Wednesday, June 26, 2024

Notice on the Society or Confraternity of Amarante, undated

Source:

Bibliothèque interuniversitaire (Montpellier); Manuscrits de la reine Christine; Académie; Académie; Notice sur la société de l'Amarante (digitisation pages 99v-100r to 104v-105r)


Christine (1626-1689 ; reine de Suède), Manuscrits de la reine Christine : Académie, : , 1601-1700.

The Foli@ online digital heritage library is here:


Copyright SCDI-UPV - Collections Université de Montpellier (shelfmark H 258).

Kristina: Brev och skrifter, edited by Marie Louise Renata Rodén, translated by Cecilia Huldt and Viveca Melander, published by Svenska Akademien, 2006


Historik, at amaranterorden.se, archived at Wikiwix Archive:









"Kristina's text about the founding of the Order of Amarante in 1653 is short and can be regarded as an appendix to the longer works she wrote about Sweden and the history of her own family... The manuscript about La frairie d'Amarante can be found in the Royal Library's manuscript collection, Ms. D. 682, which otherwise contains drafts of Kristina's maxim collection Ouvrage de Loisir and her essay on Alexander the Great..." - Rodén

The Order of Amarante, or the Amaranthine Order, was a fraternal order of Swedish knights founded by Kristina at Epiphany in 1653. She herself/himself/themself was the founding member, and the first to join was the Spanish ambassador Antonio Pimentel; and it is believed that she/he/they founded the order in memory of her meetings with him, although, contrary to what popular rumour said, they were never lovers.

In all, there were originally fifteen members, among them the Italian Count Raimondo Montecuccoli, the French ambassador Pierre Hector Chanut, the Venetian ambassador Francesco Morosini, the Danish grand court master Corfitz Ulfeldt, the Polish Crown Chancellor Hieronim Radziejowski, Count Christoph Delphicus zu Dohna, the brothers Jakob Kasimir de la Gardie and Magnus Gabriel de la Gardie, and Claes Tott. Abroad, the order was also accorded to Władisław of Poland, Elector Johann Georg of Saxony, and Landgrave Friedrich of Hesse-Cassel-Eschwegen. By the time the society disbanded, the membership had increased to 32 people, not counting Kristina, and included both men and women, including Ebba Sparre and several other women of her family.

The requirements for each member once in the order, ensured by an oath sworn right in front of an enthroned Kristina before being bestowed with the medal around the neck, was that they had to remain unmarried or otherwise never remarry or renounce their membership if they wanted to marry or remarry; to be faithful to Kristina and support her/his/their interests; to defend virtue and the honour of virtuous women; to punish vice; to do honourable deeds; and to keep sacred the vows of the order. They also had to assemble for a dinner with Kristina on Saturday evenings at Jakobsdal Castle (now Ulriksdal Castle), Kristina's favourite residence in Sweden, for a "Feast of the Gods" in the idyllic pasture of Arcadia.

The order was named after Amaranta, a shepherdess from Ancient Greek mythology who Kristina had dressed up in costume as during a themed party to celebrate Epiphany on January 6/16 (Old Style), 1653, also coinciding closely with her/his/their favourite and lover Ebba Sparre's wedding to the aforementioned Jakob Kasimir de la Gardie. The name Amaranta or Amarante (which was also one of Kristina's nicknames), as well as the colour word or colour name amaranth, comes from the Greek word "ἀμάραντος" (ámárantos), meaning "unfading" and itself comes from the Greek word for flower, "ἄνθος" (anthos).

The order's Italian-language motto was "Dolce nella memoria" or "Dolce ne sarà la memoria", meaning "Sweet shall the memory of this be". The emblem or insignia on its medal was engraved in diamonds with two intertwined A's, with one upside down, inside the corona civica (Civic Crown), and inscribed with the above motto, and the accompanying taffeta ribbon and sash were crimson or fiery red, with the insignia and inscription on the medal being enameled in gold, green and white.

The order was dissolved in 1656, but was revived in 1760 by Claes Qvist and Edvard Sondell and was renamed the Grand Order of the Amaranth. Since the middle of the 19th century, the new Amaranthine Order holds an annual ceremony and ball at the Grand Hotel in Stockholm.

The account (translation from the French original, with both this and the original written in Andreas Galdenblad's handwriting; with Kristina's handwriting in italics):

Jnformazione della Confraternità d'Amarante fatta l'anno 1653 à Stocholm.
P[er] l'usanza in Suezia sicomé in Germania di celebrare vna festa di ricreaz[ion]e che si chiama Wirtschafft, che uuol dire vna specie di Conuersaz[ion]e allegra nell'Osteria. Jn questa festa si elegge vn numero di persone di qualità, che si trauestano, ò mascherano in differenti maniere, mà nella più ricca, e magnifica forma, che ciascuno in tal festa puole, e ui festa si giuoca, si cena, e si balla, e si prende vn giorno particolare p[er] questo diuertimento, il quale comincia al tramontare del Sole, e dura p[er] ordinario sino al nascere di medemo.

