Thursday, January 13, 2022

Kristina's letter to King Jan III Sobieski of Poland, dated October 13/23 (New Style), 1683

Sources:

Copy of the letter, pages 70 to 71 in Barb. lat. 6599, Vatican Library


Bibliothèque interuniversitaire (Montpellier); Manuscrits de la reine Christine; Lettere della regina a principi; Lettere al re di Polonia; Lettres à Jean III Sobiesky; Christine de Suède à Jean III Sobiesky, [s. l.], 23 octobre 1683 (digitisation page 155-156r)


Christine (1626-1689 ; reine de Suède), Manuscrits de la reine Christine : Lettere della regina a principi, 1601-1700.

The Foli@ online digital heritage library is here:


Copyright SCDI-UPV - Collections Université de Montpellier (shelfmark H 258).

Mémoires concernant Christine, volume 2, page 219, Johan Arckenholtz, 1751




The letter (printed):

Un grande, e raro spettacolo diede al Mondo la MAESTA' VOSTRA in quel memorabil, e vittorioso giorno del Soccorso di Vienna, per il quale deve tanto à lei la Santa Fede, ed il Mondo tutto, che l'applauder alle sue glorie pare obligo d'ogni Christiano, che confessa il suo nel comun giubilo: In quel fortunato giorno VOSTRA MAESTA' si rese degna non solo della Corona di Polonia, alla quale Iddio già l'haveva inalzata; mà si meritò l'Imperio del Mondo, quando ad un solo Monarca fosse destinato dal Cielo. Io vorrei saper esprimere à VOSTRA MAESTA' li miei sentimenti particolari, e son certa ch'ella conoscerebbe che niuno più di me fa giustizia alla gloria, ed al merito suo. Io mi vanto di conoscere quanto ogn'altro il pregio, e l'importanza dell'Insigne Vittoria da VOSTRA MAESTA' riportata sopra il Monarca dell'Asia, havendo io conosciuto più d'ogn'altro il nostro pericolo, e più temuta la rovina, e l'esterminio minacciatoci da quella sì formidabil Potenza, della quale Iddio hà voluto trionfare per mezzo dell'Heroico Valore di VOSTRA MAESTA' à cui da quì avanti tutti, gl'altri Rè devono, dopo Dio, la conservazione de loro Regni; Mà io che Regni più non hò, le devo la conservazione della mia independenza, e della mia quiete, ch'io stimo più, che tutti li Regni del Mondo; E pure bisogna che io confessi l'ingratitudine mia verso d'un sì Gran Rè, quale è VOSTRA MAESTA' mentre ch'io le porto un'invidia, la quale m'è tanto più insopportabile, quanto più m'è nuovo quest'affetto: A nissun vivente portai io invidia già mai, solo VOSTRA MAESTA' m'hà fatto provare questa per me incognita passione, della quale mi credei fin' hora incapace; Sappia però la MAESTA' VOSTRA che la mia invidia è di quella che fa nascere nel cuore quella somma stima, ed ammirazione, che à VOSTRA MAESTA' sono dovute. Io non le invidio il suo Regno, nè quanti Tesori, e Spoglie si acquistò, Io invidio solo à VOSTRA MAESTA' le sue fatiche, li suoi pericoli; Io l'invidio il Titolo di Liberatore della Christianità, il gusto di dar ogn'hora la Vita, e la Libertà à tanti sfortunati degl'Amici, e Nemici, i quali devono à lei, ò la Vita loro. E però si gloriosa à VOSTRA MAESTA' questa mia invidia, che quasi mi dispiacerebbe il non haverla, e sò che VOSTRA MAESTA' me la perdonerà. Il Signor Iddio, il qual'è l'unico merito, e premio delle attioni heroiche, e grandi, sia quello, che rimuneri la MAESTA' VOSTRA in questo Mondo, e nell'Eternità, poiche solo può ricompensarla degnamente in se stesso. Egli conservi, e prosperi la MAESTA' VOSTRA per la gloria, e per il servizio della Cattolica Chiesa, e la renda sempre trionfante di tutti li suoi Nemici. Intanto gradisca VOSTRA MAESTA' questi miei affettuosi sentimenti, mentr'io resto &c.

