Monday, August 1, 2022

Kristina's "letter A", dated October 19/29 (New Style), 1672

Sources:

Bibliothèque interuniversitaire (Montpellier); Manuscrits de la reine Christine; Negoziati della regina per salire al trono di Polonia; Lettere e instruzzioni per el marchese del Monte; Lettres au marquis del Monte; 111: Christine de Suède au marquis del Monte, Rome, 29 octobre 1672 (digitisation pages 143v-144r to 146v-147r)


Christine (1626-1689 ; reine de Suède), Manuscrits de la reine Christine: Negoziati della regina per salire al trono di Polonia, : , 1601-1700.

The Foli@ online digital heritage library is here:


Copyright SCDI-UPV - Collections Université de Montpellier (shelfmark H 258).

Mémoires concernant Christine, reine de Suède, volume 3, page 440, compiled and edited by Johan Arckenholtz, 1759






The letter (with Kristina's handwriting in italics):

29 Ott[obr]e 1672
A.
Sarebbe offesa della Somma prudenza del Rè di Suezia e del Suo Saggio Consiglio l'affaticarsi à dimostrare di quanta Sua conuenienza anzi necessità Sia il Soccorrer la Polonia contro l'Armi del Turco.

Poiche non Solo il pericolo presente della Christianità tutta è commune anco al Regno di Suezia, Et il Turco Padrone della Polonia cresce tanto di Potenza che Senza esageratione può dirsi con verità rimaner tutta l'Europa à Sua discrezione.

Mà la Corona di Suezia l'haurebbe confinante in Pomerania in Livonia, et altroue: Jl che è l'intesso che dire che la Suezia ad ogni volere di lui Sarebbe Spogliata di tutte le Sue conquiste. Oltre che Sarebbe impossibile che possedendo eglì la Polonia non gli divenisse molto facile e breue la conquista dell'Alemagna con le presenti dispositioni d'Vngheria, e per conseguenza il Dominio assoluto del Mar Baltico, Ne potrebbe resistergli il Moscouita, anzi quand'egli volesse à lui Solo Sarebbe facile l'inuader et espugnar la Suezia medesima mentre occupata la Danimarca verrebbe à Separar la Svezia dal Mondo in guisa, che non potrebbe euiter d'essergli Soggetta, ò Tributaria[.]

Ne deuono queste misure parere essorbitanti quando Si tratta d'vna Potenza Senza misura, che hoggi hà in Polonia 300./m Combattenti e che occupando quel Regno potrebbe da esso trarne altrettanti per ogni bisogno. Et è ben noto che la Suezia hà Sempre Stimato Suo vantaggio che la Potenza della Polonia Sia in mano d'vna Republica, p[er]che ciò la rendeua men disposta ad impiegarsi in pregiudizio della Suezia per la tardità, e lentezza che han le Republiche nel prendere, et incontrar le occasioni di lor vantaggio, e nel risoluersi e muouersi à concquistare in danno altrui[.]

Hor che Sarebbe quando la Potenza della Polonia non Solo fosse vnita, e dipendente da un Capo Solo con dominio Si dispotico che rende Schiauo ogni Suddito; mà di più Si congiungesse alla Smisurata vastità dell'altre forze Ottomane, le quali Superando l'argine della Polonia non Sarebbono più capaci di hauerne alcun'altro, mà la loro piéna inonderebbe Senza ritegno l'Europa tutta[.] Et in ogni caso anco per minor bisogno di questo Sì graue, e presente Sempre Sì Stimerà più Saggio, anzi necessario consiglio il combatter col Turco in Polonia, che in Pomerania, ò in Liuonia perche poche forze Suetesi possono con l'auito d'altri difender in Polonia gli Stati di Suezia.

Ne Sarebbe anche impossibile che per vn'impresa Si Santa e Sì vtile alla Suezia ella potesse hauer qualche auito di denaro forastiero, onde potrebbe da lontano difendersi con l'oro, e con le genti d'altri mettendoui poco del proprio da quel pericolo, contro il quale più da presso non vi Sarà difesa che vaglia, poiche è certo che i Polacchi aiutati dalli Suedesi difenderanno la Suezia in Polonia; mà perduta la Polonia non potranno gli Stati di Suezia esser difesi ne pur dagl'istessi Svedesi, E i Polacchi dominati dal Turco in uece di Soccorrer la Suezia concorreranno à Soggiogarla &c.
questa scrittura potete Communicarla a Che la desidera vederla

With modernised spelling:

29 ottobre 1672.
A.
Sarebbe offesa della somma prudenza del re di Svezia e del suo saggio Consiglio l'affaticarsi à dimostrare di quanta sua convenienza anzi necessità sia il soccorrer la Polonia contro l'armi del Turco.