Mentre che regnaua la Regina Christina fù fatta questa festa trè, ò quattro uolte, mà nell'ultimo anno del suo Regno fù celebrata con vna magnificenza che eccedeua tutte le altre simili feste, che fossero mai state uedute nell' Nord, e questa magnifico diuertimento superbissima festa fù l'ultima, che Sua Maestà diede Celebro nel suo glorioso, e trionfante Regno gouuerno. Questa festa DodeCateon Sueton[ij]: si celebrò il giorno de' i Rè, e uolle la M[aes]tà Sua all'esempio di Augusto rappresentare la festa de' i Dei in uece di quella del Wirtschafft, il quale pareua alla M[aes]tà Sua un'Jdea troppo bassa e uile al suo nobile, et heroico gusto. La Regina dunque p[er] questo effetto elesse un gran numero di persone di distinta condizione dell'vno, e dell'altro Sesso, che fermauano questa mascherata conforme la Sorte determinaua daua, con i Viglietti, che si cavavano + ad ogniuno Jl suo personaggio che dovea rapp[r]esentare, e tutti restavano accompagnati à due p[er] due eccettuata la M[aes]tà Sua, che restaua sola come era di douere.

Ciascheduno portaua il nome del Personaggio, che rappresentaua, e si trauestiuano secondo l'ordine della Mithologia, mà più pomposam[en]te che si poteua, e tutto scintillaua d'Argento, d'Oro, e di Gioie.

J Dei furono trattati in vna gran Sala serviti dalla Giouentù dell'vno, e dell'altro Sesso vestiti da Ninfe, e da Past[o]rei. La Regina risplendeua alla testa di questa bella, e galante Giouentù, che con il Suo tes tal Splendore abbagliaua che oseruaua tutti ma q[ue]lla che non fù mai più d'vn mezzo quanto d'hora alla Tauola senza patire si diede à servire i Dei à Tauola con tutta la Giouentù, e benche questo Mestiere non fosse della sua grandezza, era però Jl piu Conforme [d]al suo Spirito, del suo uiuace temperamento della sua Ètà, e conforme Si Comme à ciò che si prattica da' i piu grandi i Maggiori Prencipi in simili occasioni.

La Regina in questa diuertimento festa occasione prese secondo il costume di tali feste vn nome di Ventura come tutte le altre persone, e si fece si chiamare l'Amarante, che uvol dire l'Jmmortale. La Sala doue si rappresentaua la festa si figuraua essere l'Arcadia, et era ornata di Superbissimi Arazzi di uerdure con Specchi, Vasi, e Statue, nell'Aria spirauano soauissimi profumi, e risuonaua vn'Armonia di musica, e d'Jnstromenti che rapiua, ed'il tutto era cosi mirabilm[en]te regolato, et ordinato, che la magnificenza, la galanteria, et il buon gusto spiccauano in tutto.

Si giuocò, si cenò, e si ballò sino al far del giorno. La Regina doppo hauere regalato la sua Corte incantò tutti al suo solito con quell'arte inesplicabile, et à lei sola si naturale, e particolare, mà sul' fine fece stupir tutti, mutandosi in vn subito d'Habito, commandando che si dasse al Tacco il suo della Mascherata, e che fosse messo in pezzi, come segui', benche il Vestito fosse ripieno di Gioie. Questo Commando fece perdere la grauità à i Dei, i quali in questa occasione benche più gravi e Barboni uollero spartire Che sproposito Si ricca preda [...] Conli houomini finalm[en]te ogn'vno restò contentissimo pel Sua Sorte, e questa Superba, e galante festa fù applaudita, e dagl'Huomini, e dalli Dei. Jn questa occasione Sua Maestà institui' vna Specie di Fraternità nominata Geselschafft in Suezia, e diede à quelli che ui erano dell'vno, e dell'altro Sesso la Cifra dell'Amarante in doppio AA le Lettere della quale erano formate da Diamanti circondate da una Corona di Alloro con queste parole «Dolce ne sarà la memoria» = facendola portare à tutti li Signori, e le Dame che intervenivano alli suoi divertimenti ricreationi più familiari, il numero de' quali era di 32. Cioè Sedici Sig[no]ri et altrettante Dame senza contar la Regina, che in tutto faceva il num[er]o di 33.