With modernised spelling:

Un grande e raro spettacolo diede al mondo la Maestà Vostra in quel memorabil e vittorioso giorno del soccorso di Vienna, per il quale deve tanto a lei la Santa Fede ed il mondo tutto che l'applauder alle sue glorie pare obbligo d'ogni cristiano che confessa il suo nel comun giubilo; in quel fortunato giorno Vostra Maestà si rese degna non solo della Corona di Polonia, alla quale Iddio già l'aveva inalzata, ma si meritò l'imperio del mondo quando ad un solo monarca fosse destinato dal cielo.

Io vorrei saper esprimere a Vostra Maestà li miei sentimenti particolari, e son certa ch'ella conoscerebbe che niuno più di me fa giustizia alla gloria ed al merito suo. Io mi vanto di conoscere quanto ogn'altro il pregio e l'importanza dell'insigne vittoria da Vostra Maestà riportata sopra il monarca dell'Asia, avendo io conosciuto più d'ogn'altro il nostro pericolo e più temuta la rovina e l'esterminio minacciatoci da quella sì formidabil potenza, della quale Iddio ha voluto trionfare per mezzo dell'eroico valore di Vostra Maestà, a cui da qui avanti tutti gl'altri re devono, dopo Dio, la conservazione de loro regni.

Ma io, che regni più non ho, le devo la conservazione della mia independenza e della mia quiete, ch'io stimo più che tutti li regni del Mondo; e pure bisogna che io confessi l'ingratitudine mia verso d'un sì gran re quale è Vostra Maestà mentre ch'io le porto un'invidia, la quale m'è tanto più insopportabile, quanto più m'è nuovo quest'affetto. A nissun vivente portai io invidia giammai, solo Vostra Maestà m'ha fatto provare questa per me incognita passione, della quale mi credei fin'ora incapace. Sappia però la Maestà Vostra che la mia invidia è di quella che fa nascere nel cuore quella somma stima ed ammirazione che a Vostra Maestà sono dovute. Io non le invidio il suo regno, nè quanti tesori e spoglie si acquistò; io invidio solo a Vostra Maestà le sue fatiche, li suoi pericoli. Io l'invidio il titolo di liberatore della cristianità, il gusto di dar ogn'ora la vita e la libertà a tanti sfortunati degl'amici e nemici, i quali devono a lei o la vita loro.

E però si gloriosa a Vostra Maestà questa mia invidia che quasi mi dispiacerebbe il non averla, e so che Vostra Maestà me la perdonerà. Il Signor Iddio, il qual'è l'unico merito, e premio delle azioni eroiche e grandi, sia quello che rimuneri la Maestà Vostra in questo mondo e nell'eternità, poiché solo può ricompensarla degnamente in se stesso. Egli conservi e prosperi la Maestà Vostra per la gloria e per il servigio della cattolica Chiesa e la renda sempre trionfante di tutti li suoi nemici. Intanto gradisca Vostra Maestà questi miei affettuosi sentimenti, mentr'io resto, etc.