Poiché non solo il pericolo presente della cristianità tutta è commune anco al regno di Svezia, ed il turco, padrone della Polonia, cresce tanto di potenza che senza esagerazione può dirsi con verità rimaner tutta l'Europa a sua discrezione, ma la Corona di Svezia l'avrebbe confinante in Pomerania in Livonia, et altrove. Il che è l'intesso che dire che la Svezia ad ogni volere di lui sarebbe spogliata di tutte le sue conquiste. Oltre che sarebbe impossibile che possedendo egli la Polonia non gli divenisse molto facile e breve la conquista dell'Alemagna con le presenti disposizioni d'Ungheria, e per conseguenza il dominio assoluto del mar Baltico, nè potrebbe resistergli il Moscovita; anzi quand'egli volesse a lui solo sarebbe facile l'invader ed espugnar la Svezia medesima mentre occupata la Danimarca verrebbe a separar la Svezia dal mondo in guisa, che non potrebbe eviter d'essergli soggetta o tributaria.

Ne devono queste misure parere esorbitanti quando si tratta d'una potenza senza misura, che oggi ha in Polonia 300,000 combattenti e che occupando quel regno potrebbe da esso trarne altrettanti per ogni bisogno. Ed è ben noto che la Svezia ha sempre stimato suo vantaggio che la potenza della Polonia sia in mano d'una repubblica, perché ciò la rendeva men disposta ad impiegarsi in pregiudizio della Svezia per la tardità e lentezza che han le repubbliche nel prendere ed incontrar le occasioni di lor vantaggio e nel risolversi e muoversi a conquistare in danno altrui.

Or che sarebbe quando la potenza della Polonia non solo fosse unita e dipendente da un capo solo con dominio sì dispotico che rende schiavo ogni suddito, ma di più si congiungesse alla smisurata vastità dell'altre forze ottomane, le quali, superando l'argine della Polonia, non sarebbono più capaci di averne alcun'altro, ma la loro piena inonderebbe senza ritegno l'Europa tutta? Ed in ogni caso anco per minor bisogno di questo sì grave, e presente sempre sì stimerà più saggio, anzi necessario consiglio il combatter col turco in Polonia, che in Pomerania, o in Livonia, perché poche forze svedesi possono con l'avito d'altri difender in Polonia gli stati di Svezia.

Nè sarebbe anche impossibile che per un'impresa sì santa e sì utile alla Svezia ella potesse aver qualche avito di denaro forestiero, onde potrebbe da lontano difendersi con l'oro e con le genti d'altri, mettendovi poco del proprio da quel pericolo contro il quale più da presso non vi sarà difesa che vaglia, poiché è certo che i polacchi aiutati dalli svedesi difenderanno la Svezia in Polonia; ma perduta la Polonia, non potranno gli Stati di Svezia esser difesi ne pur dagl'istessi svedesi, e i polacchi dominati dal turco in vece di soccorrer la Svezia concorreranno a soggiogarla, ecc.
Questa scrittura potete comunicarla a che la desidera vederla.

Arckenholtz's transcript of the letter (in his French translation from Italian):

Rome le 29. Octobre 1672.
Ce seroit offenser la haute prudence du Roi de Suède & de son sage Conseil, que de vouloir faire des efforts pour montrer de quelle convenance & nécessité même il est de secourir la Pologne contre les armes du Turc; parce que le danger présent de toute la Chrétienté est également commun au Royaume de Suède, & le Turc une fois maître de la Pologne, accroîtroit tant en puissance, qu'on pourroit dire avec vérité que non seulement toute l'Europe demeureroit à sa discrétion, mais aussi que la Couronne de Suède deviendroit sa voisine en Poméranie, en Livonie & ailleurs: ce qui veut dire que la Suède, quand le Turc le voudra, sera dépouillée de toutes ses conquêtes.

