Sources:
Bibliothèque interuniversitaire (Montpellier); Manuscrits de la reine Christine; Negoziati della regina per salire al trono di Polonia; Lettere e instruzzioni per el marchese del Monte; Lettres au marquis del Monte; 112: Christine de Suède au marquis del Monte, Rome, 29 octobre 1672 (digitisation pages 146v-147r to 149v-150r)
Christine (1626-1689 ; reine de Suède), Manuscrits de la reine Christine: Negoziati della regina per salire al trono di Polonia, : , 1601-1700.
[En ligne sur https://ged.scdi-montpellier.fr/florabium/jsp/nodoc.jsp?NODOC=2023_DOC_MONT_MBUM_94] (consulté le 28/11/2024 22:56).
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Copyright SCDI-UPV - Collections Université de Montpellier (shelfmark H 258).
Mémoires concernant Christine, reine de Suède, volume 3, page 441, compiled and edited by Johan Arckenholtz, 1759
The letter (with Kristina's handwriting in italics):
29 Ott[obr]e 1672.
B.
Apprendo il Papa al gran Segno, che conviene il pericolo Si graue, che per la potente inuasione del Turco è imminente, non Solo alla Polonia; mà à tutta la Christianità hà Subito dato mano dal Suo lato à Soccorrer quel Regno con ogni mezzo possibile E p[er] non tralasciare alcuna parte della pastoral Sua cura hà Stimato douer inuitar tutti i Prencipi Christiani allo Stesso fine, mentre il Nemico è formidabile à tutti e commune del nome Christiano e il Suo dominio tende à far non Soggetti mà Schiaui[.] Scriue p[er]ciò la S[anti]tà Sua à i Rè ancora non Cattolici, et al Moscouita, come altre uolte Si è fatto in Simili casi.
È piaciuto à S. S[anti]tà di mandarmi un Breue anco p[er] il Rè di Suezia, perche io l'accompagni con mie Lettere. Jl tenore di esso è quello che vedrete nell'annessa copia e nel titolo non vi è altra mutatione Se non che in luogo delle parole "Apostolicam benedictionem" vsate cò i Rè Catt[oli]ci Sono l'altre = "Lumen diuinę gratię" com'è lo Stile praticato Sempre cò i Rè d'Jnghilterra heretici e con altri: Jl che io vi Significo perche Se costì formalizzassero Sopra il riceuere vn Breue di S. S / il che non credo / Sappiate che ciò non pregiudica pur alla Religione, ch'essi professano, e che vi è l'essempio di molti altri, e che Se il Rè di Suezia non vuol lascer d'esser Christiano non può hauerui minima difficultà perche il Papa non lo considera in questo caso in altra qualità che in quella di Rè Christiano. Et è assai più considerabile il passo che S. S[anti]tá fà verso il Re Scriuendogli Senz'alcun riguardo che quello che farà il Rè rispondendo al Papa, al che non può mancare p[er] ogni legge di ciuiltà, e di obligatione.
Quando Solimano Rè de Turchi potentissimo fece la Pace con Carlo Quinto vi fù incluso anco il Papa allhora Clemente Settimo, e l'instrumento della Conuenzione dice che Solimano Jmperator de Turchi "recipit in Patrem Sanctissimum Clementem Pontificem maximum, et ferdinandam &c." Si che potrete far uedere che anco i Turchi non hanno hauuta difficultà di trattar col Papa nelle forme douute. Di tutto ciò potrete ualerui Secondo che ui occorrerà per illuminar nella materia chi bisognasse —
Jo vi mando però due miei dispacci per il Rè, l'uno che contiene il Breue di S. S[anti]tà incluso in una mia Lettera, che l'accompagnia, l'altro che contiene una Sola mia Lettera Senza Breue[.]
Potrete col mezzo del Gou[ernato]re Gen[eral]e ò di chi egli Stimerà bene di consultare Scoprei Segretissimam[en]te Se il Breue del Papa Sarà ben riceuuto e rispostoui col trattamento conveniente, et hauendo di ciò buon rincontro presenterete il dispaccio che contiene il Breue.
Mà Se non potrete assicurarui che questo Sia ben riceuuto, e vi Si risponda nella forma douuta presenterete al Rè Solamente l'altra mia lettera che non fà mentione del Breue. J Rè d'Jnghilterra heretici hanno Scritto al Papa come quei di francia col porre in cima[.]
"Tres Saint Pere
Jn corpo. V. S[anti]tá"
cominciando la lett[er]a più à
basso; e Sottoscrivendo à
basso
"Vostre tres deuote fils
Charles"
ò cosa Simile.
