Source:
L'elezione di Clemente IX e Cristina di Svezia, article written by Guido Zaccagnini for Bullettino storico pistoiese: anno 1, pages 150 to 153, published by the Pistoiese Society for the History of the Fatherland, 1899; original at Cornell University
Pope Clement IX's letter of June 12/22 (New Style), 1667 to Kristina is here:
His letter of August 24/September 3 (New Style), 1667 to her is here:
His letter of March 21/31 (New Style), 1668 to her is here:
The article:
L'elezione di Clemente IX e Cristina di Svezia.
Alla morte di Alessandro VII (Chigi), avvenuta il 22 maggio 1667, i cardinali si diedero subito attorno ad intrigare per la prossima elezione. Cristina allora si trovava lontana da Roma. Già fin dalla morte di Gustavo Adolfo [sic], quando era per succedergli Carlo XI, alla inconstante regina era arrisa l'idea di ritornare sul trono di Svezia. Aveva quindi chiesto agli Stati di aver riservati i propri diritti al trono in caso di morte di Carlo XI. Gli Stati le risposero che rinunciasse per sempre ad ogni diritto. Questo tentativo lo ripeteva appunto in quell'anno 1667 e impiegava tutta la sua astuzia e sagacia per ottenere il desiderato assentimento; ma il senato e la reggenza le rispondevano questa volta che non mettesse più piede in Svezia. Appunto in quel tempo le arrivava la notizia della morte del Chigi. Nonostante che fosse occupata in un affare così importante per lei, non si lasciò sfuggire l'occasione d'influire sul conclave e, per sodisfare, com'era suo costume, il suo amor proprio e per avere un papa che assecondasse, un po' meglio dei precedenti, le sue inclinazioni.
Che favorisse l'elezione del cardinale Rospigliosi, che poi uscì vittorioso, dopo non breve contrasto, dal conclave, o per mezzo del suo cardinale e favorito Decio Azzolini o di altri, lo dice chiaramente, in una sua lettera, che qui sotto pubblichiamo, il Rospigliosi stesso. Del resto anche senza questa testimonianza era facile supporlo per l'indole intrigante e ambiziosa della regina.
Non poche brighe e disinganni aveva dovuto soffrire durante il lungo pontificato d'Innocenzo X, a cui certo doveron passare presto gli entusiasmi per la conversione di lei alla fede cattolica. Già sotto Alessandro VII aveva dovuto sentirsi fare l'offerta d'un assegnamento fisso concesso a ben duri patti: le si chiedeva un'austerità di vita un po' difficile per lei, avvezza a godersi gli agi e i sollazzi che offriva allora in abbondanza la Roma del seicento. Il suo favorito amico e tesoriere, cardinale Azzolini, che, simulando di farlo di sua iniziativa, aveva cominciato già da qualche tempo a chieder denari per lei ad Alessandro VII, glie lo annunziò, ma essa sdegnosamente rifiutò. Del resto poco poteva pensare a lei il Chigi, troppo occupato ad arricchire i suoi fratelli e la numerosa schiera de' suoi nipoti e degli altri parenti. È vero che assai lieta e ben poco austera fu durante il suo pontificato la vita in Roma, le sale del Vaticano si aprivano assai spesso a magnifiche feste ove il lusso e bene spesso anche la corruzione regnavano, è ben vero che gli altri palazzi di Roma s'allietavano assai di frequente, coll'esempio del papa, di banchetti sontuosi e di baldorie d'ogni genere; ma la regina da tutto questo tripudio veniva assai danneggiata nelle finanze, se la mano del pontefice largamente non la soccorreva. E pare che Alessandro VII non fosse per lei molto generoso. Dovette quindi giunger assai gradita alle orecchie di Cristina, non meno che ai cardinali, la notizia della morte del Chigi. Non meno lieta dovette essere per lei la notizia, seguita all'altra, dell'elezione del nuovo pontefice nel cardinale Giulio Rospigliosi di Pistoia, assunto al pontificato col nome di Clemente IX.
Dava il nuovo pontefice affidamento di essere ben diverso dal suo predecessore, perchè sempre pura e incorrotta era stata fin allora la sua vita di cardinale. Pasquino che non aveva punto risparmiato i suoi strali satirici contro gl'immediati predecessori di lui, Innocenzo X ed Alessandro VII, allorchè aveva dovuto descrivere i cardinali aspiranti alla tiara alla morte di quest'ultimo lo aveva, insolitamente, lodato assai.
«Sol Rospigliosi Febo erge all'impero
E volge in lui dal ciel raggi benigni.
È in lui pietà clemenza e valor vero;
E un porto di virtù, stella de' Cigni,
Mente ha retta, alma pura e cor sincero
Et ad amarlo trahe sino i macigni.
