Sources:
Bibliothèque interuniversitaire (Montpellier); Manuscrits de la reine Christine; X: Lettere a diversi; Lettere a diversi particolari; 186: Christine de Suède au nonce du pape en Pologne, Hambourg, 4 octobre 1661 (digitisation pages 185v-186r to 186v-187r)
Christine (1626-1689 ; reine de Suède), Manuscrits de la reine Christine: Lettere a diversi, 1601-1700.
[En ligne sur https://ged.scdi-montpellier.fr/florabium45/jsp/nodoc.jsp?NODOC=2023_DOC_MONT_MBUM_81] (consulté le 28/05/2025 18:04).
The Foli@ online digital heritage library is here:
Copyright SCDI-UPV - Collections Université de Montpellier (shelfmark H 258).
Mémoires concernant Christine, reine de Suède, volume 3, pages 238 to 239, compiled and edited by Johan Arckenholtz, 1759; original at the National Library of Naples (Biblioteca Nazionale Vittorio Emanuele III)
Kristina's letter of the same day to King Jan II Kazimierz of Poland is here:
Kristina's letter of the same day to Marie Louise Gonzaga, the queen consort of Poland, is here:
"La Reine accompagna ces Lettres d'une autre pour le Nonce de Pologne (Le 4. Oct. l. c. p. 123. Lettere à Diversi.), où elle lui répéte les mesures qu'elle avoit déjà prises pour faire réussir son projet, tant en Dannemarc qu'à Hambourg. Elle souhaite de-même les bons offices du Roi de Pologne auprès dudit Roi, qu'elle se flatte devoir être d'un grand poids à cause de la Confédération qui subsiste entre ces deux Princes. Elle recommande au Nonce ses Lettres pour le Roi Jean Casimir & à sa Reine, dont le contenu, dit-elle, étoit digne du poste qu'il occupoit dans cette Cour, & de la profession des services qu'il avoit rendu à la Reine. ..."
"The Queen accompanied these letters with another for the nuncio of Poland (October 4, l. c., page 123. Lettere a diversi.), in which she repeated to him the measures she had already taken to make her project a success, both in Denmark and in Hamburg. She also desired the good offices of the King of Poland with the said King, which she flattered herself would be of great weight because of the confederation which subsists between these two Princes. She recommended to the nuncio her letters for King Jan Kazimierz and to his queen, the content of which, she said, was worthy of the position he occupied in this court, and of the profession of the services he had rendered to the Queen. ..."
The letter:
Al Nuntio di Pol[oni]a[.]
Hamb[urgo] 4 8bre 1661[.]
Mons[igno]re[.] Douendo io trattenermi anco p[er] qualche tempo in queste parti p[er] occ[asio]ne delli miei interessi, mi Stimo in debito di non trascurare di far qualche benefitio alli Catt[oli]ci che Sono in Danemarca, et in q[ues]ta Città col procurar loro per quanto posso coll'opera mia la libertà dell'essercitio della nostra Relig[io]ne: E perche l'impresa hà bisogno d'esser promossa, et aiutata per più uersi, p[er]ciò io hò richiesta l'assistenza, e fauore dell'Jmp[erato]re, del Rè di francia, e del Rè di Spagna, valendomi del mezzo anche delli Nuntij che risiedeno nelle Corti di Madrid, e Vienna acciò poturino che mì Si diano efficacem[en]te. Desiderando p[er]ò io d'hauer ancora gl'ufficij del Rè di Polonia, come più d'ogn'altro potenti col Rè di Danem[ar]ca p[er] la confederat[io]ne che passa trà dì loro, e p[er] le obligat[io]ni che questi gli professa, piglio confidenza di Scriverne à V. S. non Solo