Potrebbono costì porre in cima
"Beatissime Pater
in corpo S[ancti]tas V[est]ra" ò "V[est]ra
Beatitudo" et à basso una
cortesia equiualente, e Se
il Rè non volesse metter la parola "filius" potrebbe lasciarla.
E bene ancora che bisognando mettiate in consideratione di quale Scandalo, e nota di cotesta Corona Sarebbe Se riceuendosi dal Moscovita, da Jnghilterra, e da altri Rè, e Prencipi heretici in questa occ[asio]ne i Breui del Papa, Solo costì vi hauessero difficultà[.]
Di quanto contiene il presente foglio valeteui con chi occorra Senza però darne copia ad alcuno &c.
di tutte qvelle ligne rigate potete farle veder senza darne Copia a chi bisogna perche io ne li ho levate a posta per distinguer li del restante a questo Effeto, et aue[r]tite bene di non sballare perche le quelle bestie non Vogliano trattar col papa Comme si Contiene non pigliate [...] ne Vi lasciate ingannar perchio assolutamente non Voglio haver parte di far ricevere vna mala Creanza al papa, et fatteli Copie Che il papa quando non foste qvello chi è non si pol negar che non sia vn gran Monarcha il stato del quale e Cosi bello et potente che vn palmo del suo trereno val piu che tutto il dominio de la svetia.
With modernised spelling:
29 ottobre 1672.
B.
Apprendo il papa al gran segno che conviene il pericolo sì grave che per la potente invasione del turco è imminente, non solo alla Polonia, ma a tutta la cristianità, ha subito dato mano dal suo lato a soccorrer quel regno con ogni mezzo possibile e per non tralasciare alcuna parte della pastoral sua cura ha stimato dover invitar tutti i principi cristiani allo stesso fine; mentre il nemico è formidabile a tutti e commune del nome cristiano ed il suo dominio tende a far non soggetti, ma schiavi. Scrive perciò la Santità Sua ai re ancora non cattolici ed al Moscovita, come altre volte si è fatto in simili casi.
È piaciuto a Sua Santità di mandarmi un breve anco per il re di Svezia, perché io l'accompagni con mie lettere. Il tenore di esso è quello che vedrete nell'annessa copia e nel titolo non vi è altra mutazione, se non che in luogo delle parole "apostolicam benedictionem" usate coi re cattolici sono l'altre — "lumen divinæ gratiæ" — com'è lo stile praticato sempre coi re d'Inghilterra eretici e con altri; il che io vi significo perché se costì formalizzassero sopra il ricevere un breve di Sua Santità (il che non credo).
Sappiate che ciò non pregiudica pur alla religione ch'essi professano e che vi è l'esempio di molti altri, e che se il re di Svezia non vuol lascer d'esser cristiano, non può avervi minima difficoltà perché il papa non lo considera in questo caso in altra qualità che in quella di re cristiano.
Ed è assai più considerabile il passo che Sua Santità fa verso il re, scrivendogli senz'alcun riguardo che quello che farà il re rispondendo al papa, al che non può mancare per ogni legge di civiltà e di obbligazione.
Quando Solimano, re de' turchi potentissimo, fece la pace con Carlo Quinto, vi fu incluso anco il papa allora Clemente Settimo, e l'instrumento della convenzione dice che Solimano, imperator de' turchi, "recipit in Patrem Sanctissimum Clementem pontificem maximum, et Ferdinandam, etc."; sicché potrete far vedere che anco i turchi non hanno avuta difficoltà di trattar col papa nelle forme dovute. Di tutto ciò potrete valervi secondo che vi occorrerà per illuminar nella materia chi bisognasse.
Io vi mando però due miei dispacci per il re, l'uno che contiene il breve di Sua Santità incluso in una mia lettera, che l'accompagnia; l'altro che contiene una sola mia lettera senza breve.
Potrete col mezzo del governatore generale o di chi egli stimerà bene di consultare scopri segretissimamente se il breve del papa sarà ben ricevuto e rispostovi col trattamento conveniente, ed avendo di ciò buon rincontro presenterete il dispaccio che contiene il breve.
Ma se non potrete assicurarvi che questo sia ben ricevuto e vi si risponda nella forma dovuta, presenterete al re solamente l'altra mia lettera, che non fa menzione del breve.
I re d'Inghilterra eretici hanno scritto al papa come quei di Francia col porre in cima: "Très Saint Père, in corpo. Votre Sainteté", cominciando la lettera più a basso; e sottoscrivendo a basso: "votre très dévote fils Charles", o cosa simile.
