Tuesday, December 13, 2022

Excerpt from a copy of Cardinal Flavio Chigi's letter to Hugues de Lionne, dated August 22/September 1 (New Style), 1662

Source:

Histoire des démeslez de la cour de France avec la cour de Rome, au sujet de l'affaire des Corses, page 45, by Abbé François-Séraphin Régnier-Desmarais, 1707


The letter excerpt:

ILL:mo ET ECC:mo SIG:re
Hier sera ad un hora di notte furono da me il Signor Cardinal d'Aragona e'l Signor Ambasciatore di Venetia à dirmi essere stati ambedue chiamati à vent'un hora in casa del Signor Ambasciatore di Francia, dal quale insieme col Signor Cardinal d'Este fù detto loro, che erano stati pregati di prender quel incommodo per dar lor parte d'una risoluzione fatta dal Signor Ambasciatore di Francia medesimo, sopra la quale però non si voleva loro consiglio, e la resolutione era di partire il Signor Ambasciatore da Roma questa mattina, & insieme dar ordine à Signori Cardinali del partito di Sua Maestà Christianissima di far l'istesso; per che mentre la dimora di lui in Roma dava à nostro Signore cagione di temer disturbo alla publica quiete, stimava dover toglier quest'ombra à Sua Santità col partirsene.

Io sorpreso da quest'auviso, risposi dispiacermi sommamente, che il Signor Ambasciatore havesse presa tal risolutione quando non ne haveva pur minima occasione. Che à Sua Santità non la dimora del Signor Ambasciatore à Roma, ma le armi, & i Soldati che egli ammassava havevano dati giusto motivo di proveder ne modi più miti alla sicurezza, e custodia de' suoi sudditi; esser noto à loro Signori che per mezzo loro, e particularmente del Signor Cardinal d'Aragona si era offerta, e data al Signor Ambasciatore ogni sicurezza rispetto alla necessaria disposizione de' Corpi di Guardia, che per freno, e sicurezza del popolo insieme erano stati disposti ne luoghi creduti opportuni dal Capo militare, al quale Sua Santità si rimetteva in questa parte.

Che se bene il Signor Cardinal d'Aragona non haveva stimato di poter prender questa parola, non poteva il Signor Ambasciatore dolersi giustamente, mentre la Santità sua haveva offerto il darla a chi più egli havesse desiderato. Haverla à sua Eccellenza data la Regina di Suezia. Haverla portata in persona il Signor Cardinal Sacchetti, e Nostro Signore non havendo altro modo, haverla di propria bocca data a' due Vescovi Francesi che sono qui per la canonizazione, li quali di parte di Sua Santità l'havevano portata al Signor Ambasciatore. E finalmente, che era in mano di lui il toglier tutto quello, che le dava ombra, ben che non giusta, col disarmare, per che quanto faceva Sua Beatitudine era per una necessità precisa, che gl'imponeva il veder formato nel Palazzo del Signor Ambasciatore hormai quasi un esercito, dall'arbitrio del quale dependeva la vita, e l'esser publico della Città tutta confusa, e rivolta ad implorar dalla mano del suo Principe la douuta, e necessaria difesa. Gli pregai di far conoscer tutto ciò al Signor Ambasciatore e di sincerare, com'era si giusto, e facile, l'opere & i sensi paterni di Nostro Signor verso il Re Christianissimo, e verso il Signor Ambasciatore. Che in quell'hora io non poteva participare alla Santità sua quanto mi esponevano per esser già Sua Santità in letto; ma haveria adempita quella parte questa mattina come ho fatto. Mandai la sera stessa l'Ab:e Rospigliosi a pregare il Signor Ambasciatore di Francia con ogni istanza di restare, & à protestarli di nuovo non esservi cagione veruna di partire, mentre era in sua mano il toglier tutto quello, che potesse dargliene motivo che fosse ragionevole, e giusto, e mentre di nuovo Sua Santità l'assicurava, e dichiatava di non riguardarlo con altri sensi, che d'amor paterno e particolare, quale è à punto proprio della Santità Sua verso un Re si grande ch'ella ama e stima tanto. ...
Di Vostra Eccellenza,
Servitore,
il CARDINAL CHIGI.
Roma il 1. Settembre 1662.