Arckenholtz's transcript of the letter:

Un grande e raro spettacolo diede almondo la M. V. in quel' memorabile, e vittorioso giorno del Soccorso di Vienna, per il quale deve tanto a lei, la santa fede, & il mondo tutto, che l'applaudere alle sue glorie pare obligo d'ogni Christiano, che confessi il suo nel commun giubilo. In quel fortunato giorno V. M. si rese degna non solamente della Corona di Polonia, alla quale Iddio già l'haveva inalzata, mà si meritò l'imperio del mondo, quando dal Cielo fosse destinato ad un solo Monarco. Jo vorrei sapere exprimere à V. M. i miei sentimenti particolari, e son' certa, ch' Ella conoscerebbe che niuno più di me fà giustitia alla gloria, & al merito suo. Jo mi vanto di conoscere, quant'ogni altro, il preggio el'importanza dell'insigne vittoria da V. M. riportata sopra il Monarca dell'Asia; havend'io conosciuto piu d'ogn'altro il nostro pericolo, e più temuta la rouina, e l'esterminio minacciatoci da quella si formidabile potenza, della quale Iddio hà voluto trionfare per mezzo dell'Eroico valore di V. M., à cui da qui avanti tutti gli altri Ré devono, doppo Dio, la conservatione de loro Regni, Mà io che regni più non ho, le' devo la conservatione della mia independenza, e della mia quiete, che io piu stimò di tutt' i Regni del mondo. E pure bisogna che io confessi l'ingratitudine mia verso d'un si gran Ré, quale è V. M. mentre io le porto un'invidia, la quale mi à tanto più insopportabile, quanto più mi è nuovo quell'affetto. A nissuno vivento portai io invidia già mài, solo V. M. mi ha fatta provare questa per me incognita passione, della quale mi credèi fin'ad hora incapace. Sappia però la M. V. che la mia invidia è di quella, che fâ nascere nel cuore quella somma stima, & ammiratione che a V. M. sono dovute. Jo non le invidio il suo Regno, ne quanti tesori, e spoglie Ella s'acquistò: Jo invidio solo à V. M. le sue fatiche, i suoi pericoli; io le invidio il bel Titolo di Liberatore della Christianità, il gusto di dar ogni hora la vita, e la libertà a tanti sfortunati, degli amici, e nemici, i quali devono a l'ei, ò la vita loro, ò la libertà. E però si gloriosa à V. M. questa mia invidia, che quasi mi dispiacerebbe il non haverla, e so che V. M. me la perdonnèra. Il Sig:re Iddio, il quale è unico merito, e premio delle attioni Eroiche, e grandi, sia quella che rimuneri la M. V. in questo mondo, e nell'eternità, poiche solo può degnamente ricompensare da se stesso. Egli conservi e prosperi La M. V. per la gloria, e per il servitio della Catholica Chiesa, e la renda sempre trionfante di tutt' i suoi nemici. In tanto gradisca Vostra Maestà questi miei atfettuosi sentimenti, mentre io resto &c. 23. Ott. 1683.
CHRISTINA ALESSANDRA.

French translation (by Arckenholtz):