Nel numero de Caualïeri ui era il [...] + principe Carlo Gustauo palatino che S. M. haueua dichiarato dovi anni primo Principe di Suetia e Suo Regno successore Jl medesimo che pocco doppo fu dalla Regina fatto Re; il Conte Dona, il Conte Tot, Montecuccoli, D. Antonio Pimentelli Amb[asciato]re inViato di Spagna, il Conte Caprara, il Conte Stenbergh Strozzi un Morosini, et altri il nome de' quali non si ricorda.

Nel numero delle Dame vi erano le più belle; e più nobili della Corte, trà le quali la bella Contessa e tre, ò quattro Sparre famiglia delle primarie di Suezia, che in quel tempo fioriua di bellezza nelle sue Donne, et altre, delle quali non si sà dire li nomini.

A' questo numero di persone la M[aes]tà Sua fece l'honore d'associarle seco p[er] Compagne delle sue nobili ricreazioni. Havevano però essi l'honore di cenare con la M[aes]tà Sua quasi ogni Sabbato in vna Villa lontana circa vn miglio da Stocholm, oue si discorreva, ballava, giuocava, e si godeva l'Armonia della Musica, passando il tempo con gran piacere con tutta la familiarità, e libertà che il rispetto, e l'honesto permetteuano à questa felice radunanza brigata destinata alla gloria di conoscere più intimam[en]te, e d'ammirare più da vicino i sentimenti Heroici — di questa gran Regina, à questo intuito furono chiamati gli Èletti p[er] non hauer mai riconosciuto nell'intimo di questa gran Prencipessa cosa che [...] nobile, heroica, grande, e degna d'ammirazione non fosse.

Jn questi felici momenti persvadeua la M[aes]tà Sua, mal grado della sua modestia; à tutti quelli, che haueuano l'honore di trattar' seco, che Jddio, il quale era stato tanto prodigo uerso della M[aes]tà Sua de Beni della natura, e della fortuna non le haueua dato niente di più grande del suo magnanimo Cuore. Jn tal maniera questa gran Regina si ristoraua delle sue gran fatiche doppo hauere applicato giorno, e notte p[er] tutta la Settimana à suoi graui, et importanti affari, essendosi ella resa in quel tempo + dal momento Che entro nella Sua MaJorita Maggiorità l'arbitra assoluta non solo del suo Regno mà dell'Èuropa tutta [...] + Jl destino della quale pareva Che dispendesse Solo dalli cenni soui suoi pero accudiva come indefessa [...] et inaudita applicatione a tanti e si diversi interessi della Xstianita
rubando solo al suo Mangiar et al suo riposo Quei momenti che impiegaua nelli souoi Eroici nobilli et Eroici diporti.
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With modernised spelling:

Informazione della confraternità d'Amarante, fatta l'anno 1653 a Stoccolm[a].
Per l'usanza in Svezia, siccome in Germania, di celebrare una festa di ricreazione che si chiama Wirtschaft, che vuol dire una specie di conversazione allegra nell'osteria, in questa festa si elegge un numero di persone di qualità che si travestano o mascherano in differenti maniere, ma nella più ricca e magnifica forma, che ciascuno in tal festa puole festa si giuoca, si cena, si balla e si prende un giorno particolare per questo divertimento, il quale comincia al tramontare del sole e dura per ordinario sino al nascere di medemo.

Mentre che regnava la regina Cristina, fu fatta questa festa tre o quattro volte, ma nell'ultimo anno del suo regno fu celebrata con una magnificenza che eccedeva tutte le altre simili feste che fossero mai state vedute nel Nord, e questa superbissima festa fu l'ultima che Sua Maestà celebrò nel suo glorioso e trionfante governo. Dodecatheon Suetonii si celebrò il Giorno dei re, e volle la Maestà Sua, all'esempio di Augusto, rappresentare la Festa dei Dei invece di quella del Wirtschaft, il quale pareva alla Maestà Sua un'idea troppo bassa e vile al suo nobile ed eroico gusto. La regina dunque, per questo effetto, elesse un gran numero di persone di distinta condizione dell'uno e dell'altro sesso che fermavano questa mascherata la sorte dava, con i viglietti che si cavavano ad ogniuno il personaggio che dovea rapp[r]esentare, e tutti restavano accompagnati a due per due eccettuata la Maestà Sua, che restava sola, come era di dovere.

Ciascheduno portava il nome del personaggio che rappresentava e si travestivano secondo l'ordine della mitologia, ma più pomposamente che si poteva; e tutto scintillava d'argento, d'oro e di gioie.