Potrebbono costì porre in cima:
"Beatissime Pater, in corpo. Sanctitas Vestra" o "Vestra Beatitudo", ed a basso una cortesia equivalente, e se il re non volesse metter la parola "filius", potrebbe lasciarla.
E bene ancora che bisognando, mettiate in considerazione di quale scandalo e nota di codesta corona sarebbe se ricevendosi dal Moscovita, da Inghilterra e da altri re e principi eretici in questa occasione i brevi del papa, solo costì vi avessero difficoltà.
Di quanto contiene il presente foglio, valetevi con chi occorra, senza però darne copia ad alcuno, ecc.
Di tutte quelle ligne rigate potete farle veder, senza darne copia a chi bisogna, perché io ne li ho levate a posta per distinguerli del restante a questo effetto, ed ave[r]tite bene di non sballare, perché le quelle bestie non vogliano trattar col papa come si contiene.
Non pigliate [...], nè vi lasciate ingannar, perch'io assolutamente non voglio aver parte di far ricevere una mala creanza al papa, e fatteli copie che il papa quando non foste quello chi è non si pol negar, che non sia un gran monarcha il Stato del quale è così bello e potente che un palmo del suo trereno [sic] val più che tutto il dominio de la Svezia.
Arckenholtz's transcript of the letter (in his French translation from Italian; I cannot tag it as such due to character limits in the tags):
Rome le 29. Octobre 1672.
Le Pape ayant prêté l'attention que requiert le grand danger, dont par la puissante invasion du Turc, non seulement la Pologne, mais aussi toute la Chrétienté, est menacée, a aussi-tôt de son côté donné les mains pour secourir ce Royaume par tous les moyens possibles; & pour ne manquer à aucun de ses soins Pastoraux, il a jugé nécessaire d'inviter tous les Princes Chrétiens à y concourir, parce que l'ennemi est formidable à tous & commun au Nom Chrétien, & sa domination ne tend point à faire des Sujets, mais des Esclaves.
C'est pour cela que Sa Sainteté a écrit aux Rois non Catholiques, & au Moscovite, comme cela s'est fait autrefois en pareils cas.
Il a plû à Sa Sainteté de m'envoyer aussi un Bref pour le Roi de Suède, lequel j'accompagne de mes Lettres.
La teneur en est, comme vous le verrez dans la Copie ci-jointe, & dans le titre il n'y a aucune autre différence, sinon qu'au-lieu des mots d'«Apostolicam Benedictionem», que le Pape fait mettre en écrivant aux Rois Catholiques, on lit dans ce Bref-ci «Lumen Divinæ Gratiæ», suivant le stile de la Cour de Rome quand elle écrit aux Rois d'Angleterre, & aux autres Rois Hérétiques. Je vous en avertis, & si l'on se formalise à la Cour où vous êtes de recevoir un Bref du Pape, (ce que je ne crois pas) il faut qu'ils sachent que cela ne préjudicie en rien à la Religion qu'ils professent, & qu'il y en a plusieurs autres exemples; & si le Roi de Suède veut continuer à être Chrétien, il ne peut pas en faire le moindre difficulté, parce que le Pape ne le considére ici que dans le sens d'un Roi Chrétien. Le pas de Sa Sainteté, fait envers le Roi en lui écrivant sans aucun égard, est au reste beaucoup plus considérable, que celui que fera le Roi en répondant au Pape; ce que par toutes les loix de la civilité & d'obligation il ne sauroit manquer de faire.
Quand Soliman, Roi très-puissant des Turcs, fit la Paix avec Charles-quint, le Pape d'alors, Clément V. y fut compris, & l'Instrument de la Convention dit, que Soliman, Empereur des Turcs, «recipit in Patrem sanctissimum Clementem Pontificem Maximum, & in Fratres, Carolum & Ferdinandum &c.» desorte que vous pouvez faire voir, que même les Turcs n'ont pas fait difficulté de traiter avec le Pape en termes requis.
Vous pourrez vous prévaloir de tout cela selon les occurrences, pour éclaircir ceux qui en auront besoin.
Je vous envoye pourtant mes deux Dépêches pour le Roi; l'une, qui contient le Bref de Sa Sainteté, renfermé dans ma Lettre qui l'accompagne; l'autre qui contient ma seule Lettre, sans le Bref.
Par le moyen du Gouverneur-Général, ou de celui qu'il jugera que vous consultiez, vous pourrez découvrir en secret, si le Bref du Pape sera bien reçu & répondu selon l'étiquette convenable; & si cela est, vous présenterez la Dépêche avec le Bref du Pape.