D'ailleurs, cet ennemi possédant une fois la Pologne, la conquête de l'Allemagne (dans la présente situation de la Hongrie) & par conséquent la domination absolue de la Mer Baltique, lui deviendroit en peu de tems fort facile. Le Moscovite alors ne pourroit pas lui résister: au contraire, quand le Turc le voudroit seul, il seroit facile d'attaquer celui-là & d'envahir la Suède même, pendant qu'occupée par le Dannemarc, elle se verroit séparée du reste du Monde, de façon qu'elle ne pourroit éviter d'être sujette ou tributaire du Turc.

Ces desseins ne doivent pas paroître exorbitans, le Turc à l'heure qu'il est, a trois cens mille combattans en Pologne, & s'il faisoit la conquête de ce Royaume il pourroit mettre encore autant de monde en campagne, en cas de besoin.

Il est bien connu que la Suède a regardé comme un avantage, que la Pologne fût gouvernée en République, parce que par-là elle est moins disposée à s'employer au préjudice de la Suède, par les lenteurs si ordinaires aux Républiques à se saisir des occasions favorables à résoudre & à se mettre en mouvement pour faire des conquêtes au desavantage d'autrui.

Que seroit-ce donc, si la puissance de la Pologne, non seulement étoit unie & dépendoit d'un seul Chef avec un pouvoir despotique, qui rendit chaque Sujet esclave; mais encore, si elle étoit jointe aux vastes forces Ottomanes, qui n'ont point de bornes, lesquelles surmontant les digues de la Pologne, ne reconnoîtroient plus aucunes limites, mais inonderoient toute l'Europe comme un débordement auquel rien ne résiste?

A tout événement on préférera toujours une moindre incommodité à une plus grande, & on estimera plus sage, & même plus nécessaire, l'avis de combattre le Turc plutôt de loin, qu'en Poméranie ou en Livonie; car par des forces de Suède moins grandes, unies avec d'autres, ses Etats seront mieux défendus en Pologne qu'en Suède-même.

Il ne seroit pas non plus impossible, que pour une entreprise si sainte & si utile à la Suède, elle pût obtenir quelque secours en argent étranger, d'où elle pourroit se défendre de loin par l'or & par des troupes d'autrui, en y mettant aussi quelque chose du sien contre le danger qui la menace, & contre lequel il n'y aura guéres de défense qui vaille, étant faite de trop près: parce qu'il est certain que les Polonois secondés par les Suédois défendront la Suède en Pologne; mais la Pologne une fois perdue, les Etats de la Suède ne sauroient être défendus par ces mêmes Suédois seuls; & les Polonois subjugués par le Turc, au-lieu de secourir la Suède, concureront à la subjuguer.

Swedish translation (my own):

Rom, den 29 oktober 1672.
Det skulle kränka Sveriges Konungs och hans visa Råds höga klokhet att vilja göra ansträngningar för att visa vilken bekvämlighet och till och med nödvändighet det är att hjälpa Polen mot turkens vapen; därför att den nuvarande faran för hela kristenheten är lika gemensam för kungariket Sverige, och turken, när han väl är herre över Polen, skulle öka så mycket i makten, att man med sanning kunde säga att inte bara hela Europa skulle stanna kvar vid hans diskretion, men också att Sveriges Krona skulle bli hans granne i Pommern, Livland och annorstädes, vilket innebär att Sverige, när turken önskar det, kommer att fråntas alla sina erövringar.

Dessutom skulle denna fiende som en gång ägde Polen, erövringen av Tyskland (i den nuvarande situationen i Ungern) och följaktligen den absoluta dominansen av Östersjön bli mycket lätt för honom på kort tid. Muskoviten kunde då inte motstå honom; tvärtom, när turken ville ha det ensam, skulle det vara lätt att anfalla den och att invadera självt Sverige, medan det var ockuperat av Danmark, skulle det se sig separerat från resten av världen, så att det inte skulle kunna undvika att bli undersåt eller beroende av turken.

Dessa planer får inte framstå som orimliga, turken har för närvarande trehundratusen kombattanter i Polen, och om han skulle erövra detta rike skulle han fortfarande kunna sätta lika många människor i fält, om det skulle behövas.

Det är välkänt att Sverige har ansett det som en fördel att Polen styrs som en republik, eftersom hon därigenom är mindre benägen att arbeta till Sveriges nackdel, genom de för republiker så vanliga förseningar att ta gynnsamma tillfällen att lösa och sätta in. motion att göra erövringar till andras nackdel.