per esser materia degna della Carica ch'ella tiene, mà in riguardo ancora dell'esibit[io]ni fattemi da lei, quando mi Si diede à conoscere, Sperando che in q[ues]ta congiuntura Sia per farmene godere il frutto in maniera da rendermele tenuta. Prima p[er]ò d'ogn'altra cosa Stimo necessario dì far Sapere à V. S. che hauendo io Scritto al med[esim]o Rè di Polonia diverse uolte, così in occ[asio]ne della mia Convers[io]ne come anche dopoi in altri tempi Secondo le occorr[en]ze hauutene, non hò mai da S. M. riceuuta alc[un]a risposta, p[er]suadendomi p[er]ò che ciò fosse Seguito p[er] qualche accidente, ò impedim[en]to non vì feci altra rifless[io]ne; mà venendo poi il S[igno]r Card[ina]l Vidoni à Roma, e trouandosi à discorrer col s[igno]r Card[ina]l Azzolini Sì lasciò intender che S. M[aes]tà Si era dolùta di me perche non gl'havessi Scritto della mia Conuersione; il che partecipatomi poi da S. E. cagionò in me disturbo non ord[inari]o mentre io e la consapeuole à me Stessa d'haver Sodisfatto à questa parte colla M[aes]tà Sua e da Bruxelles, ove feci l'abiurat[io]ne Secreta, e poi anche da Jnspruck, come posso mandar tuttauia lé copie non Solo di queste Lett[er]e mà di tutte le altre, che gli hò Scritte dopoi in diverse congiunt[u]re; conoscendo p[er]ò che le mie Lett[er]e erano andate ìn Sinistro non poter far altro che rammarricarmi della mia disgratia: Prego p[er] tanto V. S. Se trouasse il Re, e la Reg[i]na disgustati per questo conto, di certificar l'vno, e l'altra vivam[en]te della constanza de miei affettuosi Sentim[en]ti verso dì loro, e della buona corrispondenza, ch'io desidero passi Sempre trà di noi, e V. S. m'obligherà in estremo di Stabilirla bene in q[ues]ta occ[asio]ne, nella quale uoglio Sperare d'hauer le Maestà loro propitie trattandosi di fauorire la n[ost]ra Relig[io]ne[.] Quello p[er]ò che V. S. hà da impetrare da S. M[aes]tà è vna Lett[er]a diretta al Rè di Danemarca, nella quale mostri efficacem[en]te che Se mè Si compiacerà nell'instanza ch'iò sono p[er] farle intorno al libero essercitio della n[ost]ra Relig[io]ne Si farà cosa tanto grata à S. M[aes]tà che Sentirà con estremo disgusto ìl Successo Sinistro. M'assicuro che S. M. Sarà disposta à fauorirmi in q[ues]to part[icola]re medianti anche le persuasiue, e prudenti maniere di V. S. nelle quali molto confido; onde uoglio Sperare di ricever quanto p[ri]ma la d[ett]a Lett[er]a pregandola Sopra il tutto p[er] l'efficacia di essa. Anzi p[er] toglier ogn'occ[asio]ne di disturbare ìl buon Successo di q[ues]to pensiero V. S. Si contenti di non far alt[r]o motiuo di ciò che dal S[igno]r Card[ina]l Azzolini l'è Stato Scritto intorno al testam[en]to del Rè tanto più che godendosi dalla Regina l'entrate che Sono nel Regno di Napoli, io non uoglio dar alla med[esim]a alc[un]a materia di disgusto premendomi Sopra ogn'altro interesse che Si promuoua questo della Relig[io]ne[.] Resta ch'io raccomandi à V. S., Si come fo, la Secretezza non convenendo p[er] ìl buon'esito del negotio di publicarne in al[tro] luogo i trattati, et inviandola acclusa la lett[er]a p[er] S. M[aes]tá resto con bramarle ogni prosperità &c.
p. s. Si manda à V. S. anche vna lett[er]a per la Reg[i]na colla quale Si contenterà di passar l'istesso offitio, e riceverà giuntam[en]te le copie per Sua notitia.
With modernised spelling:
Al nunzio di Polonia.