Mais si vous ne pouvez pas vous assurer qu'il sera bien reçu ni répondu convenablement, vous présenterez au Roi seulement mon autre Lettre, qui ne fait aucune mention du Bref.
Les Rois d'Angleterre Hérétiques ont écrit au Pape comme ceux de France, en mettant au-dessus: «Très-Saint Pére», & dans le Corps de la Lettre «Votre Sainteté»; commençant la Lettre plus bas & la souscrivant, «Votre très-dévot Charles», ou chose pareille. En Suède, ils pourront mettre au-dessus «Beatissime Pater»; dans le corps «Sanctitas Vestra», ou «Vestra Beatitudo», & dessous une politesse équivalente; & si le Roi ne vouloit pas mettre le mot «Filius», il pourroit s'en passer.
Il sera bon encore, qu'en en parlant, vous fassiez considérer quel scandale & quelle tache ce seroit pour cette Couronne, si elle seule faisoit difficulté de répondre au Bref du Pape dans le tems que le Moscovite, l'Angleterre, & d'autres Rois & Princes Hérétiques n'en feroient aucune.
Vous pouvez faire lire cette Feuille à qui il convient, mais sans en donner copie à qui que ce soit.
Vous pouvez faire voir à qui il sera nécessaire, mais sans en donner copie, les lignes sous-lignées que j'ai voulu distinguer par-là du reste de l'Ecrit, mais prenez bien garde de ne pas vous laisser tromper; car si ces créatures ne veulent pas traiter avec le Pape comme il convient, ne prenez pas le charge, & ne vous laissez pas séduire, parce que je ne veux absolument point contribuer à faire essuyer une impolitesse au Pape; & faites-leur comprendre que le Pape, s'il n'étoit pas celui qu'il est, on ne sauroit disconvenir qu'il ne fût un grand Monarque, dont l'Etat est si beau & si puissant, qu'un empan de son terrein vaut plus que toute la domination de la Suède.
Swedish translation (my own):
Rom, den 29 oktober 1672.
Påven, efter att ha ägnat vederbörlig uppmärksamhet åt den stora fara, med vilken genom Turkens mäktiga invasion icke blott Polen, utan även hela kristenheten hotas, samtyckte han omedelbart å sin sida att med alla möjliga medel bistå detta rike; och för att inte försumma att ge något av sin själavård, ansåg han det nödvändigt att inbjuda alla kristna furstar att bidra därtill, eftersom fienden är formidabel för alla och gemensam för kristna namnet, och hans herravälde tenderar inte att göra undersåtar, men slavar.
Det var därför Hans Helighet skrivit till de icke-katolska konungarna och till muskoviten, som man gjorde tidigare i sådana fall.
Hans Helighet har med glädje sänt mig även ett brev till Sveriges Konung, som jag åtföljer med mina brev.
Innehållet i det är som Ni kommer att se i den bifogade kopian, och i titeln finns det ingen annan skillnad, förutom att i stället för orden från »Apostolicam Benedictionem«, som Påven låter skrivas till de katolska konungarna, vi läser i detta kort »Lumen Divinæ Gratiæ«, efter stilen hos Roms hov när det skriver till Konungarna av England och till andra kätterska konungar. Jag varnar Er, och om folk tar illa upp vid hovet där Ni skall få en skrivelse från Påven (vilket jag inte tror), måste de veta att det inte på något sätt är skadligt för religionen som de bekänner sig till, och att det finns flera andra exempel på det; och om Sveriges Konung vill fortsätta att vara kristen, kan han inte göra det minsta besvär med det, eftersom Påven betraktar honom här endast i betydelsen av en kristen konung. Det steg som Hans Helighet tagit mot Konungen genom att skriva till honom utan någon hänsyn är dessutom mycket mer betydande än det som Konungen kommer att ta när han svarar Påven; vilket han enligt alla lagar om hövlighet och skyldighet inte kan undgå att göra.
När Süleyman, Turkarnas Stormäktige Konung, slöt fred med Karl V, inkluderades den dåvarande Påven, Clement V, däri, och konventets instrument sade att Süleyman, Turkarnas Kejsare, »recipit in Patrem sanctissimum Clementem Pontificem Maximum, et in Fratres, Carolum et Ferdinandum, etc.«, så att Ni kan visa att inte ens turkarna hade några svårigheter att hantera Påven på de villkor som krävdes.
Ni kommer att kunna utnyttja allt detta i enlighet med händelserna, för att klargöra dem som kommer att behöva det.
Jag sänder Er dock mina två försändelser till Konungen; en, som innehåller Hans Helighets skrivelse, bifogad i mitt medföljande brev; den andra som innehåller mitt enda brev, utan skrivelsen.