With modernised spelling:

Illustrissimo ed Eccellentissimo Signore,
Ier sera ad un ora di notte furono da me il Signor Cardinal d'Aragona e'l Signor Ambasciatore di Venezia a dirmi essere stati ambedue chiamati a vent'un ora in casa del Signor Ambasciatore di Francia, dal quale insieme col Signor Cardinal d'Este fù detto loro che erano stati pregati di prender quel incommodo per dar lor parte d'una risoluzione fatta dal Signor Ambasciatore di Francia medesimo, sopra la quale però non si voleva loro consiglio e la risoluzione era di partire il Signor Ambasciatore da Roma questa mattina, ed insieme dar ordine a Signori Cardinali del partito di Sua Maestà Cristianissima di far l'istesso; per che mentre la dimora di lui in Roma dava a Nostro Signore cagione di temer disturbo alla pubblica quiete, stimava dover toglier quest'ombra a Sua Santità col partirsene.

Io sorpreso da quest'avviso, risposi dispiacermi sommamente, che il Signor Ambasciatore avesse presa tal risoluzione quando non ne aveva pur minima occasione. Che a Sua Santità non la dimora del Signor Ambasciatore a Roma, ma le armi ed i soldati che egli ammassava avevano dati giusto motivo di proveder ne modi più miti alla sicurezza e custodia de' suoi sudditi, esser noto a loro signori che per mezzo loro, e particularmente del Signor Cardinal d'Aragona, si era offerta e data al Signor Ambasciatore ogni sicurezza rispetto alla necessaria disposizione de' Corpi di Guardia, che per freno e sicurezza del popolo insieme erano stati disposti ne luoghi creduti opportuni dal Capo militare, al quale Sua Santità si rimetteva in questa parte.

Che se bene il Signor Cardinal d'Aragona non aveva stimato di poter prender questa parola, non poteva il Signor Ambasciatore dolersi giustamente, mentre la Santità Sua aveva offerto il darla a chi più egli avesse desiderato. Averla a Sua Eccellenza data la Regina di Svezia. Averla portata in persona il Signor Cardinal Sacchetti, e Nostro Signore non avendo altro modo, averla di propria bocca data a' due vescovi francesi che sono qui per la canonizazione, li quali di parte di Sua Santità l'avevano portata al Signor Ambasciatore. E finalmente, che era in mano di lui il toglier tutto quello che le dava ombra, ben che non giusta col disarmare, per che quanto faceva Sua Beatitudine era per una necessità precisa, che gl'imponeva il veder formato nel Palazzo del Signor Ambasciatore ormai quasi un esercito dall'arbitrio del quale dependeva la vita, e l'esser publico della Città tutta confusa, e rivolta ad implorar dalla mano del suo principe la dovuta e necessaria difesa. Gli pregai di far conoscer tutto ciò al Signor Ambasciatore e di sincerare, com'era si giusto e facile, l'opere ed i sensi paterni di Nostro Signor verso il Re Cristianissimo, e verso il Signor Ambasciatore. Che in quell'ora io non poteva participare alla Santità Sua quanto mi esponevano per esser già Sua Santità in letto; ma averia adempita quella parte questa mattina come ho fatto. Mandai la sera stessa l'Abate Rospigliosi a pregare il Signor Ambasciatore di Francia con ogni istanza di restare ed a protestarli di nuovo non esservi cagione veruna di partire, mentre era in sua mano il toglier tutto quello che potesse dargliene motivo che fosse ragionevole e giusto; e mentre di nuovo Sua Santità l'assicurava e dichiatava di non riguardarlo con altri sensi, che d'amor paterno e particolare, quale è a punto proprio della Santità Sua verso un re si grande ch'ella ama e stima tanto. ...
Di Vostra Eccellenza,
servitore,
il Cardinal Chigi.
Roma, il 1 settembre 1662.

French translation (my own):

Illustrissime et excellentissime sieur,
Hier soir, à une heure, le cardinal d'Aragona et l'ambassadeur de Venise m'ont dit qu'ils avaient tous deux été appelés chez l'ambassadeur de France à vingt et un ans, d'où, avec le cardinal d'Este, ils on leur a dit qu'on leur avait demandé de profiter de cet inconvénient pour leur donner une partie d'une résolution faite par l'ambassadeur de France lui-même, sur laquelle, cependant, ils ne voulaient pas leur avis et la résolution était que l'ambassadeur parte de Rome ce matin, et donner en même temps l'ordre aux Cardinaux du parti de Sa Majesté Très Chrétienne de faire de même; de sorte que tandis que sa résidence à Rome faisait craindre à Notre Seigneur de troubler la paix publique, il crut nécessaire d'ôter cet ombrage à Sa Sainteté en partant.