I Dei furono trattati in una gran sala serviti dalla gioventù dell'uno e dell'altro sesso, vestiti da ninfe e da pastorei. La regina risplendeva alla testa di questa bella e galante gioventù, con tal splendore che osservava tutti, ma quella che non fu mai più d'un mezzo quanto d'ora alla tavola, senza patire, si diede a servire i Dei a tavola con tutta la gioventù; e benché questo mestiere non fosse della sua grandezza, era però il più conforme dal suo spirito, lo vivace temperamento della sua età, siccomme [sic] acciocché si prattica dai maggiori principi in simili occasioni.

La regina in questa occasione prese secondo il costume di tali feste un nome di Ventura, come tutte le altre, e fece si chiamare l'Amarante, che vuol dire l'Immortale. La sala dove si rappresentava la festa si figurava essere l'Arcadia ed era ornata di superbissimi arazzi di verdure con specchi, vasi e statue. Nell'aria spiravano soavissimi profumi e risuonava un'armonia di musica e d'istromenti che rapiva, ed il tutto era così mirabilmente regolato ed ordinato che la magnificenza, la galanteria ed il buon gusto spiccavano in tutto.

Si giuocò, si cenò, e si ballò sino al far del giorno. La regina, dopo avere regalato la sua corte, incantò tutti al suo solito con quell'arte inesplicabile ed a lei sola si naturale e particolare, ma sul fine fece stupir tutti, mutandosi in un subito d'abito, comandando che si dasse al tacco il suo della mascherata e che fosse messo in pezzi come seguì, benché il vestito fosse ripieno di gioie. Questo comando fece perdere la gravità ai Dei, i quali in questa occasione, benché più gravi e barboni, vollero spartire  ricca preda con li uomini finalmente ogn'uno restò contentissimo pel sua sorte, e questa superba e galante festa fu applaudita, e dagl'uomini e dalli Dei.

In questa occasione Sua Maestà instituì una specie di fraternità, nominata Geselschaft, in Svezia e diede a quelli che vi erano dell'uno e dell'altro sesso la cifra dell'Amarante in doppio AA, le lettere della quale erano formate da diamanti circondate da una corona di alloro con queste parole: «Dolce ne sarà la memoria», facendola portare a tutti li signori e le dame che intervenivano alli suoi ricreazioni più familiari, il numero de' quali era di 32, cioè sedici signori ed altretante dame senza contar la regina, che in tutto faceva il numero di 33.

Nel numero de cavalieri vi era il principe Carlo Gustavo palatino, che Sua Maestà aveva dichiarato dovi anni primo principe di Svezia e suo regno successore, il medesimo che poco dopo fu dalla regina fatto re; il conte Dohna; il conte Tott; Montecuccoli; don Antonio Pimentelli, inviato di Spagna; il conte Caprara; il conte Steinberg; Strozzi; un Morosini, ed altri, il nome de' quali non si ricorda.

Nel numero delle dame, vi erano le più belle e più nobili della corte, tra le quali la bella contessa e tre o quattro Sparre, famiglia delle primarie di Svezia, che in quel tempo fioriva di bellezza nelle sue donne, ed altre, delle quali non si sa dire li nomini.

A questo numero di persone la Maestà Sua fece l'onore d'associarle seco per compagne delle sue nobili ricreazioni. Avevano essi l'onore di cenare con la Maestà Sua quasi ogni sabbato in una villa lontana circa un miglio da Stoccolm[a], ove si discorreva, ballava, giuocava e si godeva l'armonia della musica, passando il tempo con gran piacere con tutta la familiarità e libertà che il rispetto e l'onesto permettevano a questa felice brigata destinata alla gloria di conoscere più intimamente e d'ammirare più da vicino i sentimenti eroici di questa gran regina, a questo intuito furono chiamati gli Eletti per non aver mai riconosciuto nell'intimo di questa gran principessa cosa che nobile, eroica, grande e degna d'ammirazione non fosse.

In questi felici momenti persuadeva la Maestà Sua, malgrado della sua modestia a tutti quelli che avevano l'onore di trattar seco, che Iddio, il quale era stato tanto prodigo verso della Maestà Sua de beni della natura e della fortuna, non le aveva dato niente di più grande del suo magnanimo cuore. In tal maniera questa gran regina si ristorava delle sue gran fatiche dopo avere applicato giorno e notte per tutta la settimana a suoi gravi ed importanti affari, essendosi ella resa dal momento che entro nella sua majorità [sic] maggiorità l'arbitra assoluta non solo del suo regno, ma dell'Europa tutta, il destino della quale pareva che dispendesse solo dalli cenni suoi, però accudiva com'indefesa [sic] ed inaudita applicazione a tanti e si diversi interessi, rubando solo al suo mangiar ed al suo riposo quei momenti che impiegava nelli suoi nobilli ed eroici diporti.
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French translation (my own):