Med hjälp av generalguvernören, eller vem han än bedömer att Ni skall rådfråga, skall Ni i hemlighet kunna upptäcka om Påvens uppdrag kommer att tas emot väl och besvaras enligt rätt etikett; och i så fall skall Ni presentera försändelsen med Påvens brev.
Men om Ni inte kan försäkra Er om att det kommer att bli väl mottaget eller lämpligt besvarat, skall Ni framlägga för Konungen endast mitt andra brev, som inte nämner brevet.
De kätterska konungarna av England skrev till Påven som de i Frankrike, och satte ovan: »Den Heligaste Fader«, och i brevet »Ers Helighet«; börjar brevet nedan och prenumererar på det, »Eder mycket devote Karl« eller liknande. I Sverige kommer de att kunna sätta »Beatissime Pater« ovanför; i korpusen »Sanctitas Vestra«, eller »Vestra Beatitudo«, och under en motsvarande artighet; och om Konungen inte ville sätta ordet »Filius«, kunde han klara sig utan det.
Det kommer också att vara bra om Ni, när Ni talar om det, får folk att överväga vilken skandal och vilken fläck det skulle vara för denna Krona, om det bara gjorde det svårt att svara på Påvens uppdrag under den tid som muskoviten, England och andra kätterska konungar och furstar skulle inte göra något.
Ni kan låta vem som helst läsa detta blad, men ge inte en kopia till någon.
Ni kan visa vem det blir nödvändigt, men utan att ge en kopia, de understrukna raderna som jag har velat skilja här från resten av skriften, men var försiktig så att Ni inte låter Er luras, ty om dessa varelser inte vill handla med Påven som de borde, ta inte åt sig anklagelsen och låt Er inte förföras, ty jag vill absolut inte bidra till att få Påven att lida av någon artighet; och få dem att förstå att om Påven inte var den han är, så kan vi inte förneka att han inte var en stor monark, vars stat är så stor och så mäktig att ett spann av hans land är värt mer än hela Sveriges välde.
English translation (my own):
Rome, October 29, 1672.
The Pope, having paid due attention to the great danger with which, by the powerful invasion of the Turk, not only Poland, but also all Christendom, is threatened, immediately on his part consented to succour this kingdom by all possible means; and in order not to neglect to give any of his pastoral care, he deemed it necessary to invite all the Christian Princes to contribute to it, because the enemy is formidable to all and common to the Christian name, and his domination does not tend to make subjects, but slaves.
That is why His Holiness wrote to the non-Catholic kings, and to the Muscovite, as was done in the past in such cases.
His Holiness has been pleased to send me also a brief for the King of Sweden, which I accompany with my letters.
The tenor of it is as you will see in the attached copy, and in the title there is no other difference, except that instead of the words of "Apostolicam Benedictionem", which the Pope causes to be put in writing to the Catholic Kings, we read in this brief "Lumen Divinæ Gratiæ", following the style of the court of Rome when it writes to the Kings of England, and to other heretical kings. I warn you, and if people take offense at the court where you are to receive a brief from the Pope (which I do not believe), they must know that it is in no way detrimental to religion that they profess, and that there are several other examples of it; and if the King of Sweden wishes to continue to be a Christian, he cannot make the least difficulty of it, because the Pope considers him here only in the sense of a Christian King. The step taken by His Holiness towards the King in writing to him without any consideration is, moreover, much more considerable than that which the King will take in replying to the Pope; which by all the laws of civility and obligation he cannot fail to do.
When Süleyman, the very powerful King of the Turks, made peace with Charles V, the then Pope, Clement V was included in it, and the instrument of the convention said, that Süleyman, Emperor of the Turks, "recipit in Patrem sanctissimum Clementem Pontificem Maximum, et in Fratres, Carolum et Ferdinandum, etc.", so that you may show that even the Turks had no difficulty in dealing with the Pope on the required terms.
You will be able to avail yourself of all this according to the occurrences, to clarify those who will need it.
I am sending you, however, my two despatches for the King; one, which contains His Holiness' brief, enclosed in my accompanying letter; the other which contains my only letter, without the brief.
By means of the Governor General, or of whomever he judges you to consult, you will be able to discover in secret if the brief of the Pope will be well received and answered according to proper etiquette; and if so, you will present the despatch with the Pope's brief.
But if you cannot assure yourself that it will be well received or suitably answered, you will present to the King only my other letter, which makes no mention of the brief.