Votre Majesté vient de donner à tout le monde un grand & rare spectacle par la journée du secours de Vienne, dont la mémoire sera immortelle dans les monumens de la foi Catholique & du Christianisme. La reconnoissance qui en est dûë à V. M. est si universelle, & si singulière tout ensemble, que l'applaudissement à toute la gloire qui l'environne paroit d'obligation indispensable à chaque Chrêtien, qui trouve & confesse sa joïe particuliére dans la générale. Cet heureux événement a rendu V. M. digne non seulement de la Couronne de Pologne à laquelle Dieu l'a déja élevée, mais il y a joint le mérite de l'Empire de tout l'Univers, supposé que Dieu l'eut destiné à un seul Monarque. Je voudrois qu'il me fut possible d'exprimer à V. M. mes sentimens en cette occasion, & je suis certaine qu'elle connoitroit, que personne ne rend plus de justice que moi à son mérite extraordinaire. Je puis me vanter de connoitre mieux qu'aucun autre le prix & l'importance de l'insigne victoire remportée par V. M. sur l'Empereur de l'Asie. Car le danger que nous courrions dans Rome, & la crainte d'une ruine & d'une entière désolation dont cette formidable puissance nous menaçoit, m'ont paru dans une plus grande évidence, qu'à telle pénétration que ce puisse être. Dieu qui a voulu nous en garantir, y a emploïé la valeur héroïque de V. M. en la faisant triompher d'un si redoutable ennemi, dont sa défaite & la suite engagent les autres Rois & Princes à être redevable à V. M. après Dieu de leurs Etats. Mais pour moi, qui n'ai plus de Roïaume, je ne suis pas pour cela dispensée de l'obligation que tous ces Monarques ont à V. M. car je lui dois la sûreté de mon indépendance Roïale, & de mon repos, que je préfére à toutes les dominations de la terre. Il faut néanmoins que j'avouë mon ingratitude envers un si grand Roi que l'est V. M. puisque je lui porte une envie, qui m'est d'autant plus insupportable, qu'il m'est plus nouveau de me soumettre à cette passion. Il n'y a aucune créature vivante qui ait pû l'exciter dans mon cœur. V. M. seule me l'a fait éprouver, puisqu'elle me fut si inconnuë que je me croïois incapable d'en ressentir jamais aucune atteinte. V. M. doit pourtant savoir pour ma justification, que le mouvement dont je suis agitée ne provient pas d'une jalousie envieuse, puisqu'au lieu de supprimer, de déguiser, ou de cacher la justice qui est dûë à V. M. je me sens touchée vivement de la souveraine estime & de l'admiration sans restriction qui lui appartiennent si légitimement. Il n'y a que les périls & les fatigues de V. M. qui eussent excité mes desirs au préjudice de ma tranquillité. Je ne lui envie point son Roïaume, ni tant de trésors, & de dépouillés dont elle a sçu profiter avec tant de valeur, j'envie seulement à V. M. le beau titre de Libérateur de la Chrêtienté & le plaisir de donner à chaque moment la vie ou la liberté à tant de malheureux soit Chrêtiens ou Infidéles, qui ne vivent ou ne sont éxemts de l'esclavage que par l'ordre de V. M. Enfin, l'envie, dans laquelle V. M. m'a engagée, lui est si glorieuse que j'aurois en quelque sorte un grand déplaisir de ne la pas ressentir, & qu'assurément V. M. me la pardonnera. Dieu, le Seigneur Tout-puissant, duquel on doit rechercher la gloire comme l'unique mérite & la récompense des grandes & héroïques actions, veuille récompenser V. M. dans le monde & dans l'éternité, puisqu'il est le seul qui par lui-même le peut faire dignement. Je le prie qu'il la conserve, & continuë ses prospérités pour la gloire & le service de l'Eglise Catholique & qu'il la fasse toûjours triompher de tous ses ennemis. V. M. agréera cependant ces sentimens, qui lui marquent sincérement mon affection & l'assurent que je suis &c. Ce 23. d'Oct. 1683.
CHRISTINE ALEXANDRA.

Swedish translation (my own):