Information de la Frairie d'Amarante, réalisée en 1653 à Stockholm.
Pour la coutume en Suède, comme en Allemagne, de célébrer une fête de récréation appelée Wirtschaft, ce qui signifie une sorte de conversation joyeuse dans l'auberge, on choisit dans cette fête un certain nombre de personnes de qualité qui s'habillent ou se déguisent de différentes manières, mais sous la forme la plus riche et la plus magnifique que chacun à cette fête puisse se régaler, on joue, on dîne, on danse et on prend un jour spécial pour ce divertissement, qui commence au coucher du soleil et dure généralement jusqu'à la naissance du même.

Sous le règne de la reine Christine, cette fête avait lieu trois ou quatre fois, mais au cours de la dernière année de son règne, elle était célébrée avec une magnificence qui surpassait toutes les autres fêtes similaires qu'on ait jamais vues dans le Nord, et cette fête la plus superbe était la dernière fois que Sa Majesté célébrait dans son gouvernement glorieux et triomphant. Dodécatheon Suetonii était célébré à la fête des Rois, et Sa Majesté voulait, à l'instar d'Auguste, représenter la Fête des Dieux au lieu de celle du Wirtschaft, ce qui semblait à Sa Majesté une idée trop basse et vile pour son goût noble et héroïque. La reine élut donc à cet effet un grand nombre de personnes de condition distincte de l'un et de l'autre sexe, qui arrêtèrent par hasard cette mascarade; elle donnait, avec les cartes qu'on tirait, pour chacun, le personnage qu'il devait représenter, et tout le monde restait accompagné deux à deux sauf Sa Majesté, qui restait seule, comme c'était le devoir.

Chacun portait le nom du personnage qu'il représentait, et ils se déguisaient selon l'ordre de la mythologie, mais aussi pompeusement que possible; et tout brillait d'argent, d'or et de joyaux.

Les Dieux étaient traités dans une grande salle et servis par des jeunes gens des deux sexes, habillés en nymphes et en pasteurs. La reine brillait à la tête de ces beaux et vaillants jeunes gens, avec une telle splendeur qu'elle était observée de tout le monde, mais celle qui n'avait jamais plus de la moitié de l'âge qu'aujourd'hui à table, sans souffrir, se livrait à servir les Dieux à table avec tous les jeunes; et quoique cette profession ne fût pas de sa grandeur, elle était néanmoins la plus conforme à son esprit, au tempérament vif de son âge, comme le pratiquent les plus grands princes en pareilles occasions.

A cette occasion, la reine prit le nom de Ventura, comme toutes les autres, selon l'usage de ces fêtes, et s'appela Amarante, ce qui signifie l'Immortelle. La salle où se déroulait la fête était vraisemblablement Arcadie et était décorée de superbes tapisseries de verdure avec miroirs, vases et statues. De doux parfums flottaient dans l'air, et une harmonie envoûtante de musique et d'instruments résonnait, et tout était si admirablement réglé et ordonné que la magnificence, la galanterie et le bon goût ressortaient en tout.

On jouait, on dînait et on dansait jusqu'au lever du jour. La reine, après avoir régalé sa cour, enchanta tout le monde comme d'habitude avec cet art inexplicable qui était si naturel et si particulier à elle seule, mais à la fin elle étonna tout le monde en enfilant aussitôt sa robe, en leur ordonnant d'ôter leurs masques et qu'elle fut déchirée comme suit, bien que la robe fût remplie de joyaux. Cet ordre fit perdre leur gravité aux Dieux, qui à cette occasion, bien que plus graves et vagabonds, voulaient partager une si riche proie avec les hommes. Finalement, tout le monde fut très content de son sort, et cette fête superbe et vaillante fut applaudie, tant par les hommes que par les Dieux.

A cette occasion, Sa Majesté créa une sorte de fraternité, appelée Geselschaft, en Suède et donna à ceux de l'un et de l'autre sexe la figure d'Amarante en double AA, dont les lettres étaient formées de diamants entourés d'une couronne de laurier avec ces mots: «Dolce ne sarà la memoria», en le faisant amener à tous les messieurs et dames qui assistaient à ses récréations les plus familières, dont le nombre était de 32, soit seize messieurs et autant de dames, sans compter la reine, qui porte au total le nombre 33.