The heretical Kings of England wrote to the Pope like those of France, putting above: "Most Holy Father", and in the body of the letter "Your Holiness"; beginning the letter below and subscribing it, "Your very devout Charles," or the like. In Sweden, they will be able to put "Beatissime Pater" above; in the body "Sanctitas Vestra", or "Vestra Beatitudo", and below an equivalent politeness; and if the King did not want to put the word "Filius", he could do without it.
It will also be good if, in speaking of it, you make people consider what a scandal and what a stain it would be for this Crown, if it alone made it difficult to respond to the brief of the Pope in the time that Muscovite, England, and other heretical kings and princes would make none.
You may let anyone read this sheet, but do not give a copy to anyone.
You can show to whom it will be necessary, but without giving a copy, the underlined lines which I have wanted to distinguish here from the rest of the writing, but be careful not to let yourself be deceived, for, if these creatures do not want to deal with the Pope as they should, do not take the charge, and do not allow yourself to be seduced, because I absolutely do not want to contribute to making the Pope suffer any impoliteness; and make them understand that if the Pope were not who he is, we cannot deny that he was not a great monarch, whose state is so great and so powerful that a span of his land is worth more than all the dominion of Sweden.
French translation of the original (my own; I cannot tag it as such due to character limits in the tags):
29 octobre 1672.
B.
Le Pape, ayant appris par le grand signe que le danger est si grave que, par suite de la puissante invasion des Turcs, il est imminent non seulement pour la Pologne, mais pour toute la chrétienté, a immédiatement tendu la main pour aider ce royaume par tous les moyens possibles; et pour ne négliger aucune partie de son soin pastoral, il a jugé nécessaire d'inviter tous les princes chrétiens à la même fin, alors que l'ennemi est redoutable pour tous et commun au nom chrétien et que sa domination tend à faire non pas des sujets, mais des esclaves. C'est pourquoi Sa Sainteté écrit aux rois qui ne sont pas encore catholiques et aux Moscovites, comme cela a été fait en d'autres occasions dans des cas semblables.
Il a plu à Sa Sainteté de m'envoyer aussi un bref pour le roi de Suède afin que je l'accompagne de mes lettres. La teneur en est celle que vous verrez dans la copie ci-jointe, et dans le titre il n'y a pas d'autre changement, sauf qu'à la place des mots «apostolicam benedictionem», qui sont employés avec les rois catholiques, il y a d'autres mots — «lumen divinæ gratiæ» —, comme c'est le style toujours utilisé avec les rois hérétiques d'Angleterre et avec d'autres; ce que je vous signifie parce qu'ils y ont formalisé la réception d'un bref de Sa Sainteté (ce que je ne crois pas).
Sachez que cela ne porte pas préjudice à la religion qu'ils professent et qu'il y a l'exemple de beaucoup d'autres, et que si le roi de Suède ne veut pas se lasser d'être chrétien, il ne peut pas avoir la moindre difficulté, car le pape ne le considère pas dans ce cas à un autre titre que celui de roi chrétien.
Et le pas que Sa Sainteté fait envers le roi, en lui écrivant sans aucun égard, est bien plus considérable que celui que fera le roi en répondant au pape, ce qui ne peut être omis par aucune loi de civilité et d'obligation.
Lorsque Soliman, le plus puissant roi des Turcs, fit la paix avec Charles Quint, le pape Clément VII y fut également associé, et l'acte de la convention dit que Soliman, empereur des Turcs, «recipit in patrem sanctissimum clementem pontificem maximum, et Ferdinandam, etc.»; ainsi vous pourrez démontrer que les Turcs eux-mêmes n'ont eu aucune difficulté à traiter avec le pape dans les formes requises. Vous pourrez utiliser tout cela comme vous le souhaitez pour éclairer ceux qui en ont besoin sur cette question.
Vous pourrez vous informer très secrètement, par l'intermédiaire du gouverneur général ou de celui qu'il jugera bon de consulter, si le bref du pape sera bien reçu et traité avec le traitement approprié, et, ayant reçu une bonne réponse, vous présenterez la dépêche contenant le bref.
Mais si vous ne pouvez pas assurer que celle-ci soit bien reçue et qu'il y soit répondu en bonne et due forme, vous ne présenterez au roi que mon autre lettre, qui ne fait aucune mention du bref.
Les rois hérétiques d'Angleterre ont écrit au pape comme ceux de France en mettant en haut: «Très Saint Père, in corpo. Votre Sainteté», en commençant la lettre plus bas; et en signant en bas: «votre très dévote fils Charles», ou quelque chose de semblable.
On pourrait mettre en haut: «Beatissime Pater, in corpo. Sanctitas Vestra» ou «Vestra Beatitudo"», et en dessous une courtoisie équivalente, et si le roi ne veut pas mettre le mot «filius», il peut le laisser.