Ers Majestät har rättnu givit alla ett stort och sällsynt spektakel på Wiens biståndsdag, vars minne kommer att vara odödligt i den katolska trons och kristendomens monument. Den tacksamhet som tillkommer Ers Majestät är så allmängiltig, och i det stora hela så sällsynt, att applåderna till all den härlighet som omger Er tycks vara en oumbärlig skyldighet för varje kristen, som finner och bekänner sin speciella glädje i allmänhet. Denna lyckliga händelse har gjort Ers Majestät värdig inte bara Polens krona, till vilken Gud redan hade upphöjt Er, utan Han lagt till den förtjänsten av hela universums kejsardöme, under antagande att Gud hade avsett det för en ensam monark. Jag önskar att det var möjligt för mig att för Ers Majestät uttrycka mina känslor vid detta tillfälle, och jag är säker på att Ni skulle veta att ingen gör mer rättvisa än jag till Era extraordinära förtjänster. Jag kan skryta med att bättre än någon annan veta priset och vikten av den anmärkningsvärda seger som Ers Majestät vunnit över Asiens Kejsare. Ty den fara, som vi skulle löpa i Rom, och rädslan för en ruin och för en hel ödeläggelse, med vilken denna formidabla makt har hotat oss, föreföll mig mer uppenbar än för något genomträngande som den kan vara. Gud, som ville garantera oss från detta, använde Ers Majestäts heroiska tapperhet däri genom att låta Er segra över en så formidabel fiende, vars nederlag och följande förpliktar de andra konungarna och furstarna att stå i skuld till Ers Majestät (efter Gud) för deras stater. Men beträffande mig själv, som ju icke längre har ett rike, så är jag inte befriad från den skyldighet som alla dessa monarker är skyldiga Ers Majestät, ty jag är skyldig Er säkerheten för min kungliga självständighet och min ro, som jag föredrar framför alla herradömena på jorden. Ändå måste jag erkänna att min otacksamhet mot en så stor konung som Ers Majestät beror på att jag avundas Er, vilket är desto mer outhärdligt för mig eftersom det är väl nyare för mig att underkasta mig denna passion. Det finns ingen levande varelse som kunde ha väckt den i mitt hjärta. Ers Majestät ensam har fått mig att känna det, eftersom det var så okänt för mig att jag trodde mig själv oförmögen att någonsin känna någon avundsjukasanfall. Ers Majestät måste dock veta, för min rättfärdigelse, att den rörelse som jag upprörs av inte kommer från en avundsjuk svartsjuka, eftersom jag i stället för att undertrycka, dölja eller dölja den rättvisa som tillkommer Ers Majestät, känner mig starkt berörd av den suveräna aktning och oinskränkta beundran som så rättmätigt tillhör Er. Det är bara Ers Majestäts faror och trötthet som skulle ha väckt mina önskningar, till skada för mitt lugn. Jag avundas Er inte Ert rike, inte heller så många skatter och bortskämda människor som Ni har kunnat dra nytta av med så mycket tapperhet, jag avundas bara Ers Majestät den stora titeln kristenhetens Befriare och nöjet att i varje ögonblick ge liv eller frihet till så många olyckliga kristna eller otrogna, som lever eller är befriade från slaveri endast på befallning av Ers Majestät. Slutligen är den avundsjuka, som Ers Majestät har engagerat mig i, så härlig för Er, att jag på ett sätt skulle ha ett stort missnöje att inte känna det, och att Ers Majestät säkerligen kommer att förlåta mig för det. Må Gud, den Allsmäktige Herren, från vilken äran måste sökas som enda förtjänst och belöning för stora och heroiska gärningar, önska belöna Ers Majestät i världen och i evighet, eftersom han är ju den ende som genom sig själv kan göra det med värdighet. Jag ber att han bevare Er och fortsätter Ert välstånd till den katolska kyrkans ära och tjänst, och att han alltid må låta Er triumfera över alla Era fiender. Emellertid kommer Ers Majestät att hålla med om dessa känslor, som uppriktigt markerar min tillgivenhet för Er och försäkrar Er att jag är, osv. Den 23 oktober 1683.
Kristina Alexandra.

English translation (my own):