Parmi les chevaliers se trouvait le prince Charles-Gustave palatin, qui avait été déclaré deux ans plus tôt par Sa Majesté premier prince de Suède et successeur du royaume, celui-là même qui peu après fut fait roi par la reine; le comte Dohna; le comte Tott; Montecuccoli; don Antoine Pimentelli, envoyé d'Espagne; le comte Caprara; le comte Steinberg; Strozzi; un Morosini, et d'autres, dont les noms ne sont pas retenus.

Au nombre des dames, il y avait les plus belles et les plus nobles de la cour, parmi lesquelles la belle comtesse et trois ou quatre dames Sparre, une des principales familles de Suède, qui à cette époque florissait de beauté dans ses femmes, et d'autres, dont on ne peut dire quels étaient leurs noms.

Sa Majesté a fait l'honneur de les associer à elle-même comme compagnons de ses nobles récréations avec autant de personnes. Ils eurent l'honneur de dîner avec Sa Majesté presque tous les samedis dans une villa à environ un mile de Stockholm, où ils parlèrent, dansèrent, jouèrent et apprécièrent l'harmonie de la musique, passant le temps avec grand plaisir avec toute la familiarité et la liberté que le respect et l'honnêteté permettaient à cette heureuse brigade destinée à la gloire de connaître plus intimement et d'admirer de plus près les sentiments héroïques de cette grande reine; à cette intuition, ils furent appelés les Élus, n'ayant jamais reconnu au fond de cette grande princesse quoi que ce soit qui ne fût noble, héroïque, grand et digne d'admiration.

Dans ces moments heureux, on persuadait Sa Majesté, malgré sa modestie envers tous ceux qui avaient l'honneur de traiter avec elle, que Dieu, qui avait été si généreux envers Sa Majesté pour les biens de la nature et de la fortune, ne lui avait rien donné de plus grand que son cœur magnanime. Ainsi cette grande reine se reposait de ses grands efforts après s'être appliquée jour et nuit pendant toute la semaine à ses affaires sérieuses et importantes, s'étant faite dès le moment où elle entra dans sa majorité l'arbitre absolue non seulement de son royaume, mais de l'Europe entière, dont le destin semblait dépendre uniquement de ses signes, mais elle y veillait comme une application sans défense et sans précédent à tant d'intérêts différents, ne dérobant à son repas et à son repos que les moments dont elle profitait dans ses plaisirs nobles et héroïques.
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Swedish translation (my own):

Uppgifter om Amarantes brödraskap, gjord 1653 i Stockholm.
För seden i Sverige, liksom i Tyskland, är att fira en rekreationsfest kallad Wirtschaft, vilket innebär ett slags muntert samtal på gästgiveriet, väljs i denna fest ett antal personer av kvalitet som klär ut sig eller förklär sig i olika sätt, men i den rikaste och mest magnifika form som alla i denna fest kan festa, man spelar, äter, dansar och tar en speciell dag för detta divertissemang, som börjar när solen går ner och vanligtvis varar fram till födelsen av densamma.

Medan drottning Kristina regerade hölls denna fest tre eller fyra gånger, men under det sista året av hennes regeringstid firades den med en storhet som överträffade alla andra liknande högtider som någonsin setts i Norden, och denna storslagnaste fest det var det sista som Hennes Majestät firade i sin härliga och triumferande regering. Dodecatheon Suetonii firades på Tre konungars dag, och Hennes Majestät ville, efter Augusti exempel, representera Gudarnas högtid istället för Wirtschaftsfesten, som för Hennes Majestät tycktes vara en idé som var för låg och vidrig för hennes ädla och heroisk smak. Drottningen valde därför för denna verkan ett stort antal personer av distinkt kondition av det ena och det andra könet, som av en slump stoppade denna maskerad; hon gav, med de kort som drogs, för var och en, den person han skulle representera, och alla förblev åtföljda två och två utom Hennes Majestät, som förblev ensam, vilket var plikten.

Var och en bar namnet på den person han representerade, och de förklädde sig enligt mytologins ordning, men så pompöst som möjligt; och allt glittrade av silver, guld och juveler.

Gudarna trakterades i en stor sal som betjänades av ungdomar av båda könen, klädda som nymfer och herdar. Drottningen lyste i spetsen för dessa vackra och galanta ynglingar, med sådan prakt att hon iakttogs av alla, men den som aldrig var mer än hälften så gammal som nu vid bordet, utan lidande, gav sig till att tjäna Gudarna vid bordet med alla ungdomar; och även om detta yrke inte var av hennes storhet, var det likväl det mest överensstämmande med hennes ande, hennes ålders livliga temperament, såsom utövas av de största furstar vid liknande tillfällen.

