish nation does not agree with the Italian one, but I am happy not to have deceived myself into believing that you were to be singularly accepted in this court.

I have also felt with displeasure Count Tott's absence, because I know that his presence could have contributed greatly to the success of my interests.

As for Stenbock, it's old news. We need to know if Bielke continues to be favoured, or who else.

I have then seen that the general government dissuades you from the proposition of a change, so I approve that for now one follow his advice that the more I am interested in it, the less he cares about it, where, however, in any case I should be advised to leave myself at liberty to accept this change or not due to the doubt that one has about Bremen due to the wars that are feared, as mentioned.

Above all, I approve the advice that Kurck has given you to remain firm on those agreed in the recess, I do not ask for more nor for any reason should one remove oneself from that, and for this opinion I recognise him as a good and faithful friend and my servant.

Regarding the proposal of the universal sale of all my assets to the King, you must note that I want no less than two million in Roman coins, and after that all my debts are paid, which must be calculated in full all two hundred thousand Roman scudi; and please take care that I do not intend to cede an inch of land if my debts are not paid first and if I do not actually have in my hands the sum of two million Roman coins and that, even if it is invested in Rome, let it in the meantime be known that I propose this affair more for the King's service than for my own.

If they want to do it well, otherwise I do not care that much, knowing full well that Sweden is not in a position to disburse such a sum per year; but be careful that after proposing this affair, you do not make any traps about it.

On behalf of the Norrköping rent, I believe that the general government does not want to increase it in proportion to the increase in taxes and rather offers to renounce it; above all I tell you that I do not want to disgust the general government because it is not to my advantage, so let him know that I am so well-satisfied with him that I want to prefer his satisfactions and advantages to my own interests in order to give him much greater. I intend to continue to serve myself well, and therefore I am happy that he continues in this way in the rent, if then once the time of the contract has passed he does not want to continue, he will now try to establish it with others who he himself deems capable. But in the meantime I want him to keep it for the years he has to keep it, and if necessary, please ask him again to do so.

That your mission was out of time, and that you should have expected the King to have taken possession of the government, in this the general government speaks the truth and I know it, but there is no remedy for the fact; I hope nevertheless that something good can be done by also reflecting on your fortune and your valour.

Above all, be very careful that you do not receive new prejudices, making sure that the King does not mark any resolution harmful to my interests, which is very important because if you cannot improve them at least you must be careful not to receive other new prejudices. Moreover, I still have the sense to use prudence and modesty when asking and proposing needs; but not so much that justice is not asked for, while I do not demand anything other than mine; and, having given it I have given thanks and justice to everyone, it is my duty that what is due to me also be given to me.

It must therefore be shown that I always consider the convenience and interests of the kingdom more than my own, and that I desire nothing other than for my reasons to be recognised and approved, so that in some things we will then be able to have patience until better times; but in the meantime one must do everything possible to put forward all the points of the instruction and bring them to a good end, trusting in your dexterity that you will be able to do what you will judge on the spot to be of greatest service to me.

As for the expressions made to you by the Governor General of the Queen Mother's good affection towards me, I have no doubt that you will have been able to respond as was appropriate, and as for sending her some gift of the sums and smells of Rome, you know well that I would have done if I had not feared that it was said that they had been sent to poison as they say; but, to tell you, I have little desire to give away, because I see that I have made many of these fruitless cascades, and it seems baseness to me to do it anymore. Besides that, if one gives away one, one has to give away all of them, and I can't resist so much; and then in any case, the person who gives themself away is not earned and if they offend everyone who doesn't give away.

I know that you will soon know that my horses were thrown into the well, so would everything else; however, I do not reflect on this, because I have this to put it right for my part, but it seems baseness and indignity to me to give away people who bully and insult me ​​just because they owe me what they are and how much they can be.

Moreover, you are right not to believe in good words and beautiful promises, because you are in a country where they are passed around a lot and where the effect rarely corresponds.

Lastly, I recommend that above all else you press for Momma and Baumann to pay what they owe as soon as possible, living inquiet until I hear these two very considerable issues resolved.

One will do one's best to send you here attached the writing made on the interest of Bavaria, but if time constraints do not allow it, you will certainly not lack it with future ordinaries; and God prosper you. From Rome, September 24, 1672.
The Queen.
M. Santini.


Above: Kristina.

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