Wednesday, September 27, 2023

Gregorio Leti on Kristina hoping to visit England, year 1657

Sources:

Historia e memorie recondite sopra alla vita de Oliviero Cromvele: detto il tiranno senza vizi, il prencipe senza virtù, volume 2, pages 485 to 487, by Gregorio Leti, 1692
La vie d'Olivier Cromwell, volume 2, pages 446 to 448, by Gregorio Leti, translated and printed by Antoine Schelte, 1694
The account:

Era passata da Roma in Francia ... la Regina Christina, che schristianitasi (per cosi dire) dalla Corona di Suetia, andava correndo raminga da una all'altra Corte, sia per sfogar qualche afflittione di spirito, sia per goder dell'altrui cortesie, e carezze, delle quali gliene vennero partecipate molto straordinarie nella Corte del Christianissimo. Hora trovandosi in Fontanabló spedì da questo luogo il Signor M[on]aldeschi suo Segretario, e Gentil-huomo di Camera molto favorito in Londra, sotto il pretesto di Complimentar Cromvele, ma con altri disegni piú occulti; e come questa Regina non costumava andare in Corte alcuna, senza essere invitata dal suo Prencipe, che segretamente soleva farlo a ció disponere, in maniera che non paresse che l'instanza dell'invito venisse da Lei, e lo stesso si pretese fare in Londra verso Cromvele, col mezzo del M[on]aldeschi. Venne veramente questo Gentilhuomo ricevuto dal Protettore con segni di somma cortesia, con che facilitó all'altro l'apertura della sua segreta commissione, havendogli rappresentato la stima grande che la Regina faceva del suo gran merito, & il piacere che si sarebbe fatto di poter vedere con gli occhi propri un cosi grande Heroe, con l'aggiunta, che sua Maestà non parlava d'altra che di sua Altezza, e della facilità di quella felicissima Isola, con la speranza che potesse con questo muoversi il Protettore all'Invito. Ma l'esito riuscì al contrario, poiche ringratiatolo del complimento, con certi giri, e raggiri di parole de' quali ne abbondava, schivò di obligarsi a cosa alcuna, di modo che si accorse benissimo il M[on]aldeschi, che Cromvele non havea gran volontà di veder la Regina nella sua Corte. Tre furono le ragioni che lo mossero, la prima, per evitar la spesa che bisognava fare per riceverla, correndo la voce che molti Prencipi s'erano quasi ruinati per volerla troppo honorare, & accarezzare. In secondo luogo non poteva con questo vedere una Donna che havea rinunciato tre Corone, per abbracciar quella Religione ch'egli tanto odiava: oltre che teneva che la Regina non fosse per chiedergli qualche vantaggio per li Catolici. E finalmente geloso del segreto de' suoi affari, non poteva ammettere nella sua Corte una Donna che si facea gran piacere di scoprire gli altrui segretti piú reconditi; ma bisogna sapere qual fosse il vero motivo in ciò di questa Regina. Dopo la conclusion[e] della Lega con l'Inghilterra, havendo inteso il Cardinal Mazzarino, che la Protettione era stata data a perpetuità alla Casa di Cromvele, appassionato di rendere potente, e bene appoggiata la sua, si messe nella testa il pensiere di poterlo obligare a far divotio con la moglie, per sposare una sua Nipote, per rendere anche con tal nodo piú indubitabile la continuattione della Lega; havendo stimato unico stromento questo del maneggio in tale opera d'una Regina cosi spiritosa, e destra, & ecco la ragione che havea mosso Christina a spedire il M[on]aldeschi, per procutar l'Invito di Cromvele.

With modernised spelling:

Era passata da Roma in Francia ... la regina Cristina, che scristianitasi (per così dire) dalla corona di Svezia, andava correndo raminga da una all'altra corte, sia per sfogar qualche afflizione di spirito, sia per goder dell'altrui cortesie e carezze, delle quali gliene vennero partecipate molto straordinarie nella corte del Cristianissimo. Ora trovandosi in Fontainebleau, spedì da questo luogo il signor M[on]aldeschi, suo segretario e gentiluomo di camera, molto favorito in Londra, sotto il pretesto di complimentar Cromwell, ma con altri disegni più occulti.