Surpris par cet avis, je répondis que j'étais extrêmement désolé que l'ambassadeur ait pris une telle résolution alors qu'il n'en avait pas la moindre occasion. Qu'à Sa Sainteté non pas la résidence de l'ambassadeur à Rome, mais les armes et les soldats qu'il avait amassés avaient donné une juste raison de pourvoir de manière plus douce à la sécurité et à la garde de ses sujets, pour être connus de leurs seigneurs qui, par eux, et en particulier du cardinal d'Aragona, toutes les garanties ont été offertes et données à l'ambassadeur en ce qui concerne la disposition nécessaire du corps de garde, qui, pour la retenue et la sécurité du peuple ensemble, avait été disposé dans des endroits jugés appropriés par le chef militaire, pour ce sur quoi Sa Sainteté est revenue dans cette partie.

Si le cardinal d'Aragon n'avait pas cru pouvoir accepter cette parole, l'ambassadeur n'avait pas eu raison de s'en plaindre, tandis que Sa Sainteté avait offert de la donner à qui il désirait le plus. Son Excellence l'a donné à la reine de Suède. Le cardinal Sacchetti l'a apporté en personne, et Notre Seigneur, n'ayant pas d'autre moyen, l'a donné de sa propre bouche à deux évêques français qui sont ici pour la canonisation, qui, au nom de Sa Sainteté, l'avaient apporté à l'ambassadeur. Et enfin, qu'il lui appartenait d'enlever tout ce qui lui portait ombrage, bien qu'il ne fût pas juste de désarmer, car ce qu'a fait Sa Béatitude était pour une nécessité précise, qui l'obligeait à le voir formé au Palais de l'Ambassadeur par maintenant presque une armée dont la vie arbitraire dépendait, et le public de la ville, tout confus, se retourna pour implorer de la main de son prince la défense due et nécessaire. Je le priai de faire savoir tout cela à l'ambassadeur et de s'assurer, comme il était juste et facile, des œuvres et des sentiments paternels de Notre Seigneur envers le Roi très chrétien et envers l'ambassadeur. A cette heure-là, je ne pouvais pas participer à Sa Sainteté de ce qu'ils expliquaient que j'étais déjà Sa Sainteté au lit; mais j'ai rempli cette partie ce matin comme je l'ai fait. Le soir même j'envoyai l'abbé Rospigliosi supplier l'ambassadeur de France de toute demande de rester et lui assurer à nouveau qu'il n'y avait aucune raison de partir, alors qu'il lui appartenait d'enlever tout ce qui pouvait lui donner une raison raisonnable et juste; et tandis que Sa Sainteté l'assurait encore une fois et déclarait qu'il ne le regardait qu'avec l'amour paternel et particulier, qui est le propre de Sa Sainteté envers un roi si grand qu'il aime et estime tant. ...
De Votre Excellence
le serviteur
Cardinal Chigi.
Rome, le 1 septembre 1662.

Swedish translation (my own):

Illustraste och excellentaste herre,
I går kväll, klockan ett, berättade kardinalen d'Aragona och ambassadören i Venedig för mig att de båda hade kallats till Frankrikes ambassadörs hus vid tjugoett, från vilken tillsammans med kardinal av Este, fick de veta att de hade blivit ombedda att ta det besväret att ge dem en del av en resolution som gjorts av Frankrikes ambassadör själv, om vilken de dock inte ville ha deras råd och resolutionen var att ambassadören skulle lämna Rom. denna morgon, och samtidigt ge order till kardinalerna i Hans Allerkristelige Majestäts parti att göra detsamma; så att medan hans bostad i Rom gav Vår Herre anledning av rädsla för att störa den allmänna friden, ansåg han att det var nödvändigt att ta bort denna skamfläck från Hans Helighet genom att lämna.

Förvånad över detta meddelande svarade jag att jag var oerhört ledsen över att ambassadören hade fattat ett sådant beslut när han inte hade den minsta möjlighet. Att för Hans Helighet inte ambassadörens residens i Rom, utan de vapen och soldater han samlat hade givit rätt anledning att på mildare sätt sörja för säkerheten och vårdnaden om sina undersåtar, för att vara kända för sina herrar vilka genom dem, och i särskilt för kardinalen d'Aragona, erbjöds och gavs varje säkerhet till ambassadören med avseende på vaktkårens nödvändiga disposition, som för folkets återhållsamhet och säkerhet hade arrangerats på platser som ansågs lämpliga av militärchefen, för att vad Hans Helighet kom tillbaka till i denna del.