Vid detta tillfälle tog drottningen namnet Ventura, liksom alla de andra, enligt seden för sådana högtider, och kallade sig Amarante, vilket betyder den Odödliga. Salen där festen genomfördes troddes vara Arkadien och var dekorerad med suveräna tapisserier av grönska med speglar, vaser och statyer. Söta parfymer blåste i luften, och en fängslande harmoni av musik och instrument ljöd, och allt var så beundransvärt reglerat och ordnat att storslagenhet, tapperhet och god smak stod ut i allt.

En spelade, en åt middag och en dansade tills det bröt upp. Drottningen, efter att ha regalerat sitt hov, förtrollade alla som vanligt med den oförklarliga konsten som var så naturlig och speciell för henne ensam, men till slut förvånade hon alla genom att omedelbart byta om till sin klänning, beordra dem att ta av sig sina masker och att det slits i stycken som följer, även om klänningen var fylld med juveler. Detta bud fick Gudarna att förlora sin gravitet, som vid detta tillfälle, även om de var mer allvarliga och lösdrivna, ville dela sådana rika byten med män. Till slut var alla mycket nöjda med sitt öde, och denna fantastiska och galanta fest applåderades, både av männen och av Gudarna.

Vid detta tillfälle bildade Hennes Majestät ett slags broderskap, kallat Geselschaft, i Sverige och gav till dem av det ena och det andra könet Amarantes gestalt i dubbel AA, vars bokstäver bildades av diamanter omgivna av en lagerkrans med dessa ord: »Dolce ne sarà la memoria«, att få den till alla herrar och damer som deltog i hennes mest familjära rekreationer, vars antal var 32, det vill säga sexton herrar och lika många damer, utan att räkna med drottningen, som totalt gjorde siffran 33.

Bland riddarna fanns pfalzgreve Karl Gustav, som av Hennes Majestät två år tidigare förklarats som förste furste av Sverige och hennes efterträdare till riket, densamme som kort därefter gjorts till konung av drottningen; greve Dohna; greve Tott; Montecuccoli; don Antonio Pimentelli, Spaniens sändebud; greve Caprara; greve Steinberg; Strozzi; en Morosini, och andra, vars namn inte kommas ihåg.

I damernas antal fanns de vackraste och ädlaste av hovet, bland vilka den sköna grevinnan och tre eller fyra Sparredamer, en av Sveriges primära släkter, som vid den tiden blomstrade av skönhet i sina kvinnor, och andra, av vilka man inte kan säga vad de hette.

Hennes Majestät gjorde äran att förknippa dem med sig själv som följeslagare i sina ädla rekreationer med detta antal människor. De hade äran att äta middag med Hennes Majestät nästan varje lördag i en villa cirka en mil bort från Stockholm, där de pratade, dansade, spelade och njöt av musikens harmoni och fördrev tiden med stort nöje med all förtrogenhet och frihet att respekten och ärligheten tillät denna glada brigad, som var avsedd för ära, att känna mer intimt och närmare beundra denna stora drottnings heroiska känslor; till denna intuition kallades de de Utvalda, ty de aldrig i djupet av denna stora prinsessa hade känt igen något som inte var ädelt, heroiskt, stort och värt beundran.

I dessa lyckliga stunder övertalade man Hennes Majestät, trots hennes blygsamhet mot alla dem som hade äran att behandla med henne, att Gud, som varit så generös mot Hennes Majestät med naturens och lyckans gods, inte hade givit henne något större än hennes storsint hjärta. På detta sätt fräschade denna stora drottning upp sig från sina stora ansträngningar efter att ha använt sig dag och natt under hela veckan i sina allvarliga och viktiga angelägenheter, efter att ha gjort sig själv från det ögonblick hon trädde in i sin majoritet till den absoluta skiljedomarinnan inte bara i sitt rike, utan i hela Europa, vars öde tycktes bero bara på hennes tecken, men hon skötte det som en försvarslös och aldrig tidigare skådad tillämpning på så många olika intressen, och stal bara från sitt ätande och sin vila de ögonblick som hon använde i hennes ädla och heroiska nöjen.
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English translation (my own):

Information of the Fraternity of Amarante, made in 1653 in Stockholm.
For the custom in Sweden, as in Germany, of celebrating a feast of recreation called a Wirtschaft, which means a kind of cheerful conversation in the inn, in this feast a number of people of quality are chosen who dress up or disguise themselves in different ways, but in the richest and most magnificent form that everyone in this feast can feast, one plays, dines, dances and takes a special day for this divertisement, which begins when the sun sets and usually lasts until the birth of the same.