E come questa regina non costumava andare in corte alcuna, senza essere invitata dal suo principe, che segretamente soleva farlo a ciò disponere, in maniera che non paresse che l'istanza dell'invito venisse da lei, e lo stesso si pretese fare in Londra verso Cromwell, col mezzo del M[on]aldeschi.

Venne veramente questo gentiluomo ricevuto dal protettore con segni di somma cortesia, con che facilitò all'altro l'apertura della sua segreta commissione, avendogli rappresentato la stima grande che la regina faceva del suo gran merito, ed il piacere che si sarebbe fatto di poter vedere con gli occhi propri un cosi grande eroe, con l'aggiunta che Sua Maestà non parlava d'altra che di Sua Altezza e della facilità di quella felicissima isola, con la speranza che potesse con questo muoversi il protettore all'invito.

Ma l'esito riuscì al contrario, poiché ringraziatolo del complimento con certi giri e raggiri di parole de' quali ne abbondava, schivò di obbligarsi a cosa alcuna, di modo che si accorse benissimo il M[on]aldeschi che Cromwell non avea gran volontà di veder la regina nella sua Corte. Tre furono le ragioni che lo mossero: la prima, per evitar la spesa che bisognava fare per riceverla, correndo la voce che molti principi s'erano quasi ruinati per volerla troppo onorare ed accarezzare.

In secondo luogo, non poteva con questo vedere una donna che avea rinunciato tre corone per abbracciar quella religione ch'egli tanto odiava; oltre che teneva che la regina non fosse per chiedergli qualche vantaggio per li cattolici.

E finalmente, geloso del segreto de' suoi affari, non poteva ammettere nella sua Corte una donna che si facea gran piacere di scoprire gli altrui segretti più reconditi, ma bisogna sapere qual fosse il vero motivo in ciò di questa regina.

Dopo la conclusion[e] della lega con l'Inghilterra, avendo inteso il cardinal Mazzarino che la protezione era stata data a perpetuità alla Casa di Cromwell, appassionato di rendere potente e bene appoggiata la sua, si messe nella testa il pensiere di poterlo obbligare a far divozio con la moglie per sposare una sua nipote, per rendere anche con tal nodo più indubitabile la continuazione della lega; avendo stimato unico stromento questo del maneggio in tale opera d'una regina così spiritosa e destra ed ecco la ragione che avea mosso Cristina a spedire il M[on]aldeschi per procutar l'invito di Cromwell.

French translation (by Schelte):