Vad skulle det då vara om Polens makt inte bara var förenad och berodde på en enda hövding med despotisk makt, som gjorde varje undersåte till slav; men återigen, om den förenades med de vidsträckta osmanska styrkorna, som inte har några gränser, vilka, över Polens skyddsvallar, inte längre skulle erkänna några gränser, utan skulle översvämma hela Europa som en översvämning som ingenting kan motstå?

I alla händelser kommer alltid en mindre olägenhet att föredras framför en större, och det kommer att anses klokare och ännu mera nödvändigt att bekämpa turken hellre på långt håll än i Pommern eller Livland; ty av mindre styrkor av Sverige, förenade med andra, kommer dess stater att bättre försvaras i Polen än i Sverige självt.

Det vore inte heller omöjligt att det för ett företag så heligt och så nyttigt för Sverige kunde få någon hjälp i utländska pengar, från vilka det kunde försvara sig på långt håll med guld och andras trupper, genom att också lägga något eget mot den fara som hotar det, och mot vilken det knappast kommer att finnas något lönsamt försvar, göras alltför nära, emedan det är säkert att de av svenskarna utstationerade polackerna skola försvara Sverige i Polen; men om Polen var förlorade en gång, så kunde Sveriges stater inte försvaras av dessa samma svenskar allena; och de av Turken underkuvade polackerna, i stället för att bistå Sverige, kommer att hjälpa till att underkuva det.

English translation (my own):

Rome, October 29, 1672.
It would offend the high prudence of the King of Sweden and his wise Council to want to make efforts to show what convenience and even necessity it is to help Poland against the arms of the Turk; because the present danger of all Christendom is equally common to the Kingdom of Sweden, and the Turk, once he is master of Poland, would increase so much in power, that it could be said with truth that not only all Europe would remain at his discretion, but also that the Crown of Sweden would become his neighbour in Pomerania, Livonia and elsewhere, which means that Sweden, when the Turk wishes it, will be stripped of all its conquests.

Moreover, this enemy possessing once Poland, the conquest of Germany (in the present situation of Hungary) and consequently the absolute domination of the Baltic Sea, would become very easy for him in a short time. The Muscovite then could not resist him; on the contrary, when the Turk wanted it alone, it would be easy to attack that one and to invade Sweden itself, while occupied by Denmark, it would see itself separated from the rest of the world, so that it would not could avoid being subject or dependent on the Turk.

These designs must not appear exorbitant, the Turk at the present time has three hundred thousand combatants in Poland, and if he were to conquer this kingdom, he could still put as many people in the field, in case of need.

It is well known that Sweden has considered it an advantage that Poland should be governed as a Republic, because thereby she is less disposed to work to the detriment of Sweden, by the delays so common to republics in seizing favourable occasions to resolve and set in motion to make conquests to the disadvantage of others.

What would it be, then, if the power of Poland not only were united and depended on a single chief with despotic power, who made every subject a slave; but again, if it were joined to the vast Ottoman forces, which have no limits, which, surmounting the levees of Poland, would no longer recognise any limits, but would inundate all Europe like an overflow which nothing can resist?

In any event, a lesser inconvenience will always be preferred to a greater one, and it will be considered wiser, and even more necessary, to fight the Turk rather from afar than in Pomerania or Livonia; for by smaller forces of Sweden, united with others, its states will be better defended in Poland than in Sweden itself.

Nor would it be impossible that for an enterprise so holy and so useful to Sweden, it could obtain some help in foreign money, from which it could defend itself from afar by gold and by the troops of others, by also putting something of its own against the danger which threatens it, and against which there will be hardly any worthwhile defense, being made too closely, because it is certain that the Poles seconded by the Swedes will defend Sweden in Poland; but Poland once lost, the states of Sweden could not be defended by these same Swedes alone; and the Poles subjugated by the Turk, instead of assisting Sweden, will help to subjugate it.

French translation of the original (my own):

Le 29 octobre 1672.
A.
Ce serait offenser la suprême prudence du roi de Suède et de son sage Conseil que de prendre la peine de démontrer combien il lui est commode et même nécessaire de secourir la Pologne contre les armes des Turcs.