Amburgo 4 ottobre 1661.
Monsignore,
Dovendo io trattenermi anco per qualche tempo in queste parti per occasione delli miei interessi, mi stimo in debito di non trascurare di far qualche benefizio alli cattolici che sono in Danimarca ed in questa città col procurar loro per quanto posso coll'opera mia la libertà dell'esercizio della nostra religione; e, perché l'impresa ha bisogno d'esser promossa ed aiutata per più versi, perciò io ho richiesta l'assistenza e favore dell'imperatore, del re di Francia e del re di Spagna, valendomi del mezzo anche delli nunzi che risiedeno nelle corti di Madrid e Vienna acciò poturino che mi si diano efficacemente.
Desiderando però io d'aver ancora gl'uffici del re di Polonia come più d'ogn'altro potenti col re di Danimarca per la confederazione che passa tra di loro e per le obbligazioni che questi gli professa, piglio confidenza di scriverne a Vostra Serenità, non solo per esser materia degna della carica ch'ella tiene, ma in riguardo ancora dell'esibizioni fattemi da lei quando mi si diede a conoscere, sperando che in questa congiuntura sia per farmene godere il frutto in maniera da rendermele tenuta.
Prima, però, d'ogn'altra cosa stimo necessario di far sapere a Vostra Serenità che, avendo io scritto al medesimo re di Polonia diverse volte, così in occasione della mia conversione come anche dopoi in altri tempi, secondo le occorrenze avutene, non ho mai da Sua Maestà ricevuta alcuna risposta, persuadendomi però che ciò fosse seguito per qualche accidente o impedimento non vi feci altra riflessione.
Ma, venendo poi il signor cardinal Vidoni a Roma e trovandosi a discorrer col signor cardinal Azzolini si lasciò intender che Sua Maestà si era doluta di me, perché non gl'avessi scritto della mia conversione, il che partecipatomi poi da Sua Eminenza cagionò in me disturbo non ordinario, mentre io e la consapevole a me stessa d'aver soddisfatto a questa parte colla Maestà Sua e da Bruxelles, ove feci l'abiurazione segreta, e poi anche da Innsbruck, come posso mandar tuttavia le copie non solo di queste lettere, ma di tutte le altre che gli ho scritte dopoi in diverse congiunture.
Conoscendo però che le mie lettere erano andate in sinistro non poter far altro che rammaricarmi della mia disgrazia, prego pertanto Vostra Serenità se trovasse il re e la regina disgustati per questo conto di certificar l'uno e l'altra vivamente della constanza de' miei affettuosi sentimenti verso di loro e della buona corrispondenza ch'io desidero passi sempre tra di noi; e Vostra Serenità m'obbligherà in estremo di stabilirla bene in questa occasione, nella quale voglio sperare d'aver le Maestà Loro propizie, trattandosi di favorire la nostra religione.
Quello però che Vostra Serenità ha da impetrare da Sua Maestà è una lettera diretta al re di Danimarca, nella quale mostri efficacemente che se me si compiacerà nell'instanza ch'io sono per farle intorno al libero esercizio della nostra religione si farà cosa tanto grata a Sua Maestà che sentirà con estremo disgusto il successo sinistro.
M'assicuro che Sua Maestà sarà disposta a favorirmi in questo particolare medianti anche le persuasive e prudenti maniere di Vostra Serenità, nelle quali molto confido; onde voglio sperare di ricever quanto prima la detta lettera, pregandola sopra il tutto per l'efficacia di essa. Anzi, per toglier ogn'occasione di disturbare il buon successo di questo pensiero, Vostra Serenità si contenti di non far altro motivo di ciò che dal signor cardinal Azzolini l'è stato scritto intorno al testamento del re, tanto più che godendosi dalla regina l'entrate che sono nel regno di Napoli.