Havrà il Mondo di pace aureo tesoro,
Godrà il Popol di Christo un secol d'oro.»
Ma più che per queste invidiabili virtù, doveva esser gradita a Cristina l'elezione del Rospigliosi per la passione da lui sempre e vivamente sentita per la musica e le feste. La regina non era stata mai troppo calda per le pratiche religiose: vera e forte passione non aveva mai avuta che per le commedie, i drammi musicali e più tardi per la sua Accademia. Aveva anche la sua compagnia di musicanti e veramente ricche e frequentate riuscivano le sue riunioni, che essa, pur con gran dispendio, continuò anche negli anni in cui il favore del pontefice incominciò a mancarle. Durante il suo lungo soggiorno in Roma essa aveva cercato con la più viva passione di godere della vita facile e gaia che vi conduceva la società aristocratica di quei tempi.
Questa adunque non sarà stata l'ultima delle ragioni per cui dovette essere a lei assai gradita l'elezione del Rospigliosi. Questo suo vivo gradimento resulta evidente dalle tre lettere di Clemente IX a lei scritte appunto poco dopo la sua esaltazione e che ho ritrovate ricopiate nel carteggio del cardinale Alderano Cybo, esistente nel R.o Archivio di Stato di Massa, filza n. 520 (Arch. Ducale).
Veramente importante fra queste mi pare la prima per due ragioni principalmente, prima di tutto perchè scritta subito dopo la sua elezione il 22 giugno 1667, poi perchè v'è un inciso che ci spiega anche per qual motivo il nuovo papa con tanta prontezza s'affrettasse a far sapere a Cristina la sua elezione. Questo inciso ci lascia indovinare quanti maneggi avrà Cristina o direttamente o indirettamente fatti per appoggiare l'elezione del Rospigliosi. «è a noi ben noto quanto habbia la M. V. cooperato alla nostra esaltazione, e ne rendiamo a lei vivissime gratie.» Ben poteva dunque sperare larghi aiuti e protezione la regina di Svezia da un papa che, senza esserne richiesto, faceva tante profferte. E veramente non sbagliò, perchè i tre anni del pontificato del Rospigliosi (1667-1669) furono, nella burrascosa vita di lei, anni di pace e di tripudio.
Appena ebbe notizia della sua assunzione al pontificato (era allora, come abbiamo detto, assai lontana da Roma), lasciò da parte ogni altro pensiero e si diresse prontamente alla volta della città eterna, come essa stessa fa sapere al nuovo pontefice con lettera del 10 agosto. Clemente IX si affretta a rispondere colla seconda delle lettere qui pubblicate con ampie espressioni di affetto e di cortesia a questa lettera della regina, nella quale è facile supporre quanto essa esaltasse il nuovo eletto, per acquistarne il favore.
La terza lettera del 31 Marzo 1668 ha assai minore importanza, con essa il papa la ringrazia d'un balsamo che gli aveva mandato e delle espressioni d'affetto con cui gli aveva accompagnato il dono. Del resto anche questa lettera mostra l'affetto, forse non del tutto mentito, che la regina sentiva per il nuovo eletto e tutte e tre le lettere possono essere un tenue contributo alla storia del pontificato del nostro pontefice pistoiese, Clemente IX.
GUIDO ZACCAGNINI
English translation (my own):
The election of Clement IX and Kristina of Sweden.
Upon the death of Alexander VII (Chigi), which occurred on May 22, 1667, the cardinals immediately began scheming for the next election. Kristina was then far from Rome. Ever since the death of Gustav Adolf [sic], when Karl XI was about to succeed him, the fickle queen had entertained the idea of returning to the Swedish throne. She had therefore asked the Estates to reserve her rights to the throne in the event of Karl XI's death. The Estates responded by requiring her to renounce all rights forever. She repeated this attempt in 1667, employing all her cunning and sagacity to obtain the desired consent; but the Senate and the regency this time told her never to set foot in Sweden again. It was at this time that news of Chigi's death reached her. Although she was occupied with such an important affair for her, she did not let slip the opportunity to influence the conclave and, as was her custom, to satisfy her self-love and to have a pope who would indulge her inclinations a little better than the previous ones.
That she favoured the election of Cardinal Rospigliosi, who subsequently emerged victorious from the conclave after a lengthy dispute, either through her favorite Cardinal Decio Azzolino or others, is clearly stated by Rospigliosi himself in a letter published below. Moreover, even without this testimony, it was easy to assume so, given the Queen's intriguing [scheming] and ambitious nature.