Et, s'il le fallait, vous devriez aussi considérer quel scandale et quelle marque de cette Couronne ce serait si, à cette occasion, les brefs pontificaux étaient reçus de Moscovie, d'Angleterre et d'autres rois et princes hérétiques, s'il y avait là seulement des difficultés.
Utilisez le contenu de cette feuille avec qui vous le souhaitez, mais sans en donner de copie à qui que ce soit, etc.
Vous pouvez montrer tous ces papiers soulignés, sans en donner de copies, à qui en a besoin, car je les ai sortis exprès pour les distinguer du reste à cet effet, et prenez garde de ne pas vous égarer, car ces bêtes ne veulent pas traiter avec le pape comme elles devraient.
Ne prenez pas [...], et ne vous laissez pas tromper, car je ne veux absolument pas participer à ce que le pape reçoive une mauvaise créance, et faites des copies pour que le pape, même si vous n'étiez pas ce qu'il est, ne puisse être nié qu'il est un grand monarque dont l'État est si beau et si puissant qu'une paume de sa terre vaut plus que tout le domaine de la Suède.
Swedish translation of the original (my own):
Den 29 oktober 1672.
B.
Påven, efter att ha lärt sig av det stora tecknet att faran är så allvarlig att den på grund av turkarnas kraftfulla invasion är överhängande inte bara för Polen, utan för hela kristenheten, har omedelbart givit sin hand för att hjälpa det riket med alla möjliga medel; och för att inte försumma någon del av sin själavård, har han ansett det nödvändigt att inbjuda alla kristna furstar till samma mål, medan fienden är formidabel för alla och gemensam för kristna namnet och hans välde tenderar att inte göra undersåtar, utan slavar. Därför skriver Hans Helighet till de konungar som ännu inte är katoliker och till moskoviterna, som har gjorts vid andra tillfällen i liknande fall.
Det har behagat Hans Helighet att sända mig ett brev också för Sveriges konung, så att jag kan åtfölja det med mina brev. Innehållet i det är det som Ni kommer att se i den bifogade kopian, och i titeln finns det ingen annan förändring förutom att i stället för orden »apostolicam benedictionem«, som används med katolska konungar, finns de andra orden — »lumen divinæ gratiæ« —, som den stil som alltid används med Englands kätterska konungar och med andra; vilket jag betecknar för dig eftersom de där har formaliserat mottagandet av ett brev från Hans Helighet (vilket jag inte tror).
Vet att detta inte påverkar den religion de bekänner sig till och att det finns många andras exempel, och att om konungen av Sverige inte vill tröttna på att vara kristen kan han inte ha det minsta svårt, eftersom påven inte anser honom i detta fall i någon annan egenskap än kristen konung.
Och det steg som Hans Helighet tar mot konungen och skriver till honom utan hänsyn, är mycket mer betydande än det som konungen kommer att ta när han svarar påven, vilket inte kan utelämnas av någon lag om hövlighet och förpliktelse.
När Süleyman, turkarnas stormäktigaste konung, slöt fred med Karl V, ingick även dåvarande påven Clement VII i det, och konventets instrument säger att Süleyman, turkarnas kejsare, »recipit in Patrem Sanctissimum Clementem pontificem maximum, et Ferdinandam, etc.«; så Ni kommer att kunna visa att även turkarna inte har haft några svårigheter att traktera påven i rätt form. Ni kommer att kunna använda allt detta eftersom Ni behöver för att upplysa dem som behöver det i frågan.
Jag sänder Er emellertid två av mina depescher till konungen, en som innehåller brevet från Hans Helighet inkluderat i ett brev av mig som åtföljer det; den andra innehåller ett enda brev från mig utan brevet.
Ni skall kunna ta reda på mycket i hemlighet genom generalguvernören eller vem han anser lämplig att rådfråga om påvens uppdrag kommer att tas väl emot och bemötas med lämplig behandling, och efter att ha fått ett bra svar skall Ni presentera depeschen som innehåller brevet.
Men om Ni inte kan försäkra Er om att detta mottas väl och besvaras i vederbörlig form, skall Ni framlägga för konungen endast mitt andra brev, som inte nämner brevet.
De kätterska konungarna i England har skrivit till påven som de i Frankrike genom att sätta överst: »Très Saint Père, in corpo. Votre Sainteté«, börjande brevet längre ner; och undertecknande längst ner: »votre très dévote fils Charles«, eller något liknande.
De kan sätta överst: »Beatissime Pater, in corpo. Sanctitas Vestra« eller »Vestra Beatitudo«, och därunder en motsvarande artighet, och om konungen inte vill sätta ordet »filius«, kan han lämna det.