... La Reine Christine de Suede, avoit passé de Rome à Paris. Cette Princesse aprés avoir quitté ses Etats, & abjuré sa Religion, alloit errant de Cour en Cour, soit pour dissiper quelque douleur secrette, soit pour chercher des plaisirs, & recevoir des caresses par-tout où elle passoit. Elle fut reçeuë à la Cour du Roy Trés-Chrêtien avec de grands empressemens, & rien n'y fut oublié de ce qu'on jugea propre à la bien divertir. Se trouvant à Fontainebleau, elle dépêcha à Cromwel M[on]aldeschi son Secretaire, & son Gentilhomme de Chambre, qui étoit fort aimé à Londres, sous prétexte de complimenter le Protecteur, mais en effect, pour d'autres desseins plus cachez. La Reine avoit envie de voir la Cour d'Angleterre; mais comme ce n'étoit pas sa coûtume d'aller dans aucune Cour, qu'elle n'y fut invitée de la part du Prince, qu'elle avoit soin de disposer sous main à la prier de venir, en sorte qu'il ne parût pas qu'elle l'eût demandé; elle choisit M[on]aldeschi pour porter Cromwel à luy demander une visite. Veritablement ce Seigneur fut fort bien reçeû de Gromwel. Ce qui luy fit esperer qu'il seroit écouté favorablement sur la commission secrette, dont il étoit chargé. D'abord il luy exagera l'estime toute extraordinaire, que la Reine faisoit de son merite. Il luy fit connoître qu'elle se feroit un plaisir extreme de voir un si grand Heros; il ajoûta que sa Majesté ne pouvoit se lasser de parler de son Altesse, & qu'elle ne pouvoit assez admirer le bon-heur de l'Angleterre, d'avoir pour Protecteur un homme tel que Cromwel. Il esperoit de l'engager par ces flatteries à inviter la Reine sa Maîtresse, à venir passer quelque temps à sa Cour. Mais il se trompa dans son attente. Le Protecteur feignit de ne pas comprendre ce qu'il souhaitoit. Il luy rendit compliment pour compliment, & par des paroles étudiées, & des détours ambigus, dont il sçavoit se servir avec beaucoup d'adresse, il évita de s'engager à rien. De sorte que M[on]aldeschi comprit aisément, qu'il n'avoit pas grand envie de voir la Reine Christine à Londres. Trois raisons faisoient souhaiter à Cromwel qu'elle n'y vint pas. Il voyoit qu'une telle visite l'eût engagé dans de grandes dépenses. Le bruit couroit que plusieurs Princes s'étoient extremement incommodez pour luy faire une reception magnifique. De plus il ne pouvoit se resoudre à voir dans sa Cour une Reine, qui avoit renoncé à trois Couronnes, pour embrasser une Religion; qu'il haïssoit mortellement; outre qu'il craignoit qu'elle ne luy demandât quelque grace en faveur des Catholiques. Enfin jaloux comme il étoit du secret de ses affaires, il n'avoit garde de recevoir dans sa Cour une femme, qui se faisoit un plaisir de pénétrer dans les secrets d'autruy, & de démêler les desseins les plus cachez. Mais il faut dire ici quel étoit le principal motif, qui faisoit souhaiter à la Reine Christine d'aller passer quelque temps à Londres. Aprés la conclusion de la Ligue, entre la France & l'Angleterre, le Cardinal Mazarin, ayant appris, que le Parlement avoit rendu la qualité de Protecteur hereditaire dans la Famille de Cromwel, il forma le dessein, pour rendre son Autorité plus ferme, & l'engager plus fortement à la continuation de la ligue, en s'alliant avec luy, de l'obliger à repudier sa femme, pour épouser une de ses Niepces. La Reine Christine paroissoit seule propre à faire reüssir ce dessein. Elle étoit adroite, fine, intrigante, spirituelle, trés-habile à conduire une intrigue aussi delicate que celle-là. Ce fut ce qui l'obligea d'envoyer M[on]aldeschi à Londres pour tâcher de disposer Cromwel à la prier d'y venir.

With modernised spelling:

... La reine Christine de Suède avait passé de Rome à Paris. Cette princesse, après avoir quitté ses états et abjuré sa religion, allait errant de cour en cour, soit pour dissiper quelque douleur secrète, soit pour chercher des plaisirs, et recevoir des caresses partout où elle passait. Elle fut reçue à la Cour du Roi très chrétien avec de grands empressements, et rien n'y fut oublié de ce qu'on jugea propre à la bien divertir. Se trouvant à Fontainebleau, elle dépêcha à Cromwell M[on]aldeschi, son secrétaire et son gentilhomme de chambre, qui était fort aimé à Londres, sous prétexte de complimenter le protecteur, mais en effet pour d'autres desseins plus cachés.

La reine avait envie de voir la Cour d'Angleterre, mais, comme ce n'était pas sa coutume d'aller dans aucune cour qu'elle n'y fut invitée de la part du prince, qu'elle avait soin de disposer sous main à la prier de venir, en sorte qu'il ne parût pas qu'elle l'eût demandé, elle choisit M[on]aldeschi pour porter Cromwell à lui demander une visite.

Véritablement, ce seigneur fut fort bien reçu de Cromwell, ce qui lui fit espérer qu'il serait écouté favorablement sur la commission secrète dont il était chargé. D'abord il lui exagéra l'estime toute extraordinaire que la reine faisait de son mérite. Il lui fit connaître qu'elle se ferait un plaisir extrême de voir un si grand héros; il ajouta que Sa Majesté ne pouvait se lasser de parler de Son Altesse et qu'elle ne pouvait assez admirer le bonheur de l'Angleterre d'avoir pour protecteur un homme tel que Cromwell. Il espérait de l'engager par ces flatteries à inviter la reine, sa maîtresse, à venir passer quelque temps à sa cour.