Car non-seulement le danger actuel de toute la chrétienté est commun au royaume de Suède, et le Turc, maître de la Pologne, grandit tellement en puissance qu'on peut dire sans exagération que toute l'Europe reste à sa discrétion, mais la Couronne de Suède aurait ses frontières en Poméranie, en Livonie et ailleurs. C'est-à-dire que la Suède serait dépouillée de toutes ses conquêtes à son gré. D'ailleurs, il serait impossible que s'il possédait la Pologne, la conquête de l'Allemagne ne lui devînt très-facile et très-courte avec les dispositions actuelles de la Hongrie, et par conséquent la domination absolue de la mer Baltique, et que le Moscovite ne pût lui résister; en effet, s'il le voulait, il lui serait facile à lui seul d'envahir et de conquérir la Suède elle-même, tandis que, s'il occupait le Danemark, il viendrait à séparer la Suède du monde de telle manière qu'elle ne pût éviter d'être son sujet ou son tributaire.

Ces mesures doivent paraître exorbitantes quand il s'agit d'une puissance sans mesure, qui a aujourd'hui en Pologne 300 000 combattants et qui en occupant ce royaume pourrait en tirer autant pour tous les besoins. Et il est bien connu que la Suède a toujours considéré comme son avantage que la puissance de la Pologne soit entre les mains d'une république, parce que cela la rendait moins disposée à s'employer au détriment de la Suède à cause de la lenteur et de la lenteur qu'ont les républiques à saisir et à saisir les occasions à leur avantage et à se résoudre et à agir pour conquérir au détriment des autres.

Or, que se passerait-il si la puissance de la Pologne était non seulement unie et dépendante d'un seul chef, avec une domination si despotique qu'elle rendrait tous ses sujets esclaves, mais qu'elle s'unissait aussi à l'immense étendue des autres forces ottomanes, qui, franchissant la barrière de la Pologne, ne seraient plus capables d'en avoir d'autres, mais leur flot inonderait sans retenue toute l'Europe? Et de toute façon, même pour la moindre nécessité de cette si grave et toujours présente nécessité, on trouvera plus sage, et même un conseil nécessaire, de combattre les Turcs en Pologne, qu'en Poméranie ou en Livonie, car peu de forces suédoises peuvent, avec l'ascendance des autres, défendre les États de la Suède en Pologne.

Il ne serait pas impossible non plus que pour une entreprise si sainte et si utile à la Suède elle pût avoir quelque argent étranger, de sorte qu'elle pût se défendre de loin avec l'or et les hommes des autres, mettant peu de son côté contre ce danger contre lequel de plus près il n'y aura pas de défense de valeur, car il est certain que les Polonais, aidés des Suédois, défendront la Suède en Pologne; mais une fois la Pologne perdue, les États de Suède ne pourront être défendus même par les Suédois eux-mêmes, et les Polonais, dominés par les Turcs au lieu d'aider la Suède, aideront à la subjuguer, etc.
Vous pouvez communiquer cet écrit à qui veut le voir.

Swedish translation of the original (my own):

Den 29 oktober 1672.
A.
Det vore ett brott mot Sveriges konungs och hans kloka Råds högsta försiktighet att göra sig besväret att visa hur bekvämt och verkligen nödvändigt det är för honom att bistå Polen mot turkens vapen.

Ty icke blott är den nuvarande faran för hela kristenheten gemensam för riket Sverige, och Turken, Polens herre, växer så mycket i makt, att man utan överdrift kan säga, att hela Europa förblir efter hans gottfinnande, utan Sveriges Krona skulle ha sina gränser i Pommern, Livland och på andra håll. Vilket vill säga att Sverige skulle fråntas alla sina erövringar efter hans behag. Dessutom skulle det vara omöjligt att om han skulle äga Polen, skulle erövringen av Tyskland inte bli särskilt lätt och kort för honom med Ungerns nuvarande dispositioner, och följaktligen Östersjöns absoluta herravälde, och inte heller skulle moskoviterna kunna motstå honom; visserligen, om han ville, skulle det vara lätt för honom ensam att invadera och erövra själva Sverige, medan han, om han ockuperade Danmark, skulle komma att skilja Sverige från världen på ett sådant sätt att det inte kunde undgå att vara honom ett undersåte eller en vasallstat.