Och om det behövs, bör Ni också överväga vilken skandal och ett märke för denna Krona det skulle vara om vid detta tillfälle de påvliga underrättelserna mottogs från Muskovien, från England och från andra kätterska konungar och furstar, om det bara fanns svårigheter där.
Använd innehållet i detta ark med någon som helst Ni behöver, men utan att ge en kopia av det till någon som helst osv.
Ni får visa alla dessa understrukna papper, utan att ge kopior, till den som behöver dem, ty jag har tagit ut dem med avsikt för att skilja dem från resten för detta ändamål, och var försiktig så att Ni inte går vilse, för dessa odjur vill inte traktera med påven som de borde.
Ta inte [...], och låt Er inte luras, för jag vill absolut inte ha någon del i att få påven att få dålig kredens, och göra kopior så att påven, även om Ni inte var den han är, kan det inte förnekas att han är en stor monark vars Stat är så vacker och mäktig att en handspann av hans land är värd mer än hela Sveriges välde.
English translation of the original (my own):
October 29, 1672.
B.
The Pope, having learned from the great sign that the danger is so grave that, due to the powerful invasion of the Turks, it is imminent not only to Poland, but to all of Christendom, has immediately given his hand to help that kingdom with every possible means; and in order not to neglect any part of his pastoral care, he has deemed it necessary to invite all Christian princes to the same end, while the enemy is formidable to all and common to the Christian name and his dominion tends to make not subjects, but slaves. Therefore His Holiness writes to the kings who are not yet Catholic and to the Muscovite, as has been done on other occasions in similar cases.
It has pleased His Holiness to send me a brief also for the King of Sweden so that I may accompany it with my letters. The tenor of it is that which you will see in the attached copy, and in the title there is no other change except that in place of the words "apostolicam benedictionem", which are used with Catholic kings, there are the other words — "lumen divinæ gratiæ" —, as is the style always used with the heretical kings of England and with others; which I signify to you because there they have formalised the receipt of a brief from His Holiness (which I do not believe).
Know that this does not prejudice the religion they profess and that there is the example of many others, and that if the King of Sweden does not want to tire of being a Christian, he cannot have the slightest difficulty, because the Pope does not consider him in this case in any other capacity than that of a Christian king.
And the step that His Holiness takes towards the King, writing to him without any regard, is much more considerable than the one the King will take in replying to the Pope, which cannot be omitted by any law of civility and obligation.
When Suleiman, the Most Powerful King of the Turks, made peace with Charles V, the then Pope Clement VII was also included in it, and the instrument of the convention says that Suleiman, Emperor of the Turks, "recipit in Patrem Sanctissimum Clementem pontificem maximum, et Ferdinandam, etc."; so you will be able to show that even the Turks have had no difficulty in treating with the Pope in the due forms. You will be able to use all this as you need to enlighten those who need it on the matter.
I am sending you, in the meantime, two of my dispatches for the King, one containing the brief from His Holiness included in a letter of mine which accompanies it; the other containing a single letter of mine without the brief.
You will be able to find out very secretly through the governor general or whoever he deems fit to consult whether the Pope's brief will be well received and responded to with appropriate treatment, and, having received a good response, you will present the dispatch containing the brief.
But if you cannot ensure that this is well received and answered in due form, you will present to the King only my other letter, which makes no mention of the brief.
The heretical kings of England have written to the Pope like those of France by putting at the top: "Très Saint Père, in corpo. Votre Sainteté", beginning the letter lower down; and signing at the bottom: "votre très dévote fils Charles", or something similar.
They could put at the top: "Beatissime Pater, in corpo. Sanctitas Vestra" or "Vestra Beatitudo", and below it an equivalent courtesy, and if the King does not want to put the word "filius", he can leave it.
And if necessary, you should also consider what a scandal and a mark of this Crown it would be if, on this occasion, the papal briefs were received from Muscovy, from England and from other heretical kings and princes, if there were difficulties there alone.
Use the contents of this sheet with anyone you need, but without giving a copy of it to anyone, etc.
You may show all these [...] papers, without giving copies, to whoever needs them, because I have taken them out on purpose to distinguish them from the rest for this purpose, and be careful not to go astray, because those beasts do not want to treat with the Pope as they should.
Do not take [...], nor let yourself be deceived, because I absolutely do not want to have any part in making the Pope receive bad credence, and make copies so that the Pope, even if you were not who he is, cannot be denied that he is a great monarch whose State is so beautiful and powerful that a handspan of his land is worth more than the entire dominion of Sweden.
Above: Kristina.
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