Mais il se trompa dans son attente. Le protecteur feignit de ne pas comprendre ce qu'il souhaitait. Il lui rendit compliment pour compliment; et, par des paroles étudiées et des détours ambigus dont il savait se servir avec beaucoup d'adresse, il évita de s'engager à rien, de sorte que M[on]aldeschi comprit aisément qu'il n'avait pas grand envie de voir la reine Christine à Londres. Trois raisons faisaient souhaiter à Cromwell qu'elle n'y vint pas. Il voyait qu'une telle visite l'eût engagé dans de grandes dépenses. Le bruit courait que plusieurs princes s'étaient extrêmement incommodés pour lui faire une reception magnifique.

De plus, il ne pouvait se résoudre à voir dans sa Cour une reine qui avait renoncé à trois couronnes pour embrasser une religion qu'il haïssait mortellement, outre qu'il craignait qu'elle ne lui demandât quelque grâce en faveur des catholiques.

Enfin, jaloux comme il était du secret de ses affaires, il n'avait garde de recevoir dans sa Cour une femme qui se faisait un plaisir de pénétrer dans les secrets d'autrui et de démêler les desseins les plus cachés. Mais il faut dire ici quel était le principal motif qui faisait souhaiter à la reine Christine d'aller passer quelque temps à Londres.

Après la conclusion de la ligue entre la France et l'Angleterre, le cardinal Mazarin ayant appris que le Parlement avait rendu la qualité de protecteur héréditaire dans la famille de Cromwell, il forma le dessein, pour rendre son autorité plus ferme et l'engager plus fortement à la continuation de la ligue en s'alliant avec lui, de l'obliger à répudier sa femme pour épouser une de ses nièces.

La reine Christine paraissait seule propre à faire réussir ce dessein. Elle était adroite, fine, intrigante, spirituelle, très habile à conduire une intrigue aussi delicate que celle-là. Ce fut ce qui l'obligea d'envoyer M[on]aldeschi à Londres pour tâcher de disposer Cromwell à la prier d'y venir.

Swedish translation (my own):

... Drottning Kristina av Sverige hade gått från Rom till Paris. Denna prinsessa, efter att ha lämnat sina stater och avvärjt sin religion, vandrade från hov till hov, antingen för att skingra hemlig smärta eller för att söka nöjen och ta emot karesser vart hon än gick. Hon mottogs vid den mest Allerkristligaste Konungens hov med stor iver, och ingenting glömdes som ansågs lämpligt att divertera henne. När hon befann sig i Fontainebleau, skickade hon till Cromwell Monaldeschi, hennes sekreterare och hennes kammarherre, som var mycket älskad i London, under förevändning att hon komplimenterade protektorn, men faktiskt för andra, mer dolda dessänger.

Drottningen ville gärna se hovet i England, men eftersom det inte var hennes sed att gå till något hov som helst, blev hon inte inbjuden dit av prinsen, som hon såg till att ha till hands att be henne komma, så att det skulle inte verka att hon hade bett om det, valde hon Monaldeschi för att förmå Cromwell att be om ett besök.

Sannerligen, denne herre mottogs mycket väl av Cromwell, vilket fick honom att hoppas att han skulle lyssnas favorabelt på den hemliga kommission som han hade ålagts. Först överdrev han den extraordinära aktning som drottningen hade för sina förtjänster. Han lät honom veta att hon skulle bli oerhört glad att se en så stor hjälte; han tillade att Hennes Majestät inte kunde tröttna på att tala om Hans Höghet och att hon inte tillräckligt kunde beundra Englands lycka i att ha en man som Cromwell som dess protektor. Han hoppades kunna förmå honom genom dessa smicker att bjuda in drottningen, hans härskarinna, att komma och tillbringa lite tid vid hans hov.

Men han hade fel i sin förväntan. Protektorn låtsades inte förstå vad han ville. Han gav komplimang för komplimang; och genom studerade ord och tvetydiga omvägar, som han med stor skicklighet förstod att använda, undvek han att binda sig till någonting, så att Monaldeschi lätt förstod att han inte hade mycket lust att möta drottning Kristina i London. Det fanns tre anledningar till att Cromwell ville att hon inte skulle komma. Han såg att ett sådant besök skulle ha engagerat honom i stora depenser. Det ryktades att flera furstar hade ansträngt sig för att ge honom ett storslaget mottagande.