She had endured many troubles and disappointments during the long pontificate of Innocent X, who must have quickly lost his enthusiasm for her conversion to the Catholic faith. Already under Alexander VII, she had been offered a fixed salary, granted on very harsh terms: the demand was for an austere lifestyle that was somewhat difficult for her, accustomed to enjoying the comforts and pleasures that seventeenth-century Rome offered in abundance. Her favourite friend and treasurer, Cardinal Azzolino, who, pretending to do so on his own initiative, had already begun asking Alexander VII for money for her, announced this to her, but she disdainfully refused. Besides, Chigi could think little of her, too busy enriching his brothers and his numerous nephews and nieces and other relatives.
It is true that life in Rome during his pontificate was very joyful and far from austere. The halls of the Vatican were often opened to magnificent feasts where luxury and often even corruption reigned. It is also true that the other palazzi of Rome were frequently enlivened, following the Pope's example, with sumptuous banquets and revelry of all kinds. But the Queen was severely damaged financially by all this revelry, unless the Pontiff generously supported her. And it seems that Alexander VII was not very generous towards her. Therefore, the news of Chigi's death must have reached Kristina's ears, no less than the cardinals'.
No less joyful must have been the news, which followed the other, of the election of the new pontiff, Cardinal Giulio Rospigliosi of Pistoia, who assumed the papacy under the name of Clement IX.
The new Pontiff was assured of being very different from his predecessor, because his life as a cardinal had always been pure and uncorrupted. Pasquino, who had not spared his satirical attacks on his immediate predecessors, Innocent X and Alexander VII, had, unusually, praised him highly when describing the cardinals aspiring to the tiara upon the latter's death.
"Sol Rospigliosi Febo erge all'impero
E volge in lui dal ciel raggi benigni.
È in lui pietà clemenza e valor vero;
E un porto di virtù, stella de' Cigni,
Mente ha retta, alma pura e cor sincero
Et ad amarlo trahe sino i macigni.
Havrà il Mondo di pace aureo tesoro,
Godrà il Popol di Christo un secol d'oro."
["Phoebus raises the sun Rospigliosi to the empire
And turns upon him benign rays from Heaven.
In him is piety, clemency and true valour;
He is a haven of virtue, the Star of Cygnus,
He has a right mind, a pure soul, and a sincere heart
And to love him even among the rocks
The world will have a golden treasure of peace,
The People of Christ will enjoy a golden age."]
But even more than for these enviable virtues, Kristina must have appreciated Rospigliosi's election for his lifelong and lively passion for music and celebrations. The Queen had never been too warm about religious practices: she had never had a true and strong passion except for comedies, musical dramas, and later for her Academy. She also had her own company of musicians, and its gatherings were truly lavish and well attended, which she continued, despite great expense, even during the years when the Pontiff's favour began to wane. During her long stay in Rome, she had sought with the greatest passion to enjoy the easy and cheerful life enjoyed by the aristocratic society of the time.
This, then, must not have been the least of the reasons why Rospigliosi's election must have been so welcome to her. This deep appreciation is evident from the three letters Clement IX wrote to her shortly after his exaltation, which I have found copied in the correspondence of Cardinal Alderano Cybo, held in the Royal State Archives of Massa, file no. 520 (Ducal Archives).
The first of these seems truly important to me for two main reasons: first, because it was written immediately after his election on June 22, 1667, and second, because it contains a passage that explains why the new Pope was so quick to inform Kristina of his election. This passage allows us to guess how much Kristina must have manipulated, directly or indirectly, to support Rospigliosi's election.
"We know well how much Your Majesty has cooperated in Our exaltation, and We are most grateful to you for it."
The Queen of Sweden could therefore have hoped for broad aid and protection from a pope who, unsolicited, made so many offers. And truly, she was not mistaken, for the three years of Rospigliosi's pontificate (1667-1669) were, in her turbulent life, years of peace and jubilation.
As soon as she received news of his accession to the papacy (she was then, as we have said, very far from Rome), she left all other thoughts aside and promptly headed for the Eternal City, as she herself informed the new Pontiff in a letter dated August 10. Clement IX hastened to respond in the second of the letters published here with ample expressions of affection and courtesy to this letter from the Queen, in which it is easy to imagine how much she extolled the newly elected Pope in order to gain his favour.
The third letter, dated March 31, 1668, is of much less importance. In it, the Pope thanks her for a balm she had sent him and for the affectionate expressions with which she had accompanied the gift. This letter, too, demonstrates the affection, perhaps not entirely false, that the Queen felt for the newly elected Pope, and all three letters can be a modest contribution to the history of the pontificate of our Pistoian pontiff, Clement IX.
GUIDO ZACCAGNINI
Above: Kristina.
_02.jpg)
Above: Pope Clement IX.
No comments:
Post a Comment