Your Majesty has just given everyone a great and rare spectacle on Vienna's day of succour, the memory of which will be immortal in the monuments of the Catholic faith and Christianity. The gratitude which is due to Your Majesty is so universal, and so singular altogether, that the applause to all the glory which surrounds you seems an indispensable obligation to every Christian, who finds and confesses his particular joy in general. This happy event has made Your Majesty worthy not only of the Crown of Poland, to which God had already elevated you, but He has added to it the merit of the Empire of the whole universe, supposing that God had intended it for a sole monarch. I wish it were possible for me to express to Your Majesty my feelings on this occasion, and I am sure that you would know that no one does more justice than I to your extraordinary merit. I can boast of knowing better than anyone else the price and the importance of the remarkable victory won by Your Majesty over the Emperor of Asia. For the danger which we would run in Rome, and the fear of a ruin and of an entire desolation with which this formidable power has threatened us, appeared to me more evident than to any penetration that it may be. God, who wanted to guarantee us from this, employed the heroic valour of Your Majesty therein by letting you triumph over so formidable an enemy, whose defeat and the following commit the other kings and princes to be indebted to Your Majesty (after God) for their states. But as for myself, who no longer has a kingdom, I am not exempted from the obligation which all these monarchs owe to Your Majesty, for I owe to you the security of my royal independence, and of my rest, which I prefer over all the dominions on earth. Nevertheless, I must admit my ingratitude towards such a great king as Your Majesty is because I envy you, which is all the more intolerable to me because it is newer for me to submit to this passion. There is no living creature that could have excited it in my heart. Your Majesty alone has made me feel it, as it was so unknown to me that I believed myself incapable of ever feeling any attack of envy. Your Majesty must know, however, for my justification, that the movement by which I am agitated does not come from an envious jealousy, since instead of suppressing, disguising, or hiding the justice which is due to Your Majesty, I feel touched keenly of the sovereign esteem and unrestricted admiration which so rightfully belong to you. It is only the perils and the fatigues of Your Majesty which would have excited my desires, to the detriment of my tranquility. I do not envy you your kingdom, nor so many treasures, and despoiled people from which you have been able to profit with so much valour, I only envy Your Majesty the great title of Liberator of Christendom and the pleasure of giving at every moment life or freedom to so many unfortunate Christians or infidels, who live or are exempt from slavery only by order of Your Majesty. Finally, the envy in which Your Majesty has engaged me is so glorious to you that I would, in a way, have a great displeasure not to feel it, and that Your Majesty will assuredly forgive me for it. May God, the Almighty Lord, from whom glory must be sought as the sole merit and reward of great and heroic deeds, wish to reward Your Majesty in the world and in eternity, since He is the only one who through himself can do it with dignity. I pray that He preserve you and continue your prosperity for the glory and the service of the Catholic Church, and that He may always let you triumph over all your enemies. In the meantime, Your Majesty will agree with these sentiments, which sincerely mark my affection for you and assure you that I am, etc. October 23, 1683.
Kristina Alexandra.

French translation of the original (my own):

Votre Majesté a donné un grand et rare spectacle en ce jour mémorable et victorieux du secours de Vienne, pour lequel la Sainte Foi et le monde entier la doivent tant qu'applaudir à ses gloires semble être l'obligation de tout chrétien qui confesse la sienne en une jubilation commune. En ce jour fortunée, Votre Majesté s'est rendue digne non seulement de la Couronne de Pologne, à laquelle Dieu l'avait déjà élevée, mais elle a mérité l'empire du monde alors que le ciel le destinait à un seul monarque.

Je voudrais savoir comment exprimer mes sentiments particuliers à Votre Majesté, et je suis sûre qu'elle saurait que personne ne rend plus justice à sa gloire et à son mérite. Je suis fière de connaître autant que quiconque la valeur et l'importance de l'illustre victoire remportée par Votre Majesté sur le monarque d'Asie, ayant connu plus que quiconque notre danger et redoutant davantage la ruine et l'extermination menacées par cette puissance formidable que Dieu a voulu triompher par la valeur héroïque de Votre Majesté, à qui désormais tous les autres rois doivent, après Dieu, la conservation de leurs royaumes.