Io non voglio dar alla medesima alcuna materia di disgusto, premendomi sopra ogn'altro interesse che si promuova questo della religione. Resta ch'io raccomandi a Vostra Serenità (siccome fo) la segretezza, non convenendo per il buon'esito del negozio di pubblicarne in altro luogo i trattati; ed, inviandola acclusa la lettera per Sua Maestà, resto con bramarle ogni prosperità ecc.
P. S.
Si manda a Vostra Serenità anche una lettera per la regina colla quale si contenterà di passar l'istesso ufficio e riceverà giuntamente le copie per sua notizia.
Arckenholtz's transcript of the letter in his French translation from Italian (excerpted; I cannot tag it as such due to character limits in the tags):
... Sur-tout je juge nécessaire, Monsieur, de vous apprendre que comme j'ai écrit diverses fois au Roi de Pologne tant à l'occasion de ma conversion, que depuis dans d'autres occurrences, sans jamais y avoir reçu de réponse. J'ai au commencement cru, que cela seroit arrivé par quelque oublis ou autre empêchement. Mais le Cardinal Vidoni, étant depuis arrivé à Rome & parlant de chose & d'autre au Cardinal Azzolino, il fit entendre que S. M. s'étoit plainte de moi, de ce que je ne l'avois pas averti de ma Conversion. Ceci me causa bien du trouble, puisque je savois pour certain que j'avois satisfait à S. M. en ce point-là, & même de Bruxelles, où je fis l'abjuration secréte, & après d'Inspruck, dont je pourrois encore produire les copies de ces Lettres, aussi-bien que de toutes les autres que je lui ai écrites en diverses conjonctures. Apprenant depuis que ces Lettres s'étoient égarées, je n'ai pu que me plaindre de ce désastre. Cependant je vous prie, Monsieur, qu'en cas que vous trouviez le Roi & la Reine fâchés de cet accident, de les assurer l'un & l'autre vivement de la constance de mes sentimens affectueux à leur égard, & de la bonne correspondance que je souhaite qui subsiste entre nous. Vous m'obligerez grandement de la cimenter le mieux possible en cette occasion, où j'espére que Leurs Majestés seront portées à favoriser notre Religion. [Au surplus Christine recommande au Nonce de lui faire avoir des Lettres aussi efficaces, que celles qu'elle avoit demandées à d'autres Princes pour le Roi de Dannemarc & la Ville de Hambourg.] Et afin, lui dit-elle, de lever tout sujet de mesintelligence qui pourroit arrêter le succès de cette Négociation, vous éviterez de faire aucune mention de ce que le Cardinal Azzolino vous a écrit au sujet du Testament du Roi; d'autant plus que comme je compte de jouir des revenus de ses Terres situées dans le Royaume de Naples, je ne veux lui donner aucun sujet de déplaisir, estimant tout autre intérêt au-dessous de celui où il s'agit de l'avantage de la Religion. Reste à vous recommander le secret de l'affaire, parce qu'il importe pour son bon succès, de ne la publier nulle part, pendant qu'elle n'est qu'au terme de Traité.
French translation (my own; I cannot tag it as such due to character limits in the tags):
Au nonce de Pologne.
Hambourg, le 4 octobre 1661.
Monseigneur,
Devant séjourner quelque temps pour l'occasion de mes intérêts, je m'estime devoir rendre service aux catholiques qui sont au Danemark et dans cette ville, en leur procurant, autant que je le pourrai par mon travail, la liberté de l'exercice de notre religion. Et, comme cette entreprise a besoin d'être encouragée et aidée de plusieurs manières, j'ai donc sollicité l'aide et la faveur de l'empereur, du roi de France et du roi d'Espagne, profitant aussi des moyens des nonces qui résident dans les cours de Madrid et de Vienne, afin qu'ils puissent se donner à moi efficacement.