Dessa åtgärder måste tyckas orimliga när det gäller en makt utan mått, som idag har i Polen 300,000 kombattanter och som genom att ockupera det riket kunde dra ur sig lika många för varje behov. Och det är välkänt att Sverige alltid har ansett det till sin fördel att Polens makt ligger i en republiks händer, eftersom detta gjorde det mindre benäget att använda sig självt till skada för Sverige på grund av den sena och tröghet som republikerna har att ta vara på och möta möjligheter till deras fördel och i att lösa och flytta för att erövra till skada för andra.

Nu, vad skulle hända om Polens makt inte bara var förenad och beroende av en enda ledare med ett sådant despotiskt välde att det förslavade varje undersåte, utan också förenades med den omätliga viddigheten av de andra osmanska styrkorna, som övervann barriären av Polen, skulle inte längre kunna ha någon annan, men deras översvämning skulle utan begränsning översvämma hela Europa? Och i alla fall, även för det mindre behovet av detta så allvarliga och ständigt närvarande, kommer man att anse det klokare, ja ett nödvändigt råd, att kämpa med turkarna i Polen, än i Pommern eller i Livland, eftersom få svenska styrkor kan med andras anor försvarar Sveriges stater i Polen.

Det skulle inte heller vara omöjligt att det för ett företag så heligt och så nyttigt för Sverige kunde äga några utländska pengar, så att det kunde försvara sig på långt håll med andras guld och män, lägga in litet eget från den fara mot vilken närmare kommer det inte att finnas något värdeförsvar, ty det är säkert att polackerna, med hjälp av svenskarna, kommer att försvara Sverige i Polen; men när Polen väl är förlorat, kommer Sveriges stater inte att kunna försvaras ens av svenskarna själva, och polackerna, dominerade av turkarna istället för att hjälpa Sverige, hjälpa till att underkuva det osv.
Ni kan kommunicera denna text till vilken som helst vill se den.

English translation of the original (my own):

October 29, 1672.
A.
It would be an offense to the supreme prudence of the King of Sweden and his wise Council to take the trouble to demonstrate how convenient and indeed necessary it is for him to succour Poland against the arms of the Turk.

For not only is the present danger to all Christendom common to the kingdom of Sweden, and the Turk, master of Poland, is growing so much in power that it can be said without exaggeration that all Europe remains at his discretion, but the Crown of Sweden would have its borders in Pomerania, Livonia, and elsewhere. Which is to say that Sweden would be stripped of all its conquests at his pleasure. Besides, it would be impossible that if he were to possess Poland, the conquest of Germany would not become very easy and short for him with the present dispositions of Hungary, and consequently the absolute dominion of the Baltic Sea, nor the could Muscovite resist him; indeed, if he wanted, it would be easy for him alone to invade and conquer Sweden itself, whereas, if he occupied Denmark, he would come to separate Sweden from the world in such a way that it could not avoid being a subject or tributary to him.

These measures must seem exorbitant when it concerns a power without measure, which today has in Poland 300,000 combatants and which by occupying that kingdom could draw from it as many for every need. And it is well known that Sweden has always considered it to its advantage that the power of Poland be in the hands of a republic, because this made it less disposed to use itself to the detriment of Sweden because of the tardiness and slowness that republics have in seizing and meeting opportunities to their advantage and in resolving and moving to conquer to the detriment of others.

Now, what would happen if the power of Poland were not only united and dependent on a single leader with such a despotic dominion that it enslaved every subject, but were also joined to the immeasurable vastness of the other Ottoman forces, which, overcoming the barrier of Poland, would no longer be capable of having any other, but their flood would inundate without restraint all of Europe? And in any case, even for the lesser need of this so grave and ever present one will consider it wiser, indeed a necessary advice, to fight with the Turks in Poland, than in Pomerania, or in Livonia, because few Swedish forces can with the ancestry of others defend the states of Sweden in Poland.

Nor would it be impossible that for an enterprise so holy and so useful to Sweden it could have some foreign money, so that it could defend itself from afar with the gold and men of others, putting in little of its own from that danger against which closer there will be no defense of value, for it is certain that the Poles, aided by the Swedes, will defend Sweden in Poland; but once Poland is lost, the states of Sweden will not be able to be defended even by the Swedes themselves, and the Poles, dominated by the Turks instead of helping Sweden, will help to subjugate it, etc.
You may communicate this writing to whoever wishes to see it.


Above: Kristina.

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