Mais moi, qui n'ai plus de royaumes, je la dois la conservation de mon indépendance et de ma quiète, que j'estime plus que tous les royaumes du monde; et pourtant je dois avouer mon ingratitude envers un si grand roi comme Votre Majesté, tandis que je la porte une envie qui m'est d'autant plus insupportable que cette affection m'est plus nouvelle. Je n'ai jamais envié aucune personne vivante, seule Votre Majesté m'a fait ressentir cette passion qui m'était inconnue et dont je me croyais incapable jusqu'ici. Votre Majesté doit savoir cependant que mon envie est de celles qui font naître dans mon cœur cette estime et cette admiration suprêmes qui lui sont dues. Je ne l'envie pas son royaume, ni combien de trésors et de dépouilles elle en a acquis; j'envie seulement Votre Majesté ses efforts, ses dangers. Je l'envie le titre de libérateur du christianisme, le plaisir de donner à chaque heure la vie et la liberté à tant d'amis et d'ennemis malheureux qui la doivent la vie.

Aussi cette envie est-elle si glorieuse pour Votre Majesté qu'elle me déplairait presque de ne pas l'avoir, et je sais que Votre Majesté me pardonnera. Que le Seigneur Dieu, qui est l'unique mérite et récompense des actes héroïques et grands, récompense Votre Majesté dans ce monde et dans l'éternité, comme lui seul peut la récompenser dignement en lui-même. Qu'il préserve et prospère Votre Majesté pour la gloire et le service de l'Église catholique et la fasse toujours triompher de tous ses ennemis. Cependant, que Votre Majesté accepte mes sentiments affectueux, pendant que je reste, etc.

Swedish translation of the original (my own):

Ers Majestät har givit ett stort och sällsynt skådespel på den minnesvärda och segerrika dagen för Wiens hjälp, för vilken den Heliga Tron ​​och hela världen är skyldiga Er så mycket att applådera av Era äror verkar vara en skyldighet för varje kristen som bekänner sin gemensamma jubel. Den lyckliga dagen gjorde Ers Majestät Er värdig inte bara Polens krona, till vilken Gud redan hade upphöjt Er, men Ni förtjänade världens imperium när det var avsett av himlen för en enda monark.

Jag skulle vilja veta hur jag uttrycker mina speciella känslor för Ers Majestät, och jag är säker på att Ni skulle veta att ingen gör rättvisa åt Er ära och förtjänster än jag. Jag är stolt över att jag vet lika mycket som alla andra värdet och betydelsen av den lysande seger som Ers Majestät vunnit över monarken i Asien, efter att ha känt mer än någon annan till vår fara och mer fruktade fördärv och utrotning som hotas av den formidabela makt som Gud har velat segra genom Ers Majestäts heroiska tapperhet, vilken från och med nu alla andra konungar är skyldiga, efter Gud, sina rikens bevarande.

Men jag, som ju inte längre har riken, är skyldig Er bevarandet av min självständighet och min lugn och ro, som jag aktar mer än alla världens riken; och likväl måste jag bekänna min otacksamhet mot en så stor konung som Ers Majestät medan jag bär Er en avundsjuka som är så mycket mer outhärdlig för mig, desto mer ny denna tillgivenhet är för mig. Jag har aldrig avundat någon levande människa, bara Ers Majestät har fått mig att känna denna för mig okänd passion, som jag har trott mig vara oförmögen till tills nu. Ers Majestät bör dock veta att min avund är den sorten som föder i mitt hjärta den högsta aktning och beundran som tillkommer Ers Majestät. Jag avundas Er inte Ert rike, inte heller hur många skatter och byte Ni har skaffat Er av det; jag avundas bara Ers Majestät Era ansträngningar, Era faror. Jag avundas Er titeln kristendomens befriare, nöjet att varje timme ge liv och frihet till så många olyckliga vänner och fiender som är skyldiga Er sina liv.

Och så är denna min avund så härlig för Ers Majestät att det nästan skulle misshaga mig att inte ha den, och jag vet att Ers Majestät kommer att förlåta mig. Må Herren Gud, som är den enda förtjänsten och belöningen av hjältedåd och stordåd, belöna Ers Majestät i denna värld och i evighet, som han ensam kan belöna Er värdigt i sig själv. Må han bevara och välsigna Ers Majestät för den katolska Kyrkans ära och tjänst och få Er alltid att triumfera över alla Era fiender. Emellertid, må Ers Majestät acceptera dessa mina tillgivna känslor, medan jag är kvar osv.