Cependant, désirant avoir encore les charges du roi de Pologne comme plus puissantes que toutes autres auprès du roi de Danemark à cause de la confédération qui existe entre eux et à cause des obligations que ce dernier lui professe, je prends la confiance d'écrire à Votre Sérénité, non seulement parce que c'est une affaire digne de la charge que elle occupe, mais aussi à l'égard des démonstrations que elle m'a faites lorsque elle s'est faite connaître à moi, espérant que dans cette conjoncture elle pourra m'en faire jouir du fruit de manière à me rendre obligé envers lui.
Mais je crois d'abord nécessaire de faire savoir à Votre Sérénité que, ayant écrit plusieurs fois au même roi de Pologne, tant à l'occasion de ma conversion, qu'ensuite à d'autres moments, selon les besoins que j'en avais, je n'ai jamais reçu aucune réponse de Sa Majesté, mais, étant persuadée que cela était arrivé par suite de quelque accident ou empêchement, je n'y ai pas fait plus de réflexion.
Mais, lorsque Monseigneur le cardinal Vidoni vint à Rome et se trouva en conversation avec Monseigneur le cardinal Azzolino, il laissa entendre que Sa Majesté s'était plainte de moi parce que je ne lui avais pas écrit au sujet de ma conversion, ce qui, lorsque Son Éminence m'en informa plus tard, ne me causa pas d'inquiétude ordinaire, alors que je savais avoir satisfait cette partie à Sa Majesté et de Bruxelles, où j'ai fait l'abjuration secrète, et puis aussi d'Innsbruck, comment puis-je encore envoyer des copies non seulement de ces lettres, mais de toutes les autres que je lui ai écrites ensuite à diverses époques.
Sachant cependant que mes lettres avaient mal passé et que je ne pouvais que regretter ma disgrâce, je prie donc Votre Sérénité, si elle trouve le roi et la reine mécontents à ce sujet, de leur certifier vivement à tous deux la constance de mes sentiments affectueux envers eux et de la bonne correspondance que je désire toujours passer entre nous; et Votre Sérénité m'obligera à l'extrême de bien l'établir dans cette occasion, dans laquelle je désire avoir Leurs Majestés propices, puisqu'il s'agit de promouvoir notre religion.
Ce que Votre Sérénité a à implorer de Sa Majesté, cependant, c'est une lettre adressée au roi de Danemark, dans laquelle il montre effectivement que si elle m'accordera la demande que je m'apprête à faire concernant le libre exercice de notre religion, ce sera quelque chose de si agréable à Sa Majesté qu'il ressentira avec un dégoût extrême le résultat malheureux.
Je m'assure que Sa Majesté sera disposée à me favoriser sur ce point, grâce aussi aux manières persuasives et prudentes de Votre Sérénité, en lesquelles j'ai une grande confiance; j'espère donc recevoir ladite lettre au plus tôt, lui priant avant tout pour son efficacité. En effet, afin d'écarter toute occasion de perturber le bon succès de cette pensée, que Votre Sérénité veuille bien se contenter de n'invoquer d'autre raison que celle écrite par Monseigneur le cardinal Azzolino au sujet du testament du roi, d'autant plus que la reine bénéficie des revenus du royaume de Naples.
Je ne veux pas donner à ce sujet de dégoût, en le faisant passer avant tout autre intérêt susceptible d'être défendu, celui de la religion. Il reste que je recommande à Votre Sérénité (comme je le fais) le secret, car il n'est pas opportun pour le succès de l'affaire de publier les traités ailleurs; et, en l'envoyant ci-joint à la lettre pour Sa Majesté, je lui souhaite une pleine prospérité, etc.
P. S.
Une lettre s'envoie aussi à Votre Sérénité pour la reine, dont elle se contentera de passer au même bureau et recevrez les copies en même temps pour ses nouvelles.
Swedish translation (my own; I cannot tag it as such due to character limits in the tags):
Till Polens nuntius.
Hamburg, 4 oktober 1661.