Dessutom kunde han inte förmå sig att i sitt hov se en drottning som hade avstått från tre kronor för att anamma en religion som han dödligt hatade, förutom att han fruktade att hon skulle be honom om nåd till förmån för katolikerna.

Slutligen, avundsjuk som han var på hemligheten i sina affärer, var han noga med att inte ta emot en kvinna i sitt hov som njöt av att penetrera in i andras hemligheter och reda ut de mest dolda dessängerna. Men det måste här sägas vad som var den främsta anledningen till att drottning Kristina ville tillbringa en tid i London.

Efter avslutandet av ligan mellan Frankrike och England, efter att kardinal Mazarin fick veta att Parlamentet hade gjort protektorns kvalitet ärftlig i Cromwells familj, utformade han dessängen för att göra hans auktoritet mer fast och förbinda honom starkare att fortsätta med ligan genom att alliera sig med honom, för att tvinga honom att skilja sig från sin fru för att gifta sig med en av hans systerdöttrar.

Drottning Kristina verkade vara den enda som kunde få denna dessäng att lyckas. Hon var skicklig, fin, intrigant, spirituell, mycket habil på att utföra en så delikat intrig som den här. Det var detta som obligerade henne att skicka Monaldeschi till London för att försöka få Cromwell att be henne komma dit.

English translation (my own; from the French translation):

... Queen Kristina of Sweden had passed from Rome to Paris. This princess, after having left her states and abjured her religion, went wandering from court to court, either to dissipate some secret pain or to seek pleasures and receive caresses wherever she went. She was received at the court of the Most Christian King with great eagerness, and nothing was forgotten that was deemed suitable for diverting her. Finding herself at Fontainebleau, she sent to Cromwell Monaldeschi, her secretary and her gentleman of the chamber, who was much loved in London, under the pretext of complimenting the Protector, but in fact for other, more hidden designs.

The Queen wanted to see the court of England, but, as it was not her custom to go to just any court, she was not invited there by the prince, whom she took care have on hand to ask her to come, so that it did not appear that she had asked for it, she chose Monaldeschi to induce Cromwell to ask for a visit.

Truly, this lord was very well received by Cromwell, which made him hope that he would be listened to favourably on the secret commission with which he was charged. First he exaggerated the extraordinary esteem the Queen had for his merit. He let him know that she would be extremely pleased to see such a great hero; he added that Her Majesty could not tire of talking about His Highness and that she could not sufficiently admire the happiness of England in having a man like Cromwell as its protector. He hoped to induce him by these flatteries to invite the Queen, his mistress, to come and spend some time at his court.

But he was wrong in his expectation. The Protector pretended not to understand what he wanted. He returned compliment for compliment; and, through studied words and ambiguous detours which he knew how to use with great skill, he avoided committing to anything, so that Monaldeschi easily understood that he did not have much desire to see Queen Kristina in London. There were three reasons why Cromwell wished her not to come. He saw that such a visit would have engaged him in great expenses. It was rumoured that several princes had gone to great lengths to give him a magnificent reception.

Moreover, he could not bring himself to see in his court a queen who had renounced three crowns to embrace a religion that he mortally hated, apart from the fact that he feared that she would ask him for some grace in favour of the Catholics.

Finally, jealous as he was of the secrecy of his affairs, he was careful not to receive into his court a woman who took pleasure in penetrating the secrets of others and unraveling the most hidden designs. But it must be said here what was the main reason which made Queen Kristina wish to spend some time in London.

After the conclusion of the league between France and England, Cardinal Mazarin having learned that Parliament had made the quality of protector hereditary in Cromwell's family, he formed the design to make his authority more firm and commit him more strongly to the continuation of the league by allying with him, to force him to divorce his wife in order to marry one of his nieces.

Queen Kristina seemed the only one capable of making this design succeed. She was adroit, fine, intriguing, spiritual, very able at carrying out an intrigue as delicate as this one. This was what obliged her to send Monaldeschi to London to try to get Cromwell to ask her to come there.


Above: Kristina.


Above: Oliver Cromwell.

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