English translation of the original (my own):

Your Majesty has given a great and rare spectacle on that memorable and victorious day of the succour of Vienna, for which the Holy Faith and the whole world owe so much to you that applauding your glories seems the obligation of every Christian who confesses his in common jubilation. On that fortunate day Your Majesty made yourself worthy not only of the Crown of Poland, to which God had already raised you, but you deserved the empire of the world when it was destined by Heaven for a single monarch.

I would like to know how to express my particular feelings to Your Majesty, and I am sure that you would know that no one does justice to your glory and merit more than me. I pride myself in knowing as much as anyone else the value and importance of the illustrious victory won by Your Majesty over the monarch of Asia, having known more than anyone else our danger and more feared ruin and extermination threatened by that formidable power, which God has wanted to triumph through the heroic valour of Your Majesty, to whom from now on all other kings owe, after God, the preservation of their kingdoms.

But I, who no longer have kingdoms, owe you the preservation of my independence and my quiet, which I esteem more than all the kingdoms of the world; and yet I must confess my ingratitude towards such a great king as Your Majesty while I bear you an envy, which is all the more unbearable to me, the more new this affection is to me. I have never envied any living person, only Your Majesty has made me feel this passion unknown to me, of which I have believed myself incapable until now. Your Majesty should know, however, that my envy is the kind that gives birth in my heart to that supreme esteem and admiration that is due to Your Majesty. I do not envy you your kingdom, nor how many treasures and spoils you have acquired from it; I only envy Your Majesty your efforts, your dangers. I envy you the title of liberator of Christianity, the pleasure of hourly giving life and freedom to so many unfortunate friends and enemies who owe their lives to you.

And so this envy of mine is so glorious to Your Majesty that it would almost displease me not to have it, and I know that Your Majesty will forgive me. May the Lord God, who is the only merit and reward of heroic and great deeds, reward Your Majesty in this world and in eternity, as He alone can reward you worthily in Himself. May He preserve and prosper Your Majesty for the glory and service of the Catholic Church and make you always triumphant over all your enemies. In the meantime, may Your Majesty accept these my affectionate sentiments, while I remain, etc.


Above: Kristina.


Above: King Jan III Sobieski of Poland.

Note: The Battle of Vienna took place at Kahlenberg Mountain near Vienna, Austria on September 12, 1683 after the city had been besieged by the Ottoman Empire. The battle was fought by the combined forces of Holy Roman Empire and the Polish-Lithuanian Commonwealth, under the command of King Jan III Sobieski of Poland, and the opposing military forces of the Ottoman Empire and its vassal states (the Crimean Khanate, Moldavia, Transylvania, Upper Hungary and Wallachia), under the command of Grand Vizier Merzifonlu Kara Mustafa Paşa. The Ottoman army numbered approximately 90,000 to 300,000 men.

The siege had begun on July 14. Among other units, the Ottoman forces consisted of 60 ortas of 12,000 janissaries — an elite infantry unit whose members were taken as children from Christian families in Albania, Bosnia, Bulgaria, Croatia, Greece, Romania, Serbia and the Ukraine through the devşirme (child levy or blood tax) system — with an observation army of some 70,000 men watching the countryside, hence Kristina's terror that Vienna might as well have already been lost.

The Christian Coalition won the battle, the siege was lifted, the Ottomans of course failed to take Vienna, suffered heavy losses and were severely weakened, and the Coalition established the Holy League under Pope Innocent XI to further push back the Ottomans. The Coalition forces also invaded the Ottoman-occupied territories of Morea (the Peloponnese peninsula in southern Greece), Dalmatia (a historical region of Croatia) and Danubia in Hungary and the Balkans.

No comments:

Post a Comment