Monsignor,
Eftersom jag måste stanna kvar i dessa trakter under en tid på grund av mina intressen, anser jag att jag inte får underlåta att göra någon nytta för de katoliker som finns i Danmark och i denna stad genom att, så mycket jag kan med mitt arbete, säkra dem friheten att utöva vår religion; och eftersom företaget behöver främjas och underlättas på många sätt, har jag därför bett om hjälp och gunst från kejsaren, Frankrikes konung och Spaniens konung, och även utnyttjat medlen från nuntierna som är bosatta vid hoven i Madrid och Wien så att de effektivt kan ge sig åt mig.
Emellertid önskar jag fortfarande behålla Polens konungs tjänster som mäktigare än något annat hos Danmarks konung på grund av det förbund som råder mellan dem och på grund av de förpliktelser som denne bekänner sig gentemot honom, och jag tar mig tillförsikt att skriva till Ers Durchlauchtighet, inte bara för att det är en sak värdig det ämbete Ni innehar, utan också med avseende på de uppvisningar Ni gjorde mig när Ni gav Er till känna för mig, i hopp om att Ni i detta sammanhang skall kunna få mig att njuta av frukten av det på ett sådant sätt att jag blir Er förpliktad.
Men först anser jag det nödvändigt att informera Ers Durchlauchtighet om att jag, efter att ha skrivit till samme Polens konung flera gånger, både i samband med min omvändelse och även efteråt vid andra tillfällen, beroende på mitt behov, aldrig har fått något svar från Hans Majestät, men eftersom jag var övertygad om att detta hade skett på grund av någon olyckshändelse eller hinder, funderade jag inte vidare över det.
Men när monsignor kardinal Vidoni kom till Rom och fann sig själv i samtal med monsignor kardinal Azzolino, lät han förstå att Hans Majestät hade klagat på mig eftersom jag inte hade skrivit till honom om min omvändelse, vilket, när Hans Eminens senare informerade mig om det, inte orsakade mig någon vanlig störning, medan jag var medveten om att ha uppfyllt denna part hos Hans Majestät och från Bryssel, där jag avlade den hemliga avsvärjningen, och sedan också från Innsbruck, hur kan jag fortfarande skicka kopior inte bara av dessa brev, utan av alla de andra som jag har skrivit till honom efteråt vid olika tidpunkter.
Eftersom jag emellertid vet att mina brev hade gått illa bort och att jag inte kunde göra annat än att beklaga min onåd, ber jag därför Ers lugn, om Ni finner konungen och drottningen missnöjda på grund av detta, att levande bekräfta för dem båda mina tillgivna känslor gentemot dem och den goda brevväxling som jag alltid önskar mellan oss; och Ers Durchlauchtighet kommer att förplikta mig i yttersta grad att bevisa det väl vid detta tillfälle, där jag vill ha Deras Majestäter välvilligt gynnande, ty det gäller att främja vår religion.
Vad Ers Durchlauchtighet emellertid har att vädja till Hans Majestät är ett brev riktat till Danmarks konung, i vilket han effektivt visar att om Ni beviljar mig den begäran jag nu har att göra angående det fria utövandet av vår religion, kommer det att vara något så behagligt för Hans Majestät att han med yttersta avsky kommer att känna det olyckliga resultatet.
Jag försäkrar mig om att Hans Majestät kommer att vara benägen att gynna mig i detta avseende även genom Ers Durchlauchtighets övertygande och kloka sätt, för vilka jag har stort förtroende; jag hoppas därför få nämnda brev så snart som möjligt och ber framför allt för dess effektivitet. För att undanröja varje anledning att störa denna tankes goda framgång, må Ers Durchlauchtighet nöja sig med att inte anföra någon annan anledning än den som monsignor kardinal Azzolino har skrivit om konungens testamente, särskilt eftersom drottningen åtnjuter den inkomst som finns i konungariket Neapel.