Om kardinalen d'Aragona inte hade trott att han kunde ta detta ord, kunde ambassadören inte med rätta klaga, medan Hans Helighet hade erbjudit sig att ge det till vem han helst ville. Hans excellens har gett den till Sveriges drottning. Kardinal Sacchetti har fört det personligen, och Vår Herre, utan att ha något annat sätt, har gett det från sin egen mun till två franska biskopar som är här för helgonförklaringen, som på Hans Helighets vägnar hade fört det till ambassadören. Och slutligen, att det låg i hans händer att ta bort allt som gjorde det obehagligt, även om det inte var rätt att avväpna, för vad Hans Helighet gjorde var av en specifik nödvändighet, som krävde att han skulle se honom tränad i ambassadörens Palazzo av nu nästan en armé vars godtyckliga liv berodde, och stadens allmänhet, som var förvirrad, vände sig för att från sin furstes hand bönfalla om det vederbörliga och nödvändiga försvaret. Jag bad honom att låta ambassadören veta allt detta och förvissa sig om, eftersom det var rätt och lätt, Vår Herres verk och faderliga sinnen gentemot den allerkristelige konungen och mot ambassadören. Under den stunden kunde jag inte meddela till Hans Helighet vad de förklarade mig för att redan vara Hans Helighet i sängen; men har uppfyllt den delen i morse som jag gjorde. Samma kväll skickade jag abbot Rospigliosi för att be Frankrikes ambassadör med varje begäran om att få stanna och försäkra honom igen att det inte fanns någon anledning att lämna, medan det var i hans hand att ta bort allt som kunde ge honom skäl som var rimligt och rättvist; och medan Hans Helighet än en gång försäkrade honom och förklarade att han inte betraktade honom med något annat än med faderlig och särskild kärlek, som är hans Helighets rätt till en så stor konung som han älskar och uppskattar så mycket. ...
Ers Excellens'
tjänare
Kardinal Chigi.
Rom, den 1 september 1662.

English translation (my own):

Most Illustrious and Excellent Lord,
Last evening, at one o'clock, the Cardinal d'Aragona and the Ambassador of Venice told me that they had both been called to the house of the Ambassador of France at twenty-one, from whom, together with the Cardinal of Este, they were told that they had been asked to take that inconvenience to give them part of a resolution made by the Ambassador of France himself, on which, however, they did not want their advice and the resolution was for the Ambassador to leave from Rome this morning, and at the same time give order to Cardinals of the party of His Most Christian Majesty to do the same; so that while his residence in Rome gave Our Lord cause for fear of disturbing the public peace, he thought it necessary to remove this umbrage from His Holiness by leaving.

Surprised by this notice, I replied that I was extremely sorry that the Ambassador had taken such a resolution when he did not have the slightest opportunity. That to His Holiness not the residence of the Ambassador in Rome, but the weapons and soldiers he amassed had given just reason to provide in milder ways for the safety and custody of his subjects, to be known to their lords who through them, and in particular of the Cardinal d'Aragona, every security was offered and given to the Ambassador with respect to the necessary disposition of the Guard Corps, which for the restraint and safety of the people together had been arranged in places deemed appropriate by the Military Chief, to the what His Holiness got back to in this part.

If the Cardinal d'Aragona had not thought he could take this word, the Ambassador could not rightly complain, while His Holiness had offered to give it to whomever he most desired. His Excellency has given it to the Queen of Sweden. Cardinal Sacchetti has brought it in person, and Our Lord, having no other way, has given it from his own mouth to two French bishops who are here for the canonisation, who, on behalf of His Holiness, had brought it to the Ambassador. And finally, that it was in his hands to remove everything that gave it umbrage, although it was not right to disarm, for what His Beatitude did was for a specific necessity, which required him to see him trained in the Palazzo of the Ambassador by now almost an army on whose arbitrary life depended, and the public of the city, being all confused, turned to implore from the hand of its prince the due and necessary defense. I begged him to let the Ambassador know all this and to ascertain, as it was right and easy, the works and paternal senses of Our Lord towards the Most Christian King, and towards the Ambassador. In that hour I could not participate to His Holiness what they expounded me to already be His Holiness in bed; but have fulfilled that part this morning as I did. That same evening I sent Abbot Rospigliosi to beg the Ambassador of France with every request to stay and to assure him again that there was no reason to leave, while it was in his hand to remove everything that could give him reason that was reasonable and just; and while His Holiness once again assured him and declared that he did not regard him with anything other than with paternal and particular love, which is proper to His Holiness towards a king so great whom he loves and esteems so much. ...
Your Excellency's
servant
Cardinal Chigi.
Rome, September 1, 1662.


Above: Kristina.


Above: Pope Alexander VII.


Above: Cardinal Flavio Chigi.


Above: Hugues de Lionne.

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