While Queen Kristina reigned, this feast was held three or four times, but in the last year of her reign it was celebrated with a magnificence that surpassed all other similar feasts that had ever been seen in the North, and this most superb feast was the last that Her Majesty celebrated in her glorious and triumphant government. Dodecatheon Suetonii was celebrated on Epiphany, and Her Majesty wanted, following the example of Augustus, to represent the Feast of the Gods instead of that of the Wirtschaft, which seemed to Her Majesty an idea that was too low and vile for her noble and heroic taste. The Queen therefore, for this effect, elected a large number of people of distinct condition of the one and the other sex, who stopped this masquerade by chance; she gave, with the cards that were drawn, for each one, the personage he was supposed to represent, and everyone remained accompanied two by two except Her Majesty, who remained alone, as was the duty.

Each one bore the name of the personage he represented, and they disguised themselves according to the order of mythology, but as pompously as possible; and everything sparkled with silver, gold and jewels.

The Gods were treated in a great hall served by youths of both sexes, dressed as nymphs and shepherds. The Queen shone at the head of these beautiful and gallant youths, with such splendour that everyone observed her, but the one who was never more than half as old as now at the table, without suffering, gave herself to serving the Gods at the table with all the youths; and although this profession was not of her greatness, it was nevertheless the most consistent with her spirit, the lively temperament of her age, as is practiced by the greatest princes on similar occasions.

On this occasion the Queen took the name of Ventura, like all the others, according to the custom of such festivals, and called herself Amarante, which means the Immortal One. The hall where the feast was given was thought to be Arcadia and was decorated with superb tapestries of verdure with mirrors, vases and statues. Sweet perfumes blew in the air, and an enthralling harmony of music and instruments resounded, and everything was so admirably regulated and ordered that magnificence, gallantry and good taste stood out in everything.

One played, one dined, and one danced until daybreak. The Queen, after having regaled her court, enchanted everyone as usual with that inexplicable art which was so natural and particular to her alone, but in the end she amazed everyone by immediately changing into her dress, ordering them to take off their masks and that it be torn to pieces as followed, although the dress was filled with jewels. This command made the Gods lose their gravity, who on this occasion, although more serious and vagrant, wanted to share such rich prey with men. Finally, everyone was very happy with their fate, and this superb and gallant feast was applauded, both by the men and by the Gods.

On this occasion Her Majesty established a kind of fraternity, called Geselschaft, in Sweden and gave to those of the one and the other sex the figure of Amarante in double AA, the letters of which were formed by diamonds surrounded by a laurel wreath with these words: "Dolce ne sarà la memoria", having it brought to all the gentlemen and ladies who attended her most familiar recreations, the number of which was 32, that is, sixteen gentlemen and as many ladies, without counting the Queen, who in all made the number 33.

Among the knights there was the Prince Karl Gustav Palatine, who had declared by Her Majesty two years earlier as first prince of Sweden and her successor to the kingdom, the same who shortly afterwards was made king by the Queen; Count Dohna; Count Tott; Montecuccoli; Don Antonio Pimentelli, envoy of Spain; Count Caprara; Count Steinberg; Strozzi; a Morosini, and others, whose names are not remembered.

In the number of ladies, there were the most beautiful and noblest of the court, among whom the Beautiful Countess and three or four Sparre ladies, one of the primary families of Sweden, which at that time was flourishing with beauty in its women, and others, of whom one cannot say what their names were.

Her Majesty did the honour of associating them with herself as companions in her noble recreations with this number of people. They had the honour of dining with Her Majesty almost every Saturday at a villa about a mile away from Stockholm, where they talked, danced, played and enjoyed the harmony of music, passing the time with great pleasure with all the familiarity and freedom that respect and honesty allowed this happy brigade, destined for glory to know more intimately and admire more closely the heroic feelings of this great queen; to this intuition they were called the Chosen Ones, never having recognised in the depths of this great princess anything that was not noble, heroic, great and worthy of admiration.

In these happy moments one persuaded Her Majesty, despite her modesty to all those who had the honour of treating with her, that God, who had been so generous towards Her Majesty with the goods of nature and fortune, had not given her anything greater than her magnanimous heart. In this way this great queen refreshed herself from her great efforts after having applied herself day and night for the whole week to her serious and important affairs, having made herself from the moment she entered her majority the absolute arbitress not only of her kingdom, but of the whole of Europe, whose destiny seemed to depend only on her signs, however, she attended to it as a defenseless and unprecedented application to so many different interests, stealing only from her eating and her repose those moments that she used in her noble and heroic pleasures.
Recopy this before sending it away.


Above: Kristina.


Above: Ebba Sparre, the Beautiful Countess.


Above: The emblem or insignia of the Order of Amarante.

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