Jag vill inte ge något avsky åt detsamma, utan företräde framför alla andra intressen som kan främjas, detta av religionen. Det återstår att jag rekommenderar Ers Durchlauchtighet (vilket jag gör) sekretess, eftersom det inte är lämpligt för affärens framgång att publicera fördragen någon annanstans; och, skickande det bifogat brevet för Hans Majestät, önskar jag Er all framgång osv.
P. S.
Ett brev skickas också till Ers Durchlauchtighet för drottningen, med vilket Ni nöjer Er med att passera samma ämbete och samtidigt får kopiorna för Era nyheter.
English translation (my own):
To the Nuncio of Poland.
Hamburg, October 4, 1661.
Monsignor,
Having to remain in these parts for some time on the occasion of my interests, I esteem that I must not neglect to do some benefit to the Catholics who are in Denmark and in this city by procuring for them, as much as I can with my work, the freedom of the exercise of our religion; and, as the enterprise needs to be promoted and helped in many ways, I have therefore requested the assistance and favour of the Emperor, of the King of France and of the King of Spain, availing myself also of the means of the nuncios who reside in the courts of Madrid and Vienna so that they can give themselves to me effectively.
However, I desiring to still have the offices of the King of Poland as more powerful than any other with the King of Denmark because of the confederation that exists between them and because of the obligations that the latter professes to him, I take the confidence to write to Your Serenity, not only because it is a matter worthy of the office that you hold, but also in regard to the exhibitions made to me by you when you made yourself known to me, hoping that in this conjuncture you will be able to make me enjoy the fruit of it in such a way as to make me obliged to you.
But firstly I deem it necessary to inform Your Serenity that, I having written to the same King of Poland several times, both on the occasion of my conversion and also afterwards at other times, according to the needs I had, I have never received any response from His Majesty, but, being persuaded that this had occurred due to some accident or impediment, I did not make any further reflection on it.
But, when Monsignor Cardinal Vidoni came to Rome and found himself talking with Monsignor Cardinal Azzolino, he let it be understood that His Majesty had complained about me because I had not written to him about my conversion, which, when His Eminence later informed me of it, caused me no ordinary disturbance, while I was aware of having satisfied this part with His Majesty and from Brussels, where I made the secret abjuration, and then also from Innsbruck, how can I still send copies not only of these letters, but of all the others that I have written to him afterwards at various times.
Knowing, however, that my letters had gone off badly and that I could do nothing but regret my disgrace, I therefore beg Your Serenity, if you find the King and Queen displeased on this account, to vividly certify to both of them the constancy of my affectionate feelings towards them and of the good correspondence which I desire to always pass between us; and Your Serenity will oblige me in the extreme to establish it well on this occasion, in which I want to have Their Majesties propitious, as it is a question of promoting our religion.
What Your Serenity has to implore from His Majesty, however, is a letter directed to the King of Denmark, in which he effectively shows that if you will grant me the request I am about to make concerning the free exercise of our religion, it will be something so pleasing to His Majesty that he will feel with extreme disgust the unfortunate outcome.
I assure myself that His Majesty will be disposed to favour me in this particular through also the persuasive and prudent ways of Your Serenity, in which I have great confidence; I therefore want to hope to receive the said letter as soon as possible, praying you above all for its efficacy. Indeed, so as to remove every occasion to disturb the good success of this thought, may Your Serenity be content to make no other reason than that which has been written by Monsignor Cardinal Azzolino about the King's will, especially since the Queen enjoys the income that is in the Kingdom of Naples.
I do not want to give any matter of disgust to the same, taking precedence over any other interest that may be promoted, this one of religion. It remains that I recommend to Your Serenity (as I do) secrecy, as it is not appropriate for the success of the affair to publish the treaties elsewhere; and, sending it enclosed with the letter for His Majesty, I remain in wishing you every prosperity, etc.
P. S.
A letter is also sent to Your Serenity for the Queen, with which you will content yourself with passing the same office and will receive the copies at the same time for your news.
Above: Kristina.
Above: Antonio Pignatelli (later Pope Innocent XII).


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